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SOS i commissari ci strozzano

Mezzoeuro Anno IX num. 25 del 26/06/2010)

Rende, 25 giugno 2010

Un grido di dolore da S. Vincenzo La Costa

Famiglie ed imprese in difficoltà per la richiesta di rientro immediato

Caro direttore, volevo segnalarti a proposito della BCC di San Vincenzo La Costa e vi prego di intervenire e di far intervenire invitando le istituzioni, Presidente della Provincia, Presidente della Regione, Presidente della Federazione BCC Calabria, qualche esponente della Banca d'Italia, Unione Consumatori, sui commissari della BCC di San Vincenzo La Costa che detto alla calabrese lì stanno facendo carne da macello, cioè le famiglie in difficoltà e sono tante li stanno mettendo con il cortello alla gola cioè chi deve rientrare con prestiti mutui non danno il tempo per rientrare, e ne gli rifanno un nuovo piano di rientro, e partono a raffica pignoramenti e sfratti, con gravi spese sulle famiglie. Io dico il commissariamento ci può anche stare, ma la politica dei due commissari non è questa per giunta una decina di giorni fa si è sfiorata la rissa tra alcune famiglie i difficoltà e i commissari, che stanno perdendo la casa, con intervento dei carabinieri, e non so cosa può ancora succedere perché molte famiglie sono in difficoltà e i commissari pretendono somme di cento mila o duecento mila euro nel breve tempo di 15-20 giorni e per lo giunta sono delle persone arroganti senza anima e ne si fanno parlare perché nemmeno ricevono (e come si dice uomo avvisato mezzo salvato) e vi comunico che tutti vogliono pagare però devono essere in modo di pagare, in questo momento di crisi che sta colpendo tutto il mondo ma in particolare le famiglie. Saluti. Un centinaio di famiglie in difficoltà vi prego direttore cercate di fare qualcosa visto che siete sempre vicino ai problemi della gente. Vi comunico che nel mese di luglio partono sfratti verso famiglie, con somme già versate in banca, e grazie ai commissari che stanno distruggendo una realtà come la BCC di San Vincenzo La Costa vicino alla gente.

NB Intervenite urgentemente.

Questa è la trascrizione fedele, talis qualis, di una lettera ricevuta in forma anonima. Sarebbe più corretto dire con firma illeggibile, ma la sostanza non cambia. Il cahier de doléance sulla gestione commissariale della BCC di San Vincenzo La Costa denuncia fatti molto generici e non circostanziati, per cui non è possibile verificarne la veridicità e stabilire con più esattezza l'entità e la numerosità dei casi. Potrebbe ben trattarsi di un caso isolato e della difficoltà conseguente ad una sopravvenuta rigidità, dopo una gestione poco rigorosa. Resta il problema dell'attendibilità delle circostanze denunciate che sicuramente riguarderanno episodi che coinvolgono l'anonimo denunciante, considerata la passionalità che traspare dalle sue parole. Non abbiamo alcuna altra possibilità di intervento se non amplificare la sua denuncia nella speranza che possa arrivare ai destinatari, indicati dallo stesso, che avranno modo di riflettere ed eventualmente intervenire per scongiurare le temute conseguenze

Tuttavia, la lettera dà lo spunto per qualche riflessione sul particolare momento che sta attraversando la nostra economia. Nel Meridione abbiamo una lunga esperienza di banche in difficoltà e di gestione straordinaria delle stesse che hanno prodotto problematiche simili a quelle denunciate. Non sono passati molti anni dalla grande rapina. Il risultato finale è stata la scomparsa delle storiche banche meridionali, in Calabria ne hanno fatto le spese la Cassa di Risparmio e la Banca Popolare di Crotone, che sono state date in pasto al capitale del Nord a prezzi stracciati, così che il Sud ha perso le poche istituzioni che potevano aiutarlo nei momenti di crisi come quello che stiamo vivendo. Le BCC sono l'ultimo baluardo a presidio del territorio e la loro sorte è oggi in bilico tra il necessario rigore della gestione e la loro vocazione ad intervenire in favore dell'economia locale.

Non vi è dubbio che la gestione “familiare” ha spesso derogato dai canoni rigorosi della tecnica nella valutazione del merito creditizio, non si può negare che la politica delle concessioni ha spesso avuto una natura clientelare. L'intervento dell'organo di Vigilanza è stato troppo spesso colpevolmente tardivo tanto da aver consentito molto raramente una rimessa in bonis della banca attenzionata. La drasticità dell'intervento ha prodotto più guasti della cattiva gestione. Il caso della SGA, una bad bank creata appositamente per il recupero dei crediti in sofferenza del Banco di Napoli, è un caso da manuale. E' stato un grande affare per chi lo ha gestito, ha distrutto il Banco, ha messo in difficoltà le famiglie. Solo a consuntivo ci si è accorti che si è avuto un recupero superiore all'80%, poiché la gran parte erano assistite da garanzie personali che sono state onorate, poiché la propria firma vale ancora qualcosa in questo Sud amorale. Il meccanismo inventato allora è diventato un settore molto redditizio per le società di recupero che “comprano” i crediti al 20-30% per ricavarne in media più del doppio.

Il problema andrebbe affrontato sotto un duplice profilo. Intanto non si dovrebbe aspettare che la situazione della banca raggiunga il ciglio del baratro prima di intervenire, ma adottare una forma di monitoraggio continuo e costante. Cosa possibile oggi che la Vigilanza è una delle poche funzioni che rimangono all'ex istituto di emissione. Il secondo problema è l'adozione di una tecnica di atterraggio morbido per porre rimedio a situazioni degradate.

L'intervento di commissariamento è di per sé un sicuro indicatore di una gestione problematica, ma un intervento drastico rischia di provocare danni ancora maggiori, come l'esplosione del fatturato dell'usura e la “criminalizzazione” dell'economia. Le difficoltà aziendali e familiari sono i momenti più propizi per iniziare un calvario. Un cammino che spesso inizia con un prestito offerto graziosamente senza interesse. Neanche le varie associazioni anti-usura sono pronte ad affrontare queste situazioni. Le famiglie e i piccoli imprenditori si trovano spesso isolati, a dover affrontare problemi drammatici, forse generati da una dissennatezza nella spesa. Non si può però abbandonarli in balia uccelli rapaci. Abbiamo già organizzazioni criminali molti potenti che hanno invaso l'Europa, non si sente proprio l'esigenza di irrobustire ulteriormente le cosche regalandogli le facili prede delle famiglie in difficoltà. E' necessario attuare una politica di atterraggio morbido. Questo contrasta con l'esigenza per la banca di recuperare in fretta i suoi margini di operatività legati al rispetto dei parametri patrimoniali. L'intervento delle istituzioni locali potrebbe offrire l'aiuto necessario con un fondo di garanzia a favore delle BCC in momentanee difficoltà, come potrebbe essere un “subordinated loan”. Il presidente Scopelliti sembra sia molto attento alle problematiche del credito che non si limitano solo alle azioni di sostegno alla concessione, ma anche al recupero, che costituisce un momento di crisi del rapporto con il duplice obiettivo di aiutare le aziende e le famiglie, ma anche le stesse banche.

Le BCC avranno anche fatto degli errori, esaltati dalla crisi che li acuisce, ma sono anche le uniche che hanno dato un sostegno concreto all'economia locale. La Calabria non può permettersi il lusso di perdere anche quest'ultimo baluardo di autonomia ed indipendenza nel settore bancario.


C O P Y R I G H T

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