Cento milioni alla Fincalabra

di Oreste Parise

Mezzoeuro Anno IX num. 39 del 2/10/2010)

Rende, 30 settembre 2010

Scopelliti scommette su Umberto De Rose

La Calabria deve imparare a fare da sola, utilizzando le professionalità e le esperienze maturate nella regione. L’ente regionale è chiamato a svolgere una funzione di traino, di fornire un modello di sviluppo al sistema imprenditoriale abbandonando la logica clientelare e gli interventi a pioggia.

Se una lezione si può trarre dal dibattito sulla fiducia svoltosi nei giorni scorsi in Parlamento è che il Mezzogiorno deve fare da solo ricercando nel proprio seno le professionalità e le risorse necessarie non solo per superare questa interminabile crisi, ma per imboccare la via dello sviluppo. Pur se può considerarsi positivo il focus posto sul problema meridionale che era affatto scomparso dall’agenda politica, questo non si tradurrà automaticamente in risorse finanziarie, che anzi continueranno a subire pesanti tagli. Basti pensare il cosiddetto Fondo FAS, che non è altro che accantonamenti effettuati a fronte degli impegni assunti dalle leggi agevolative che avrebbero dovuto finanziare lo sviluppo del Mezzogiorno. Oggi è diventato una riserva dai cui attingere per le più disparate necessità del bilancio pubblico. La causa principale di questo atteggiamento è l’assenza di una progettualità che avesse consentito il loro utilizzo nel passato. Non è cambiato molto neanche oggi, per cui vi è una debole resistenza nei confronti di un taglio così consistente delle risorse già destinate allo sviluppo del Mezzogiorno.

Nessuno pensa più, ad esempio, alla legge 488, che pur è ancora in vigore, ma lasciata decadere per consunzione, poiché nessuno ha avuto il coraggio di difenderla a causa degli infiniti esempi di sprechi emersi nel corso degli anni. Non molto dissimile la sorta della legge sull’imprenditoria giovanile, femminile e via discorrendo. Tutte queste risorse sono confluite nel Fondo FAS, a disposizione del governo. Al di fuori dei fondi europei è rimasto ben poco. E forse è pure un bene, considerati gli sprechi e le malversazioni.

Il grande progetto per il Mezzogiorno si è ridotto alle eterne promesse del completamento della Salerno-Reggio Calabria, il Ponte sullo Stretto e poco altro. Tra questo poco c’è la Banca del Mezzogiorno, che si può considerare completamente inutile, poiché dovrebbe essere una sorta di braccio operativo della Cassa DDPP e servire come un istituto di mediocredito. Il rischio che diventi un vero e proprio carrozzone è molto concreto e i precedenti certamente non lasciano sperare che possa avere una sorta migliore dell’Isveimer, tanto per citarne una. Inevitabilmente la sua gestione sarebbe pesantemente influenzata dalla politica.

Non molto dissimile la sorte delle finanziarie regionali, che hanno fin qui dato una pessima prova di sé proprio perché sono state utilizzate come una sorta di tesoretto per elargire favori. I risultati parlano da soli e non vi è bisogno di alcuna dimostrazione.

La Fincalabra non si è certo distinta per un comportamento molto diverso e virtuoso. Ha legato il suo nome ai molteplici fallimenti della politica di sviluppo proprio per la prevalenza della politica sul rigore di una gestione tecnicamente corretta. Tanto è vero che i vari responsabili non hanno lasciato traccia, il loro nome è scomparso sepolto nell’anonimato di una gestione grigia e clientelare.

La nuova giunta regionale sembra aver voluto aprire una era nuova con la nomina di un presidente con una forte personalità come Umberto De Rose, che non proviene dai meandri della clientela politica, ma è il Presidente degli industriali calabresi. Una scelta impegnativa poiché sganciata dalla logica di appartenenza. Una scelta che impone al neo presidente di mostrare con i fatti che una nuova e diversa politica industriale è possibile in Calabria, senza attendere l’elemosina governativa o il prezioso contributo dei grandi professionisti del Nord. Si dimentica spesso che le più grandi truffe con le agevolazioni del Mezzogiorno sono state organizzate da imprenditori e professionisti del Nord.

Si tratta di una scommessa da cui potrebbe dipendere il futuro della Calabria, poiché una riuscita significherebbe aumentare l’autostima e una iniezione di fiducia per l’intero sistema, certamente responsabile di tanti fallimenti che ha portato a una sorta di rassegnazione. Vi sono tuttavia intelligenze ed energie che non aspettano altro che di essere stimolate, di trovare un clima favorevole per esprimere tutta la loro potenzialità. Un industriale tra gli industriali che conosce i problemi e le difficoltà che s’incontrano in Calabria nel fare impresa, per tutti i mali e i vincoli denunciati da sempre.

La sua nomina poteva essere semplicemente un segnale nel deserto, uno strumento di marketing politico per segnare un cambiamento di rotta, poiché senza adeguate risorse nessuno può fare miracoli. Anche in questo Scopelliti ha voluto segnare una discontinuità, con l’attribuzione di una congrua dotazione finanziaria, che trasforma la Fincalabra e il neoeletto presidente in una figura attiva, in grado di attuare una efficace politica industriale. Cento milioni di euro non sono certo sufficienti a risolvere i gravi ritardi della Calabria, ma sono tuttavia molto cospicui per costruire un modello di riferimento, per avviare un’azione dimostrativa e dimostrare che la nostra classe imprenditoriale è in grado di appropriarsi del proprio futuro e di dare una prospettiva di sviluppo all’intera regione.

La storia personale, l’esperienza imprenditoriale, la rappresentatività di Umberto De Rose gli consentono di giocare un ruolo importante. E’ essenziale che l’attività dell’Istituto che gli è stato affidato si concentri su pochi progetti, evitando la polverizzazione delle risorse che è una delle cause prime dello spreco. Sarebbe innovativo se coinvolgesse le BCC, che sono rimaste le uniche banche locali, per la definizione di una politica bancaria che è mancata da sempre nella regione. Si contano a centinaia i suoi interventi di denuncia, in qualità di presidente degli industriali calabresi, degli alti tassi praticati dal sistema bancario, dalla difficoltà delle imprese a ottenere il credito necessario per finanziarie i propri investimenti, della eccessiva richiesta di garanzie reali alle imprese. Oggi può giocare un ruolo attivo, ricordarsi della Banca di Garanzia e degli sforzi di Pino Gaglioti di creare un istituto che possa interporsi tra le banche e le imprese.

Un augurio sincero al presidente De Rose poiché il suo successo costituirà un successo della Calabria. Un augurio anche al Governatore Scopelliti per il coraggio dimostrato nell'avventurarsi in una difficile scommessa. (OP)


C OP Y R I G H T

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