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Oplà, Misiti se ne va

Mezzoeuro Anno X num. 5 del 5/2/2011


Rende, 3/2/2011

Ennesimo cambio di casacca del politico calabrese esperto di idraulica, ingegneria meccanica e incremento dei propri interessi

Con un'accorata lettera il non poco onorevole Aurelio Misiti parlamentare calabrese dalle multiple appartenenze ha comunicato alla vigilia del voto i parlamento per l'autorizzazione a perquisire l'ufficio idei bonifici del Cavaliere ha spiegato a Raffaele Lombardo presidente della Giunta regionale siciliane e presidente dell'MPA le nobili ragioni che lo hanno portato a parcheggiarsi momentaneamente nel gruppo misto in attesa di ricevere l'auspicato incarico prima di approdare tra le file berlusconiano. La sua sofferenza a rimanere nel movimento autonomista, spiega Misiti, va ricondotta al mancato rispetto degli impegni assunti da Raffaele Lombardo di concedere piena autonomia ai partiti regionali e in particolare all'aver preso decisioni senza preventivamente discuterne negli organismi di partito. La lettera si chiude con l'auspicio che i rapporti personali possano rimanere impregiudicati e da buon meridionale non tralascia di fare gli auguri di buona fortuna anche alla famiglia.

La molto onorevole carriera di un grand commis prestato alla politica

Ma chi è Aurelio Misiti? Un notabile politico alla ribalta regionale ormai da qualche decennio. Un servitore della patria sempre alla ricerca di una nobile causa. Purché ben retribuita. L'impellenza di essere sempre al servizio di qualcosa o di qualcuno. Purché abbia un portafoglio a mantice. Il nostro inizia da comunista. Una carriera fulgida e fulminante. Nel 1969 è segretario generale della Cgil Scuola-Università, una vita piena di idee e di ideali.

Il partito lo porta alla presidenza dell'Acea nel 1983. Un incarico niente male, in quanto a retribuzione. Del suo passaggio non se ne ricorda nessuno, ma serve a consolidare un prestigio. Diventa preside della Facoltà di Ingegneria dell'università La Sapienza di Roma nel 1991, e il Tribunale di Roma lo incarica di presiedere il Collegio Internazionale di periti per il disastro di Ustica. Diventa un benemerito dell'esercito con la sua relazione assolutoria ed entra nella zona grigia della politica.

Il presidente del Consiglio dell'epoca è il gran prestidigitatore Lamberto Dini, il quale lo nomina presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Tra i due c'è una simbiosi di idee e di sentimenti, lo stesso spirito avventuriero, la stessa voglia di mettersi continuamente alla prova con nuovi compagni di cordata. I loro meriti non vengono mai adeguatamente riconosciuti, questo è il punto. Silvio Berlusconi gli conferma l'incarico nel 2001, nominandolo Commissario Straordinario per le Grandi Opere del Sud. Un colpo di fulmine. Si vota alla causa del Cavaliere e viene nominato assessore ai Lavori Pubblici nella gloriosa giunta Chiaravalloti. In qualità di tecnico, ma la sua anima è libera. Al fallimento di quell'esperienza si chiama fuori poiché la sua è una partecipazione tecnica, è stato animato da spirito di servizio. Frattanto spira un'aria di sinistra ed eccolo a fianco di Loiero, lo segue nel Partito Demotratico Meridioanle, poi nel PD, ma sempre in bilico. Qualcuno dimentica i suoi meriti e le sue capacità e via in una nuova avventura.

Nel 2006 è eletto deputato nell'Italia dei Valori, subito nominato Segretario regionale per i suoi meriti politici, per la coerenza e la dedizione alla causa di un antiberlusconismo inossidabile. Nel 2008 viene rieletto, ma è inquieto. Dopo nottate passate a tormentarsi che nemmeno l'Innominato manzoniano ha mai vissuto, nel tormento passa al Movimento per le Autonomie di Raffaele Lombardo, e ne diviene addirittura portavoce. Inizia una nuova stagione in bilico, in un cono d'ombra che lo infastidisce e così viene nuovamente colpito dalla luce abbagliante del Cavaliere che rischia di essere disarcionato. Ancora ha tante frecce al suo Arcore, ministeri vacanti, sottosegretari a bizzeffe. Oplà un bel salto e si ritrova nel gruppo misto, pronto responsabilmemte a fare il salto della quaglia tra i responsabili. In aula dà una mano così tanto per un assaggio del futuro prossimo venturo. Un lauto incarico. Ministro o sottosegretario. Presidente di qualche ente inutile va bene lo stesso. Purché ben retribuito, questo è il punto. E vengano riconosciuti i suoi meriti di trasformista DOC, abituato ai salti nel vuoto, spericolato a districarsi tra ideali e ideologie. Passerà al Pdl. Da ministro. O si iscriverà prima per avere la cadrega. Non sono discorsi questi. E' come chiedere se nasce prima l'uovo o la gallina. Lui è sempre là, al centro. E' il mondo che gli ruota attorno e qualche volta gli fa venire il mal di capo. Visto in TV appare triste, conscio della grave responsabilità che gli sta per cadere addosso per l'ennesima volta. Una vittima del fausto destino, che si sacrifica per tutti noi.

Noi faremo una figura di merda. Se dovesse inciampare il Cavaliere, Lui è pronto per un assessorato nella prossima giunta regionale. Di destra o di sinistra, non importa. Al servizio del popolo. Sempre.

L'Orlandino furioso

La reazione di Orandino Greco, non si fa attendere e assume la forma di un comunicato stampa:

''Apprendo con sgomento dalle pagine di Repubblica il possibile passaggio dell'on. Misiti nel Pdl in cambio di un posto di governo. Finalmente, dunque, la maschera che in questi mesi, Misiti aveva mal celatamente indossato, viene fuori. Finalmente, l'ing. Misiti libera un partito politico, l'MPA, dall'imbarazzo e dall' impasse nel quale l'aveva catapultato. Finalmente Misiti ha mostrato quanto vale e quanto è il suo prezzo nel mercato della politica, quanto costa il suo cambio di maglia. Abbiamo fatto male ad accogliere nel nostro partito un voltagabbana di questo calibro, anche luce di un passato, il suo, che e' ricco solo di sconfitte e di giravolte che di politica, quella vera, non hanno nulla. Misiti rappresenta il classico esempio di avventuriere politico disperato, ossessionato dalla sete di potere, pronto a vendere, come commissario regionale della Calabria dell'MPA, un patrimonio politico solo e semplicemente per soddisfare la propria ingordigia. Ha dimostrato, infatti, di essere asservito alle logiche di un padrone che pensa, attraverso argomenti certo piu' sostanziosi, di poter comprare tutto e tutti. In tutto questo però c'è qualcosa di positivo: solo ora, infatti, il Movimento per le Autonomie è nelle condizioni di ripartire dall'azione che ha visto tanti giovani, uomini e donne battersi per costruire un forte partito autonomista che difenda il Sud e lo proietti in una logica europea. Un incidente di percorso, utile, quello di Misiti, perché dà insegnamento per il futuro''.


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