A passeggio nei secoli lungo il Savutodi Oreste Parise Mezzoeuro Anno IX num. 43 del 6/11/2010) |
Rende, 3 novembre 2010
Una raccolta delle pagine più significative scritte dai molti viaggiatori che hanno percorso la Valle, con un inventario molto documentato di quelli che si sono occupati della Calabria.
Questo autunno è stato pubblicato per i tipi delle Edizioni Orizzonti Meridionali di Cosenza un nuovo libro di Luigi Costanzo, autore prolifico e poliedrico i cui interessi spaziano dalla trasposizione dialettale di classici italiani(come il Pinocchio che è apparso agli inizi di questo stesso anno), un saggio sulla universitas di Marzi, suo paese natale e numerosi altri (studi sulle ferrovie calabresi, sulla massoneria ecc.).
Il filo conduttore di tutta la sua produzione è il legame profondo con la sua terra di origine con le sue storie, la cultura popolare, il gusto dei cibi genuini, le melodie delle stornellate. La sua attività di ricercatore e raccoglitore di documenti storici e testimonianze attuali di un mondo che va lentamente scomparendo sotto il peso di una profonda trasformazione sociale e il progressivo spopolamento di molti dei luoghi storici. In questa sua nuova fatica ha raccolto una grande mole di materiale documentario sulla Valle del Savuto costituito dalle molte pagine scritte dai viaggiatori che nel corso dei secoli si sono avventurati tra la frescura dei suoi boschi, la limpidezza dei torrenti, alla ricerca dei segni del tempo tra i villaggi nascosti tra le pendici delle sue montagne.
La Calabria era esclusa dagli itinerari del “Grand Tour”, il viaggio di piacere e istruzione che costituiva un “must“ per la colta borghesia del Nord: inglesi, francesi, tedeschi, scandinavi non ritenevano conclusa la loro formazione classica senza una visita ai luoghi topici dell'impero greco-romanoLa regione, situata alla periferia estrema del Regno di Napoli, era isolata per l'assenza di strade, infestata da briganti e fuorbanditi, e si sconsigliava a tutti di intraprendere un viaggio così pericoloso e faticoso. Dopo la caduta dell'Impero Romano, la gloriosa Via Popilia, la strada consiliare romana costruita nel 132 a.C. dal console Publio Popilio Lenate, era stata abbandonata e versava in uno stato di completo degrado. Per lunghi tratti il tracciato era stato letteralmente cancellato e non ne rimaneva alcuna testimonianza. I porti era pochi e insicuri. A dispetto della pessima fama di cui godeva la Calabria, tuttavia, molti sono stati i temerari che si sono avventurati ben consapevoli del rischio, ma spinti proprio dallo spirito di avventura e dalla ricerca di tracce di un passato ricco momenti di gloria: le repubbliche greche di Sibari, Crotone Locri e Reggio, il monachesimo basiliano. Molte erano le storie truci che si raccontavano sulla Calabria, ma per i viaggiatori è stata sempre una terra ospitale, che nutriva un profondo rispetto per gli stranieri che si avventuravano lungo i suoi tratturi. Era priva di tutto, di buone osterie e alberghi confortevoli, di servizi di accoglienza e facilitazioni per i turisti. A queste carenze suppliva la generosità degli abitanti, dai nobili, ai contadini. La lunga teoria di delitti che le dava una luce funesta, era il frutto di una lunga e accanita lotta tra baroni e contadini, tra nuovi borghesi e governo, tra gli scorridori di campagna e i malviventi al servizio dei feudatari che dovevano tenere i poveri e derelitti sottoposti alle angherie dei baroni. Una guerra intestina che senza soluzione di continuità si è protratta fino ai nostri giorni, pur in forma e esiti diversi.
La Valle del Savuto era un passaggio obbligato per proseguire il viaggio verso Sud oltre la Calabria Citra e la maggior parte di viaggiatori hanno lasciato qualche traccia nei loro resoconti di viaggio, alcuni solo qualche rigo, altri con un racconto molto più dettagliato. Ad essi non è mai stato torto un capello, hanno sempre trovato un tetto e un aiuto nei momenti di bisogno. Persino i briganti più malfamati li hanno rispettati nel loro girovagare; a volte prendendoli sotto la loro protezione. Tra i numerosi scrittori che hanno raccontato la valle vi sono nomi noti come Giacomo Casanova, Giuseppe Maria Galanti, Astolphe de Custine, Alexandre Dumas, Norman Douglas. Accanto a essi una lunga teoria di nomi meno illustri, ma che meritano di essere conosciuti poiché le loro osservazioni servono a dare una vivida rappresentazione di quel mondo lontano.
Chi sono tutti questi personaggi che si sono succeduti nel corso dei secoli? L'A. per ciascuno di essi ne traccia un profilo biografico, che consente di cogliere appieno il valore e l'angolo visuale con il quale si sono affacciati a quella realtà. Un tratto comune è la constatazione di una miseria profonda, di una diseguaglianza sociale insopportabile, di uno stato di depravazione e di prostrazione prodotta da un sistema sociale iniquo e perverso.
Alcuni hanno descritto questa realtà con un segno di totale disprezzo, altri con meraviglia e sconcerto, altri hanno mostrato una profonda indignazione per l'abbandono da parte del governo, per l'incuria amministrativa, altri una commozione nel raccontare gli immani sforzi a cui erano costrette queste misere popolazioni, condannate a condurre una vita di stenti.
L'A. annota diligentemente tutte la pagine e le offre al lettore come un atto di amore nei confronti della sua terra, una testimonianza importante per non dimenticare, per rinnovare il ricordo del lungo cammino che siamo stati costretti a sopportare per un riscatto ancora oggi carente e parziale.
Degno di nota e opera meritoria è lo sforzo di fornire preziose informazioni su tutti i viaggiatori che hanno attraversato la regione, molti dei quali non si sono interessati della Valle del Savuto, ma hanno scritte pagine importanti. Molti di essi sono sconosciuti, ma vi sono nomi degni di nota come Giovanni Pascoli, Guido Piovene, Luigi Barzini, Hans Christian Handersen. Un prezioso elenco per chi voglia ritrovare riscoprire il volto più autentico della Calabria d'autrefois.
Luigi Costanzo, Viaggiatori nella Valle del Savuto, Edizioni Orizzonti Meridionali, Cosenza 2010.
You may copy it, give it away or re-use it under the terms of the the qui included at my home page, citing the author's name and that the text is taken from the site http://www.oresteparise.it/. Il copyright degli articoli è libero. Chiunque può riprodurli secondo le @ondizioni elencate nella home page, citando il nome dell'autore e mettendo in evidenza che il testo riprodotto è tratto da http://www.oresteparise.it/.
Ultimo aggiornamento del