Come muore una grande ideaMezzoeuro Anno IX num. 21 del 29/05/2010) |
Rende, 28 maggio 2010
Guerra mediatica sul neonato organismo “Rete Imprese Italia”
La Calabria ancora una volta rischia di perdere rappresentatività per l'incapacità di superare i contrasti personali e gli interessi localistici in favore di un progetto di grande respiro nazionale
Rete Imprese Italia è un nuovo organismo costituito il 10 maggio a Roma per dare rappresentanza alle piccole imprese, commercianti e artigiani che hanno problematiche comuni legate alla loro dimensione. La piccola imprenditoria rappresenta il nocciolo duro del nostro sistema economico: due milioni di imprese, 14 milioni di addetti (pari al 60% della forza lavoro italiana), 800 miliardi di valore aggiunto annuo e vuole contare di più nelle trattative e proporsi come un interlocutore importante nei confronti degli organi istituzionali. L'accordo che ha avuto una lunga gestazione è stato firmato da Confcommercio, Confartigianato, Cna, Confesercenti e Casartigiani convinte che solo unificando le proprie forze possono avere la forza di porsi come un serio interlocutore al governo ed alle parti sociali. Contestualmente è stata creata una fondazione scientifica, la cui gestione è stata affidata a Giuseppe De Rita, già presidente del CNEL, con una dotazione di due milioni di euro.
Carlo Sangalli, presidente della Confcommercio, è stata nominato portavoce per i primi sei mesi di attività, e successivamente la carica sarà affidata a rotazione ai presidenti delle altre organizzazioni che ne fanno parte.
“Oggi siamo qui per dire che il futuro del Paese è inscindibilmente legato alle piccole e medie imprese ed all'impresa diffusa” ha dichiarato Sangalli nel discorso d'insediamento.
Conquistarsi uno spazio non sarà agevole, come dimostra la vicenda di questi giorni per la presentazione della manovra correttiva di bilancio. I media hanno dato grande rilievo alla Confindustria, con l'immagine della Mercegaglia che troneggiava a pagina intera sui maggiori quotidiani nazionali, ai sindacati. Ben scarsa è stata l'attenzione dedicato al neonato organismo. Non è certo sufficiente il battesimo per guadagnare rappresentatività, che è il risultato di una azione continua, di un impegno quotidiano. Sarà un percorso lungo e accidentato, irto di spine.
Se il buon giorno si vede dal mattino, il teatro locale offre la rappresentazione di una commedia alla Georges Feydeau.
Con esemplare tempismo, il 18 maggio a Cosenza si è proceduto a replicare il modello nazionale con la costituzione della rappresentanza unitaria del nuovo organismo. Alla riunione hanno partecipato Nicola Baldo per Confartigianato, Domenico Bilotta per Confesercenti, Mauro Zumpano per CNA e Eugenio Blasi per Casartigiani, che dovrebbero assumere la presidenza nei semestri successivi. Klaus Algieri, presidente della Confcommercio provinciale, è nominato portavoce con decisione adottata all'unanimità.
E' stato sufficiente il comunicato stampa diramato subito dopo la fine della riunione per fare esplodere le polemiche e rompere il clima unitario che sembrava aver posto termine alla guerriglia che si combatte da mesi attorno alla nuova governance della Camera di Commercio. Una parte del mondo imprenditoriale si è sentita marginalizzata e aspetta ogni occasione per rivalersi e far pesare la forza della propria organizzazione.
Rete Imprese Italia è apparso come lo strumento idoneo per creare un contraltare al potere di Pino Gaglioti, che con il suo “movimiento” sta polarizzando l'attenzione del mondo economico e industriale e crea un consenso che costituisce un ostacolo per una sua detronizzazione. Si auspica, ad esempio, l'organizzazione di un tavolo tecnico per la riconversione a carbone del Policombustibile della Centrale di Rossano.
Immediatamente interviene la replica della Confesercenti, con un comunicato nel quale si dichiara che “è inaccettabile che associazioni appartenenti al patto, nelle loro iniziative quotidiane, insistano nel tentare la delegittimazione della Camera di Commercio di Cosenza, all'interno della quale Rete Imprese Italia ha n. 11 Consiglieri Camerali, n. 3 Componenti di Giunta, il vice Presidente dell'Ente ed il Presidente di una azienda speciale. Il progetto noto anche con l'acronimo “Patto di Capranica” deve essere caratterizzato dal franco confronto con tutti i soggetti istituzionali presenti sul territorio, ma non può essere strumentalizzato contro l'Ente Camerale che sta lavorando con grande impegno e risultato a tutela della piccola e media impresa della nostra provincia”. “In tale contesto, pertanto, vengono meno le condizioni perché il progetto Rete Imprese Italia possa essere replicato nel territorio della nostra provincia”.
In maniera molto chiara, la Confesercenti non ci sta e dichiara di voler uscire dall'organismo. A livello locale. Resta fermo il giudizio della grande valenza del progetto a livello nazionale che si impantana in una palude da cui non è facile venirne fuori. Il portavoce di “Rete Imprese Italia” dovrebbe preoccuparsi di far pesare la forza del neonato organismo negli incontri istituzionali e tentare di spegnere l'incendio. Nessuno ha voglia di fare un passo indietro e si sparge benzina sul fuoco con una guerra mediatica che non può che provocare altre reazioni.
Ma poiché le buone idee camminano sempre sulle gambe degli uomini, si è tristemente constatato che non tutti coloro che hanno dato vita a quello che sarebbe dovuto essere un clone perfetto di questa meravigliosa intesa, hanno pensato a questo strumento come ad un ricco contenitore di idee da tradurre in risultati reali sul territorio ma, evidentemente, come ad un mezzo personale di rivalsa politica nei confronti di interlocutori istituzionali e associativi con i quali voler tracciare un percorso comune di benessere e di concordia relazionale.
Dopo qualche giorno interviene la Confartigianata con un comunicato al vetriolo nel quale si stigmatizza che “dalla lettura dei quotidiani degli ultimi giorni, si rileva un clima di veleni che testimonia e comprova le ragioni del nostro faticoso cammino per la costruzione di un comune destino fatto di sana e trasparente attività di collaborazione intercategoriale”.
“Confartigianato Cosenza si riserva, attraverso l'intera struttura organizzata sul territorio provinciale, che rappresenta l'unione di oltre 4.000 imprese, di ricercare le ragioni più recondite di questa incomprensibile presa di posizione, per ristabilire regole chiare ed inequivocabili per lo sviluppo sereno di tutte le attività istituzionali”.
“Rete Imprese Italia, si ribadisce a gran voce, è un progetto di straordinaria portata strategica, che non nasce per assumere posizioni contrastanti con nessun attore economico e istituzionale del territorio, tantomeno nei confronti di Confindustria, alla quale si è legati da decenni di reciproco rispetto e collaborazione, nei confronti della Camera di Commercio di Cosenza che, guidata da un Presidente di comprovata sagacia gestionale e politica, sta dando risultati concreti di capacità operativa in una congiuntura così difficile come quella attuale e, last but not least nei confronti di Confesercenti, della quale si riconosce la correttezza sindacale e a cui si offre la piena disponibilità a continuare insieme il percorso intrapreso, dopo aver chiarito le responsabilità di ognuno dei partecipanti al tavolo delle trattative”.
“Se così non sarà, Confartigianato Cosenza, i cui rappresentanti hanno assistito commossi alla nascita, a Roma, il 10 maggio scorso, di questa straordinaria neo-unione, prenderà doloroso atto dell'impossibilità di replicare il buon esempio nazionale e dell'ennesimo fallimento del nostro quotidiano operare per il benessere della nostra società.
Ciò evidenzierà, ove mai ce ne fosse ulteriore bisogno, che la verità dei fallimenti di questa terra sta soltanto nei suoi uomini e nelle loro misere sorti”, conclude mestamente il comunicato.
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