So cosa vuol dire il governo di una città

di Oreste Parise

Mezzoeuro Anno X num. 50 del 17/12/2011


Rende, 15/12/2011


oMario Occhiuto siede sulla poltrona di Palazzo dei Bruzi a Cosenza solo da qualche mese, ma ha cercato in questo poco tempo di personalizzare la sua presenza recuperando per quanto possibile l'originario disegno del palazzo municipale realizzato dall'arch. Salvatore Giuliani nel 1959, Nel suo studio ha restituito al suo vecchio splendore un tavolino abbandonato nei magazzini. Tra le tante carte che lo ingombrano vi è in bella evidenza una copia del Vangelo in edizione economica. "Ne ho una copia anche sul mio comodino - sorride il sindaco - mi aiuta a trovare un po' di serenità nei momenti più difficili"..


Mario Occhiuto siede sulla poltrona di Palazzo dei Bruzi solo da qualche mese, ma ha cercato in questo poco tempo di personalizzare la sua presenza recuperando per quanto possibile l'originario disegno del palazzo municipale realizzato dall'arch. Salvatore Giuliani nel 1959. Nel suo studio ha restituito al vecchio splendore un tavolino abbandonato nei magazzini. Tra le tante carte che lo ingombrano vi è in bella evidenza una copia del Vangelo in edizione economica. "Ne ho una copia anche sul mio comodino", sorride il sindaco, "mi aiuta a trovare qualche momento di serenità nei momenti più difficili".

Anche il Salone di Rappresentanza ha cambiato volto, con il recupero dei pavimenti originari e l’utilizzo dei mobili anch’essa abbandonati nei depositi. Si respira un’aria giovanile, tanto per l’età dei collaboratori che per la presenza di una forte componente femminile.

Intervista a Mario Occhiuto

Siamo sotto Natale. Come gli anni scorsi vi è una certa attesa le manifestazioni previste a fine anno, e in particolare per il concerto di fine anno, ormai considerato un appuntamento tradizionale. L'amministrazione comunale ha privilegiato l'approccio "ludi et circenses" per lenire gli effetti di una crisi che sembra infinita.

Considerato che vi è un momento di crisi generale, non abbiamo voluto puntare su un solo giorno, ma abbiamo organizzato una serie di manifestazioni che costituiscono una distrazione per tutti i cittadini. Sarebbe stato molto più semplice limitarsi a organizzare un concerto a fine anno affidandosi a un agente per far venire un artista di rinomanza nazionale. Abbiamo pensato che fosse importante soprattutto sostenere le attività commerciali che sono fortemente penalizzate dalle drastiche misure proposte dal governo Monti. Il secondo aspetto è quello di ripristinare la centralità che il capoluogo deve avere sul territorio, ritornando a essere un momento trainante non solo sotto il profilo culturale ma anche economica e legata alla solidarietà. Potremo riassumere con uno slogan: "Cosenza centro della solidarietà, del commercio e della cultura".

Vi è una tradizionale contrapposizione tra chi ritiene che le spese ludiche siano sottratte a interventi più necessari nelle solidarietà, nella gestione dei servizi e chi, al contrario, ritiene che esse siano una componente necessaria della vita culturale della città.

La gestione della città non può essere divisa a compartimento stagno, ma ritengo necessario un approccio che tenga conto dei vari aspetti venendo incontro a tutte le esigenze della collettività con un giusto grado di priorità. Abbiamo ritenuto di organizzare un mese di eventi a sostegno delle attività produttive della città e renderla più attraente. Il Natale Ë vissuto non solo per quello che realmente è o dovrebbe essere, una festività religiosa, ma è un momento di coinvolgimento di tutti. Abbiamo invitato le scuole a realizzare un albero di Natale con materiale riciclato con lo svolgimento di un tema da parte degli alunni per sensibilizzarli al rispetto della natura. Vi è stata una risposta molto positiva da parte dei ragazzi e questo pomeriggio (giovedì 15 dicembre) ogni scuola presentare il proprio lavoro e le attività svolte. Vorrei sottolineare che la gran parte delle attività sono a costo zero per il comune perché abbiamo trovato degli sponsor, come la Vodaphone e alcuni privati. Questa mi sembra una innovazione interessante.

Cosa vi è di diverso tra l'impegno professionale svolto anche a livello internazionale e l'impegno politico?

Ho sempre detto di essere un esperto di città, poiché ne ho studiato l'evoluzione e ho avuto l'opportunità nella mia attività professionale di applicare le teorie imparate sui libri. L'urbanistica e l'architettura non sono altro che la concretizzazione pratica e reale di quella che è una volontà politica, poiché a monte vi deve essere un disegno di quello che deve essere la città del futuro. In fondo, sto continuando a fare quello che ho sempre fatto.

Non vi è alcuna differenza allora tra concepire una utopia e cercare di realizzarla con i vincoli che la politica impone.

Quando si concepiscono dei progetti, si pensa sempre a uno spazio per i cittadini, una organizzazione dove essi possano vivere e trovare risposte alle proprie esigenze. L'obiettivo è quello di rendere la città più bella, più funzionale, più vicina ai bisogni, ai desideri e alle aspirazioni dei cittadini. Il punto cruciale è che ogni cosa va pensata e pesata.

Non deve essere il frutto d’improvvisazione, ma di una programmazione ...

Non solo la programmazione, ma ci deve essere la cura del dettaglio, la competenza degli aspetti specifici che riguarda la costruzione dello spazio urbano.

La sua è una giunta politica o una giunta tecnica? A giudicare da quanto va esponendo non vi dovrebbero essere dubbi.

La mia è una giunta tecnica. Ringrazio tutti coloro che, in qualità di assessori e anche di dirigenti del comune, stanno dando una mano per realizzare il progetto di città che abbiamo in mente. Noi tutti facciamo politica nel senso più nobile, intesa come l'arte del governo della città. Il nostro interesse e la nostra preoccupazione non è rivolta alla discussione politica o al dibattito sui massimi sistemi, ma vogliamo occuparci dei problemi pratici dell'organizzazione del contesto urbano.

L'esperimento Cosenza sembra anticipare l'evoluzione nazionale con la chiamata dei tecnici al capezzale della politica. In questo mondo in movimento cosa rappresenta Cosenza?

Cosenza non vuole e non può rappresentare un modello. Possiamo dire che abbiamo anticipato rispetto al quadro nazionale la priorità di un approccio tecnico, privilegiando i problemi che riguardano la città rispetto agli schieramenti e alle questioni partitiche. Sono stato accusato di non dare alla politica il suo giusto primato, ma su questi temi e su questi problemi non è opportuno e non è necessario dividersi tra forze politiche e partiti. Su alcuni valori e su alcune soluzioni si trova l'unanimità di consensi, come è accaduto varie volte in consiglio comunale negli ultimi mesi.

Questo è il frutto di una specificità locale o è il riflesso dell'unanimismo su cui poggia il governo Monti?

Molto prima del governo Monti qui abbiamo condiviso dei temi che sono stati condivisi da tutte le forze politiche presenti in consiglio. Quando non c'è la strumentalizzazione politica fine a se stessa, è possibile trovare intese razionali nell'interesse della collettività. In questo momento mancano motivi immediati di contrapposizione politica, poiché le elezioni sono lontane ed è più facile evitare posizioni frutto di partigianeria piuttosto che di raziocinio.

La sua giunta si è caratterizzata come una giunta rosa, con una importante componente femminile. Cosa ha determinato questa scelta?

Sono partito dall'idea che la giunta doveva essere la giunta del sindaco, sentiti i partiti, con determinate caratteristiche. Tra queste la professionalità e la competenza sulle problematiche specifiche e la parità di genere. Anche l'età ha avuto un peso nella scelta, poiché ritengo che vi sia la necessità di rinnovare l'amministrazione cittadina non solo politicamente ma anche anagraficamente. A questi criteri mi sono adeguato anche nelle altre scelte dl personale tecnico e amministrativo. Fatte le valutazioni del caso mi devo convincere della giustezza della scelta e della sua opportunità in relazione agli obiettivi da raggiungere.

Da un sindaco tecnico ci si aspetta che la sua idea di città travalichi i confini municipali e l'orizzonte si allarghi alla conurbazione che si è creata di fatto. Finora l'idea di città unica o area urbana sembra confinata agli slogan elettorali, mentre poi ci si rifugia sotto il proprio campanile.

Ho detto varie volte che parlare di città unica prima delle elezioni è una utopia, poiché si finisce per fare enunciazioni di principio privi di qualsiasi contenuto programmatico. Io mi sono dichiarato disponibile a realizzarla anche da subito, con l'impegno da parte di tutti i sindaci partecipanti a questa nuova realtà di non presentarsi a guidare la nuova entità amministrativa, per non creare conflitti e facilitare l'iter. Noi dovremmo lavorare per costruire la città unica liberandoci dai nostri egoismi.

Dove inizia e dove finisce la città unica? Vi sono molte opinioni diverse, ma ancora in pochi sono disponibili a ragionare in termini di rete, poiché ognuno ha un orizzonte limitato al proprio territorio comunale. Un esempio emblematico è costituito dal Viale Parco che s’interrompe proprio lungo il Campagnano e non si parla ancora di un possibile raccordo.

Questo mi sembra riduttivo, poiché la realtà è molto più complessa. L'area urbana esiste già e ne sono perfettamente consapevoli i cittadini di Cosenza e di Rende percepiscono di vivere in un’unica area urbana, già oggi molti servizi si estendono a tutto il territorio. La difficoltà è che le due amministrazioni non riescono a gestire servizi integrati. Io ho proposto al comune di Rende e a quello di Castrolibero, che ha aderito, di fare da subito una integrazione dei servizi di trasporto pubblico urbano. Oggi abbiamo moltissimi cittadini dell'area urbana che devono ricorrere all'uso dell'autovettura ogni giorno per postarsi nel territorio urbana. A Cosenza faremo una circolare veloce, a partire da gennaio. L'abbiamo già strutturata con le corsie dedicate, i semafori sincronizzati e i percorsi già delineati. Mi sarebbe piaciuto che questo esperimento si estendesse immediatamente a tutta l'area urbana, e il sindaco di Rende aveva pubblicamente dichiarata la sua disponibilità. Si potrebbe iniziare proprio con un insieme di servizi integrati da far partire immediatamente poiché non vi sono complicazioni burocratiche o amministrative: il trasporto pubblico integrato, il ciclo integrato dei rifiuti che diventa più razionale ed economico, programmiamo una serie di attività in comune. L'integrazione non può che partire dai servizi, poiché questo già concretizza l'idea di area urbana. A questa visione pragmatica si contrappone la vecchia politica con la proposta dell'unione dei comuni, l'istituzione di commissioni di studio e di tavoli di concertazione: tutti espedienti per rimandare a un non precisato domani la realizzazione dell'area urbana. Mi dichiaro totalmente disponibile a idee e progetti concreti anche circoscritti ma di pronta attuazione, che ottimizzino l'erogazione dei servizi per i cittadini.

Cosa succederà a Cosenza per le grandi opere di cui tanto si è discusso nel passato, come il Parco Fluviale, il Ponte di Calatrava, la metropolitana, il recupero del Centro storico ...

A differenza del passato noi abbiamo un progetto di città. Tutto ciò che è avvenuto nel recente passato è un fenomeno di incultura, di assenza di una idea progettuale e non solo a Cosenza. Quello della costruzione delle città c'è stata una involuzione, mentre il progresso scientifico e tecnologico ha fatto grandi passi avanti. Le città antiche avevano un progetto architettonico ed urbanistico. Pensiamo al centro storico di Cosenza con il suo mix di funzioni, abitativa, amministrativa, commerciale, artigiana e i grandi luoghi come la Cattedrale, il Castello, il vecchio liceo ... Pensiamo al valore delle singole cose che non è sempre e solo un valore economico, ma artistico, architettonico, storico, culturale. Il centro storico rappresenta un unicum. Pensando a quello che è successo dopo c'è da rabbrividire. E non stiamo parlando solo di Via Popilia e delle case popolari. Ma anche alle zone che avrebbero dovuto ospitare la nuova borghesia opulenta, come Città Duemila. Sono stati realizzati senza i requisiti minimi di "urbanità", senza piazze, servizi e spazi verdi comuni. Questa sciatteria dovuta all'assenza di programmazione ha investito un po' tutti i settori. Prendiamo il caso dell'acqua, l'acquedotto, la rete idrica, i sistemi di erogazione. Gli interventi che si sono succeduti nel corso degli anni hanno prodotto dei guasti irreversibili. Non possiamo oggi limitarci a qualche semplice rattoppo, ma è necessario un intervento organico e strutturale. Noi oggi eroghiamo diciotto milioni di metri cubi di acqua, otto dei quali sono prodotti dai nostri acquedotti, mentre circa dieci milioni sono acquistate dalla Sorical, ma di questi solo quattro sono realmente acquistate dai cittadini, mentre il resto Ë sprecato in vario modo. Il comune spreca dagli otto ai dieci milioni di euro all'anno ai quali bisogna aggiungere il costo delle manutenzioni che costituiscono una vera e propria fatica di Sisifo. Vi sono interi pezzi di rete realizzati e mai messi in funzione. Se teniamo sotto pressione la rete abbiamo una perdita di circa il 70%, per cui siamo costretti a chiudere e aprire i rubinetti cosiddetti intelligenti e non possiamo erogare l'acqua tutto il giorno ai cittadini.

Non è possibile nessuna soluzione a quella che appare una vera e propria follia?

Occorre un intervento strutturale, un progetto che abbiamo già pronto che richiede 35 milioni di euro sulla rete per i contatori spesso illegibili, la diagnostica, il monitoraggio, la formazione di tecnici che non abbiamo. Qualsiasi cosa ha bisogno di un progetto, di una idea. Pensiamo alle luminarie natalizie. Devono servire a rendere più attrattive le vie e le piazze, valorizzare le attività commerciali, coinvolgere le scuole, le parrocchie, le associazioni di volontariato. Stiamo partendo con una campagna di solidarietà con il coinvolgimento dei cittadini e le aziende che hanno aderito e forniranno una serie di servizi come cassette natalizie, i defibrillatori per le scuole, il kit per le scuole, le vacanze per gli anziani.

Secondo la vulgata, avete ereditato una pesante situazione finanziaria.

Certamente vi sono molte situazioni delicate: nove milioni di debito con Sorical, che ci minaccia ogni giorno, un debito nei confronti di Valle Crati e poi dobbiamo fare i conti con i tagli che sono stati imposti. Non solo dobbiamo preoccuparci delle difficoltà presenti, ma anche far fronte alla pesante eredità finanziaria che abbiamo trovato. Nonostante tutto abbiamo provveduto a pulire i fiumi, risistemare le ville comunali, abbiamo attuato tutte quelle buone pratiche urbane per restituire ai cittadini l'aria vitale, il verde, le piste ciclabili. E poi dobbiamo affrontare il grande problema dei residui attivi, somme dovute dai cittadini per i servizi erogati, come l'acqua o la raccolta della spazzatura che rischiano di andare in prescrizione con un grave danno per il comune che si vedrebbe costretto a rivedere tutte le sue strategie.

Il comune potrebbe rischiare la paralisi gestionale.

Il problema del bilancio è sicuramente molto serio, ma bisogna ricordare che accanto ai fondi di bilancio, vi sono risorse della Unione Europea che non si riescono a spendere per mancanza di progettazione esecutiva, questo è un settore nel quale dobbiamo impiegare tutte le nostre energie perché possiamo realizzare anche progetti importanti.


Inizio pagina


C O P Y R I G H T

You may copy it, give it away or re-use it under the terms of the ©opyright rules included at my home page, citing the author's name and that the text is taken from the site www.oresteparise.it.

Il copyright degli articoli è libero. Chiunque può riprodurli secondo le @ondizioni elencate nella home page, citando il nome dell'autore e mettendo in evidenza che che il testo riprodotto è tratto da http://www.oresteparise.it/.