Il grande imbroglio delle primariedi Oreste Parise (Mezzoeuro Anno IX num. 01 del 09/01/2010) |
Rende, 7 gennaio 2010
Si faranno le primarie in Calabria? Fino all'ultimo giorno è rimasto appeso l'interrogativo. Solo a rintocco del finis il Consiglio regionale ha sciolto il dilemma, rimandando tutto all'anno prossimo. O sarebbe meglio dire alle calende greche, poiché le successive elezioni regionali si terranno nel 2015 e c'è tutto il tempo per cambiare tutto nuovamente. Il dilemma si è trasformato in una farsa di cui non si sentiva proprio il bisogno.
Già la sequenza legislativa è sorprendente. Tre interventi legislativi in meno di sei mesi, una serie di atti amministrativi che hanno creato solo caos.
E' stata approvata una legge regionale (L.R. 7/8//2009 n. 25), è stato emanato il decreto di indizione per il 10 gennaio (il n. 270 del 23/11/09) e nella tarda serata di ieri il Consiglio regionale dovrebbe provvedere alla nomina del Collegio regionale di garanzia elettorale composto da tre membri dotati 25 di esperienze e competenze nel campo del Diritto pubblico o delle Scienze Sociali”, è stato inviata una lettera a tutti i comuni della regione con la quale sono destinati 160 euro per ogni presidente di seggio, 100 euro per ogni sezione per l'attività straordinaria del personale comunale e 150 euro per l'allestimento dei seggi, per una somma complessiva di circa centomila euro. A questo bisogna aggiungere le spese per il Collegio di Garanzia, delle schede elettorali e degli annessi e connessi. La legge istitutiva destinava alla scopo la somma di 600mila euro, ma secondo la stima di molti la somma avrebbe potuto essere di molto superiore, tra i 2 e tre milioni di euro. Potrebbe essere una somma ben spesa per un miglioramento della democrazia e l'ottimizzazione della scelta del personale politico.
La realtà è totalmente diversa. Intanto, sono stati gli stessi partiti a non crederci e la legge non imponeva alcuna conseguenza, seppur lieve, a chi avesse deciso di non organizzare le primarie o non rispettare il responso degli elettori. Volendo rovesciare il vecchio brocardo “nulla poena sine lege”, potremmo dire che una disposizione che non preveda alcuna sanzione a chi dovesse decidere di non rispettarla è completamente inutile: “nulla lex sine poena”. Tanto rumore per nulla, insomma, poiché eravamo di fronte ad una sorta di raccomandazione, di “moral suasion” che non avrebbe alcun bisogno di una formalizzazione normativa e di un costo aggiuntivo a carico del contribuente calabrese che già per le disfunzioni burocratiche ed amministrative è vessato dalle addizionali più elevate d'Italia: sono al massimo i bolli auto, le tariffe Ici in quasi tutti i comuni, le addizionali Enel. Senza dimenticare i ticket sanitari. Qui si è di fronte ad una somma minima, ma che non trova giustificazione alcuna.
La realtà supera la fantasia, poiché i partiti si sono già regolati per fatti loro senza alcun bisogno di primarie: il Pdl ha scelto il suo candidato, l'Idv lo ha fatto da tempo, l'Udc lo sta cercando nelle segrete stanze romane. Restano il Pd e il Psi che sono gli unici che si erano dichiarati disponibili ad un confronto pubblico. Un confronto finto per entrambi, poiché in realtà l'esito sembra scontato per il primo, mentre i socialisti che hanno tentato di riunirsi sotto il simbolo del garofano sembrano crederci solo per una questione di visibilità, ma pronti a rifluire sotto l'ala protettiva di Peppe Scopelliti.
“Ma se dovessimo raccogliere una messe incoraggiante di consensi non deluderemmo il nostro elettorato”, dichiara Saverio Zavettieri. Ma chi mai potrebbe credere in un sistema di primarie organizzato in maniera così casereccia? Infatti, alla fine non c'è stato nessuno che ci ha creduto fino in fondo. Neanche lo stesso Pd che è rimasto l'unico a sostenere che fino alla fine che le avrebbe fatte anche da solo. Ma solo per cercare legittimità a scelte già fatte nelle concili segrete della casta.
Però Saverio Zavettieri ci aveva scommesso. Lo abbiamo sentito il giorno prima della decisione del consiglio che le ha messe definitivamente in soffitta.
Ma secondo lei le primarie sono proprio necessarie, hanno un senso in questo contesto?
Noi le abbiamo definito primarie delle idee, perché le consideriamo un momento di discussione di dibattito, come succede negli Stati Uniti, dove all'interno stesso dei partiti si contrappongono linee e personalità politiche diverse.
Però il vincitore delle primarie era automaticamente candidato alla presidenza, non si sarebbe mai rifiutato di partecipare alla competizione elettorale in altra veste.
Noi ci atterremo al responso degli elettori. Siamo consapevoli di essere un partito minore che non può concorrere alla vittoria finale. Se avremo un consenso rilevante, tuttavia, accetteremo la sfida.
A marzo, allora, sarete presenti con una vostra lista ed un vostro candidato presidente?
Valuteremo dopo le primarie. Ammesso che gli elettori diano al candidato socialista trenta o quaranta mila voti, è evidente che ci sentiremo incoraggiati a presentare una candidatura a presidente. Se ci dovessero dare un voto minore svolgeremo il ruolo di forza minore che pone alcune istanze problematiche che devono essere prese in considerazione da chiunque voglia fare una alleanza con noi.
In questa competizione manca tuttavia un interlocutore principale, poiché il Pdl ha deciso di non partecipare alla competizione delle primarie. Con che cosa lo farete il confronto, allora?
Questo è un problema loro. Noi copriamo il vuoto che si è creato. Da una parte c'è il PD con la sua proposta, dall'altra ci siamo noi con i nostri programmi che formeranno la base della trattativa nella coalizione. Se non riusciremo ad imporre un candidato alla presidenza, onoreremo il voto degli elettori con la forza delle nostre proposte programmatiche.
Andrete allora ad un accordo con il Pdl?
Dobbiamo essere realisti e valutare la forza del nostro consenso. Se non superiamo una soglia psicologica di consenso mireremo a concorrere alla definizione degli assetti, ma non potremo avanzare la pretesa di guidare la coalizione.
Su quali basi programmatiche andrete ad un accordo con il Pdl? Quali sono i punti irrinunciabili?
Il primo punto è la riduzione del peso della burocrazia, poiché l'esperienza Loiero ha costruito una struttura burocratica soffocante. Non stiamo parlando solo della burocrazia regionale, ma degli enti subregionali, delle aziende miste, delle Asp e di tutta questa miriade di centri di spesa pubblica. Prendiamo il caso della SUA (Stazione Unica Appaltante), che non è un ente, ma è una struttura con la quale si intende centralizzare tutto il sistema degli appalti. Ci sono gli altri carrozzoni come la Fondazione Field, o la Terina, che dovrebbe essere un polo di ricerca in agricoltura. Purtroppo allo stato è soltanto un centro congressi.
Sulle candidature porrete una pregiudiziale di competenza, di capacità, di rappresentatività, di mancanza di nubi giudiziarie?
Noi privilegiamo programmaticamente lo sviluppo, e orientiamo le nostre scelte sulle candidature versi gli imprenditori, gli operatori economici, i liberi professionisti, intellettuali, alcuni medici. Con queste figure noi intendiamo qualificare le liste.
Accetterete inquisito, persone con carichi pendenti, con trent'anni di politica alle spalle … Come si rinnova una classe dirigente se i candidati sono sempre gli stessi?
Intanto noi non abbiamo alcun deputato regionale uscente, per cui saranno tutte candidature nuove. Siamo l'unico partito che rinnova al 100%. Il problema dell'inquisito non è un problema. Non mi riferisco al problema che ogni cittadino deve essere considerato innocente fino alla emanazione di una sentenza passata in giudicato. Per noi è fondamentale il problema politico, vogliamo persone che vivono del loro lavoro, che siano corretti e stimati dai cittadini. Se poi c'è un magistrato che indaga questo non influisce sul giudizio prima della sentenza. Noi dobbiamo tenere presente la situazione della giustizia. Ho reagito in malo modo ad una dichiarazione di De Magistris sul fatto che il comune di Milano vuole intestare una via e un parco a Craxi, dicendo che è indecente poiché si tratta di una persona morta latitante, Io dico che è indecente che in Italia due ex Pm hanno fatto carriera politica con l'uso distorto della giustizia. Uno di questi si è arricchito perché ha costruito una azienda politica che gli frutta milioni di euro all'anno e che gestisce come gli pare. Non è che un ex Pm si può ergere a giudice e dare giudizi sommari, Anzi la loro distorsione culturale dimostra quanto sia indispensabile la separazione delle carriere tra Pm e magistrato.
A fronte di un passo indietro di Loiero e la scelta di una candidatura diversa in una coalizione tra Pd e Udc, quale sarebbe il comportamento dei socialisti?
Io non ho la sfera di cristallo, Intanto, il passo indietro non c'è. Dopo le primarie si vedrà, ma tra Loiero e Bova non vi è alcuna differenza.
Si fa ad esempio, il caso di Maiolo, in questo caso …
Io Maiolo non lo conosco, non lo so valutare. Per la verità vedendolo all'opera come assessore ai fondi comunitari non mi pare che abbia dato risultati particolarmente brillanti.
Ma lei è convinto che si andrà verso le primarie, al momento sembra che non vi sia alcuna probabilità che vengano tenute il 10.
A meno di colpi di mano domani da parte del Consiglio Regionale che dovrebbe nominare il Collegio regionale di garanzia, la macchina delle primarie è partita. Abbiamo presentato le liste, abbiamo ordinato anche materiale elettorale in tipografia. Mi risulta che il presidente del Consiglio Bova ha fatto stampare centinaia di migliaia di facsimili anche se non si è proceduto al sorteggio, i comuni hanno organizzato o stanno organizzando i seggi elettorali … Mi pare difficile che si blocchino le primarie. C'è qualcuno che pensa ad un compromesso tra i due maggiori esponenti che si contendono a nomination e si finirà per fare un ticket tra i due come è già successo tra Bersani e Franceschini. Le cose non cambiano molto, lo schema resta identico. Comunque nel caso che le primarie non si facciano non saremo certo noi a far gravare il costo sugli elettori calabresi solo per il gusto di misurarci.
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