Sviluppo con progettodi Oreste Parise (Mezzoeuro Anno IX num. 4 del 30/01/2010) |
Rende, 28 gennaio 2010
Con il suo insediamento l'ente camerale ha cambiato marcia, mettendo in cantiere una serie di iniziative per dare uno scossone ad un sistema sclerotizzato. La Banca di Garanzia si appresta a sistemarsi sul nastro di partenza, ma vi sono anche altri progetti interessanti. Il Presidente Gaglioti sfoglia la sua agenda e ne parla volentieri
Come nasce l'idea della costituzione della Banca di Garanzia?
R - L'idea della creazione di una Banca di Garanzia l'ho inserita nelle linee programmatiche il giorno del mio insediamento tra un diffuso scetticismo. Oggi è sostenuta da tutto il sistema associativo, Confindustria, Confartigianato, Confcommercio collaborano attivamente alla sottoscrizione delle quote. Questo significa che ormai è una idea condivisa. Probabilmente vi è qualche resistenza da parte del sistema bancario forte, che teme la nascita di un sistema di credito cooperativo competitivo poiché un sistema frammentato non riesce ad essere competitivo sul mercato. Le banche fanno i loro interessi e preferiscono sostenere le grandi aziende e dirottare altrove il credito.
Fino a ieri la Camera di Commercio era una istituzione chiusa, un ambiente ovattato che non dialogava con nessuno oggi vogliamo dialogare con tutte le istituzioni per portare una ventata di novità nel sistema economico. Tra non molto vi sarà la costituzione dell'Agenzia di promozione e sviluppo in collaborazione con la Provincia.
Tremonti si è inventata la Banca del Sud, ma voglio sottolineare che noi la stiamo già costituendo da 14 mesi. L'avvio di questa cooperazione con il sistema delle BCC da parte di noi piccoli operatori è stata una scommessa vincente, tanto che sono proprio queste ad aver portato il 50-60% del totale delle sottoscrizioni. Questo ha una sua logica poiché il socio-cliente della BCC è il socio-cliente della Banca di Garanzia, le due figure coincidono sotto molti aspetti, da un punto di vista sociale, economico, di ruolo e funzione nel sistema.
Ma perché proprio ora e non si è pensato prima di costituirla?
R - La legge sui confidi del 2003 aveva previsto questa nuova figura e aveva lasciato al normatore secondario, cioè la Banca d'Italia di emanare le istruzioni operative, che sono state pubblicate nel gennaio 2008, una opportunità che abbiamo voluto cogliere con tempestività. Si è stabilito che l'iter di costituzione fosse identico a quello di una banca di credito cooperativo con due novità: la creazione di della figura dei sostenitori che possono sostenerne l'attività con la concessione di contributi in conto capitale che vanno a confluire nel patrimonio ai fini della Vigilanza pur non avendo la qualità di soci. Il capitale sociale è costituito unicamente dalle quote sottoscritte dai soci. Questo sistema consente di ottenere un interessante mix tra l'iniziativa pubblica che si pone solo come fornitore di fondi e quella privata. La governance è tutta privata, sono le imprese socie ad avere diritto di voto in assemblea e ad esprimere gli amministratori e approvare gli indirizzi di gestione. I sostenitori avranno la loro rappresentanza in Consiglio, poiché mettendoci la parte più importante delle risorse che servono per far funzionare l'organismo.
Chi ha dato il contributo più rilevante?
R - Va dato il giusto riconoscimento ad un uomo che ha creduto pienamente in questo progetto. Colgo l'occasione per ringraziare il presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio per l'impegno profuso in questa iniziativa. Al di là dell'appartenenza politica me lo sono trovato accanto fin dal primo momento ed abbiamo prese delle decisioni importanti. Ha creduto fermamente nell'idea e ha testimoniato la sua convinzione con un investimento finanziario importante. Questo testimonia che quando le istituzioni dialogano si possono realizzare grandi idee e superare la logica della sterile contrapposizione. Con il Presidente Oliverio abbiamo avuto anche degli scontri vivaci, ma abbiamo sempre trovato un terreno d'intesa e la dialettica ci ha aiutato a trovare una via per dei grandi progetti in comune e per questo merita la mia stima e il mio apprezzamento.
Debbo anche ringraziare il sistema del credito cooperativo che ha supportato l'iniziativa. In particolare nella Federazione regionale abbiamo trovato un interesse immediato ed un contributo di idee e di entusiasmo che ha dato una grande spinta alla concretizzazione dell'idea. Ho incontrato il presidente Bilotta qualche mese fa e gli ho esposto il progetto, ha subito sposato l'iniziativa, dichiarando: “Noi dobbiamo ringraziare te che ci stai offrendo l'opportunità di far crescere tutto il sistema del credito cooperativo”. Anche in questo caso abbiamo avuto una dimostrazione importante della concretezza dell'impegno, poiché le BCC si sono attivate a diffondere l'iniziativa tra i soci, con il risultato della sottoscrizione di 1.800 soci quote, pari a quasi il 50% del capitale sottoscritto.
Perché questo rapporto privilegiato con le BCC?
R - La Banca di Garanzia è una BCC. Questa cooperazione è una scommessa vincente poiché offre ai piccoli operatori l'opportunità di fare un salto di qualità. Questo ha una sua logica poiché il socio-cliente della BCC è il socio-cliente della Banca di Garanzia, le due figure coincidono sotto molti aspetti, da un punto di vista sociale, economico, di ruolo e funzione nel sistema.
A che punto è il processo di costituzione? Si ha l'impressione che vi sia stata una pausa di riflessione.
R - La fase preliminare è stata completata in un tempo record, i nostri consulenti stanno preparando la documentazione per la richiesta di autorizzazione che sarà presentata alla Banca d'Italia entro febbraio. Per questa tipologia di istituto, che non è chiamata a concedere direttamente credito, vi sia una corsia privilegiata per cui riteniamo che entro l'estate il nuovo organismo possa essere pienamente operativo. La Camera di Commercio ha sostenuto un grande sforzo non soltanto in termini finanziari, ma soprattutto di impegno istituzionale, organizzativo, e logistico che ha consentito di contenere il processo costituente in un periodo veramente contenuto. Stiamo creando una banca che è un processo complesso. L'ultima esperienza nella nostra provincia è della Banca Brutia. Dalla costituzione del Comitato promotore fino all'ottenimento dell'autorizzazione ci sono voluti tre anni e mezzo, e un tempo analogo aveva richiesto la costituzione della Banca Popolare di Calabria.
Lei ha accennato ad una certa resistenza iniziale. Quali sono i motivi di questa contrapposizione?
R - La Banca di Garanzia non nasce per qualcuno o contro qualcuno, ma per cogliere le opportunità offerte dalla normativa perché questo è il futuro. In un recente documento dell'ABI sono sintetizzate i comportamenti che devono tenere le banche nel rinnovare le convenzioni con i Confidi, invitandole a controllare se si è di fronte ad un confidi iscritto nell'elenco generale degli intermediari finanziari ex articolo 106 del TUB o nell'Elenco speciale di cui all'art. 107. Sono due mondi totalmente diversi, non solo sotto il profilo della Vigilanza per gli effetti che producono nella gestione bancaria.
Qual è il capitale della nuova banca?
R - Abbiamo avuto l'adesione di 4000 soci, un successo che è andato oltre ogni nostra aspettativa, per un ammontare complessivo di due milioni di euro; l'ente camerale ha messo a disposizione 4 milioni di euro, altrettanti la Provincia di Cosenza, la Fondazione Carical ha dato un contributo straordinario assumendosi le spese di gestione, ed inoltre la Regione Calabria ha messo a disposizione attraverso il circuito Fincalabra la somma di 15 milioni di euro. Partiamo con un capitale di 25 milioni di euro, che tradotti in operatività significa che potremo rilasciare garanzie per circa 400 milioni di euro. Abbiamo voluta una base sociale ampia, sostenendo un grande sforzo organizzativo, considerato che il numero mimino richiesto era di 200 soci e due milione di capitale: il tutto si sarebbe potuto risolvere in pochi mesi, ma questo avrebbe significato creare un organismo chiuso, elitario. Bisogna sottolineare che i soci versano una quota di 500 euro, mentre il patrimonio ammonta a 25 milioni con un valore teorico di 6250 euro per ogni quota.
Cosa significa questo da un punto di vista pratico?
Il patrimonio della Banca verrà destinata per una parte ad un fondo antiusura, una parte alle aziende più a rischio con un rating elevato che gli impedisce l'accesso al sistema bancario. In quanto banca avrà accesso a tutto il sistema informativo, con l'abbattimento dell'asimmetria informativa e procedere ad una valutazione ponderata del rischio. Questo significa che il processo di valutazione della banca può essere molto più rapido perché la valutazione del merito creditizio viene fatta a monte. Vorrei sottolineare che si tratta di un tipo di confidi vigilato dalla Banca d'Italia.
D'altronde se si limitasse a garantire le imprese con un rating perfetto, la sua funzione sarebbe molto limitata.
Anche in quel caso tuttavia si trovano resistenze da parte delle banche, soprattutto in termini di condizioni, ma le cautele sono tuttavia molte anche di fronte ad imprese solide con un rating eccellente. Le banche valutano il rischio sopravveniente e la debolezza strutturale dell'economia e si cautelano a danno dell'impresa sana impedendole di crescere.
In che modo la Banca di Garanzia può eliminare o ridurre questo handicap?
R - Facciamo un passo indietro. Gli attuali Confidi rilasciano una garanzia, al di là che nella sostanza può essere molto efficace, che nella valutazione del rischio di credito ha la stessa valenza della fideiussione di un privato, per cui l'assorbimento del patrimonio bancario è massimo, pari all'8% dell'ammontare del credito poiché è una forma di garanzia “Basel non-compliance”, che non risponde cioè ai criteri di Basilea-2.
La Banca di Garanzia consente di ridurre questo coefficiente allo 0,20%. Non si tratta di una curiosità statistica, ma dell'attivazione di un moltiplicatore del credito che amplia enormemente la capacità operativa della banca. La delibera della Banca di Garanzia rende il credito immediatamente “esigibile” presso un'azienda di credito, perché essa non rischia il suo patrimonio, e questo costituisce uno strumento importante per ottenere tassi di interesse più contenuti.
In questo momento sono le piccole realtà bancaria che stanno sostenendo il sistema e il loro contributo è fondamentale in un momento di crisi. Lo stesso Barack Obama ha posto all'attenzione internazionale il problema della eccessiva dimensione delle banche e la necessità di realtà più gestibili.
Quale sarà il costo per le aziende del rilascio della garanzia?
R - Questo lo verificheremo immediatamente dopo la costituzione, ma bisogna considerare l'aspetto importante dell'intervento della Fondazione Carical a copertura dei costi di gestione. In teoria ciò potrebbe significare un virtuale azzeramento del costo della garanzia. Bisogna aggiungere il contributo determinante della Provincia di Cosenza sotto il profilo della logistica, poiché ha offerto in comodato gratuito i locali nel vecchio centro direzionale Carical per cui non abbiamo costi di fitto per gli immobili. Ovviamente sarà una Banca monosportellare, con una sola sede.
L'operatività della nuova banca è rivolta alle sole aziende o a tutto il sistema economico, comprese le famiglie? Qual è il suo territorio di competenza?
R - La Banca si rivolge prevalentemente alle aziende socie, con esclusione delle famiglie. Questo serve a creare una fidelizzazione, un senso di appartenenza e di cooperazione.
La Banca di Garanzia nasce con una competenza provinciale estesa al quelle limitrofe: può operare nelle province di Potenza, Catanzaro e Crotone, anche se il suo interesse prevalente sarà la provincia di Cosenza.
E' evidente che nella sua attività la stessa Banca di Garanzia deve applicare rigorosi criteri di valutazione del rischio nella concessione della garanzia, e la sottoscrizione della quota costituisce una condizione necessaria, ma non è sufficiente per accedervi, questo occorre chiarirlo.
Lei non reputa che sarebbe più opportuno che i confidi confluissero nella Banca di Garanzia per creare un organismo unico e più forte? Di fronte a banche così grandi dei piccoli nani che hanno difficoltà a dialogare.
R - Noi li stiamo invitando, ma c'è una forte resistenza a difesa di piccole rendite di posizione. Il sistema confidi ha dato un ottimo contributo a sostegno dell'economia locale, ma è arrivato il momento di aprire una nuova fase, è superato poiché non può più dare le dovute garanzie al sistema bancario. Essi possono funzionare da sportello operativo per essere più vicino alle imprese. Se prima erano destinate a soccombere oggi con noi possono sopravvivere ed avere un ruolo. Noi abbiamo avuto il coraggio a chiudere il vecchio sistema con il quale erogavamo quasi un milione di euro.
Possiamo chiarire cosa differenzia la Banca di Garanzia dai confidi?
R - Voglio chiarire un concetto che ritengo fondamentale, noi la chiamiamo banca, ma a tutti gli effetti questo nuovo organismo è un sistema di confidi. La grande differenza è che essa è sottoposta alla Vigilanza della Banca d'Italia e la garanzia da essa rilasciata è "Basel compliance" e per questo consente di aumentare enormemente l'operatività della banca. Ai confidi esistenti noi diciamo che non devono sentirsi minacciati, poiché possiamo offrire la controgaranzia per poter operare, anche se sarebbe molto più efficace unire le forze per la creazione di un organismo unico, in grado di dare stabilità a tutto il sistema.
C'è chi sostiene che oggi può essere utile, ma, passata la crisi, la sua funzione diventerà marginale.
R - Il problema non è di superare la crisi, ma di creare un sistema imprenditoriale che sia in grado di competere sui mercati internazionali, che faccia gli investimenti necessari per un aggiornamento tecnologico e culturale e per questo occorre un grande sforzo finanziario che non si esaurisce in un momento congiunturale.
Possiamo dire che la Banca di Garanzia costituisce una opportunità anche per le BCC in crisi, poiché gli dà una mano per una ritorno in bonis, poiché restituisce loro una piena operatività sul territorio?
R - Bisogna rassicurare tutti che le due BCC stanno operando regolarmente, collaborano attivamente con noi nella costituzione della Banca di Garanzia. La gestione da parte dei commissari non può che rafforzarle poiché la loro azione tende ad eliminare alcune disfunzioni rilevate. Detto questo è evidente che il nuovo istituto costituisce una ventata di dinamismo all'intero sistema del credito cooperativo, gli dà un grande impulso e lo costringe ad accelerare il processo di trasformazione in banche di credito ordinarie al servizio del territorio, abbandonando le logiche localistiche: devono diventare glocal e spingere le imprese a loro volta ad ampliare gli orizzonti di mercato. La Banca di Garanzia offre l'opportunità di indirizzare sul territorio il risparmio accumulato a costi di grandi sacrifici dai risparmiatori calabresi ed utilizzarle per la crescita e lo sviluppo.
Un aspetto importante è la gestione delle agevolazioni che sono state delizia e croce della Calabria, non si potrebbe pensare ad una struttura che stia al fianco delle imprese nella predisposizione dei piani di investimento e nella realizzazione dei suoi programmi?
R - Nel passato si è fatto qualche tentativo, fallito perché ha prevalso la logica politica. Con la Banca di Garanzia e con l'Agenzia di Sviluppo intendiamo accompagnare le nostre aziende in quel processo di internazionalizzazione. Produrre clementine a Sibari e distruggerle perché non hanno mercato non aiuta la Calabria a crescere. Noi intendiamo accompagnarle in questo processo di crescita e le agevolazioni devono servire a sostenere questo processo di crescita e non costituire l'occasione di creare pseudo aziende senza mercato. La Camera di Commercio sta pensando con dinamismo al processo di sviluppo del territorio e si trova accanto le istituzioni, come la Provincia. Non c'è stata mai tanta sintonia, ieri l'ente camerale pensava alla fiera della polpette o alla sagra delle patate, senza alcun intento dispregiativo. Intendo dire che si pensava ai piccoli progetti, alle piccole cose, mentre oggi privilegiamo le grandi idee, a progetti strategici.
In merito all’intervista al Presidente della Camera di Commercio di Cosenza, Giuseppe Gaglioti, è doveroso fare alcune precisazioni su alcune affermazioni dovute ad un mero errore di trascrizione della lunga conversazione. Il sistema associativo ha nel suo complesso aderito con grande entusiasmo al progetto di Banca di Garanzia. In particolare la Confindustria, Confartigianato, Confesercenti, Confagricoltura, CIA, UCI, Confcooperative. Qualsiasi errore o omissione è solo colpa mia, ed è dovuta a mero errore materiale poiché nel caso in specie non vi è alcun motivo che potrebbe giustificare l’omissione. Mentre la Confcommercio richiamata nell’articolo ha voluto diversificare la sua posizione esprimendo alcune riserve. Non vi era alcun tentativo di una “captatio benevolentiae” da parte del Presidente Gaglioti, né un tentativo di strumentalizzazione da parte mia. Ce ne scusiamo con l’associazione e ci dichiariamo disponibili a ospitare un loro intervento chiarificatore, così da dare l’opportunità a ciascuno di poter esprimere liberamente il proprio pensiero, e il proprio dissenso del tutto legittimo, poiché è nella dialettica che si costruisce il dibattito, si confrontano le tesi e ciò non può che contribuire al miglioramento di qualsiasi iniziativa. Oreste Parise
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