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A Rende c'è anche il futuro
di Oreste Parise
Mezzoeuro Anno X num. 15 del 16/4/2011
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Rende, 15/3/2011
All'Hotel Majorana di Rende presentazione della
lista di Futuro e Libertà con l'intervento dell'instancabile Angela Napoli. Un
esperimento inedito, forse velleitario. Tante facce nuove, una simpatia
trasversale che attraversa tutti gli schieramenti. Voglia di politica per
ritrovare i valori perduti. Kamikaze o eroi? Rischiano di essere stritolati dal
meccanismo elettorale che provoca una forte polarizzazione dei
consensi
Francesco Siciliano è la vittima designata per partecipare al sacrificio
elettorale. Un giusto concentrato di gioventù ed esperienza professionale e una
carriera politica solo abbozzata. La figura adatta per una operazione di
rinnovamento: l'età europea all'iniziazione politica, sulla scia dei Gonzales,
Aznar e Zapatero in Spagna, Tony Blair e Cameron in Inghilterra, Angela Merkel
in Germania ...
Nella sfida a quattro che si profila a Rende, sulla carta sembra il
candidato più debole, una partecipazione à la De Coubertin. Almeno nei
pronostici nessuno lo immagina vincente o in ballottaggio. Qualche idea anche
un po' originale come la "rotazione formativa" delle cariche. Gli
eventuali eletti dovranno presentare le dimissioni per consentire a quelli che
seguono di poter fare esperienza attiva nelle istituzioni. Un corso accelerato
per la formazione di una classe dirigente. Le idee contano molto poco nelle
scelte degli elettori. Purtroppo. Finora è prevalso il rifiuto della politica
che si manifesta in maniera inequivocabile nell'astensionismo. Quello è il
bacino di consensi che potrebbe provocare una rivoluzione.
Eppure la sua avventura assume un significato che va al di là del confronto
amministrativo. Dopo un ventennio, la politica potrebbe rimettersi in
movimento, con i rumor fatti circolare dallo stesso premier di una sua
possibile consegna del testimone. Forse Angelino Alfano è un ballon d'éssai
"per vedere di nascosto l'effetto che fa", come canterebbe Enzo Jannacci. Eppur
si muove. La piccola pattuglia dei futuristi potrebbero scrivere qualche pagina
del futuro equilibrio. E la partita si gioca ora alle amministrative, poiché un
eventuale flop potrebbe risultare esiziale per le ambizioni del lider maximo,
Gianfranco. Una partita molto rischiosa giocata su un terrono molto infido
com'è quello del confronto locale, afflitto da una pletora di candidati che
sfalsano il gioco delle preferenze logiche ed ideologiche. Prevale il legame
personale, spesso clientelare, la gestione del potere, la presunta capacità di
risolvere i piccoli problemi del quotidiano. La legalità, la giustizia, la
Costituzione sembrano temi lontani, lunari visti con lo specchio deformante del
confronto locale.
Si gioca a Rende e in tanti altri comuni, ma la partita vera è altrove. La
presenza di Angela Napoli all'Hotel Maiorana di Rende costituisce un segno
tangibile dell'importanza che si vuole attribuire a questa competizione e ai
suoi possibili esiti.
Anche a Cosenza Sergio Nucci veste la casacca finiana per una corsa
solitaria e tenta lo stesso esperimento di voler rappresentare una rottura con
le coalizioni tradizionali, in un constesto dove il terzo polo si è fatto in
quattro per trovare un accomodamento: l'API che appoggia Perugini, l'MPA si
affianca a Paolini e l'UDC ha una santa alleanza con Mario Occhiuto. Una prova
di spappolamento da manuale, per affrontare uniti la battaglia di Stalingrado
delle politiche! Questo è il bello della diretta.
In sala si percecipisce l'entusiasmo dei neofiti, la sfida dei principianti
nella loro prima vera partita in un torneo professionista. L'esito è
scontato?
Intervista a
Francesco Siciliano, candidato sindaco a Rende del Fli
- Candidato sindaco a Rende. Con quale obiettivo, quale finalità?
- Parto da una premessa. Sono nato a Rende e il sogno di diventare
sindaco della mia città e una fantasia infantile. Il proprio paese sta
nell'inconsio collettivo di tutti noi. Quandol'on. Napoli me lo ha
proposto ho accettato con entusiamo, anche e soprattutto perché FLI porta
avanti un progetto politico nazionale, quello di affermare che il Re non
sia al di sopra della legge,che l'eletto non sia al di sopra della legge
e quindi poter lottare anche sul territorio per l'affermazione delle
regole.
- È una candidatura disperata?
- Una candidatura di speranza, direi. Sta nella logica delle cose di chi
non ha gestito potere, di chi non ha seguito elettorale, chi non ha
possibilità di far valere le proprie ragioni. Noi ci rivolgiamo al voto
di opinione, a coloro che continuano a credere nella politica con la P
maiuscola.
- Disperata nel risultato, poiché il risultato atteso non può contemplare
una vittoria.
- Noi giochiamo la nostra partita e siamo sicuro di poter avere una buona
affermazione. Poi i candidati a sindaco sono quattro e in un eventuale
ballottaggio potremo sicuramente essere determinanti. Saranno gli
apparentamenti a determinare la reale posizione di forza e potrebbero
portare FLI in giunta.
- Con quale schieramento? Vi ritenete completamente liberi o c'è una
qualche pregiudiziale di collocamento politico?
- FLI nasce come forza di dissenso forte rispetto al berlusconismo.
Alcuni accordi sono esclusi dalla stessa ragione dell'esistenza del
partito.
- C'è la contraddizione di una forza di destra che guarda a sinistra. Fini
è stato accusato di essere una stampella della sinistra.
- In questo periodo ho sentito spesso il termine traditore o tradimento.
Io non so se Fini ha tradito la tradizione del Movimento Sociale. So per
certo che non ha tradito gli italiani che hanno la necessità che anche il
capo del governo sia sottoposto alla legge come tutti i cittadini.
Risulta pertanto evidente che FLI, nasce come forza di destra ma non
potrebbe mai arrivare a un accordo elettorale con il Pdl.
- La possibile candidatura di Alfano, lanciata dal premier tra il serio e
il faceto potrebbe sconvolgere il sistema politico italiano.
- Lo slogan della mia campagna elettorale a Rende è "niente paura di
Ligabue" e speriamo di non dover pagare i diritti di autore. Per quanto
riguarda la candidatura Alfano, riprendo quanto scritto dal "Il Fatto" di
questa mattina: "niente paura è la solita barzelletta". Le agenzie
diramate da altri ministri e esponenti del Pdl si affannano a precisare
che è solo una ipotesi di scuola.
- Tornando sulla terra. Quali sono gli elementi caratterizzanti la politica
di FLI sul territorio? Quali programmi per Rende?
- Imprenscindibile è un piano di riqualificazione urbana delle periferie
nell'asse che va da Failla, Saporito, Surdo, Pirelli, Malvitani, Rende
Centro Storico che porterebbe i cittadini proprietari a fare un affare,
poiché vedrebbe il valore dei propri immobili rivalutato, poiché se
verranno inseriti in un contesto di verde e di servizi, il valore a metro
quadro passerà da mille a mille e due, mille e tre. Un altro è quello di
battersi per un servizio di trasporto urbano che a Rende, dove sono nato
e ho vissuto la mia vita, non c'è mai stato in questo asse ed un servizio
assolutamente necessario che andrebbe ancor di più a privilegiare le zone
periferiche. Terzo e ultimo punto non si può abbandonare il centro
storico. Un settore forte dell'amministrazione come l'urbanistica o i
lavori pubblici da lasciare nel centro insieme ad alberghi diffusi che
attrarrebbero un certo tipo di turismo dei giovani itineranti e quindi
Unical con i progetti Erasmus potrebbe essere la forza propulsiva per
attrarre molti ragazzi stranieri a venire nel centro storico.
- L'eterno dilemma della politica rendese è continuità o rinnovamento.
- Noi ci candidiamo a portare il nostro contributo di idee sia alla
continuità che al rinnovamento. Non sia pro o contro, ma una forza
giovane, un'area di riferimento in embrione che vuole proporre e
contribuire alla realizzazione di idee concrete per la città, se i
cittadini ci daranno forza con il voto.
- Ritenete che esista ancora un modello rendese da difendere e continuare,
o questa specificità si è persa ed occorrono delle profonde modifiche?
- Il modello rendese se visto nel suo sviluppo epicentrico resta una
eccellenza meridionale, non calabrese. Visto nelle lacune delle periferie
evidenzia delle lacune e delle disomogeneità che vanno corrette. La
nostra idea è quello di uno sviluppo che abbracci l'intero
territorio.
- Una forte affermazione di Fli a Rende, quale impatto potrebbe avere sul
futuro di questa regione, considerato che viviamo un momento di particolare
difficoltà?
- In quindici giorni Fini ha fatto più opposizione di tutto il
centrosinistra negli ultimi 17 anni. Fini ci ha insegnato il valore della
dignità. Non ci saranno cambi di casacca. Non ci sarà il passaggio da un
partito all'altro come se non fosse nulla di rilevante.
- La realtà sembra subito smentire questi buoni propositi. Ci sono stati
tanti mal di pancia, tanti ripensamenti, la girandola doppogiochista sembra
non debba aver mai termine.
- Secondo i calcoli del potere doveva trattarsi di quattro gatti,
diventati quarantaquattro con il resto di due. Il resto è tornato
indietro con qualche raccomandata che finalmente ha cominciato a
viaggiare velocemente nelle poste.
- Non c'è solo la Siliquini, che peraltro sembra aver rinunciato
all'incarico, tanti attori e ballerini ... Possiamo dire che Fli vuole
riscoprire il senso etico della politica, la forza delle idee e
dell'appartenenza.
- Fli vuole riscoprire il valore dell'etica, della moralità, della
legalità, della correttezza, della dignità, delle idee e non del potere:
il senso alto della politica come servizio alla collettività.
Intervista ad
Angela Napoli, coordinatrice calabrese di FLI
- Onorevole Napoli, lei è reduce dalla battaglia parlamentare sul processo
breve.
- Si è trattato dell'ennesima forzatura parlamentare. È un provvedimento
che favorirà l'impunità, soprattutto per i reati come la corruzione, le
violenze, c'è ne di tutti i generi. Questo è molto grave. Ho anche
evidenziato che questo provvedimento legislativo imporrà un riordino del
sistema interno delle singole procure. I magistrati saranno costretti,
viste anche le carenze organizzative e di organico, a rivedere tutto e
cercare di accelerare i processi per i quali è prevista la prescrizione,
mentre quelli dove sono previsti numerosi interrogatori saranno
abbandonati perché si trasformeranno in una inutile corsa contro il
tempo. Soprattutto i processi per mafia, che sono i più complessi. Ho già
interessato il ministro della giustizia con numerose interrogazioni
parlamentari, ma ho ribadito gli stessi concetti in aula. Ho evidenziato
le eccessive scarcerazioni dei boss, soprattutto in Calabria. È veramente
assurdo che si possa continuare a vantare l'impegno contro la mafia, a
questo punto si tratta solo di un'arma verbale.
- Il PDL sembra sull'orlo dell'abisso, ma poi continua a manifestarsi
compatto nella difesa del suo leader. Come mai questa contraddizione?
- Intanto, bisogna tener presente che questo provvedimento non solo
finirà con l'agevolare il Presidente del Consiglio, ma anche qualche
parlamentare e forse qualche ministro del PDL. Ci sono interessi
personali non addebitabili solo a Berlusconi. Poi cercano di stringersi
attorno a questa maggioranza perché sanno benissimo che finita questa
legislatura Berlusconi non ci sarà più e il centrodestra è destinato a
sfaldarsi.
- Ma lei crede in questo passaggio del testimone? Berlusconi si farà da
parte?
- Io ci credo, perché la gente non ne può più. Sono convinta che sarà
costretto al passaggio del testimone. Però sanno anche che non ci sarà
più il Pdl, perché è un partito che è mai nato. Si è rivelato come il
partito del presidente. Venuto meno il presidente il partito non c'è
più.
- Come mai questa scarsa capacità attrattiva da parte di Fini? Dopo uno
slancio iniziale sembra che si sia ritrovato in una palude dove è difficile
muoversi. Eppure se il quadro è quello da lei descritto tutto dovrebbe essere
in movimento.
- Intanto c'è una campagna denigratoria che tende ad offuscarne
l'immagine. Fini è costretto a non prendere in mano le redini del
partito, è costretto a delegare, a non fare politica attiva. Come
presidente della camera ha un ruolo di garanzia e deve garantire tutti i
gruppi politici presenti in Parlamento. Con il ruolo che ricopre ha
difficoltà a partecipare attivamente e scendere nell'agone politico. Non
si può inoltre nascondere che vi è stata una delusione generalizzata dopo
il voto del 14 dicembre.
- La Presidenza della Camera è diventata una camicia di forza. Non sarebbe
forse più opportuno liberarsene per acquisire una maggiore libertà d'azione,
per far sprigionare quelle energie necessarie per un rilancio della sua
azione politica?
- In questo momento è una camicia di forza, ma è anche la terza carica
dello Stato. Regalarla al Pdl sarebbe un errore.
- Qual'è la strategia elettorale del Pdl in queste elezioni amministrative?
Si tratta di un test importante per valutare la validità di un progetto e la
sua popolarità nell'elettorato.
- A livello nazionale stiamo costruendo il terzo polo insieme con UDC,
l'API di Rutelli, l'MPA. Abbiamo tentato di estendere questo schema anche
in Calabria. Non ci siamo riusciti poiché nella regione l'UDC ha
posizioni di potere nella Giunta Regionale che vuole conservare. Questo
ha comportato la consenguenza che noi come F&L abbiamo deciso di non
fare alleanze di altro tipo. Noi vogliamo essere un partito diverso che
mira alla politica sana non alla politica delle poltrone. Vogliamo porre
la politica al servizio della gente. Non abbiamo cercato e voluto
alleanze per non finire nella trappola di cercare postazioni di potere
che non aiuterebbero alla realizzazione della rivoluzione necessaria
della politica calabrese.
- Non le crea qualche imbarazzo l'abbraccio con l'MPA di Lombardo coinvolto
in un procedimento per mafia? Senza voler anticipare alcun giudizio, ne viene
offuscato un progetto che fa della legalità la sua bandiera.
- Siamo nelle fasi di chiusura di indagine e rimane ferma qualsiasi forma
di garanzia. Questo è un problema che si deve porre a livello nazionale,
poiché in Calabria noi non abbiamo alcuna alleanza con l'MPA.
- La politica è anche fatta di numeri. Non le pare rischiosa questa
posizione aventiana, di splendido isolamento?
- Potrebbe sembrare una posizione velleitaria. Noi vogliamo far capire
alle elettrici e agli elettori che siamo davvero diversi e non intendiamo
affiancarsi alla vecchia politica, a quelle logiche che hanno creato un
sistema di potere non al servizio del cittadino.
- L'isolazionismo non indica però un futuro, poiché in questa realtà senza
una qualche forma di alleanza non si governa.
- Vogliamo fare i conti con l'elettorato e misurare il grado di
accettabilità della nostra proposta. Non fuggiamo sull'Aventino per
isolarci. Vogliamo lanciare un chiaro segnale di voler fare una politica
diversa.
- Quali sono gli elementi fondamentali della proposta politica di F&L
soprattutto in Calabria da un punto di vista del potere locale ma anche del
progetto nazionale?
- Per il futuro della Calabria, noi vogliamo il rispetto della politica
come servizio, il rispetto della legalità, il rispetto della
meritocrazia, il bando a tutti i favoritismi che fanno parte del sistema
assistenzialistico e clientelare che sicuramente non punta sulla
meritocrazia, il bando degli sperperi. Ancora oggi i consiglieri
regionali calabresi hanno gli stipendi più elevati, e che di fronte a
questa situazione di crisi, invece di diminuirli li aumentano, incarichi
per consulenze molto dubbie. Vuol dire che c'è la necessità di trovare la
politica coraggiosa che intendiamo portare avanti per smussare tutte
queste situazioni.
- L'aspetto più preoccupante della Calabria è il consociativismo, questa
terzo livello che al di sopra e al di là degli schieramenti sembra dominare
la politica, personaggi che ruotano sempre nella sfera del potere. Come
interrompere questo circolo vizioso.
- Con questo apparente isolamento vogliamo far capire che noi non
apparteniamo a quel sistema di potere e vogliamo combatterlo. Come nel
caso di Rende, abbiamo scelto l'Avvocato Francesco Siciliano che
sicuratente inciderà su quei lacci e laccioli che tengono unito questo
sistema di potere che è un sistema trasversale. Vi è anche la
trasversalità del mondo imprenditoriale, dei rappresentanti delle
istituzioni. Un sistema decisamente preoccupante, un sistema che la
stessa magistratura ha difficoltà a controllare. poiché questo è un
potere in molti casi invisibile. Solo attraverso una sana politica e un
decisionismo nelle scelte. Non si tratta solo di un cambio generazionale
necessario certo, ma non sufficiente anche quello va guidato. E non
possono certo essere gli ultimi giovani rampolli di personaggi politici
ormai stantii che non hanno prodotto una sana politica a potersi
presentare per un ricambio generazionale, poiché il puparo che li guida
resta sempre lo stesso.
- Cosa rende così difficile al gestione di una regione come la Calabria?
Sembra che con Scopelliti avesse trovato una via innovativa ...
- Quando le posizioni di potere mettono da parte anche gli intendi
propositivi con i quali ci si era presentati all'elettorato, quando ci si
ritrova a far parte di un sistema incancrenito e non si ha la forza di
romperla anzi determinate attività lo saldano, il rinnovamento è
impossibile.
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