Discesa negli inferi

di Oreste Parise

Mezzoeuro Anno IX num. 46 del 20/11/2010)

Rende, 19 novembre 2010

L'informatica al servizio dei Classici

Insegnare Dante con la fantasia e l'informatica. Interessante esperimento al Liceo Classico Gioacchino da Fiore di Rende. Gli alunni della IIH hanno realizzato un video sull'Inferno, un gioco didattico molto istruttivo che ha coinvolto l'intera classe.

Gli studenti della IIH del Liceo Classico “Gioacchino da Fiore” di Rende hanno presentato il 19 novembre un loro lavoro molto originale. Imparare divertendosi. Questa la ricetta adottata dalla loro docente di italiano, la professoressa Marietta Iusi che ha incoraggiato i suoi studenti a utilizzare le loro conoscenze informatiche per realizzare una presentazione multimediale dell'Inferno.

Il lavoro è stato realizzato in autogestione dagli studenti, con la docente che si è limitata alla funzione di stimolo e di supervisor con risultati che si possono definire stupefacenti, non solo per l'originalità dell'opera, ma soprattutto per la grande maestria con la quale hanno saputo utilizzare programmi come powerpoint o pivot.

L'Aula Magna dell'istituto era gremita di genitori e studenti accorsi in massa a gustare questa deliziosa realizzazione.

La professoressa Marietta Iusi ideatrice e coordinatrice del progetto racconta l'intera storia di questa avventura intellettuale.

Come nasce l'idea di trasformare Dante in un “gioco” multimediale?
Nel primo anno del liceo si studia l'Inferno. Nel corso dell'anno si arriva a studiarne una decina di canti. Per completare l'opera ho assegnato come compito estivo quello di leggere i rimanenti.
Lo hanno fatto per davvero, tra le distrazioni della spiaggia?
Nel complesso direi che sono stati bravi. Alcuni con maggiore impegno, altri in maniera un po' più approssimativa. Si rendeva necessario trovare qualche espediente per rendere interessante la Commedia e coinvolgere tutti. Mi è sembrato che la cosa più naturale era sfruttare la loro conoscenza informatica, che hanno sviluppato in maniera autonoma, con l'uso spasmodico del computer. Ormai fa parte della loro vita e non saprebbero farne a meno.
Si è pensato di coniugare l'informatica con la Commedia …
Per questa generazione è un mezzo naturale di rappresentazione, uno strumento molto flessibile che può adattarsi a qualsivoglia esigenza. Siamo partiti dai concetti chiave definendo le mappe dei personaggi, la legge del contrappasso, gli episodi più importanti, ma soprattutto i passi poetici più significativi. Ogni canto ha dei momenti di alto lirismo, mentre altri sono semplicemente di collegamento.
Quali programmi avete utilizzato e come sono stati scelti?
Non vi è stata alcuna scelta, tutto è venuto in maniera spontanea. Gli stessi alunni hanno deciso quale era il programma che sapeva utilizzare meglio e che gli consentiva una maggiore libertà di espressione. Alcuni hanno scelto movie-maker, altri powerpoint, altri pivot. Altrettanto spontanea è stata la formazione dei gruppi che hanno lavorato con entusiasmo e rapidità. Quando abbiamo visionato il risultato è sembrato superiore a ogni aspettativa, provocando una ondata di entusiasmo collettivo.
Così si è deciso di completare l'opera.
Esatto. Siamo partita in maniera sperimentale senza un disegno preciso, per approdare all'idea di realizzare una narrazione completa di tutto la cantica, in maniera personale e contestualizzata per offrire una chiave di lettura di un ragazzo che vive nel mondo di oggi con le sue problematiche. Non si è voluto riprodurre l'opera in maniera integrale, ma dare una idea completa con scene e rimandi del nostro tempo.
In che modo si è legata la Commedia all'attualità?
Ognuno ha utilizzato gli strumenti che gli parevano più consoni, immagini, video o cartoni tratti dal web, quadri e scene girati da loro stessi, musiche, spezzoni di film, scene di cronaca tratti dai tg, colonne sonore. Si sono divertiti molto, ma nello stesso tempo hanno avuto un chiaro sentore della modernità della Commedia, hanno realizzato che studiarla non è una costrizione inutile, ma un importante veicolo culturale il cui messaggio è valido ancora oggi a distanza di tanti secoli. Un aspetto singolare è l'aver tentato di descrivere la loro visione del diavolo oggi: una riflessione sul bene e sul male e come è cambiato il concetto di peccato e di trasgressione.
Si è seguita una sceneggiatura, un canovaccio?
In qualche caso, ma in genere è frutto di improvvisazione, di un percorso originale di ogni gruppo. Tra gli espedienti utilizzati vi sono il doppiaggio di scene di film noti, l'aggiunta di qualche verso a quelli danteschi come battuta dialogata in chiave canzonatoria, vignette umoristiche. Qualcuna veramente esilarante. Mi preme sottolineare ancora una volta lo spontaneismo con cui hanno lavorato, formando i gruppi, scegliendo i canti con uno spirito di collaborazione infragruppo e intergruppo veramente encomiabile.
Non vi è stata una coordinazione delle attività?
Una regia è necessaria per ricondurre ad unità tutto il lavoro di gruppo. Non sono stati dati indirizzi precisi, né delle chiavi di lavoro. Gli unici interventi sono stati quello di definire un canovaccio da seguire per la strutturazione di ogni singolo canto individuando quali sono gli assi portanti: i personaggi principali, in che cerchio siamo, quali sono i peccati e quali le pene e le parti più significative con i riferimenti storici richiamati. L'originalità è nel prodotto finale: un film godibilissimo.
Ogni gruppo si è limitato alla sua parte o ognuno è ha avuto conoscenza dell'intera opera?
Vi è stato un proficuo interscambio di competenze e di conoscenze. Sono intervenuti reciprocamente per correggere gli eventuali errori e dare un contributo per migliorare la presentazione.
Cosa avete realizzato come prodotto finale?
Un DVD dove abbiamo raccolto tutto il materiale prodotto e corredato anche dal backstage per dare una testimonianza del metodo di lavoro. Una testimonianza che costituisce anche un prezioso documento di questa interessante esperienza.
Il nostro obiettivo principale è stato quello di offrire un esempio agli alunni e ai genitori di cosa è possibile realizzare nella scuola quando si lavora con serietà e impegno. E con una grande flessibilità di orario poiché la fantasia e la creatività non sono definite in un preciso confine, ma hanno bisogno di una grande libertà. Abbiamo perso molto tempo, ma ho visto tutti i ragazzi entusiasti. Hanno lavorato tutti con passione. Si è creato un feeling nella classe, al di là dei voti e della disciplina, che costituisce un valore aggiunto di questo progetto. Abbiamo condiviso uno spazio di lavoro, creando un clima di cooperazione che è servito anche a cementare i rapporti personali.
Questa è una esperienza unica o avete intenzione di applicare lo stesso metodo ad altri casi, come i Promessi Sposi, ad esempio?
Io amo ripetermi, magari cambiando soggetto. L'esperimento è stato molto positivo e sembrerebbe scontato continuare con le altre due cantiche del Purgatorio e del Paradiso, ma non è detto. Lo decideremo insieme con i ragazzi, magari di qualche altra classe. Questi ragazzi hanno dimostrato una conoscenza del computer e una familiarità con l'informatica che va al di là di qualsiasi certificazione ECDL. Noi dobbiamo utilizzare i loro entusiasmi per coniugarli con la classicità, altrimenti resteranno sempre due mondi separati. Sono convinta che il pensiero classico fornisce una chiave di lettura anche del mondo contemporaneo. I progressi tecnici e scientifici sono stati enormi, ma l'uomo è mosso dalle stesse pulsioni e si pone le stesse domande di molti secoli fa.

C OP Y R I G H T

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