Cavallerizzo si prepara al suo primo Natale al freddo ed al buio. Un paese fantasma che guarda attonito le case vuote, le strade deserte, gli alberi spogli. Dove saranno i suoi abitanti? Sparsi in alloggi di fortuna, con servizi precari, ed un vuoto intorno. Cosa dovranno ricordare di questo anno terribile. I momenti dell'esodo, le giornate vissute comunitariamente in una scuola o il successivo isolamento, il momento della diaspora?

Tanti rivivranno gli sbuffi di un camino che ancora fuma nella memoria e riscalda il cuore nel ricordo, ripercorreranno quei giorni in un sussulto di gioia subito sommerso da un velo di malinconia come solo il ricordo può dare. "Nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice ne la miseria", un verso dantesco che dipinge con semplicità una tragedia ormai dimenticata dalla maggior parte, accantonata dai media, sommersa nell'indifferenza delle luci natalizie che brillano indifferenti ai dolori di coloro che non hanno motivo per gioire in questi momenti.

Cavallerizzo sotto la neve, 8 marzo 2005Si ricordano i morti, i tanti che in questi mesi hanno finito di vivere la loro tragedia personale. Non si ricorda un altro anno funestato da così tanti eventi luttuosi per gli abitanti di Cavallerizzo. In questi mesi si sono mossi in tanti nelle Istituzioni. La regione, la provincia di Cosenza, attraverso i suoi massimi rappresentanti hanno manifestato solidarietà ed affetto, hanno promesso solennemente la rinascita. Anche il governo ha fatta la sua parte, con le ordinanza che costituiscono uno dei pochi atti concreti che possono fare sperare in una soluzione rapida della loro dolorosa vicenda.

Tanti sono le perplessità e gli interrogativi. Il progetto di ricostruzione ancora latita, ed il processo accumula ritardi inspiegati. L'amministrazione comunale si è dimostrata incapace di affrontare con coraggio e determinazione una situazione di emergenza, non ha tenuto in debito considerazione le particolari condizioni degli sfollati. Un sindaco eletto a pochi giorni dalla tragedia non ha mostrato la sensibilità di scegliersi un componente in giunta espressione di quella gente, che potesse ricucire le fratture che la politica locale sa produrre, non ha saputo polarizzare l'attenzione sulla necessità di trasformare quell'evento in un collante, in uno sforzo corale per ricostruire non solo la comunità di Cavallerizzo, ma dell'intero comune.

Questo è il momento della speranza, di un augurio sincero non solo agli sfollati di Cavallerizzo, ma a tutti coloro che soffrono per le condizioni più diverse, a coloro che non possono permettersi un Natale scintillante ed hanno grandi preoccupazioni per il nuovo anno.

Auguri a tutti i lettori che ci hanno pazientemente seguito in questi anni. A tutti rinnoviamo l'impegno di trasformare questo settimanale in una palestra libera del pensiero in cui ognuno possa esprimere in piena libertà le proprie opinioni.
Buon Natale a tutti e Felice Anno Nuovo.


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