E io mi turo il nasodi Oreste Parise (Mezzoeuro Anno IX num. 10 del 13/03/2010) |
Rende, 09 marzo 2010
Anno 2110. Stadio di San Siro stracolmo. “Sold out” in ogni ordine e grado di posti. Si gioca il derby tra i boatos del pubblico che accompagnano ogni azione dei propri beniamini. Placcaggio in area dell'interista Eto'IV o da parte di Nesta III. L'arbitro fischia un rigore. L'altoparlante annuncia la sospensione della partita poiché è stato urgentemente convocato una riunione dei massimi dirigenti della Federcalcio per una norma interpretativa sul rigore. Dopo mezz'ora la soluzione. Non era rigore, viene espulso Eto'o IV. Arbitro cornuto. Chini nu' cangia la leggi vecchia ppe' la nova, guai trova. Sostituito con Galliani VIII, come arbitro superpartes. Si ricomincia. Sonante vittoria del Milan per 7-0 tra il tripudio dei suoi tifosi. Un incubo onirico di una partita giocata dai pronipoti in un lontano futuro.
Anno 2010. Tribunale di Roma. Si presentano le liste per le elezioni regionali. Scadenza ore 12 del 27 febbraio. Il Pdl non c'è. Escluso. Riunione urgente del Consiglio dei Ministri per una legge interpretativa. I fantasmi esistono ed erano presenti in quel giorno a quell'ora. Sono i giudici a non volerli vedere ed insistere a voler escludere il principale partito italiano. Giudici comunisti. Giornalisti comunisti. E italiani coglioni. E' una grande porcheria. Ha ragione Silvio. La verità va scritta per decreto. Basta con l'anarchia delle notizie, con i “talk show” impertinenti. Lo sapeva già il buon Joseph Goebbels che il popolo va indottrinato, la verità gli va servita su un piatto d'argento, senza fronzoli e tentennamenti. Come succede in tutti i paesi dove siedono i grandi amici del nostro beneamato premier, osannati dalla folla come succede a Lui. Succede a Minsk con Aleksandr Lukashenko, il più bel dittatore d'Europa. «Grazie anche alla sua gente, che so che la ama: e questo è dimostrato dai risultati delle elezioni che sono sotto gli occhi di tutti», dichiara l'Unto al mondo. La folla è l'unica legittimazione del potere. Lo sapeva persino Pasquale Rossi. Qualche sospetto di broglio è subito coperto con i faldoni degli archivi del Kgb avuti in dono. Utili per scoprire gli scheletri negli armadi dei comunisti. Succede a Mosca dove l'amico Putin decide democraticamente se occupare il Cremlino come premier e lasciare al suo pupillo Dmitri Medvedev la Presidenza o procedere ad un nuovo “changez-la-dame” nella danza del potere. Un copione da imparare a memoria in attesa di replica all'ombra del Cupolone.
Avevo deciso di non votare. Per noia. Perché sono tutti uguali. Ma no. Voglio la normalizzazione. L'eliminazione fisica dei comunisti. L'abolizione della magistratura. L'immunità dai reati. Il condono delle colpe. Il trionfo della corruzione. La personalizzazione delle regole. L'abolizione del Parlamento. Voglio sentirmi protetto e coccolato da un padre padrone che mi indica costantemente la strada della verità. Mi conforta con il suo ottimismo. Voglio vivere felice e spensierato in una giungla senza regole.
Mi turo il naso. Vado e voto. Contro.
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