A San Vincenzo la BCC è una presenza storica come la Chiesa o il Municipio

Mezzoeuro Anno IX num. 29 del 24/07/2010)

Rende, 22 luglio 2010

Parla Eraldo Rizzuti, correntista DOC oggi assessore comunale a Rende. Vi è troppo silenzio sul destino delle banche locali. Tutti sembrano attendere l’inevitabile. La politica tace, i sindacati si mobilitano solo per i propri iscritti …

di Oreste Parise

Che cosa rappresenta la BCC di San Vincenzo La Costa per uno nato e vissuto in quel paese?
È uno degli elementi di riferimento nel panorama dei ricordi. Quell'edificio simile a tanti altri, dall'aspetto austero, come la Chiesa e il Municipio. Questo non tanto per la particolare architettura, ma per la sua funzione. Da bambini osservavamo gli adulti entrarvi con un senso di rispetto, un timore riverenziale. È lì dal 1906, una presenza ormai storica. Ti appartiene come il sindaco o il parroco.
Al di là dei sentimentalismi, oggi la banca si trova in un momento delicato.
Tutto ciò che è legato alla propria infanzia ha un profumo sentimentale, fa parte di se stessi. La Banca di San Vincenzo appartiene al territorio perchè è nata e cresciuto con esso. Ha svolto un ruolo fondamentale per la crescita della sua cultura economica.
Se si è arrivati a questo punto si sono commessi degli errori.
Non dubito certo della buona fede della Banca d'Italia. Con l'evoluzione dell'economia tutto è diventato più complesso per cui il modello di gestione familiare non funziona più. Nella banca si era affermato un padre-padrone che continuava una forma di gestione patriarcale che non era in grado di governare le moderne dinamiche creditizie. Tuttavia, mi chiedo come mai si è arrivati al commissariamento, un punto che potrebbe rivelarsi un momento terminale. Io sono socio della Banca e in molti di noi vi era la consapevolezza che fosse necessario un qualche aggiustamento nella gestione. Nei verbali delle assemblee dei soci, certe anomalie erano denunciate. La Banca d'Italia non aveva i mezzi per intervenire in tempo?
Oggi bisogna individuare una strategia per rimettere in bonis la banca e restituirla al territorio.
Ancora una volta la crisi delle banche è circondata da un silenzio tombale da parte della politica, delle istituzioni, delle organizzazioni di categoria. Tutti tacciono, com’è avvenuto nel passato quando è scomparsa la nostra più grande banca, la Carical che ancora oggi rimpiangiamo. Quella che era, nel passato, la più organizzata banca a livello territoriale, oggi è gestita dall'UBI con sede a Bergamo. Purtroppo questo è un altro esempio di come la ricchezza che è prodotta nella nostra terra va verso il nord e non è investita nella nostra terra. La nostra regione continua a essere ahimè una terra di conquiste!
La crisi delle BCC investe tutta la Provincia di Cosenza, perché del problema non se ne discute in Consiglio Provinciale? Perchè non ci sono dichiarazioni in merito del Presidente della Provincia, del Presidente della Regione , dei politici, dei Sindaci?
Mi auguro che al più presto, la Provincia, la Camera di Commercio e tutte le associazioni di categoria si mobilitino per mettere in atto tutti gli strumenti e gli aiuti necessari per restituire, e non svendere le BCC che sono in amministrazione straordinaria, ai soci e al territorio.
Le perdite però sono state rilevantissime e ancora oggi il problema degli incagli e delle sofferenze affligge le banche che operano in Calabria
La rischiosità è maggiore perchè il sistema economico è più debole. Tuttavia bisogna sottolineare che il disastro di cui si parlava allora non si è verificato, il recupero è stato molto maggiore di quanto si pensava. Una classe politica più attenta avrebbe forse potuto evitare la svendita di quel grande patrimonio di esperienze ed economico per la nostra terra. Oggi si rischia di ripetere lo stesso schema e sarebbe veramente la fine poiché dopo le BCC non c'è più niente. Chi assisterà e aiuterà la piccola imprenditoria locale?
Non è possibile che in nome dell'economia si sacrifichi e si cancelli, con un solo colpo di spugna, tutta l'azione sociale che le Casse Rurali prima e le BCC poi hanno svolto a livello locale.
Cosa bisognerebbe fare di concreto
Ognuno deve fare la propria parte. I sindacati devono difendere prima gli Istituti e poi i lavoratori, gli enti locali, le associazioni di categoria devono chiamare a raccolta tutta la parte attiva della società per uno sforzo corale per difendere gli Istituti. Certamente la gestione deve essere improntata a criteri rigorosi nel rispetto delle normative europee, ma si deve difendere a tutti i costi l'autonomia e la territorialità delle BCC. Non certo per ragioni sentimentali, ma perchè in questo momento tutte le forze sane della regione devono mobilitarsi per superare questo periodo di crisi e dare un futuro a questa regione


C OP Y R I G H T

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