Giuseppe Gironda e il Lupo della Sila

di Oreste Parise

Mezzoeuro Anno XI num. 02 del 14/01/2012


Rende, 10/01/2012


Il suo percorso artistico inizia, con il disegno dei tessuti del noto stilista Gianni Versace e la creazione del poliforme mondo cromatico della grande casa di moda


Il balcone“Conosci Giuseppe Gironda?”, mi chiede il Prof. Umile Peluso, ancora lucido alla venerabile età di novanta e passa.

“Cercavo “Il balcone”, una sua raccolta di racconti pubblicata da Mondadori in una prestigiosa collana. Un nome inserito tra i grandi protagonisti della letteratura italiana del dopoguerra”, continua.

Chi sarà mai Giuseppe Gironda? L’affannosa ricerca su Google produce magri risultati, ma una copia de “Il balcone” è ancora disponibile nei magazzini di qualche libraio on-line e riusciamo a ottenerne una della prima edizione del 1943.

Non si hanno molte sue notizie biografiche. Le poche note a lui dedicate riportano che è nato a Catanzaro nel 1920, discendente di una nobile famiglia di San Vito allo Ionio. Nel Settecento Cesare Gironda, Barone di San Vito, su nominato balivo di Taverna, dove si trasferì. Il padre, accanito giocatore, dissipò quasi tutto il patrimonio trasferendo la famiglia a Catanzaro. È morto a Roma dove ha vissuto fino alla sua morte avvenuta nel 2005 senza lasciare discendenti diretti.

Studiò nell'esclusivo Nobile Collegio dei Gesuiti di Mondragone a Frascati, dove in precedenza si era formato anche Corrado Alvaro. In un articolo sul Corriere della Sera del 1 gennaio 1954, questi scriveva che “i suoi compagni, veduti dall’ultimo banco più alto, portavano i nomi delle maggiori casate di tutte le regioni italiane e che basterebbe ricordare ora perché si apra una prospettiva storica; o perché evochino la nuova borghesia ricca del principio del secolo, da Palermo a Napoli e da Torino a Venezia; o il mondo della cultura, come il nome di Antici-Mattei con le sue suggestioni leopardiane. I ragazzi della grossa borghesia imparavano i modi del bel mondo più dai loro compagni aristocratici che dai padri gesuiti, naturalmente. Era la Oxford italiana. I loro predecessori, fatti uomini e nel mondo, avevano lasciato le loro fotografie di collegiali, formato visita, nel grande salone delle cerimonie, il salone degli Svizzeri; visi di un’epoca, mescolati alla storia di quel decennio del secolo, e che ho riveduto in parte nella mostra fotografica di Roma ottocentesca a palazzo Braschi: un costume, un atteggiamento, una responsabilità di classe dirigente”.

La permanenza nel collegio gli aprì le porte degli esclusivi circoli letterari della capitale. In una vecchia foto degli anni cinquanta figura (al centro con i baffetti) lo vediamo insieme a personaggi noti come Aldo Palazzeschi, Alba De Cespedes, Anna Proclemer, Paola Masino, Rosetta ed Ennio Flaiano.

Ha ricevuto scarsa attenzione da parte degli intellettuali calabresi. Si trova solo qualche fuggente citazione e citazione critica in Pasquino Crupi e Antonio Piromalli nei loro studi di letteratura calabrese.

Maria Bellonci, Marcella Contini, Aldo Palazzeschi, Alba De Cespedes, Giuseppe Gironda, Libero Bigiaretti, Anna Proclemer, Paola Masino, Rosetta ed Ennio Flaiano

Maria Bellonci, Marcella Contini, Aldo Palazzeschi, Alba De Cespedes, Giuseppe Gironda, Libero Bigiaretti, Anna Proclemer, Paola Masino, Rosetta ed Ennio Flaiano

Fonte:http://www.bibliotecasalaborsa.it/imgeventi/amicidelladomenicaseppia2.jpg

La sua attività spazia dal giornalismo, come collaboratore de “Il Messaggero” di Roma, curando per anni la terza pagina letteraria, allo scrittore e sceneggiatore cinematografico. I suoi articoli ripropongono una rilettura delle vicende risorgimentali con particolare riguardo alla epopea garibaldina cercando di rappresentare le ragioni del Sud e le cause del ritardo che divide le due aree del Paese.

Nel 1974 è insignito del Premio Scranno per il giornalismo. La manifestazione è sorta nel 1972 per iniziativa del professor Riccardo Tanturri de Horatio un docente universitario di Letteratura Italiana. Un prestigioso riconoscimento che negli anni successivi è stato assegnato a personaggi illustri del giornalismo nazionale: Beniamino Placido, Sergio Zavoli, Nuccio Fava, Enrico Mentana.

La sua attività di scrittore inizia molto presto. I racconti raccolti ne “Il balcone” scritti mentre era ancora sotto le armi, sono pubblicati da Mondadori in una delle più prestigiose collane delle casa editrice dove appaiono molti nomi famosi della letteratura italiana del secondo dopoguerra. Era, infatti, uno dei volumi della prestigiosa collana dei “Narratori dello Specchio”, dove si raccoglievano gli autori mondadoriani della nuova generazione come Antonio Baldini, Giovanni Comisso, Curzio Malaparte, Alba De Cespedes, Ennio Flaiano.

Fu tra il gruppo degli animatori del Premio Strega, che divenne il più importante premio letterario italiano e mantenne sempre una posizione di preminenza nel panorama culturale nazionale. La prima edizione fu organizzata nel 1947 e risultò vincitore Ennio Flaiano con “Tempo di uccidere” edito da Longanesi. Tra i vincitori nelle edizioni successive, si annoverano i migliori scrittori contemporanei come Cesare Pavese, Alberto Moravia, Elsa Morante, Mario Soldati, Dino Buzzati, Giuseppe Tomasi di Lampedusa con Il Gattopardo, Umberto Eco, Goffredo Parise, ecc. Vi figura anche il calabrese Corrado Alvaro con “Quasi una vita” alla quinta edizione del 1951. Nell’ultima edizione, la 65esima del 2011, il premio è stato assegnato a Edoardo Nesi con "Storia della mia gente”.

Giuseppe Gironda partecipò alla edizione del 1954 con il romanzo Clotilde Rodio, vinta da Mario Soldati con Lettere da Capri. La concorrenza era molto agguerrita, poiché tra gli autori in concorso vi erano scrittori del calibro di Carlo Cassola, Raoul Maria De Angelis, Oreste Del Buono, Milena Milani, Leonida Répaci, Vittorio Sermonti: un parterre molto agguerrito.

Luigi Barzini seduto ad una scrivania durante le votazioni preliminari per lo Strega 1963 in casa Bellonci; di lato (con un vestito bianco) Giuseppe Gironda - piano medioLuigi Barzini seduto ad una scrivania durante le votazioni preliminari per lo Strega 1963 in casa Bellonci; di lato (con un vestito bianco) Giuseppe Gironda - piano medio

L'ultimo suo romanzo, Una stagione all'inferno, è del 1961. Il protagonista è Eliseo, un minorato il quale diventa ipocrita per giustificare il proprio male che lo soggiogherà. La sua figura, secondo Antonio Piromalli, “si allinea con i protagonisti di altri autori calabresi da Alvaro a Repaci, a Seminara, a La Cava, a Perri, a De Angelis, ai disperati e ai vinti che simboleggiano la dura lotta contro un mondo avverso e non sano. Ma essi stessi portano i segni della crisi del nostro tempo, una crisi che tocca anche i personaggi della narrativa calabrese nella quale il romanticismo estremo, con la tematica della carne, della morte e del diavolo, getta bagliori sullo sfondo di una realtà umana e sociale vista nella sua crudezza e qualche volta con una luce di speranza. Il romanzo è ambientato genericamente in un collegio ma del quale si possono riscontrare le "sembianze" di Mondragone, secondo quanto scrive Rodolfo Maria Strollo, anch'egli ex convittore del collegio.

Il lupo della SilaScrittore amaro, ma non disperato, lo qualifica Pasquale Tuscano, “nella cui pagina vibrano memorie ancestrali suggestive e ammonitrice, come nel romanzo folcloristico-psicologico di matrice remboniana. Tuttavia, gli intrighi inquientanti, le psicologie in negativo, i temi di morte, del diavolo, del sesso, autorizzano a parlare di aria decadente nella sua poetica. I personaggi di Gironda vivono la crisi del nostro tempo, ma in una dimensione esistenziale tardo romantica”.

Il Palio di SienaAnche il titolo del lavoro è preso in prestito dal poema di Jean-Artur Rimbaud “Une saison en enfer” (del 1873), ma nello stile letterario e nella passione con cui vive la sua esistenza piccolo-borghese è lontano mille miglia dallo stile e dalla carica psicologica dei poètes maudits. Niente è più lontano da quanto scrive Paul Verlaine, nelle sue Confessions, a proposito di Une Saison en Enfer: "...una specie di prodigiosa autobiografia psicologica, scritta in quella prosa di diamante che è una sua esclusiva caratteristica."

Quale sceneggiatore cinematografico la sua attività si limita al film drammatico di Duilio Coletti “Il lupo della Sila (1949), scritto insieme a Mario Monicelli con Amedeo Nazzari, Silvana Mangano, e Vittorio Gassman. Ambientato in Sila, racconta la vendetta di una donna il cui fratello viene ucciso dalle forze dell'ordine mentre tenta di fuggire alla cattura, essendo stato accusato ingiustamente di un omicidio. Il film ha avuto un grande successo internazionale ed è stato tradotto in molte lingue, ma manca di qualsiasi capacità di rappresentare la realtà calabrese. Si ripete lo stereotipo del calabrese costretto a diventare brigante per l'ingiustizia che lo perseguita, i paesaggi incantati della Sila con i suoi giganti, i pini larici ultracentenari di dimensioni maestose, i laghi immersi nel verde. La storia, la sceneggiatura, la fotografia e la presenza di attori molto noti e amati dal pubblico concorrono a costruire uno spettacolo popolare che ha l'unica ambizione di catturare l'attenzione del grande pubblico con l'unico obiettivo di massimizzare gli incassi. Una operazione commerciale perfettamente riuscita a scapito della qualità del prodotto e della capacità di rappresentare la realtà della regione.

/>L'altra sceneggiatura alla quale ha partecipato Giuseppe Gironda è il film di Luigi Zampa “La ragazza del Palio” del 1957 tratto da un romanzo di Raffaele Giannelli. La riduzione cinematografica è stata realizzato in cooperazione con Ennio De Concini, Liana Ferri, Raffaele Giannelli, Luciano Martino, Michael Pertwee, Piero Pierotti, Giovanna Soria, e lo stesso regista Luigi Zampa. Un lavoro di gruppo. Il suo contributo fu molto limitato e poco riconoscibile. Si trattò di un'altra operazione commerciale che si avvaleva di un cast di attori popolari come Diana Dors, Vittorio Gassman e Franca Valeri. Il film era stato realizzato esplicitamente con lo scopo di promuovere il turismo e destinato a un pubblico estero. Una commedia all'italiana, molto poco italiana e molto poco straniera. Si trattò di un flop da un punto di vista commerciale, poiché ebbe poco successo tanto in Italia che all'estero. Venne altresì stroncato anche dalla critica per la stucchevole interpretazione di Diana Dors nei panni della protagonista. "Diana Dors è espressiva come la sposina in bianco sulla torta nuziale", scrisse un noto critico cinematografico.

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Bibliografia

1)Baldini, Antonio e Moretti, Marino - Carteggio: 1915-1962, Ed. di Storia e Letteratura, Roma 1997

2)D'Agostino Domenico e Carlo - Ferdinando re delle Due Sicilie - Origine della popolazione di S. Leucio; con una introduzione di Giuseppe Gironda, Publigraf, Napoli 1977 [MIL0362592]

3)Gironda, Giuseppe, Il balcone: racconti, Mondadori, Milano 1943, pag. 258, Collana Lo specchio. I prosatori del nostro paese

4)Gironda, Giuseppe, Clotilde Rodio, Casini, Roma, 1953, pag. 222; 19 cm.

5)Gironda, Giuseppe, Una stagione all'inferno, Collana di narrativa moderna, Canesi, Roma, 1961, pag. 271.

6)Gironda, Giuseppe, La barba del barone, p. 65-68, e La croce, p. 54-63, Fanno parte di “Il fiore di pietra - Petrizzi fra passato, presente e avvenire”, A.A. V.V., Ed. Rubbettino (1982)

7)Gironda, Giuseppe, Gli amori di don Antonino : racconto - Cosenza : Editoriale Bioss, 1994. - 1283-1285 p.; 23 cm. Fa parte di “Il ponte”: Anno VI - n. 9-10, settembre-ottobre 1950 (numero dedicato alla Calabria)

8)Piromalli, Antonio – La letteratura calabrese, Luigi Pellegrini Editore, Cosenza 1996

9)Tuscano, Pasquale - La narrativa del Novecento e Corrado Alvaro in Lezioni di Letteratura di P. Crupi, R. Marandino, S. Oliverio, R. Romano, G. Sapia, R. Sirri, P. Tuscano, A. Zumbo, a cura dell’Istituto Superiore Liceo Ginnasio Statale “G. Garibaldi”, Istituto Statale d’Arte “A. Alfano” di Castrovillari, Luigi Pellegrini Editore, Cosenza, 2005

Articoli pubblicati su “Il Messaggero” di Roma

1)Gironda , Giuseppe - Garibaldi proclama la dittatura a Salemi in nome di Vittorio Emanuele 2. re d'Italia - {S.l. : s.n.] , 1960 [IEI0267130]

2)Gironda , Giuseppe - A cento anni dalla storica spedizione garibaldina in Sicilia - [S. l. : s.n.] , [1960] [IEI0267097]

3)Gironda , Giuseppe - Garibaldi si fa benedire in Chiesa per acquistare la simpatia del popolo - [S.l. : s.n.] , 1960 [IEI0267133]

4)Gironda , Giuseppe - Quando a Calatafimi la battaglia sembrava perduta un generale borbonico fece suonare la ritirata, [S.l. : s.n.] , 1960 [IEI0267131]

5)Gironda , Giuseppe - Quattro vecchi cannoni di fortezza imbarcati dai Mille ad Orbetello [S.l. : s.n.] , 1960 [IEI0267127]

6)Gironda, Giuseppe - Realtà e apparenze del Mezzogiorno: Facciamo i conti in tasca al contadino calabrese [IEI0253984]

7)Gironda, Giuseppe - Strade nel Sud, [IEI0263923]

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