Ritorno all'anticodi Oreste Parise Mezzoeuro Anno IX num. 45 del 13/11/2010) |
Rende, 11 novembre 2010
La crisi economica ha reso nuovamente attuali le vecchie società operaie e il principio del mutuo soccorso
SCMS. Un acronimo tra tanti, ormai ormai dimenticato. Sta per società di mutuo soccorso. Anche così, però, il suo significato resta oscuro a molti. Sono scomparsi gli operai e con essi tutto il complesso mondo che avevano faticosamente costruito.
All'alba dell'Unità la Calabria era una regione industriosa e industrializzata, con la più importante ferriera d'Italia, laggiù alla Mongiana dove lavoravano 1.600 operai. Ancora alla fine del secolo XIX vi era un significativa presenza proletaria e erano sorte numerose organizzazioni che cercavano di sopperire all'estrema indigenza in cui versavano.
“La sera del dì 3 s'inaugurò in questa nostra Cosenza l'apertura della Casina degli Operai. La sala era illuminata per benino, vi era la bandiera nazionale, vi era la banda, vi era un'eletta accolta di persone. L'entusiasmo di leggeva in tutti i volti, il nostro bravo Traiano Ippolito andava attorno con sigari, Santo Allegro non smentiva il suo nome, rideva, saltava, danzava, improvvisava brindisi, e se le rime del buon ombrellaro e sarto erano spesso sbagliate, il concetto n'era però sempre patriottico. L'inno di Garibaldi equivale allo sciampagna; ma la sciampagna vi fu pure, vi furono i nostri vini nostrali, dono di Dionisio Mauro, vi ebbe un'enorme pizza rustica, fattura di donna Peppa Gallicchio, che in questi lavori di pasta non ha chi le metta il piede innanzi”.
Così Vincenzo Padula raccontava sul “Bruzio” la nascita della prima società operaia a Cosenza l'otto aprile del 1865, un esperimento di normalizzazione dopo la sanguinosa vicenda del brigantaggio, una rivolta collettiva provocata dalla disillusione nei confronti di un processo unitario che non aveva portato ad alcuna miglioramento delle condizioni dei contadini e degli operai. Dopo il fulmineo passaggio di Garibaldi e delle sue camice rosse, un fervore rivoluzionario aveva attraversato tutta la società: molti si ribellarono perché videro tradita la loro speranza e si rifugiarono tra i monti a combattere il nuovo esercito invasore, altri scelsero la via della lotta politica, della dignità e dell'organizzazione che portarono alla diffusione degli ideali del socialismo e la nascita delle società operaie. Nel 1865 la lotta al brigantaggio poteva considerarsi conclusa e iniziava una nuova storia.
In assenza di una politica sociale del governo, questo compito era affidato esclusivamente a organizzazioni costituite direttamente dagli operai e contadini sotto l'influsso delle idee socialiste. Le Società Operaie di Mutuo Soccorso (SOMS) sono associazioni volontarie che si propongono il fine di fornire alle classi meno abbienti un aiuto in caso di bisogno, come gli infortuni sul lavoro, la perdita del posto, malattie o la morte di un congiunto. Eventi molto dolorosi che potevano portare alla disperazione per le difficoltà economiche che non consentivano di affrontare l'emergenza. L'idea di base è quella di costituire un fondo con contribuzione volontaria a cui attingere per venire in aiuto al socio bisognoso. Le società di mutuo soccorso sono delle associazioni volontarie che cercano di venire in aiuto delle famiglie in caso di necessità, come la morte di un congiunto, la perdita del lavoro, le spese mediche e chirurgiche e via elencando. avvalgono del contributo volontario dei soci e hanno goduto nel corso degli anni di aiuti da parte dello Stato, in maniera saltuaria secondo la sensibilità del governo.
In Calabria figure simili sono state costituite dalla fine del Concilio di Trento, nella seconda metà del Cinquecento e si sono chiamate confraternite. Non hanno avuto una vita molto lunga travolte da una cattiva gestione, riducendosi alla fine a organizzare le onoranze funebri dei soci.
L'apertura della Casina degli operai assumeva un valore fortemente simbolico, un evento memorabile che riprendeva il sogno che il nuovo Stato unitario che avrebbe portato una maggiore giustizia sociale, un elevamento morale, economico e culturale delle classi più deboli della popolazione.
“L'operaio dunque chiede che gli venga assicurato il lavoro: ecco la giustizia; che nelle infermità e nella vecchiaia trovi una mano soccorrevole: ecco la carità. Ad attuare l'una e l'altra si richiede il concorso del governo, e il vostro”, dichiarava Vincenzo Padula invitato a tenere il discorso inaugurale.
Una idea feconda che avrebbe portato in seguito alla creazione delle casse di risparmio, delle casse rurali e artigiane, delle prime fondazioni antiusura, e delle società di mutuo soccorso, una esigenza molto avvertita. Già nel 1861 Padula predicava “Il denaro dei fratelli s'impieghi utilmente, e si formi una cassa di mutuo soccorso che ci aiuti mentre siam vivi, e ci seppellisca quando saremo morti. Avanti, e non vi volgete indietro neppure con la memoria!”.
Cosa è rimasto di quella esperienza? Quasi nulla, purtroppo. Ma sopravvive lo spirito, ha creato un humus culturale pronto ad aprirsi a nuove esperienze. E dal Nord quelle idee ritornano tra noi, in un momento di grande sofferenza della società meridionale. Le famiglie sono strette nella morsa della crisi e in numero crescente si affacciano sul baratro della soglia di povertà, mentre lo Stato arretra, si pensa di smantellare il sistema di welfare faticosamente costruito negli anni, la sanità pubblica è in crisi e chiede un intervento sempre più consistente per le cure mediche. I ticket da simbolici diventano onerosi, gli interventi chirurgici spesso richiedono spese che i bilanci familiari non riescono a sostenere.
Dal Nord, dove le idee di solidarietà e di mutuo soccorso ha mantenuto intatto il suo valore arriva la Fondazione Cesare Pozzo, una società di mutuo soccorso che opera dal 1877, nata per assistere i ferrovieri e nel corso degli anni ha consolidato la sua struttura patrimoniale, ha contribuito alla serenità di molte famiglie. E' presente anche il Calabria da alcuni anni e nella sola provincia di Cosenza conta già 2.500 soci, i quali con il pagamento di una modesta quota associativa – molto conveniente rispetto a qualsiasi altra forma assicurativa - ottengono una copertura per gli eventi straordinari della vita per tutti i membri della famiglia. Una realtà poco conosciuta che può essere un'ancora di salvezza nei casi di necessità.
Oggi la "Società nazionale di Mutuo soccorso Cesare Pozzo" è la più grande società di mutuo soccorso esistente in Italia e porta il nome del suo primo presidente, un primo macchinista ferroviario, ispirato da ideali mazziniani prima e socialisti poi che si dedicò a organizzare i ferrovieri. L'attività della Cesare Pozzo è estesa a tutte le categorie e il rigore della sua gestione e la sua lunga storia la rende una alternativa di sicura affidabilità per un sostegno concreto alle famiglie.
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