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La politica al riparo da ogni ideologia
di Oreste Parise
Mezzoeuro Anno X num. 7 del 5/3/2011
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Rende, 17/2/2011
Giovani alla disperata ricerca di uno spazio
politico. Partiti e movimenti che vanno e vengono. L'ipotesi della
polarizzazione della rappresentanza politica sembra lontana dalla capacità di
cogliere le multiformi sfumature di una realtà complessa come quella italiana.
Parla Francesco Plastina, studente universitario di Relazioni Internazionali
alla facoltà di Scienze Politiche dell'Unical. Commissario Provinciale
giovanile dell'MPA, il movimento autonomista che aveva destato molto interesse
nelle scorse elezioni provinciali. Sembra passato un secolo.
- Alla sua giovane età commissario?
- Siamo un movimento in forte crescita e abbiamo bisogno di una
organizzazione forte. Ancora non abbiamo celebrato il nostro congresso
provinciale, ma registriamo grande entusiasmo soprattutto giovanile. Ma
registriamo un interesse su tutto il territorio provinciale. A Rossano,
dove vi è una presenza vivace dell'MPA, recentemente abbiamo nominato
Giuseppe Felicetti quale responsabile giovanile e un Alessandro Bloise,
coordinatore delle politiche sociali.
- Cos'è oggi l'MPA qui a Cosenza, in termini numerici e di rappresentanza
politica, il passato, il presente o il futuro?
- Sono convinto che rappresenta una larga fetta di futuro, perché il
movimento ha conosciuto una crescita esponenziale dal 2008. Soprattutto
nelle ultime elezioni provinciali ha fatto registrare un risultato
eccezionale, superiore al 4% pari a circa diciassettemila voti e hanno
portato Orlandino Greco alla presidenza del Consiglio provinciale. Un
risultato eccezionale, al di sopra di ogni più ottimistica previsione.
Più che un partito vogliano essere un movimento per il rinnovamento della
politica locale.
- Proprio quel successo ha provocato una crisi d'identità perché non si sa
qual'è l'anima di questo movimento, la sua collocazione nello scenario
politico. Cosa lo differenzia dalle altre formazioni politiche?
- Vogliamo essere un partito senza una ideologia, ma con una forte
connotazione territoriale. Per le alleanze, le azioni concrete sono
decise sulla base di un programma che tenga conto delle esigenze e delle
specificità del territorio. L'MPA non guarda all'ideologia, guarda al
territorio.
- E' proprio il rifiuto delle ideologie che ha
portato a questa crisi profonda della politica, che ha provocato la
difficoltà dell'identificazione, l'affievolirsi del senso di appartenenza.
- Il crollo della prima repubblica ha prodotto una
crisi dei valori e delle ideologie e da qui sorge la necessità di una
nuova rappresentazione della società.
- La crisi avrebbe dovuto produrre la ricerca di
nuovi valori e nuovi modelli di riferimento politico e non la distruzione di
ogni riferimento politico. L'assenza di ideologia provoca la mancanza di
modelli, senza un progetto è impossibile immaginare un futuro.
- L'MPA ha un progetto che prescinde dalle ideologie. Noi lottiamo per la
valorizzazione, la salvaguardia, la tutela del territorio, la gestione
costruttiva del territorio; è questa la nostra ideologia. L'MPA punta
sulla crescita del territorio, è il partito delle autonomie che lascia
ampia libertà di scelta alle rappresentanze locali. Noi partiamo dal
presupposto che pure nella nostra realtà cosentina, le esigenze di
Rossano e Corigliano differiscono da quelle dell'area urbana cosentina.
Noi crediamo che ogni territorio ha delle peculiarità che bisogna
difendere e valorizzare.
- Che differenza c'è rispetto al partito del fare,
che parte da presupposti molto simili, privilegia l'azione concreta alle
sofisticazioni ideologiche, ma si è passati dal fare al malaffare, al farsi i
fatti propri ... Quando la politica si svolge su un piano di concretezza, ci
troviamo di fronte a deviazioni a cui non sappiamo dare risposte.
- Il governo del fare si è dimostrato essere solo uno slogan. Ma se
guardiamo alla realtà del nostro territorio, vi sono tante situazioni
diverse che meritano di essere gestite. Finora l'unica vera presenza
nelle istituzioni è quella di Orlandino Greco, che non ha neanche un
ruolo esecutivo. per cui non abbiamo avuto l'opportunità come movimento
di dimostrare concretamente le nostre capacità amministrative. Siamo un
movimento giovani composto in gran parte di giovani e possiamo offrire un
modello di comportamento diverso rispetto a questa gerontocrazia politica
che ha suddiviso il territorio regionale in feudi elettorali. Noi
chiediamo alla gente di essere messi alla prova, di poter dare il nostro
contributo al rinnovamento della politica. Più che interessarci dei
problemi macroeconomici, di grandi temi politici, vogliamo offrire una
risposta ai tanti problemi quotidiani, alle difficoltà della gente.
- Il nodo principale è il metodo di scelta della
classe dirigente. L'assenza di ideologie consente una transumanza politica
libera. Aurelio Misiti, ultimo arrivato nel movimento, è finito per
diventarne il massimo rappresentante a livello regionale per investitura. Un
rapido passaggio verso altri lidi ... Il trasformismo è un male endemico
privo di qualsiasi sanzione morale.
- Purtroppo oggi si cambia partito come se si cambiasse squadra di
calcio, facendo quattro conti per valutare l'interesse personale. Basti
pensare al caso Scilipoti passato dall'Idv a Berlusconi in una notte.
Abbiamo l'esigenza del rinnovamento in profondità della classe politica e
questo non si ottiene con una semplice equazione anagrafica. Vi sono
tantissimi giovani che ragionano da vecchi e tantissime persone con
esperienza che hanno idee giovani.
- Giovanni XXIII aveva più di ottant'anni quando è
stato eletto Papa ...
- Come è scelta la classe dirigente dell'MPA, in che cosa si differenzia
dagli altri partiti e movimenti? Non è che anche esso è in mano a una
gerontocrazia autoreferenziale?
- L'MPA si sforza di creare una nuova classe dirigente. La scelta di
Aurelio Misiti è nata dalla sua disponibilità di dare un contributo alla
crescita di questa terra. L'MPA rappresentava lo strumento per
l'espletamento della sua azione a favore della Calabria.
- Lo stesso contributo che ha dato nel PCI poi nel PdL, nel PDM di Loiero,
nel PD, poi in Italia di Valori per finire con voi. Non so se ho omesso
qualche sigla, ma è un bel curriculum, ricco di esperienze. Il trasformismo
paga sempre.
- Sono assolutamente contrario alla pratica trasformista, né condivido il
percorso di Misiti. Bisogna fare maggiore attenzione quando si valutano
le persone idonee a ricoprire certi incarichi. E' stato un errore che
difficilmente si ripeterà
- Che importanza ha la coerenza in politica?
- Credo che debba tornare a essere una qualità fondamentale e apprezzata.
Lo scenario attuale è deprimente, non dà una bella immagine della
politica. Noi offriamo una classe politica giovane, non contaminata da
pratiche trasformiste, decise a rinnovare nel profondo la rappresentanza.
Già dalle elezioni provinciali ci siamo posti l'obiettivo di offrire agli
elettori liste pulite, uomini e donne con competenze professionali e
esperienze tale da garantire un contributo positivo alla gestione della
cosa pubblica. Abbiamo voluto e preteso che non ci fossero contaminazioni
criminali e questa scelta è stata condivisa dai vertici del partito.
- Qual'è il confine tra il privato e il pubblico in politica?
- Il limite è fissato dagli incarichi e dai doveri istituzionali che ogni
uomo politico è chiamato a ricoprire. Quando si crea confusione tra i
doveri istituzionali e comportamento individuale occorre fare un passo
indietro. Nella propria vita privata ognuno è libero di fare ciò che
vuole fin quando non commette un reato, però si ricopre un ruolo in
rappresentanza di un intero paese o di una comunità deve essere
consapevole che deve attenersi a delle regole di comportamento poiché la
sua immagine si riflette su ciò che egli rappresenta. VI sono dei dovere
e degli obblighi morali associati a qualsiasi funzione di responsabilità.
- Qual'è l'atteggiamento dell'MPA verso le rivendicazioni federaliste della
Lega, si arriva al ridicolo del federalismo municipale, come se ogni
municipio fosse uno stato. Non si capisce cosa significa federalismo dei
municipi, a meno di non voler ritornare all'Italia dei comuni ...
- E' una concezione medioevale che rifiutiamo. E' chiaro che l'MPA punta
all'autonomia dei territori. Noi ci richiamiamo all'articolo 5 della
Costituzione nel quale è sancito che "la Repubblica promuove le autonomie
locali". Non ci riconosciamo nel federalismo leghista che vuole dividere
il territorio, una concezione che non ha eguali in Europa.
- Ma cos'è il federalismo. Dovrebbe essere l'unione di più stati. Ma dove
sono questi stati, bisogna crearli, bisogna prima smembrare questo stato
unitario.
- Nel Risorgimento si parlava di federalismo, in particolare dagli
studiosi meridionali che volevano difendere il più importante e ricco
degli stati preunitari. E' stato il Piemonte a impedirlo e a volere la
creazione di uno stato unitario e centralizzato.
- Perché dobbiamo parlare di federalismo e non di autonomie locali, di
decentramento amministrativo.
- E' proprio questo che ci differenzia dalla Lega Nord. Noi vogliamo
valorizzare le autonomie locali, perseguire una politica di decentramento
amministrativo per una responsabilizzazione della politica nei confronti
della comunità. La Lega Nord ha creato una ideologia dal nulla, una
identità locale inesistente. La Padania è solo nell'immaginario leghista,
ma non esiste e non è mai esistita.
- A quarant'anni dall'istituzione delle regioni occorrerebbe qualche
riflessione su quell'esperienza per decidere il percorso da seguire. Non mi
sembra che sia tutto positivo.
- Vi sono grandi sprechi legati all'esperienza regionale, tuttavia sono
state una grande palestra per poter sperimentare un governo autonomo del
territorio. Dobbiamo correggere i molti errori, ma un ricambio della
classe dirigente potrebbe rivelarsi come l'occasione giusta per un cambio
di marcia. Fin qui si sono sprecate molte risorse in una politica di
incentivazione alla sviluppo con risultati molto scarsi se non nulli.
- Cosa le fa pensare che i nuovi fondi europei possono rappresentare una
svolta?
- Fin qui ci siamo trincerati dietro l'alibi di una legislazione che ci è
piovuta dall'alto di decisioni prese in sede ministeriale. Dobbiamo
liberarci di questo alibi e assumere in prima persona le responsabilità.
Abbiamo questa ultima occasione e non possiamo sprecarla. Solo in pochi
periodi la Calabria ha conosciuta una fase di crescita sostenuta. Bisogna
assolutamente fare qualcosa. Noi chiediamo responsabilità ed essere
giudicati per quello che riusciremo a fare.
- Quello che si sta prospettando è una decurtazione delle risorse dei
territorio più deboli, chiedendo poi a questi di provvedere da soli al
soddisfacimento dei bisogni della collettività.
- E' una politica incoerente, con una mano si taglia e con l'altra si dà.
Basti pensare all'ICI, abolita ieri e oggi la si vuole introdurre
nuovamente come IMU, che è una imposta con una ampia discrezionalità di
aliquote da parte delle comunità locali. Berlusconi ha costruito il suo
consenso elettorale. Il federalismo leghista è un federalismo dannoso per
come è stato impostato poiché manca totalmente la componente solidale.
Noi ci riconosciamo nello Stato, che è e deve restare unitario.
- Cosa farà l'MPA nelle prossime elezioni amministrative? Ha una sua
identità, una sua proposta o è alla ricerca di un matrimonio per aggregarsi a
un polo?
- A livello nazionale vi è una forte possibilità che l'MPA entri a far
parte del terzo polo. Si era paventata la possibilità di proporre questo
schema anche a livello locale. Noi siamo convinti che qui dobbiamo
attuare una politica più realista e confrontarci con i problemi concreti
dei vari territori. Dobbiamo verificare se maturano convergenze su
Cosenza e Rende, o anche su Rossano, per limitarci a qualche esempio o
nelle realtà più piccole dove si andrò a votare. Una convergenza da
costruire sulla piattaforma programmatica, sull'identità di un progetto
di sviluppo territoriale. VI sono varie ipotesi in gioco e stiamo
valutando il comportamento da tenere.
- Siete quindi disponibili a fare coalizioni con qualsiasi partito o polo
se trovate una base programmatica condivisibile?
- Certo, noi privilegiamo i bisogni del territorio rispetto
all'appartenenza politica.
- Non crede che i programmi sono specchietti per le allodole da utilizzare
alla bisogna, e all'atto pratico non servono a niente?
- Una delle poche cose positive della Lega è quello di aver creato un
senso di appartenenza dei cittadini al territorio, vogliamo ricercare la
nostra identità meridionale che abbiamo perduto. Noi vogliamo creare
questa identificazione politica rappresentando i concreti problemi delle
comunità locali e dando risposte ai loro bisogni.
- Cosa farà l'MPA il 17 marzo, celebrerà l'Unità d'Italia?
- Noi ci riconosciamo nell'Unità nazionale,
ma la storia che ci hanno raccontato non è la vera storia, che viene
scritta dai vincitori. Il Regno delle Due Sicilie ha perso storicamente,
però la storia parla di un milioni di morti meridionali, di un campo di
concentramento a Fenestrelle in Piemonte, di una politica di repressione
del brigantaggio che in realtà voleva annientare i cosiddetti resistenti,
una guerra che si è consumata nell'arco di dodici anni, parla di una
politica economica per smantellare la struttura industriale del
Mezzogiorno per ricostruirla al Nord, parla di un Piemonte che aveva un
trentaduesimo della ricchezza del Regno delle Due Sicilie, di un enorme
debito pubblico del nuovo stato ripianato con il tesoro napoletano. Le
province campane continuavano a mantenere un tasso di sviluppo superiore
a quello del Nord industriale ancora dieci anni dopo l'unificazione. Il
17 marzo dobbiamo prendere coscienza del nostro passato per trovare la
forza di riprendere in mano le chiavi del nostro futuro. Oggi siamo
un'area depressa, ma abbiamo avuto momenti migliori. E' arrivato il
momento di riprendere il cammino di sviluppo con la valorizzazione del
nostro territorio.
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