Tanto rumore per nulla?di Oreste Parise Mezzoeuro Anno IX num. 47 del 27/11/2010) |
Rende, 25 novembre 2010
Ai nastri di partenza la ristrutturazione finanziaria delle imprese
L'attuazione del POR 2007/2013 è in forte ritardo e le imprese sono in crisi. Si cerca di ovviare con un intervento teso a migliorare i loro bilanci, ma le risorse sono scarse e le procedure defatiganti.
Alla fine di ottobre è stato approvato, sotto l'impulso del Consiglio Regionale, un bando a valere sulle risorse europee per aiutare le imprese a superare questo difficile momento congiunturale. Lo stesso decreto dirigenziale del 22 ottobre del Dirigente Generale del Dipartimento Attività Produttive, Rosaria Russo dichiara che la finalità è quella sostenere lo sviluppo delle imprese calabresi.
Possono, infatti, beneficiare di tale forma di agevolazione tutte le “Pmi” in difficoltà, le micro, piccole e medie imprese industriali, commerciali e di servizio costituite anche in forma cooperativa, ivi incluse le imprese artigiane, che abbiano sede legale nella Regione Calabria all'atto della presentazione della domanda. Sono escluse sole le imprese agricole, del settore carbosiderurgico e della pesca che godono di un regime particolare.
Nel bando Ë precisato che “Impresa in difficoltà” indica una PMI che soddisfa le seguenti condizioni:
a) qualora, se si tratta di una società a responsabilità limitata, abbia perduto più della metà del capitale sottoscritto e la perdita di più di un quarto di detto capitale sia intervenuta nel corso degli ultimi dodici mesi;
b) qualora, se si tratta di una società in cui almeno alcuni soci abbiano la responsabilità illimitata per i debiti della società, abbia perduto più della metà del capitale, come indicato nei conti della società, e la perdita di più di un quarto di detto capitale sia intervenuta nel corso degli ultimi dodici mesi;
c) indipendentemente dal tipo di società, qualora ricorrano le condizioni previste dal diritto nazionale per l'apertura nei loro confronti di una procedura concorsuale per insolvenza.
Una pmi costituitasi da meno di tre anni non è considerata un'impresa in difficoltà per il periodo interessato, a meno che essa non soddisfi le condizioni previste alla precedente lettera c);
L'intervento, finalizzato a rispondere alla crisi che ha colpito pesantemente gli equilibri economici e reddituali delle imprese calabresi prevede contributi in conto interesse per: 1) il consolidamento a medio termine delle passività a breve a titolo oneroso (debiti verso banche entro l'esercizio); 2) il consolidamento a lungo termine di passività a medio a titolo oneroso (mutui e altri debiti verso banche).
Nello stesso bando è esplicitamente dichiarato che “sono escluse dalle agevolazioni le imprese in difficoltà o in stato di liquidazione volontaria”, con una palese contraddizione con le finalità dell'intervento. Si è forse trattato di un lapsus calami, poiché questa dizione annullerebbe tutta la costruzione normativa per la concessione del contributo.
Il bando è “a sportello” valutativo fino a esaurimento della dotazione finanziaria stanziata dalla Regione, pari a otto milioni di euro. Questo significa che le richieste saranno esaminate secondo l'ordine di presentazione fino ad esaurimento dei fondi. Le domande presentate nel giorno in cui sarà accertato l’esaurimento dei fondi, andranno a riparto.
Qual è il motivo di tale procedura un po' insolita per operazioni alquanto complesse? Vi sono due motivi fondamentali. In primo luogo il 31 dicembre prossimo scade il termine per il Regime “de minimis” dell'Unione Europea che consente aiuti alle imprese fino alla concorrenza di cinquecentomila euro, senza dover chiedere alcuna forma di autorizzazione alla Commissione. Il secondo motivo è dato dal grave ritardo accumulato nell'utilizzazione di fondi europei, siamo a metà del settennio 2007/2013 e ancora il meccanismo di spesa stenta a partire.
Come si legge nello stesso bando “la mancata apertura del bando “Ristrutturazione Finanziaria” prima di detta scadenza, non consentirebbe alle imprese di utilizzare poi altri strumenti contenuti nel POR 2007/2013 (che prevedono quale elemento discriminante proprio la solidità finanziaria delle imprese partecipanti), con conseguente mancato raggiungimento degli obiettivi dipartimentali sull’utilizzo dei fondi stessi”. Lo stesso Dipartimento considera questa operazione come una fase propedeutica alla possibilità di accelerare l'attuazione del POR, poiché la crisi ha inciso in maniera molto pesante sul sistema imprenditoriale calabrese. Lo stesso dipartimento è ben conscio di questa eventualità: “Si corre il rischio di assistere al fallimento di tutto il sistema POR per mancanza d’imprese che abbiano i requisiti tecnici per la presentazione di piani d’investimento. “Il mancato adeguamento delle imprese a (Basilea 2) comporterebbe una ricaduta negativa sul sistema economico calabrese, tale da obbligare la Regione a dover stanziare maggiori quantità di fondi rivolte alle imprese sempre più in crisi”, si legge nella premessa al bando.
Le cronache giudiziarie recenti confermano ancora una volta che la discesa degli imprenditori del Nord non rappresenta un grande vantaggio per lo sviluppo della nostra regione, poiché per gran parte di tratta di “prenditori”, spesso truffaldini.
E' necessario fare affidamento sulla sana imprenditoria locale piuttosto che aspettarsi miracoli.
L'operazione è congegnata nel seguente modo. Le imprese interessate devono presentare domanda di finanziamento alle banche, le quali devono decidere autonomamente se accogliere la richiesta. Una volta deliberata l'operazione, devono inoltrarla alla Fincalabra spa, che quale soggetto attuatore dovrà provvedere alla concessione del contributo previsto.
La scelta della Fincalabra quale soggetto attuatore è dovuta alla sua natura di ente “in house” della Regione Calabria, che detiene la totalità del suo capitale sociale. Il recente rinnovo della governance, che ha portato il presidente dell'Associazione regionale degli industriali al vertice della società, impone al consiglio appena eletto un compito molto arduo e impegnativo, poiché assume un ruolo attivo e decisivo nella decisione sulla concessione delle agevolazioni alle imprese. Il Consiglio di Amministrazione di Fincalabra alla sua prima riunione presieduta dal nuovo Presidente Umberto De Rose, e alla presenza dei componenti Antonio Idone, Leonardo Molinaro, Giuseppe Petronio e Flavio Talarico, ha preso atto con soddisfazione della Giunta Regionale n. 641 del 28 sett 2010 con la quale è stata nominata Fincalabra spa, quale soggetto attuatore per la concessione di aiuti a finalità regionale relativi al Bando di “Ristrutturazione finanziaria delle aziende calabresi”.
L'intervento delle banche, è uno dei punti dolenti di tutta la costruzione normativa. Intanto perché sono ancora poche le banche che hanno firmato la convenzione, in pratica le sole Banche di Credito Cooperativo ( Banca Carime, Federazione BCC Calabria, Banca Popolare del Mezzogiorno, Banca Popolare di Bari).
Gli istituti maggiori sono molto prudenti, poiché considerano molto rischiose operazioni di questo tipo. Le statistiche delle concessioni creditizie dell'ultimo biennio testimoniano l'estrema prudenza degli istituti. Al cospetto di situazione di crisi aziendali preferiscono la cartolarizzazione dei crediti, piuttosto che rischiose operazione di consolidamento che protraggono nel tempo le difficoltà.
Inoltre queste devono decidere tenuto presente le rigide prescrizioni di Basilea-2, che pongono molti paletti alla concessione di finanziamenti alle imprese in crisi. Il nocciolo del problema risiede tutto nelle garanzie che una impresa in difficoltà difficilmente riuscirà a dare, poiché significa che ha esaurito tutto il suo merito creditizio. La stessa Fincalabra potrebbe intervenire attraverso i Confidi, ma nulla è specificato nel bando, salvo il contributo di cui si dirà a breve, e non Ë destinato alcun importo a questo scopo.
Le operazioni previste nel bando sono i finanziamenti concessi da Banche alle PMI destinate a:
Le operazioni proposte dalle imprese non potranno superare il limite di complessivi 1.500.000 euro di finanziamento per le PMI industriali e 300.000 euro per le imprese micro ed artigiane. Le domande di ammissione dovranno essere corredate da un piano di ristrutturazione finanziaria redatto e sottoscritto da un professionista iscritto all’ordine dei dottori commercialisti, sulla base della modulistica predisposta dalla Fincalabra. Per la prima volta l'asseveramento dello stato finanziario delle imprese è affidato ai professionisti, che sono anche i consulenti delle stesse aziende.
Le agevolazioni a favore delle imprese sono costituite da un contributo in conto interesse e dalle spese d’istruttoria e del rilascio della garanzia.
In quanto ai primi, la Regione si fa carico degli interessi per un periodo pari a 60 mesi comprensivi un periodo di preammortamento non superiore a 12 mesi, indipendentemente dalla durata effettiva delle operazioni di riscadenzamento. Il contributo agli interessi è calcolato al 100% del tasso di riferimento vigente alla data di arrivo della richiesta d'intervento alla Fincalabra (per il corrente mese di novembre esso è pari al 4,23% per il settore industria e commercio e al 4,23 per il settore artigianato). Il contributo è erogato all’impresa beneficiaria in unica soluzione in via anticipata, per il tramite della Banca che ha erogato il finanziamento.
All'impresa è inoltre riconosciuto il rimborso fino all’80% degli oneri sostenuti per l’accesso alla garanzia da parte dei Confidi regionali entro il limite massimo di 5.000 euro. Un ulteriore 0,5% è da calcolare sul totale del finanziamento concesso (nel limite massimo pari ad Euro 3.000,00) quale una tantum, inerenti alle spese sostenute dall’impresa per la redazione e l’asseveramento del piano di ristrutturazione finanziaria. Entrambe le somme saranno erogate all’impresa beneficiaria per il tramite della Banca, in unica soluzione. Il contributo complessivo non potrà superare il limite di 500.000 imposto dai regolamenti europei per la regolamentazione del regime “de minimis”.
La copertura finanziaria è pari a otto milioni di euro, dei quali la metà destinati alle piccole e medie imprese e l'altra metà alle imprese micro e artigiane. L'interrogativo è se questa somma è sufficiente a soddisfare il fabbisogno finanziario delle imprese calabresi. Nello stesso bando si legge, infatti, che “il mancato adeguamento delle imprese a Basilea-2 comporterebbe una ricaduta negativa sul sistema economico calabrese, tale da obbligare la Regione a dover stanziare maggiori quantità di fondi rivolte alle imprese sempre più in crisi”.
Se ipotizziamo che le imprese ricevano un contributo medio complessivo di 50.000 euro, si riescono a soddisfarne 160; per arrivare a 800 imprese bisogna scendere a una media di 10.000 euro.
Tanto rumore per nulla?
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