Natale con la scossa?

di Oreste Parise

Mezzoeuro Anno X num. 50 del 17/12/2011


Rende, 15/12/2011


Con il terremoto dobbiamo imparare a conviverci

Nella Valle del Crati si sono registrate di recente delle scosse di lieve entità, avvertite dalla popolazione e nel Pollino si registra uno sciame sismico. “Sono eventi ricorrenti, non vi sono motivi di particolare allarme”, afferma il prof. Ignazio Guerra


Siamo tutti in po’ scossi. Sarà per la pesante situazione economica, e il clima di angoscia che ci accompagna per la montagna di tasse che ci sono piovute addosso. Adesso ci si è messa anche la terra. Trema. Un tremore continuo e fastidioso che crea ansia e preoccupazione. Piccole scosse che non hanno provocato alcun danno finora. Danni fisici s’intende, poiché dentro s’insinua qualcosa, un dubbio, una perplessità. Sta arrivando Natale, vogliamo tutti gustarci il cenone preparato quest’anno al costo di tanti sacrifici. Un costo pesante, addolcito soltanto dal clima mieloso che il Natale si porta dietro.

Per sopire questo senso di malessere che ci assale sentiamo al telefono il prof. Ignazio Guerra, un dotto nelle scienze della terra, ordinario di Fisica Terrestre all’Unical e responsabile del Laboratorio di Geofisica e Sismologia del Dipartimento di Fisica.

“Buon giorno, professore. Le dispiacerebbe rispondere a qualche domanda?” Che impertinenza, come ogni buon napoletano non rifiuta mai una occasione di incontro. Una disponibilità innata, una simpatia incorporata nella sua natura partenopea. Non ha bisogno di sollecitazioni per iniziare la conversazione. Ha subito intuito quale è il motivo di questo interesse.

“Voglio subito fare una premessa. La sismografia è una delle ultime scienze, nata solo sul finire del XIX secolo. Rispetto alla lunghezza della vita della Terra, abbiamo pochissimoi dati a disposizione, solo poco più di un secolo per quelli strumentali e qualche secolo per quelli storici, a voler essere ottimisti, contro i milioni di anni del nostro pianeta. Francamente una situazione poco piacevole per conoscere la condizione della crosta terrestre e seguirne l’evoluzione.”

Tuttavia in questo secolo si sono fatti grandi progressi.

“Certamente si è creato un impianto teorico e un insieme di dati statistici che potranno essere molto utili per la futura evoluzione della disciplina. Manca qualche elemento essenziale, però. Il corpo umano, ad esempio, ha una condizione di normalità che viene misurata dalla temperatura, dalla pressione sanguigna e da tutti i valori che appaiono nelle analisi. Se la temperatura corporea sale oltre i 37 gradi, il soggetto è febbricitante tanto al Nord che al Sud, al Polo o all’Equatore poiché abbiamo un sicuro valore di riferimento. Non altrettanto può dirsi per lo stato di salute della Terra. Noi non abbiamo alcun strumento teorico o pratico che ci possa rappresentare la condizione di normalità.”

Cosa vuol dire questo in termini pratici?

“Che non abbiamo degli strumenti teorici che ci permettano di definire con esattezza scientifica quello che si verifica e dare delle indicazioni precise”

Allora non abbiamo la possibilità di esprimere qualche giudizio sullo sciame sismico che si sta verificando in questo periodo.

“Vedo che c’è una grande confusione al riguardo. In questo momento nella Calabria del Nord sono in atto due fenomeni, l’uno sul Pollino e l’altro nella Valle del Crati che ha come epicentro il triangolo Rende, San Vincenzo, Montalto.”

Ma non sono tra loro collegati?

“Non vi è una correlazione diretta tra di essi, salvo che non si voglia trovare un collegamento nella univocità della crosta terrestre. A Mormanno dal settembre del 2010 è iniziato uno sciamo sismico che è durato fino alla primavera successiva. A settembre di quest’anno il fenomeno è ripreso spostandosi verso Nord tra Rotonda e Laino interessando anche alcuni paesi della Basilicata, che si sono allarmati e hanno manifestato un certo nervosismo.”

Contemporaneamente lo sciame è iniziato anche qui nella Valle del Crati?

“Questo non è esatto. È da molto tempo che qui nella Valle non si registra uno sciame sismico. Abbiamo avuto delle scosse isolate di non grande intensità che non dovrebbero destare grande preoccupazione.”

Uno sciame può però scaricare la potenza accumulata nel sottosuolo e diminuire il rischio di un “big one”?

“La potenza di un sisma si sviluppa in maniera esponenziale e uno sciame di piccole scosse non riesce a scaricare quantità significative della energia accumulata. A L’Aquila lo sciame è durato molto mesi ed è stato seguito dalla grande scossa. La realtà è che vi sono sciami sismici seguiti da terremoti disastrosi, o che si sono esauriti senza conseguenze apprezzabili. Molti grandi terremoti, direi la grande maggioranza, non hanno avuto alcun segno premonitore.”

Tutti e due i fenomeni rientrano nella normalità, allora?

“Ho tenuto a precisare che il concetto di normalità in sismologia è molto dubbio. Dovremmo piuttosto parlare di ripetitività degli eventi. Oggi non si ha alcun comportamento anomale, poiché sono fenomeni che si verificano con grande frequenza. Al contrario dobbiamo dire che nel recente passato abbiamo goduto di un periodo di tranquillità nella Valle dl Crati interrotta da questi recenti episodi.”

Ma vi sono altri indicatori che potrebbero indurre a pensieri funesti?

“Dobbiamo chiarire che non vi è alcuna possibilità di poter fare delle previsioni minimamente attendibili. Finora tutti gli sforzi fatti in questa direzione si sono dimostrati inaffidabili. Com’è il caso del radon all’Aquila. La sua presenza o emissioni in date circostanze non ha alcuna correlazione con il verificarsi di un sisma. Se si verifica un terremoto mentre sto mangiando una carota, non significa certo che per provocare un sisma è sufficiente mangiarne una. Sono fenomeni statisticamente indipendenti che casualmente possono verificarsi contemporaneamente.”

Si parla di qualche segno di “impazienza” del Vesuvio o del possibile risveglio del Marsili, il vulcano sottomarino al largo di Lametia …

“Più che il Vesuvio, sono i Campi Flegrei a destare qualche preoccupazione per il fenomeno del bradisismo che dura ormai da anni. Il Marsili è in sonno da secoli e nessuno è in grado di valutare cosa sta maturando dentro il suo cratere. In definitiva in questo momento non vi sono segnali di particolare allarme, ma questo significa poco poiché la capacità predittiva di un sisma è pressoché nullo, come abbiamo detto. Dobbiamo imparare a convivere con esso.”

Le previsioni sono proprio impossibili, allora.

“Più che impossibili direi che molto spesso sono addirittura dannose poiché non hanno alcuna base scientifica e provocano effetti rilevanti sotto il profilo economico e sociale con l’abbandono di intere aree o il degrado del paesaggio urbano. Un falso allarme dato poche ore prima dell’evento potrebbe risolversi in un disastro per il panico che provoca nella cittadinanza. Bisogna essere molto cauti nel diffondere notizie che hanno una debole base scientifica.”

Non possiamo fare nulla, allora?

“La vera risposta, sulla quale sono concordi gli studiosi di tutto il mondo, è una strategia di prevenzione. È inutile chiedersi quando si verificherà un terremoto, poiché abitando in una zona sismica è un fenomeno “naturale” che può verificarsi prima o poi. La vera domanda da porsi è qual è il grado di sicurezza della nostra abitazione e di quelle circostanti. Il terremoto non ha mai ammazzato nessuno. Sono i mattoni che ci cadono in testa a provocare i danni e questi sono messi in opera da noi in maniera più o meno sicura.”

Possiamo, quindi, trascorrere tranquilli queste festività?

“Non vi sono motivi di particolari allarmi. Dovremmo forse fare di più per fornire alla gente gli strumenti di conoscenza idonei ad affrontare una eventuale emergenza sismica, quali sono i comportamenti corretti, gli oggetti indispensabili da avere a portata di mano. È un atteggiamento che dovrebbe essere parte della nostra cultura, del nostro quotidiano, considerata il grado di rischio sismico della Calabria.”


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