Convocare gli stati generali del creditodi Oreste Parise Mezzoeuro Anno IX num. 30 del 31/07/2010) |
Rende, 30 luglio 2010
Intervista a Giampaolo Chiappetta, consigliere regionale
La crisi ha colpito le nostre banche, ma occorre aiutarle a superare questo momento di difficoltà e garantirne l'autonomia
In provincia di Cosenza la condizione delle banche di credito Cooperativo non vive un momento facile e concorrono alla crisi molte delle cause che ho precedentemente elencato; c’è un elemento però dal quale non si può prescindere, il credito cooperativo con il suo profilo di autonomia serve alla provincia di Cosenza, ai cittadini, alle imprese ed al sistema economico complessivamente considerato.
Le conseguenze sono di immediata evidenza, riguardano lo sviluppo
territoriale, la solidità del sistema economico, la qualità della vita
dei cittadini, la prospettiva di crescita e consolidamento di quelle
imprese che garantiscono i livelli occupazionali; sono intimamente
convinto che nel credito e nella gestione di questa realtà si giochi
larga parte del destino dei territori.
E rispetto a tutto ciò non c’è dubbio che la Regione, mi riferisco
all’Istituzione, abbia il preciso dovere di rapportarsi a questo
argomento con idee chiare, soluzioni condivise, approcci di sistema. La
Giunta regionale ed in particolare il Presidente Scopelliti ha già
sviluppato alcune importanti azioni, dal rapporto con l’Associazione
Bancaria Italiana sino all’attenta considerazione del sistema dei
Confidi.
Le difficoltà di accesso al credito favoriscono l'usura
Le istituzioni devono tenere in mente la sciagurata vicenda della Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania
di Salvatore Magarò
Il debole tessuto economico della nostra regione è maggiormente esposto alla crisi ed al rischio di usura. La congiuntura da tempo non è favorevole a livello internazionale ed in Calabria non sono mancate le ripercussioni negative che hanno ulteriormente fiaccato il complesso delle imprese.
In questo contesto non sfugge il ruolo di primo piano che il sistema creditizio può esercitare a sostegno delle aziende a corto di liquidità e che si rivolgono sempre più spesso alle banche per ottenere anticipazioni finanziarie, come testimoniato dalla crescita esponenziale di questo dato registrata nell’ultimo triennio.
È evidente che, in un’area storicamente penalizzata dai grandi gruppi finanziari, che ieri hanno applicato tassi di interesse decisamente più alti della media nazionale e che oggi hanno irrigidito le procedure di concessione di prestiti e fidi, il Credito Cooperativo può assolvere ad una fondamentale funzione di tipo sociale, oltre che di carattere economico.
Del resto credo che, in quest’ottica, le Banche di Credito Cooperativo debbano privilegiare la salvaguardia degli equilibri finanziari del proprio ambito operativo rispetto al profitto che pure è un elemento da cui non si può prescindere. Le Bcc devono avere la capacità e la lungimiranza di supportare l’imprenditoria sana, guardando alla bontà dei progetti, scommettendo sulle qualità personali e manageriali di chi li propone e ponendo in secondo piano la questione delle garanzie. Le due cose però sono in qualche modo collegate; la permanenza di un presidio produttivo sul territorio alimenta l’economia, “fa girare i soldi” e, di riflesso, tiene in piedi la banca di riferimento di quel territorio che, diversamente, non avrebbe più motivo di esistere.
C’è anche un altro aspetto che non va sottovalutato. Le difficoltà di accesso al credito accrescono il rischio di ricorso all’usura. La Calabria è particolarmente vulnerabile all’usura per la presenza diffusa della criminalità organizzata che, tra le tante attività illecite, pratica anche l’usura, inquinando e sottraendo risorse ai mercati. Per questo è importante poter contare su una banca locale che intervenga per risolvere le temporanee crisi di liquidità delle aziende.
Seguiamo con grande attenzione la natura dei rilievi posti dalla Banca d’Italia nei confronti di alcuni istituti di credito cooperativo della provincia di Cosenza. Non perché la politica debba entrare nel merito dei provvedimenti assunti dall’autorità di Vigilanza, ma perché deve avere a cuore da una parte la tutela dei cittadini risparmiatori e dall’altra il mantenimento di presidi territoriali di riferimento per l’economia locale.
In una regione nella quale moltissime aziende si reggono attraverso le pubbliche commesse e forniture, il ritardo nel pagamento delle Pubbliche Amministrazione incide in maniera rilevante sulla crisi di liquidità del sistema imprenditoriale e sull’accesso al credito.
In Europa il tempo medio di pagamento della Pubblica Amministrazione è di 68 giorni. In Italia è di 138 giorni. In Calabria, in alcuni settori, si può arrivare addirittura ai 600 giorni.
Le imprese appaltatrici, i fornitori di beni e servizi, gli studi professionali che si rapportano con la pubblica amministrazione sono costretti a lunghi pellegrinaggi presso gli uffici competenti prima di ricevere le somme dovute. Un ritardo inaccettabile, spesso causa di gravi sofferenze per le aziende, costrette a ricorrere al credito bancario o a rivolgersi agli usurai.
I tempi di liquidazione delle fatture devono essere certi. Per questo ho presentato un disegno di legge che si pone il duplice obiettivo di snellire le procedure burocratiche attualmente in vigore in materia di pagamenti e di mettere in campo tutti gli strumenti necessari a sostenere le imprese che si trovano in difficoltà finanziarie a causa del mancato incasso, in tempi ragionevoli, di crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione.
La Regione deve fare la sua parte nella salvaguardia dell’autonomia e della territorialità delle banche locali, di concerto con enti ed associazioni che operano prevalentemente nel settore economico. Penso alle Camere di Commercio, alla Confindustria ed agli altri soggetti cui sta a cuore la presenza del credito cooperativo. E’ importante che la ricchezza ed il risparmio prodotti in Calabria restino in Calabria e siano reinvestiti in Calabria, tenendo a mente la sciagurata vicenda della Cassa di Risparmio, frettolosamente chiusa non senza ripercussioni per la nostra regione.
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