
|

La Sorical
di Oreste Parise (Mezzoeuro Anno
VI num 9 del
3/3/2007)
|
Rende, 1 marzo 2007
Cos'è la Sorical? Società di sovrambito che gestisce
il sistema idrico della regione servendosi dei bacini dell'Esaro,
Alaco, Metramo e Menta per fornire l'acqua ai comuni ed effettuare
gli investimenti necessari per rendere efficiente il ciclo
dell'acqua. Bastano pochi numeri per dare una idea dell'importanza
che va assumendo nel panorama industriale della regione. Non a caso
si parla della società come una vera industria, poiché
in poco tempo è diventata una realtà nel panorama
regionale. La Sorical è una società per azioni il cui
capitale è in maggioranza pubblico, il 53,5% è detenuto
dalla Regione Calabria, mentre il rimanente 46,5% diventerà a
breve di proprietà di Veolià - Societé Génèrale
des Eaux, per effetto della cessione da parte di Acque di Calabria
spa, di proprietà dell' EnelHydro spa, della propria
partecipazione. L'ultimo bilancio societario relativo al 2005,
riporta un totale attivo per circa 100 milioni di euro dei quali 30
costituiti dagli impianti e dagli immobili di proprietà, 50
milioni di crediti verso i comuni e 10 nei confronti del fisco per
crediti d'imposta. Il fatturato della società è pari a
circa 60 milioni di euro per forniture d'acqua. La vera partita si
gioca nella possibilità di convincere gli enti locali ad una
correntezza nei pagamenti, poiché solo una sana gestione
finanziaria può mettere in moto il meccanismo degli
investimenti che non contribuisce solo ad efficientare il sistema, ma
costituisce un importante acceleratore di sviluppo, più che
mai necessario dopo anni di affanno.
Dice l'Ing. Michele Rendina, Direttore Affari Generali della
società: "Siamo molto orgogliosi di quanto abbiamo
realizzato fin qui In soli due anni abbiamo creato una azienda sana
ed efficiente. Oggi i dipendenti sono 146. Il primo nucleo di 13
unità risale alla fase iniziale del 2000-2004. Successivamente
abbiamo fatto due grandi passaggi. Prima abbiamo assunto le
professionalità esterne che gestivano gli impianti di
potabilizzazione, telerilevazione e telecontrollo. Successivamente
abbiamo effettuato una dura selezione servendoci di società
specializzata nel reclutamento del personale. Abbiamo costruito una
struttura forte ed altamente professionale sul piano industriale
capace di gestire direttamente i nostri 13 impianti di
potabilizzazione, un laboratorio specializzato per l'analisi delle
acque e seguire i numerosi interventi previsti. Il personale è
completamente costituito da calabresi e tutti di elevato standing
professionale. Oggi siamo diventati un punto di riferimento per le
altre regioni che stanno implementando questo tipo di
organizzazione." Nonostante la breve vita della società
attorno ad essa ruotano grandi interessi e costituisce il centro
motore di una serie di investimenti che dovrebbero trasformare il
ciclo delle acque in pochi anni.
"Una cosa vorrei sottolineare. Le nostre scelte sono state
indirizzate unicamente da considerazioni qualitative, non abbiamo
dovuto subire pressioni di sorta e siamo riusciti a creare un corpo
coeso e fortemente identitario che si sente motivato nella
costruzione di una grande impresa fortemente radicata sul territorio.
Seguiamo il possibile evolversi della società con le parole
di Raimondo Besson, Amministratore Delegato della società,
romano di origine veneta ma con salde radici calabresi, poiché
la madre è una cosentina doc.
COLLOQUIO con Raimondo Besson, Amministratore Delegato della
Sorical.
- Perché è stata costituita la Sorical? Viene segnalato come di un
ente sovrapposto, una costruzione organizzativa in qualche modo
artificiale che si ritrova solo in Calabria ed in Sicilia. Quale è il
motivo che per cui si è deciso di separare la captazione, dal ciclo
completo delle acque. Cosa ha di speciale la nostra regione che
giustifichi una simile organizzazione?
- Si tratta di una modalità organizzativa frutto di una precisa
scelta della Regione. Infatti è una società a prevalente capitale
pubblico, detenuto in maggioranza dalla Regione. Intanto si tratta di
un sistema che non è stato attuato soltanto in Calabria, ma da quasi
tutte le regioni meridionali, dove ha agito la Cassa per il
Mezzogiorno. In quegli anni si sono creati una serie di organismi di
dimensioni regionali, in Calabria, Sicilia e Sardegna o sovra
regionali, come è il caso della Campania, Basilicata, Molise,
dell'Abruzzo e della Puglia. Quindi il sistema adottato in quasi tutto
il Mezzogiorno ha una spiegazione storica. Oggi, ad esempio, in
Campania vi è una struttura delle acque primarie separata dagli ATO,
con una gestione che per due terzi è affidata ad "Acqua Campania spa"
una società privata in concessione ed il rimanente a gestione regionale
e si sta tentando di riunirle in un unico corpo. Vi sono poi dei
sistemi che travalicano gli stessi ATO. In Puglia c'è poi l'Acquedotto
Pugliese sta ragionando sulla possibilità di mantenere solo la gestione
delle acque primarie e trasferire agli ATO le rimanenti fasi del ciclo.
Un modo alquanto diverso di quello che si è realizzato in altre regioni
d'Italia, ma una eventuale ripartizione agli ATO presenterebbe numerosi
problemi.
- Ma era una scelta razionale o affettiva. In Calabria se ne
attribuisce la responsabilità a Pietro Uda, che ha agito ricordando la
sua origine di funzionario della Casmez ...
- L'Ing. Fuda aveva certamente una conoscenza del problema molto
approfondita per cui ha operato consapevolmente questa scelta ben
conscio dei vantaggi e delle debolezze dell'organizzazione. Ho
partecipato personalmente in qualità di consulente in quella fase. Io
ero Direttore generale della Regione Lazio, che aveva già implementato
il sistema organizzativo imposto dalla legge Galli. C'è stato un
trasferimento di know-how attraverso un protocollo di intesa per poter
predisporre gli strumenti attuativi della normativa regionale. Lì è
stata mantenuta l'unità del sistema di approvvigionamento delle acque
primarie con la logica di garantire un livello di funzionamento che
travalicava la funzione degli Ambiti. Si volevano realizzare grandi
invasi...
- Ma questa organizzazione risponde ad un criterio di efficienza o
è un elemento di appesantimento gestionale del sistema delle acque in
Calabria?
- Questo fatto ha prodotto un risultato. Sull'acqua primaria, che
è uno dei punti più delicati, poiché senza la disponibilità delle
sorgenti non vi è neanche la distribuzione, ha costruito un sistema di
gestione industriale efficiente, economica, in grado di programmare
investimenti anticipando la messa a regime della legge Galli. Il
sistema delle acque primarie è oggi organizzato, in modo industriale, e
costituisce un anello della filiera dell'acqua.
- Un delle polemiche è sulla inutilità della Sorical, la cui
esistente sarebbe giustificata solo dall'inefficienza complessiva del
sistema, che impone un eccesso di "produzione" poiché solo una piccola
parte raggiunte i "consumatori" il resto si perde per strada ..
- Se c'è una cosa utile e produttiva oggi in Calabria è proprio la
Sorical. È un approccio ribaltato. Storicamente il sistema è stato
costruito per fornire l'acqua a tutto il territorio regionale, a tutta
la popolazione regionale, perché ne era privo. C'erano una serie di
strutture costruite dalle comunità locali che avevano molte evidenti
carenze, tanto che in molti comuni si registrava una insufficienza
quantitativa ed una inadeguatezza qualitativa. Questa era la situazione
che ha trovato la Casmez. e la sua azione ha prodotto un sistema di
approvvigionamento primario che dava garanzie quantitative e
qualitative a tutti, ed in questa sua opera è arrivata fino nel Lazio.
Si può ricordare l'esperienza del Frusinate.
- Questo è il punto. La Casmez aveva già risolto il problema. Lo
squilibrio si è prodotto nel sistema di distribuzione. Le reti, sia
quelle primarie di adduzione dalle sorgenti ai grandi serbatoio che
servono le città, sia le reti idriche all'interno dei centri abitati
sono vecchie e prive di una manutenzione adeguata. Oltre la metà
dell'acqua rimane per strada e si arriva a punte di oltre due terzi di
perdite ...
- Si è vero le perdite sono enormi, ma è una condizione che si
verifica dappertutto e non solo in Italia. È una condizione
fisiologica, che tende a cronicizzarsi per la mancanza di interventi
organici.
- Facciamo qualche numero ... Il mercato calabrese dell'acqua è in
equilibrio o si riscontrano delle carenze?
- Vi sono carenze tanto qualitative che qualitative. Vi sono degli
squilibri territoriali, alcune zone molto ricche di sorgenti ed altre
aree dove si registra un deficit. Da nessuna parte troviamo un eccesso,
perché la domanda è in continuo aumento e allo stato non si riesce a
soddisfare l'intero fabbisogno. Più che una difficoltà nella quantità
d'acqua, il vero problema risiede nella continuità, poiché le risorse
idriche variano nel corso dell'anno seguendo l'andamento delle
precipitazioni atmosferiche.
- Lei fa un riferimento continuo alla qualità delle acque ...
- Chiariamo che in generale l'acqua captata dalle sorgenti
calabresi è di ottima qualità, ma non sufficiente a soddisfare il
fabbisogno dell'intero territorio. Vi sono aree come il litorale ionico
reggino o la Piana di Sibari che sfruttano in maniera intensiva le
falde sotterranee con un sistema di pozzi, questo provoca un aumento
del tasso di salinità, che rende necessaria un processo di depurazione
molto costoso. Inoltre provoca una progressiva fragilità ambientale con
un accentuazione dell'erosione delle coste per effetto della
subsidenza. Progressivamente dobbiamo sostituire le acque emunte dalle
falde litoranee più compromesse con acque di sorgente. È una operazione
ancora in corso, che la Casmez non ha concluso.
- Come intendete procedere, quali sono i programmi della Sorical?
- Il sistema Casmez poggiava sul sistema delle dighe, che deve
essere completato. Noi siamo interessati in particolare alla diga
dell'Esaro nel cosentino, nel vibonese e catanzarese abbiamo l'Alaco,
il Metrano, il Lordo ed il Menta nel reggino. In questa fase ci
serviamo solo dell'acqua dell'Alaco. Dobbiamo collegare il Menta a
Reggio Calabria, dobbiamo collegare l'Alaco, il Metramo ed il Lordo sia
al versante ionico che a quello tirreno, dobbiamo completare la diga
dell'Esaro. Questo è il sistema che ci permetterà di eliminare i
pompaggi di acque sotterranee che a Reggio Calabria hanno già raggiunto
livelli di compromissione della falda che hanno costretto il
Commissario a realizzare un costoso impianto di desalinizzazione in
attesa dell'acqua del Menta.
- Ma la Sorical non ha competenze nei lavori di costruzione delle
dighe, siete solo ente gestore?
- Siamo lo strumento operativo della Regione per la realizzazione
ed il completamento delle dighe sopra menzionate che si sono state
assegnate oltre che per la gestione degli impianti.
- Vogliamo fare una breve relazione sullo stato dell'arte ...
- I lavori della diga dell'Alaco sono stati realizzati a cura del
Dipartimento LLPP della Regione con un investimento di circa 35 milioni
di euro ed attualmente è in fase di riempimento ed è quindi utilizzata
solo in parte. La diga del Menta deve essere completata con le opere di
adduzione primaria mentre quella dell'Esaro è in corso di
completamento. Noi utilizziamo, sulla base di una convenzione, anche le
acque del Metramo e del Lordo gestite dai Consorzi di Bonifica.
- A che punto è il progetto di completamento del Menta e
dell'Esaro? Il cantiere di quest'ultima è ancora sotto sequestro
giudiziario?
- Il compito assegnatoci dalla Regione è quella del completamento
e della messa in funzione di queste opere che sono state iniziate da
molto tempo. Noi siamo subentrati solo da poco più di due anni, per cui
non abbiamo alcuna responsabilità per il passato. La diga del Menta è
completata e si devono iniziare le operazioni di invaso. Devono essere
realizzate le opere di adduzione ai serbatoi di Reggio Calabria. Il
progetto è già esecutivo e viene finanziato con 80 milioni di euro
provenienti dalla Legge Obiettivo e 28 milioni di euro a carico della
Sorical spa. L'approvazione definitiva del CIPE doveva venire la scorsa
settimana. Abbiamo un ritardo per la intervenuta crisi del governo, ma
siamo fiduciosi di poterla ottenere entro pochi giorni. In sede di
riunione preliminare il finanziamento è stato già approvato, per cui si
dovrebbe trattare di una mera formalità. Ci proponiamo di procedere
all'appalto prima dell'estate. L'obiettivo concordato con la Regione
era di portare l'acqua del Menta nei rubinetti di Reggio Calabria
nell'estate del 2008. I ritardi del CIPE fanno slittare quella
scadenza, ma contiamo di poterlo realizzare nella primavera del 2009.
Metramo e Lordo sono dighe già completate ...
- ... comprese le opere di adduzione?
- No, per quelle vi sono i progetti che sono alla Regione per
l'approvazione definitiva. Il finanziamento è garantito per 20 milioni
di euro sui Fondi POR ed altri 14 a carico della Sorical. Il nostro
obiettivo anche in questo caso è quello di procedere all'appalto entro
l'estate. Il completamento è prevedile per l'autunno inoltrato del
2008. Questo caso si presenta più semplice perché si tratta di
interventi frazionati che possono essere realizzati contemporaneamente
consentendo una velocizzazione dei tempi di esecuzione.
- Entro il 2009 dovrebbe essere tutto completato?
- Certamente. Stiamo lavorando al massimo per accelerare i tempi,
poiché i fondi disponibili devono essere spesi entro il 31 dicembre del
2009. Anche l'Alaco ha bisogno del completamento delle opere di
adduzione, come ricordavo. Inoltre vi è in previsione la messa in rete
delle tre dighe Alaco, Metramo e Menta per creare un sistema integrato.
- Resta quella dell'Esaro che presenta le maggiori criticità.
- L'Esaro è una opera incompiuta. Chiariamo che il cantiere non è
mai stato sotto sequestro giudiziario. Alla fine del 2002 la Regione ha
appaltato le opere di messa in sicurezza dell'invaso, che era un
stralcio che anticipava il completamento dell'opera. Noi siamo
subentrati quando il lavoro era già stato appaltato alla Torno
International ed il cantiere era aperto. Abbiamo trovato una
situazione di difficoltà per delle controversie sul progetto che
abbiamo sbloccato ed ora si stanno ultimando i lavori di messa in
sicurezza che dovrebbero essere ultimati a settembre di quest'anno.
- Quale era l'importo dei lavori?
- Inizialmente si trattava di 55 milioni di euro, ma si sono
prodotti dei risparmi per i ribassi d'asta. Insieme alla Regione stiamo
definendo un percorso per il completamento della diga, aggiornando
l'originario progetto che risale all'ormai lontano 1981, anche alla
luce delle verifiche che sono state fatte per i lavori di messa in
sicurezza. Stiamo anticipando uno stralcio con il risparmio conseguito
e con un finanziamento Sorical. Il sistema completo prevede prima il
collegamento dell'invaso con l'acquedotto Abatemarco, che viene a
disporre immediatamente dell'acqua. Queste nelle more del progetto di
completamento che dispone di una copertura finanziaria.
- Può essere più preciso?
- Stiamo parlando di 78 milioni di euro disponibili su fondi
regionali, su un totale complessivo di 125 milioni di euro. La
differenza sarà sopportata dalla Sorical, somma che anticiperemo da
subito per non interrompere il lavoro. Entro l'estate contiamo di poter
appaltare i lavori considerato che in autunno è previsto la fine della
messa in sicurezza.
- Proprio l'Abatemarco si presenta come un acquedotto colabrodo.
L'immissione di un quantitativo d'acqua maggiore potrebbe provocare
ulteriori problemi.
- Infatti stiamo lavorando su più livelli sull'Abatemarco. È oggi
una struttura insostituibile perché serve non solo Cosenza e Rende, ma
altre decine di comuni. Il piano concordato con la Regione ed con i due
comuni più importanti è di muoversi su tre livelli: un intervento
immediato per i problemi più urgenti, interventi di medio periodo per
migliorare la condotta ed un raddoppio seguendo la linea valliva a più
lunga scadenza.
- La diga dell'Esaro è stata interessata da una frana, ma tutta la
fascia che scorre lungo le pendici della Catena costiera presenta delle
criticità per effetto di una faglia tettonica. Vi sono stati episodi
come la frana di Cavallerizzo lungo il percorso dell'Abatemarco,
accusato addirittura di averla favorito con il percolamento.
- L'aspetto dello sbarramento della diga è stato affrontato nel
passato, vi sono molti studi ed i lavori in corso sono proprio per la
messa in sicurezza del manufatto. Il progetto di completamento
garantisce sotto questo profilo. Poi c'è il problema dell'Abatemarco
che non è certo il percolamento, un fenomeno fisiologico e di nessun
impatto ambientale. Certo che presenta dei punti di criticità poiché
attraversa delle zone in frana, non certo causate dall'acquedotto.
L'Abatemarco subisce le frana non le provoca e va messo in sicurezza.
Il nostro problema è di aggirare le zone fragili che presentano
fenomeni di erosione. Stiamo intervenendo con immediatezza, considerata
l'urgenza. Sono stati fatti vari progetti che si presentano in diversi
fasi attuative. Il secondo problema riguarda la messa in funzione dei
vari tronchi di raddoppio realizzati nel corso degli anni e mai entrati
in funzione, come è il quello che attraversa il territorio di Rende. Ma
bisogna intervenire sull'intero manufatto in modo da realizzare un
raddoppio della capacità di trasporto. Per il momento abbiamo
completato la captazione della sorgente Capo d'Acqua che dovremmo
immettere nella condotta a breve. A più lunga scadenza prevediamo la
realizzazione di un nuovo tracciato che abbandona completamente la zona
collinare e segue la valle del Crati.
- Quando Cosenza e Rende potranno disporre dell'acqua dell'Esaro?
- Il nostro piano prevede che questo si verificherà nella
primavera del 2010,. Per quell'epoca prevediamo di completare il
collegamento della diga dell'Esaro con l'Abatemarco procederemo con
speditezza all'intero investimento. Il sistema che stiamo costruendo
separa le zone alte dalle zone basse, rendendo tutta la rete più
efficiente. Nel 2007 ci si mette in sicurezza dalle frane, nel 2008
saremo in grado di aumentare la capacità e migliorare la continuità,
nel 2010 completiamo il programma con il raddoppio totale.
- Stiamo parlando di ulteriori finanziamenti da aggiungere ai
lavori della diga, quali sono gli investimenti previsti?
- Stiamo nell'ordine di 12-13 milioni di euro per gli interventi
di breve periodo, la captazione di Capo d'Acqua, la variante di
Malvito, alcuni interventi in punti più critici di frana ed il
collegamento del tronco di raddoppio realizzato nel comune di Rende.
Quest'ultimo progetto è stato esaminato in più conferenze di servizi.
Da solo impegna circa 8 milioni di euro. Di questi solo pochi milioni
sono finanziati sul POR, il rimanente dalla nostra società. Il progetto
di raddoppio si aggira sui 40 milioni di euro, una cifra largamente
approssimativa, considerato che stiamo ancora in fase progettuale.
- Quando si parla di fondi Sorical a cosa si riferisce, a
finanziamenti con il sistema bancario. La società ha una sua autonomia
finanziaria?
- La società ha una sua capacità economica come voluto dalla Legge
Galli garantito dal sistema tariffario. Per l'aspetto finanziario deve
rivolgersi al sistema bancario, poiché vi sono squilibri temporali. La
Sorical si è impegnata con la Regione, in sede di sottoscrizione della
convenzione di durata trentennale, a realizzare investimenti per un
importo pari a 700 milioni di euro con finanziamenti da reperire sui
fondi pubblici per 395 milioni e 305 milioni di euro con fondi della
società, dei quali 95 da spendere entro il 2009. Abbiamo stipulato un
accordo con Mediocredito Centrale e con altri istituti per una
operazione di project financing per complessivi 122 milioni di euro,
che prevede più linee di finanziamento. Questo ci permette di
anticipare gli investimenti ed affrontare gli squilibri finanziari, in
analogia con il comportamento delle società simili nel resto d'Italia.
- Nella convenzione di parla di piani quinquennali. Quali sono gli
investimenti previsti nel primo?
- Le cifre più significative sono le seguenti: 106 milioni
derivanti dal POR, 55 milioni per la messa in sicurezza dell'Esaro, 80
milioni il finanziamento CIPE sul Menta ed i 78 milioni destinati
all'Esaro. Se a questi aggiungiamo gli altri numerosi interventi
previsti arriviamo ad una cifra superiore a 400 milioni di euro nel
primo quinquennio. Come Sorical abbiamo una mission molto
precisa, cioè di gestire ed implementare il sistema idrico calabrese e
consegnare l'acqua ai comuni oggi, agli ATO domani. La nostra struttura
tecnico aministrativa è completatala ed estremamente efficiente. Siamo
subentrati alla regione che aveva una organizzazione totalmente
esternalizzata attraverso il sistema degli appalti. Il nostro piano
industriale prevede l'autosufficienza economica, i costi sono tutti
coperti da entrate proprie. Oggi la società ha al suo interno le
professionalità per gestire il laboratorio, gli impianti di
telerilevazione, il telecomando dei controlli, la rete acquedottistica
che si sviluppa per migliaia di chilometri nel territorio regionale ed
una struttura tecnica in grado di progettare e dirigere questa massa di
investimenti programmati. L'abbiamo costruita in questi due anni, e
attraverso la cooperazione con le organizzazioni sindacali e la
regione. La nostra azione e direi con la nostra presenza sta stimolando
le aziende dell'indotto. Ci stiamo impegnando soprattutto sul sistema
della qualità, per avere il certificato di qualità del laboratorio di
analisi, degli impianti di potabilizzazione, ecc. Vogliamo anche
rendere autonoma la società sotto il profilo finanziario. Finora la
regione anticipava 50-60milioni di euro per la fornitura d'acqua agli
enti locali che incassava dopo anni. I comuni non erano abituati a
considerare il pagamento della fornitura dell'acqua come una spesa
reale ed immediata.
- Molte volte non incassava proprio, credo che il comune di
Cosenza ha un debito di circa 30 milioni di euro nei confronti della
Regione. Voi non vi siete accollata questa posizione debitoria ..
- No, si trattava di rapporti preesistenti, il debito di Cosenza è
di circa 28 milioni di euro, Reggio Calabria arriva a 50. Non avremmo
potuto subentrare in una eredità così pesante.
- A quanto ammonta il credito nei confronti dei comuni oggi?
- Al 31 dicembre scorso si arriva a circa 55 milioni.
- Una cifra che si avvicina al fatturato annuo della società.
- Infatti, stiamo operando per ottenere un sensibile miglioramento
del meccanismo finanziario.
- Ma voi riuscite ad incassare dai comuni?
- La situazione è migliorata, però bisogna rendere
progressivamente più tempestiva la riscossione. Dobbiamo affrontare due
problemi, la cattiva abitudine e la difficoltà oggettiva delle
amministrazioni locali. In questo periodo di acuta ristrettezza
finanziaria degli enti locali, abbiamo una qualche difficoltà ad
incassare. Ci stiamo interessando per ottenere delle linee di credito
per una serie di operazioni tendente a fare cassa come l'anticipo IVA,
e delle fatturazioni dei comuni. Siamo una società privata, ma non con
una forte valenza sociale e dobbiamo renderci conto delle condizioni di
disagio finanziario in cui versano gli enti locali.
-
Inizio
pagina
C O P Y R I G H T
You may copy it, give it away or re-use it under the terms of the
©opyright rules included at my
home page, citing the author's name and that the text is taken from
the site www.oresteparise.it.
Il copyright degli articoli è libero. Chiunque può
riprodurli secondo le ©ondizioni
elencate nella home page, citando il nome dell'autore e mettendo in
evidenza che il testo riprodotto è tratto da
www.oresteparise.it.
Ultimo aggiornamento del