Sit tibi terra levis, Ortensius

di Oreste Parise

Mezzoeuro Anno X num. 46 del 19/11/2011


Rende, 17/11/2011


In memoria dell'amico Ortensio Longo

Coloro che furono oceani di scienza e di erudizione,

E per tante virtù divennero Lampade,

Non mossero un passo al di là di questa notte buia:

Raccontarono fiabe e poi furono vinti dal sonno

(Omar Khayyam)


Eccolo mentre avanza con il suo incedere dinoccolato lungo corso Mazzini sistemandosi la sua bianchissima chioma. Lungo il tragitto si sofferma a salutare a destra e a manca, rivolgendo a tutti la parola – una battuta sempre pronta - con un sorriso appena accennato. Si avvia lentamente verso il suo “ufficio”, il bar in Piazza IX Settembre dove ama conversare con gli amici Manlio, Giorgio, Salvatore … e tanti altri intenti a discutere animatamente per preparare la grande svolta politica.

Continui a camminare con noi, a scrivere le tue acute osservazioni su questo settimanale, a coltivare la terra che hai amato dopo gli anni degli studi, dell'impegno didattico e della passione politica. Sarebbe arrivata prima o poi la fine di un ciclo. Ed è avvenuta, Ortensio, e tu lo hai saputo attraversando i confini dell'ignoto. Abbiamo brindato con te felici della tua felicità e continueremo a immaginare una rivoluzione annunciata, l'avvento di una era di giustizia che hai sempre sognato per te, per i tuoi cari, per tutta la comunità. Verde nell'anima, senza medaglie, rincorrendo una utopia.

Vivere oggi è già tardi: il vero saggio è vissuto ieri, scriveva Marziale. (OP)


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