L’esercito dei giovani imprenditori

di Oreste Parise

Mezzoeuro Anno X num. 45 del 12/11/2011


Rende, 10/11/2011


Calabria: qualche spiraglio di luce

Nella Sala De Cardona del Centro Direzionale della BCC Mediocrati a Rende è stato presentato il VII Rapporto sull’economia cosentina. Nessuno è mancato all'appuntamento che cade in un momento particolarmente delicato della congiuntura economica.


La sala di rappresentanza della BCC Mediocrati era gremita giovedì scorso in occasione della presentazione del VII Rapporto sull’economia cosentina. Sul proscenio relatori e rappresentanti istituzionali, mentre nel parterre si affollavano i rappresentanti più autorevoli del territorio, politici, sindacalisti, presidenti degli ordini. L'interessante dibattito è stato coordinato dal giornalista Francesco Prisco del Il Sole 24 Ore Sud. Nessuno ha inteso mancare all’appuntamento che costituisce un momento di riflessione istituzionale, che cade anche in un momento particolarmente delicato della congiuntura economica, a cui si aggiunge la deflagrazione dell’assetto politico sotto la spinta dei mercati finanziari. Mancava il sindaco di Rende per fare gli onori di casa, ma è intervenuto lo stesso presidente Scopelliti. Un evento riuscito a conferma del successo dell’iniziativa e del buon lavoro svolto dalla BCC Mediocrati, che si è assunto l’onere di monitorare lo stato di salute dell’economia locale. A ben vedere, appare riduttivo considerare il Rapporto come una fotografia dell’economia provinciale, poiché l’analisi si estende a tutta la regione e contiene molte sollecitazioni utili per la definizione di una strategia di sviluppo.

Visibilmente soddisfatto il presidente della Mediocrati Nicola Paldino che ha voluto sottolineare che il focus di quest’anno è dedicato ai giovani, e in particolare ai giovani imprenditori. Una scelta non casuale. Costituisce un segno di continuità. Il primo concreto impegno in questa direzione è stato il lancio dell'operazione “Io voglio restare” che sostiene l'iniziativa giovanile con concessione di credito a condizioni di particolare favore e senza particolari garanzie. Un segnale di apertura nei confronti del mondo giovanile che attraversa un momento di grande difficoltà e stenta a trovare motivi di fiducia nel futuro. Il patrimonio più importante dei giovani è costituito da ottimismo, risorse e aspettative. Ottimismo e aspettative sono frustrate dalla grave crisi che stiamo attraversando mentre le risorse incontrano l'ostacolo della scarsa disponibilità di capitale e nella neghittosità delle banche a concedere credito. Particolarmente importante appare la scommessa del presidente Paldino che cerca di frenare l'emorragia dei giovani che fuggono dal Meridione alla ricerca di opportunità che questa terra nega.

La seconda iniziativa è la formazione di un club dei giovani soci della banca, ciascuno dei quali può avvicinarsi al mondo bancario con un investimento di soli cento euro, con i quai acquisisce il diritto di partecipare attivamente alla vita dell'istituto. L'operazione non è finalizzata al rafforzamento patrimoniale della banca poiché per avere un effetto tangibile bisognerebbe registrare una partecipazione di molte migliaia di giovani soci, ma tende a estendere la base sociale, rafforzare il legame con le componenti più attive del territorio e offrire l'opportunità di vedere dall'interno il funzionamento della banca con la valutazione diretta dei limiti e dei vincoli che impediscono alle banche di operare con scioltezza e flessibilità.

In rappresentanza dei giovani soci è intervenuta Daniela Giordano, presidente del Club, giovane e carina, niente affatto intimorita dalla sala sovraffollato, porgendo il saluti per conto di tutti e rivendicando con orgoglio la necessità di un maggior coinvolgimento e conoscenza delle attività dell'istituto.

Michele Aurelio, presidente della Federazione Calabrese delle BCC ha sottolineato il particolare momento attraversato dal mondo del credito che subisce il riflesso della grave congiuntura sfavorevole che sta attraversando l'economia. La BCC hanno svolto una essenziale ruolo anticiclico intervenendo massicciamente a sostegno delle imprese con un negativo riflesso sulla loro gestione.

Questa è stata certamente una delle cause principali che ha determinato una crisi delle stesse banche, alcune delle quali sono state commissariate da parte della Vigilanza.

Proprio in questo ultimo scorcio di mese due di esse stanno per concludere il loro purgatorio. La BCC di Scandale – commissariata con decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 29 settembre 2010 - ritornerà “in bonis” e sarà restituita al territorio, previa convocazione di una apposita assemblea straordinaria dei soci che saranno sollecitati a ricapitalizzare la “propria” banca. Per la BCC di Cosenza al contrario non si è riusciti a trovare alcuna reale e concreta proposta di rilancio, per cui è già iniziato il “count down” per la cessione delle sue attività ai due istituti equamente suddivise, a Banca Sviluppo e alla BCC Centro Calabria che stanno già procedendo alla “due diligence” e agli incontri sindacali per definire lo status giuridico ed economico dei dipendenti. I punti più delicati sono costituiti dalla corretta quantificazione degli esuberi, l'inquadramento e la remunerazione del personale.

Luisa Zappone, neo direttore della filiale di Catanzaro della Banca d’Italia, e Juan Lopez, responsabile Ufficio Studi e Ricerca della Federcasse hanno portato il saluto delle rispettive istituzioni sottolineando l'enorme quantità di dati e le puntuali analisi contenute nel rapporto. La dottoressa Zappone ha preannunciato che tra qualche giorno verrà presentato il rapporto dell'economia calabrese curato dal suo istituto, continuando una tradizione decennale.

Nino Floro, direttore dell'istituto Ricerca Demoskopika, che lo ha curato, ha presentato il rapporto mettendo in evidenza il momento di particolare gravità attraversato dall'economia calabrese che tutti gli indicatori mostrano una condizione di affanno.

Quando si analizza la condizione giovanile si evidenzia una debolezza strutturale dell'economia regionale, poiché il tasso di disoccupazione ha raggiunto livelli molto elevati ma non drammatici. Tuttavia, le analisi condotte sul campo evidenziano che la situazione è molto peggiore di quanto non riesca ad esprimere un puro dato numerico, poiché una parte sempre più consistente di essi rinuncia a trovare un lavoro rifugiandosi nel limbo dell'ozio e nella fuga all'estero o in altre regioni d'Italia. Al riguardo fanno fede le statistiche elaborate dallo Svimez che calcolano in 800.000 il numero dei giovani che sono emigrati negli ultimi dieci anni e circa due milioni li seguiranno.

Qualsiasi politica di sviluppo non può prescindere da questi dai: il tempo può cambiare, ma il flusso migratorio continuerà a ritmi molto elevati finché nei paesi meno sviluppati non si arresterà l'incremento demografico e non si stimolerà uno sviluppo autoctono nei paesi di provenienza. Non sarà una operazione facile.

In questo quadro decisamente pessimistico, nello stesso rapporto si possono trovare delle note di speranza. Osservando le tabelle demografico delle imprese, costruite con il numero di nuove imprese iscritte e quelle cancellate nel registro delle imprese, si può constatare che a dispetto dei morsi sempre più velenosi della crisi, il numero complessivo cresce sempre, per effetto di un numero di nuove imprese iscritte è molto più numeroso di quelle che si cancella non a Catanzaro. Come considerare questo dato? La spiegazione più accreditata vuole che il saldo si la risultanza di un numero crescente di giovani che cerca nell'imprenditoria il naturale sbocco della loro disperazione. Il lavoro subordinato è ormai un miraggio e assicurare un “luminoso” futuro di precariato. L'imprenditoria appare come uno dei possibili sbocchi, spesso procedendo a tentoni. È soprattutto l'aspetto commerciale il punto debole di questa costruzione, poiché la meccanizzazione spinta e la prepotenza dei datori di lavoro ha dato in pasto di speculatori e mestatori i poveri giovani.

Il giovane imprenditore viene sottoposto a un vero e proprio salasso per l'inefficienza e il costo della burocrazia, mentre l'entusiasmo iniziale si avvilisce prima che l'attività cominci a produrre i primi frutti. Il tasso di mortalità “infantile” delle nuove imprese è molto elevato, tanto che sono molto poche quelle che superano il primo lustro. Il tentativo fallito si traduce in frustrazione e apatia o nella voglia di fuga.

La novità emersa dal rapporto è che accanto all'imprenditore “per necessità” o “per disperazione” anche in Calabria comincia ad affacciarsi l'imprenditore “per convinzione”, un nuovo genus che ricerca la soddisfazione e il successo con e attraverso l'impresa. Si tratta ancora di una minoranza , ma che già supera abbondantemente il 10% del campione esaminato. Un dato significativo che potrebbe costituire un nucleo fondante di una nuova imprenditoria che manca del tutto nel Mezzogiorno e del tutto assente in Calabria nei decenni dello sviluppo indotto con gli incentivi.

Giova forza ricordare, in ossequio alla celebrazione del 150 anniversario dell'Unità, che all'alba dell'unificazione la nostra regione presentava il maggior grado di sviluppo industriale d'Italia per effetto delle ferriere della Mongiana; e successivamente Crotone ha avuto uno sviluppo industriale considerevole. In entrambi i casi si trattava di industria di stato sostenuto da commesse pubbliche.

“Il sistema imprenditoriale cosentino appare in una fase di grande cambiamento generazionale, in cui una parte consistente delle imprese, quasi 8 giovani imprenditori su dieci, ha già completato un processo di transizione imprenditoriale avendo assunto il pieno comando dell’azienda”, si legge nel rapporto.

“Sul piano delle performance, i giovani imprenditori, pur evidenziando grandi difficoltà sembrano aver gestito meglio la crisi evidenziando dei risultati economici migliori rispetto alle imprese senior”.

Oggi si parla di un processo spontaneo, al di fuori e al di sopra degli incentivi che hanno dato un pessimo risultato e sarebbe auspicabile abolire del tutto.

Più volte si è ricordato nel corso della riunione, il ruolo frenante giocato dalle banche che non supportano adeguatamente le imprese, richiedono garanzie eccessive e pretendono condizioni molto più elevate che nel resto del paese. Una lagnanza ripetuta infinite volte che nasce da una disparità effettiva alla quale non si è mai posto rimedio.

Anche l'ultimo tentativo di creazione di una Banca del Mezzogiorno appare più come una creatura posticcia, una riedizione della vecchia Cassa del Mezzogiorno riveduta e corretta. Dal poco che si lascia trapelare, il progetto è solo quello di distribuire un po' di denaro pubblico della Cassa Depositi e Prestiti attraverso le Poste. Vi è qualche dubbio che cambiando l'insegna di qualche ufficio postale qua e la nel Mezzogiorno si possa risolvere il problema del credito.

L'incontro si è chiuso con l'intervento del presidente Scopelliti che ha voluto ricordare gli sforzi fatti dalla regione per promuovere l'imprenditoria giovanile.

“Penso alle borse lavoro, ai bonus occupazionali per i datori di lavoro che assumono inoccupati/disoccupati calabresi, che produrranno 3.119 assunzioni; alle agevolazioni per le imprese che trasformano contratti da tempo determinato a tempo indeterminato; alla mobilità riservata a 100 giovani laureati”, ha detto il Governatore.

“A proposito di sostegno alle imprese giovanili, la Regione ha pianificato azioni a sostegno del microcredito con la concessione di garanzie bancarie per favorire l’accesso al credito. Finora sono pervenute 399 domande. Altro intervento è quello in favore dei giovani laureati calabresi, con una particolare attenzione rivolta a 700 soggetti che intendono avviare un’attività di libero professionista”. “In questo momento di particolare difficoltà sono convinto, per via della grandi potenzialità espresse dai nostri giovani, che ci siano le condizioni affinché si possa ridisegnare il futuro della nuova Calabria”, ha concluso Scopelliti.

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