Dalla grande muraglia asiatica alle colline dell'università calabrese as cura di Nuccio Ordine
(da il Giornale di Calabria di venerdì 1 febbraio 1980)
A colloquio col gruppo di cinesi ospiti dell'ateneo: Lu Tong-Liu (docente di letteratura italiana), Rong Dianxin (ricercatore nel campo economico), Ma Qinq Shan (studioso di letteratura cinese), Wen Chengde (esperto dell'editoria), Luo Hongbo (impiegata a Radio Pechino) e Liu Ru-Ting (giornalista)
Cosa pensano i cinesi della Calabria? Quali differenze esistono tra la loro concezione della cultura e la nostra? In che modo giudicano i rapporti interpersonali all'interno della popolazione studentesca di Arcavacata?
Anche se non è possibile dare una risposta esauriente a questi interrogativi attraverso una intervista abbiamo parlato col gruppo di cinesi, che da oltre due mesi vive nell'univestià calabrese, per raccogliere delle informazioni sulle loro esperienze di studiosi e di cittadini di una repubblica popolare comunista, a contatto con una realtà diversa.
L'appuntamento è al blocco 12, in un amisonette a pianterreno. Per l'intervista c'è tutto il gruppo che appartiene alla classe intellettuale: Lu Tong-Liu (esperto di letteratura italiana), Rong DIan-xin (ricercatore nel campo economico), Ma Qinq Shan (studioso di letteratura cinese), Wen Chengde (esperto dell'editoria), Luo Hongbo (impiegata a Radio Pechino) e Liu Ru-Ting (giornalista).
Nella presentazione ognuno tiene a specificare il proprio campo di conoscenza, segno evidente di una concezione estremamente settorializzata della cultura e delle discipline.
Dopo le prime battute la chiacchierata a più voci scivola subito sulla Calabria e sull'università.
"Prima di raggiungere la vostra università - esordisce Lu Tong-Liu - abbiamo letto qualcosa in Cina sulla Calabria e sul Sud in generale. Dai romanzi di Verga alla poesie più significative di Scotellaro, dal famoso romanzo "Cristo si è fermato ad Eboli" di Carlo Levi ai films di Visconti (mirifersico in particolare alla "Terra trema"). In effetti abbiamo avuto l'idea di un Mezzogiorno povero, sfruttato: analfabeta. Ma secondo un proverbio cinese è meglio guardare una volta che sentire cento volte: è così abbiamo guardato questa terra che, anche se ancora ha grossi problemi da risolvere, sostanzialmente da fatto dei grandi passi avanti".
"Basta guardare questa università - aggiunge Ma Qing Shan - per capire come centinaia di figli di lavoratori trovano oggi la possibilità di crescere intellettualmente senza dover pesare sui bilanci delle famiglie. E' importante che lo Stato abbia creato una struttura così utile allo sviluppo della regione e di tutto il Mezzogiorno. E poi abbiamo trovato anche studenti-lavoratori: un fatto importante perché la società si regge sulle forze produttive".
Dal punto di vista della natura - spiega Rong Dian-xin - la Calabria è una regione che ha un clima favorevole e un terreno molto fertile. Esistono buone prospettive in questo campo se si pensa di trovare un metodo per sfruttare intensamente le risorse agricole. Rispetto a Taichai, una regione cinese, la Calabria può dirsi una terra fortunata! E poi c'è anche il turismo: andrebbero create strutture capaci di impiegare persone e risollevare l'economia dei paesi interni e costieri ..."
Nella discussione si inserisce anche Luo Hongbo, l'unica donna del gruppo, che vuole sottolineare dal punto di vista storico il problema della "Questione meridionale".
"In Cina - dice Luo - c'è molto interesse per gli avvenimenti storici che riguardano l'Italia. A scuola si studia anche il periodo della dominazione romana assieme alle altre tappe significative delle gesta del vostro popolo. Così abbiamo avuto la possibilità di avere informazioni sull'evoluzione dei rapporti politici nel periodo dell'unità nazionale: da qui la conoscenza di alcune cause che hanno determinato il dislivello tra nord e sud. E poi dalle vicende di Marco Polo è nata anche una simpatia per gli italiani!"
Sull'università i pareri del gruppo sono unanimi: è una struttura importante per la crescita della regione. Però ognuno tende ad evidenziare anche i punti negativi. "Non abbiamo trovato campi di gioco - riprende Ma Qing Shan - né spazi dove gli studenti possono dedicarsi alla preparazione fisica. La formazione intellettuale di un giovane non basta: c'è bisongo anche di una serie di attività per crescere fisicamente in ottima salute. E lo stesso discorso vale pure per gli operai che lavorano nelle fabbriche e per i contadini ..."
"Anche i rapporti lasciano a desiderare - aggiunge Wen Chen-de - l'università non è collegata bene con la città e con tutta la regione. Abbiamo parlato con studenti che trovano difficoltà a poter raggiungere Cosenza specialmente la sera quando si va al cinema, in un circolo culturale o a teatro ..."
A questo punto la chiaccherata si sposta sulla differenza tra il sistema universitario italiano e quello cinese.
"Da noi - continua Wen Chen-de - pochissime persone accedono all'università perché c'è una concezione diversa dell'istruzione che inizia dall'asilo e continua fino alla scuola di grado superiore ...". "Ma se esiste questa selezione - spiega Lu Tong-liu - è dovuta al fatto che fino alle superiori viene garantita a tutti l'istruzione gratuita a spese dello Stato (esiste il Ministero dell'Educazione diretto attualmente da Jang Nang-xiang). Poi per l'università c'è un numero di posti stabiliti (pari al 5% degli studenti che hanno superato gli istituti superiori) che viene distribuito nelle varie facoltà secondo le esigenze della società ..."
"Ma per non lasciare dubbi - riprende Wen Cheng-de - è bene spiegare come è strutturata la nostra scuola per poi arrivare al discorso sull'università. I bambini dai tre ai sei anni vanno all'asilo d'infanzia. Ogni fabbrica, quartiere, posto di lavoro ha i suoi asili dove i figli di operai e contadini possono essere avviati alla musica, alla pittura, alla danza, all'educazione fisica, e a leggere e scrivere. Poi di 6 ai dodici anni ci sono le elementari. Qui si conservano ancora le materie artistiche (musica, danza, pittura etc.) mentre si insegna bene la lingua parlata e scritta assieme all'aritmentica. Dai 12 ai 15 anni invece si passa alle medie dove si studia letteratura, storia cinese, chimica, fisica, biologia, cultura fisica sempre assieme alle materie artistiche dove lo studente riesce ad esprimersi nella sua creatività"
"La penultima tappa - continua Wen Cheng-de - sono le superiori che durano tre anni. Dall'asilo fin qui è quasi il 98% della popolazione giovane (quasi quaranta milioni di studenti) che va a scuola. Per cui da dopo la rivoluzione il problema dell'analfabetismo è stato completamente risolto. Una volta terminati gli studi superiori c'è una forte selezione su tutto il territorio nazionale per accedere alle università (quasi mille in tutta la Cina).
Si tratta di un concorso che riduce al 5 per cento gli studenti che possono iscriversi (quasi due milioni). Chiaramente i posti per i quali si concorre vengono suddivisi tra le varie facoltà a seconda l'esigenza del momento. Comunque per gli studi scientifici sono previsti più posti che per quelli umanistici ..."
"A questo punto - sottolinea Lu Tong-liu - tutti coloro i quali si iscrivono all'università hanno il posto di lavoro garantito subito dopo la laurea. Anche per loro gli studi sono gratuiti: anzi la biblioteca della facoltà mette a disposizione testi stranieri per le varie discipline ..."
"Poi per quanto riguarda la strutturazione dei corsi - riprende Wen Chen-de - anche da noi l'Università è organizzata in semestri- Cioè le materie vengono seguite per sei mesi e dopo si può dare l'esame. Come criterio è molto simile a quello usato dall'università calabrese: agli studenti vengono garantiti vitto e alloggio, tutto ciò che è necessario insomma. Per le varie facoltà c'è un numero prestabilito di esami e di anni: medicina (dai 6 agli 8 anni), lettere (cinque anni), economia (cinque anni) ..."
"Durante il corso di laurea - aggiunge Luo Hongbo - bisogna studiare intensamente. E' per questo i professori consigliano gli studenti di rinviare i fidanzamenti e i rapporti tra ragazzi e ragazze".
Senza volerlo la signora Hongbo mette l'accento su un aspetto sostanziale del rapporto tra giovani. Da qui chiaramente le nostre domande spingono gli interlocutori ad intrattenersi ancora sugli aspetti della vita interpersonale. Le prime battute sull'argomento sono segnate da un po' di difficoltà. Evidentemente il tema è tra quelli considerati imbarazzanti.
"In Cina - riprende la signora Hongbo - i rapporti tra ragazzi e ragazze in generale privilegiano quello che comunemente sentimento. Infatti la nostra morale non permette che si possano avere rapporti sessuali prima del matrimonio. Da noi la fase del fidanzamento coincide con una conoscenza tra le due persone che si vogliono bene. Per cui mentre gli studente universitari si sposano tardi perché studiano chi lavora invece attraverso il matrimonio "precoce" affronta prima i problemi della sessualità ..."
Le nostre domande incalzanti spingono ad una maggiore precisione nelle risposte. Le notizie che si hanno su questi aspetti della vita sociale dei cinesi sono molto poche.
"C'è una differenza - spiega Liu Ru Ting - tra la popolazione che vive in campagna e quella che vive in città. I contadini, ad esempio, nella regione del Singya Niguy hanno realizzato il fidanzamento: c'è una gara di cavalli e le ragazze che raggiungono al galoppo il ragazzo che le piace facendo roteare sulla testa del prescelto la frusta in segno d'amore. In altre zone si usa invece cantare con un liuto sotto la casa dell'amata o dell'amato. In città invece il rituale è diverso: in genere si scrive una lettera o una poesia ..."
"Dagli esempi - aggiunge Rong Dian-xi - si può capire come si dia importanza al fidanzamento che resta soltanto una fase della conoscenza intellettuale tra le due persone ..."
"Questo discorso - riprense Luo Hongbo - è valido per gli uomini e per le donne. In Cina la donna ha gli stessi diritti dell'uomo perché è tra le forze produttive della società: lavora in fabbrica e nei campi. Anche dopo il matrimonio le faccende domestiche vengono suddivise a seconda delle esigenze relative ai coniugi. In Italia invece hon sentito parlare di diversità tra i sessi ..."
Chiediamo se esistono dei casi di violenza carnale anche in Cina dove vige la pena di morte per gli aggressori.
"Il fenomeno esiste - risponde Lu Togn-Liu - anche se non è preoccupante. I maniaci vengono puniti con la fucilazione. Le aggressioni però riguardano solo le grandi città, in campagna invece non si verificano mai perché c'è una morale più rigida, molto più legata alla tradizione."
Comunque tutto il gruppo è d'accordo a considerare i problemi della sessualità in Cina come un vero e proprio tabù. E all'interno di questa logica si inseriscono anche i casi di violenza carnale e i divieti di rapporti tra i giovani prima del matrimonio.
Però una volta sposati lo Stato garantisce un'informazione sui problemi della contraccezione. Dagli intellettuali ai contadini tutti conoscono le medicine e i ritrovati per frenare le nascite. Chiaramente il bisogno di propagandare le varie tecniche nasce da un grosso problema: quello demografico. La Cina ha già quasi un miliardo di abitanti e senza una pianificazione adeguata rischia di aggravare ancora di più la situazione economica. In questi ultimi tempi la medicina cinese sembra all'avanguardia nel campo della contraccezione: si parla infatti di una pillola per uomini che permette la temporanea sterilità.
"Ma da noi si praticano pochi aborti - spiega Luo Hongbo - appunto perché esistono dei medici preposti all'informazione famiglia per famiglia sui metodi contraccettivi. E poi anch ein questo campo abbiamo voluto che ci fosse parità tra uomini e donne: e da questa esigenza è nata la pillola per uomo che fino a questo momento ha dato ottimi risultati ..."
A questo punto il discorso scivola su un altro argomento: come viene gestita l'informazione e attraverso quali canali viene trasmessa. Se si pensa che la Cina si estende su di un territorio pari all'Europa come si riesce a diffondere uno stesso passaggio in punti distanti migliaia di chilometri tra loro.
Questa volta la parola va a Liu Ru Ting, giornalista e esperto dei mezzi di comunicazione di massa.
"L'informazione in Cina - dice Tu Ting - viene interamente gestita dallo Stato. Si articola in tre settori principali: l'agenzia d'informazione ("Nuova Cina"), i giornali e la radiotelevisione. Chiaramente data la vastità del territorio e dei gruppi etnici la radio, che è il mezzo più diffuso, ha un momento di trasmissione nazionale e spazi regionali che vengono gestiti a partire dalle esigenze delle popolazioni locali. A volte i radiogiornali vengono trasmessi in 18 lingue che riguardano anche i dialetti di alcune regioni periferiche".
"Attraverso questo metodo - sostiene Ru Ting - è possibile dare larga eco agli avvenimenti che succedono su tutto il territorio nazionale rispettando sempre l'informazione locale. Come ho già accennato la radio copre una area più vasta di pubblico. Invece la televisione ancora è poco inserita in campagna, dove però ogni azienda agricola né possiede una per tutta la collettività ..."
"Vengono trasmessi anche programmi - aggiuge Ru Ting - che danno informazioni culturali e che servono a stimolare gli ascoltatori alla partecipazione attiva alla vita politica. Poi all'interno di questa logica si inserisce il discorso della carta stampata. Il giornale più diffuso è il "Quotidiano del Popolo" che vende due milioni di copie al giorno. L'abbonamento mensile alla testata del partito costa uno yen e mezzo pari a 800 lire italiane. I giornali vengono distribuiti nelle edicole, anche se il sistema di abbonamento è quello più diffuso. Poi esistono oltre 100 giornali a carattere regionale che vengono gestiti dallo Stato. In Cina si legge molto. Ogni organizzazione di base ha i suoi quotidiani che vengono messi a disposizione di tutti i lavoratori. Poi c'è anche il sistema della pubblicità che aiuta a vivere le testate: una fabbrica o un'azienda paga l'inserzione che propaganda il prodotto che produce ..."
"L'agenzia di informazione - prosegue Ru Ting - garantisce un capillare censimento di notizie dall'interno e dall'estero. Infatti in ogni nazione c'è un corrispondente che tramette a Pechino gli articoli sui fatti più importanti di quel popolo. Dall'interno invece esistono una rete capillare di corrispondenti che garantisce le notizie salienti delle varie regioni. L'agenzia "Nuova Cina" cura anche la trasmissione all'estero dei fatti che riguardano la nostra nazione. c'è un servizio di traduttori che fornisce diciotto versioni in lingue diverse dello stesso testo ..."
Qui le chiacchierate a più voci si interrompe. Esigenze di tempo e di spazio non ci permettono di andare oltre. Le difficoltà della lingua e l'impossibilità di poter affrontare tutti i temi hanno dato vita ad un'intervista che ha solo il compito di fornire qualche informazione.
D'altro canto in nostri interlocutori hanno preferito sorvolare sui recenti fatti politici internazionali e alcuni particolari delle vicende che hanno travagliato la Cina dopo la morte di Mao motivando il loro rifiutoo con l'impossibilità di esprimere alcuni concetti in lingua italiana considerando quel margine di "anbiguità" che generalmente è riposto nelle traduzioni di un messaggio da un idioma all'altro.
Ma prima di salutarci Ma Qing Shan, il capogruppo, a nome dei suoi amici dice: "Vogliamo ringraziare i calabresi e l'università che ci permette di fare nuove conoscenze".