Natino Chirico, cinema e altre storiedi Oreste Parise Mezzoeuro Anno XI num. 01 del 7/01/2012 |
Rende, 5/01/2012
Il suo percorso artistico inizia, con il disegno dei tessuti del noto stilista Gianni Versace e la creazione del poliforme mondo cromatico della grande casa di moda
Presso la Galleria D’Arte Le Muse in Piazza Santa Teresa a Cosenza è in corso una personale dedicata al pittore calabrese Natino Chirico inaugurata lo scorso 3 dicembre 2011, che rimarrà aperta fino al 10 gennaio 2012.
Il maestro Chirico ha realizzato la sua maturazione artistica a Milano dove ha frequentato l'Accademia di Belle Arti di Brera e la Scuola di Domenico Cantatore dove ha occasione di incontrare l'arte dei maestri Franco Gentilini e Arnoldo Ciarrocchi. In questo stimolante contesto acquisisce una grande maestria tecnica che gli consente di dominare la tavolozza e creare uno stile molto personale con una forte libertà espressiva. Agli esordi la sua arte ha una evidente influenza espressionista. Il suo percorso artistico inizia, infatti, con il disegno dei tessuti del noto stilista Gianni Versace e la creazione del poliforme mondo cromatico della grande casa di moda. I coloratissimi tessuti della grande casa di moda che hanno invaso il jet set internazionale sono ispirati da Natino e Ken Scott.
La sua arte matura lentamente in un percorso tendente alla rappresentazione del vero che associato al particolare tratto pittorico conducono ad una rappresentazione scenica di grande efficacia espressiva.
Le sue opere sono state esposte in numerose mostre personali in tutto il mondo, riscuotendo sempre un grande interesse e un notevole afflusso di pubblico che ne ha apprezzato la qualità e la capacità espressiva. la sua evoluzione artistica è l'incontro con il mondo della celluloide, che influenza la sua tecnica pittorica con la proiezione dell'immagine oltre i limite della tela e il superamento della piatta uniformità bidimensionale con l'introduzione del rilievo con cui tende a riprodurre la tridimensionalità del mondo reale. Pitture custodite dal metacrilato, cristallizzate in teche trasparenti, installazioni luminose che attraverso figure geometriche mostrano una pittura energica ed estemporanea, pitture in rilievo e sculture chiuse in teche di plexiglass e montati su tavole ricoperte da tessuti vintage per dare un senso di corporeità, sono esperimenti innovativi che tentano di superare il tradizionale limite della tela. Ma è nel cinema che trova la sua ispirazione.
« Vedere è per noi una necessità. Anche per il pittore il problema è vedere. Ma mentre per il pittore si tratta di scoprire una realtà statica, o anche un ritmo se vogliamo, ma un ritmo che si è fermato nel segno, per un regista il problema è cogliere una realtà che si matura e si consuma, e proporre questo movimento, questo arrivare e proseguire come una nuova percezione», afferma Michelangelo Antonioni e Natino Chirico sfida le capacità espressive della pittura per dare dinamicità al suo messaggio.
"Il cinema è pittura in movimento", scrive Louis Delluc e il maestro Chirico tenta di riproporre la dinamicità del cinema nei suoi quadri. Il soggetto non è tuttavia l'azione scenica, la riproposizione statica della narrazione cinematografica, ma cogliere la capacità comunicativa dei personaggi, come i grandi attori e i registi.
I suoi soggetti preferiti sono le icone della cinematografia internazionale da Charlie Chaplin a Federico Fellini, da Luchino Visconti ad Anna Magnani a Totò, cui dedica diverse mostre personali a partire dal 1997 a Roma presso l'Associazione Brutium partecipa all'"Omaggio a Totò". L'anno successivo organizza a Reggio Calabria nella Sala espositiva del Centro Direzionale la mostra personale "Totò-Cinema Italia".
Il suo interesse per Charlie Chaplin risale al 2002 e come dichiarato dallo stesso: “Ho voluto porre l‘accento sulla ricerca della luce e del movimento. Charlie Chaplin e Federico Fellini sono i protagonisti. Da una parte la rivoluzione sociale di Chaplin dall’altra la ricerca dell’io e della fantasia del grande regista”.
Nei quadri esposti Charlie Chaplin, un vero mito della cultura del Novecento, sembra voler uscire dalla tela per comunicare direttamente con lo “spettatore” per esporgli la trama dei suoi film e discutere sulle condizioni di miseria che hanno ispirato le vicende del vagabondo.
Al centro della sala campeggia la rappresentazione della Calabria, una opera realizzata espressamente in questa occasione quale omaggio alla organizzatrice e un riconoscimento delle sue capacità organizzative.
La mostra sarà anche l’occasione per parlare del cinema in Calabria e per inserire una conversazione sul Cinema nei 150 anni dell’Unità d’Italia, a cura dell’Associazione Le Muse Arte di Myriam Peluso, che si terrà a fine gennaio.
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