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C’è un sindaco a Rende
di Oreste Parise
Mezzoeuro Anno XI num. 09 del 3/03/2012
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Rende, 2/03/2012
Parla Vittorio
Cavalcanti
In pochi mesi
ha convinto anche gli scettici per la sua autonomia e la capacità di
interpretare il difficile ruolo di garantire una continuità amministrativa e
rinnovare la politica di una città-modello nell’immobile scenario calabrese,
che rischia tuttavia di diventare prigioniera del proprio narcisismo.
In pochi avrebbero scommesso sul sindaco Cavalcanti, sulla sua capacità di
assumere un ruolo autorevole e autonomo in una realtà dominata da una longeva
classe dirigente autorevole e carismatica adusa a stroncare qualsiasi velleità
di autonomia e rappresentatività personale. Rende difende la sua peculiarità,
si rispecchia nelle sue realizzazioni, nella sua storia politica
pluridecennale. Vittorio Cavalcanti ha saputo attuare una metamorfosi a
interprete di una evoluzione politica e amministrativa della realtà arunthina.
L’intruso di oltre Campagnano può rappresentare il ponte necessario per il
superamento del limes, la sottile linea fluviale che la separa dal capoluogo e
costituire il legame ideale verso il futuro della città urbana. La
realizzazione nel parco fluviale, la metropolitana leggera sono anche
importanti per realizzare la sutura della lacerazione territoriale che ha fin
qui diviso le due città bruzie. Sarà anche l’occasione per l’inevitabile
abbraccio tra Giacomo Mancini e Cecchino Principe con il collegamento dei due
viali che portano il loro nome. Idealmente questo segnerebbe l’inizio di un
futuro di stretta collaborazione amministrativa e politica e la costruzione di
quella realtà urbana che potrebbe provocare la tracimazione del modello rendese
e della sua classe dirigente oltre i suoi confini storici. Il mondo politico è
in movimento. Con la nascita del governo tecnico niente è destinato a rimanere
come prima. Il sindaco Cavalcanti, forte della sua esperienza politica, dei
suoi successi professionali, della sua carica comunicativa è destinato a
giocare un ruolo importante in questa intricata partita.
Intervista a Vittorio Cavalcanti, sindaco di Rende
- Dopo quasi un anno di governo del territorio, è possibile tentare un
primo bilancio di questa esperienza?
- Un periodo così breve consente "bilanci brevi". Credo che gli elementi
caratteristici di questa prima fase possano ricondursi ad un’attenta
gestione delle risorse comunali, considerato che si è chiusa una fase
nella quale si è agito soprattutto sul fronte della spesa e che ha
condotto alle importanti realizzazioni come il nuovo municipio, il
palazzetto dello sport, il viale Francesco e Carolina Principe e tanto
altro ancora. Oggi amministratori attenti e responsabili devono sapere
che gli scenari che si prospettano impongono cautela ed equilibrio,
insieme all'esigenza di "non tacere nulla" delle difficoltà degli enti
locali. Nel lungo ed esaltante cammino della città, arriva il momento in
cui bisogna tirare il fiato. Questo non significa arretrare, tutt'altro;
semmai significa concentrare utilizzandole al meglio le risorse
soprattutto per mantenere al meglio il livello dei servizi (manutenzione,
cura del verde, dei servizi sociali).
- Si dice che ogni nuova amministrazione gode di una sorte di luna di
miele, un periodo durante il quale vi è una sorta di innamoramento degli
elettori per il nuovo sindaco, ha avvertito un cambio di clima attorno alla
sua amministrazione?
- Il cambio di clima evoca un raffronto, che è improponibile se non per
certi versi addirittura odioso. Io posso dire che il clima che si è
creato intorno alla mia persona ed alla amministrazione è un clima di
grande fiducia e di aspettative, che non vogliamo disattendere, sulla
possibilità di una stagione che veda al centro dell'azione politica un
grande progetto di realizzazione di una vera conurbazione che porti alla
formazione di un unico comune. In questo quadro, i cittadini si
aspettano, come è giusto che sia, un profondo miglioramento delle loro
condizioni di vita ed il grande risultato elettorale conforta sulla
concretezza del nostro programma: sapendo che la credibilità di un
programma è prima di tutto la credibilità degli uomini e delle donne che
sono chiamati a realizzarlo.
- Quali sono i fattori che maggiormente creano un progressivo distacco
dell'elettorato?
- La credibilità degli uomini e delle donne impegnati in politica. Io
credo che questo sia la ricaduta, oggi, di un ventennio (uso questa
parola senza alcun riferimento al meno recente passato) che ha condotto
il nostro paese al declino economico ma soprattutto etico. Non è un caso,
appunto, se l'espressione che viene più frequentemente usata nei
confronti di Monti e del suo governo è, appunto, credibilità; quella
credibilità di cui avevano bisogno i mercati ma, prima ancora, gli
italiani.
- In questi mesi vi è stato un accerchiamento mediatico e giudiziario nei
confronti dell'amministrazione. Quali nubi si addensano sullo scenario
politico rendese? Ritiene che questa lunga continuità amministrativa non
abbia più la forza del sogno, il fascino dell'utopia, l'aspettativa di un
miglioramento?
- Non so a cosa si riferisce in particolare quando si parla di
"accerchiamento". Se s’intende che sono in corso alcune indagini, dico
che il lavoro della magistratura e delle forze dell'ordine va rispettato,
nè ci sentiamo per questo accerchiati. Quanto al profilo mediatico, mi
sembra che siamo di fronte ad una volgare macchina della mistificazione
che non merita neanche il tempo di un commento. Ritengo, semmai, che
questa lunga continuità amministrativa e politica, che è il frutto di un
grande lavoro e di una grande attenzione per il territorio, forse provoca
invidia e disturba i soliti mestatori del torbido, che da questo spesso
ricavano benefici per le loro carriere personali. Forse occorre ribadire
quanto si diceva tanti anni addietro sul Corriere della Sera, vale a dire
che Rende rappresenta la cattiva coscienza di tanti amministratori,
perchè è la prova vivente e pulsante che anche nel sud si può creare e
realizzare un progetto di sviluppo che porta ricchezza ai territori.
- Lei appartiene alla koinè che si andato formando negli ultimi decenni, il
suo basso tasso di "rendesità" sembra che la porti a privilegiare la nuova
città rispetto al vecchio borgo che si sente abbandonato ...
- Anche questa è una spregevole provocazione, che viene avanzata da chi
non ha altri argomenti per spargere odio e veleni. Ed anche questa volta
si tende a mistificare una realtà che è del tutto diversa. Quel che si
sta facendo per il centro storico ed i programmi che da qui a poco
vedranno la luce testimonieranno anche a quanti, con i loro
atteggiamenti, dimostrano di non amare questo territorio, che non bisogna
esibire il certificato di nascita per dimostrare la propria sensibilità,
ma lavorare soprattutto in positivo per la crescita di tutta la città,
rigettando l'insinuazione di una diversa attenzione per alcune parti del
territorio.
- Il nuovo progetto amministrativo sembra avere un affaticamento
programmatico. Quali sono le opere capaci di incidere sul tessuto urbano?
- Il nuovo piano strutturale disegnerà il futuro urbanistico, fondato
soprattutto sulla valorizzazione del tessuto urbano esistente, rigettando
ipotesi d’incrementi volumetrici rispetto al piano esistente. In tale
contesto, stiamo operando per ottenere investimenti significativi per una
forte riorganizzazione dell'area industriale, nella quale favoriremo la
realizzazione di strutture alberghiere. Anche l'area intorno all'UNICAL
dovrà assumere le connotazioni del quartiere. Tra pochi mesi partiranno i
lavori di un grande parco acquatico, che insieme al parco Robinson
diventerà un grande luogo non solo per il tempo libero, quanto per dare
strutture ai tanti talenti con la realizzazione di una tecnotown. Questo
Parco Acquatico è connesso al progetto dei nuovi quartieri sul lato est
del Viale Francesco e Carolina Principe. La metropolitana leggera,
fortemente voluta dalle amministrazioni che si sono succedute a Cosenza e
Rende (ed immaginata, se mi consente un pizzico d'orgoglio socialista, da
due grandi socialisti come Giacomo Mancini e Sandro Principe) creerà le
condizioni per un grande progetto strategico sulla mobilità dell'intera
area urbana. L'ultimo tratto del Viale Parco, quello da Quattromiglia a
Settimo, sarà l'arteria di collegamento con lo svincolo autostradale di
Settimo e diverrà un nodo strategico di ridefinizione delle
infrastrutture, attraverso i collegamenti da un lato con l'UNICAL e
dall'altro con l'area industriale di Lecco. Numerose iniziative culturali
caratterizzeranno i prossimi tempi, a partire da quella, di cui mi
occuperò personalmente, de Il Libro e l'Autore, che porterà l'autore a
presentare il proprio ultimo lavoro interagendo con gli studenti, che
saranno stimolati attraverso la lettura del libro nei giorni precedenti.
La riorganizzazione della società di servizi porterà ad un miglioramento
della qualità della ordinaria manutenzione. Intensificheremo i rapporti
con l'UNICAL perchè riteniamo che sia finalmente finito il tempo in cui
un ministro diceva in giro che la cultura non porta pane. Questo e tanto
altro ancora, a dimostrazione che non c'è alcun affaticamento, ma idee
chiare e volontà di realizzarle.
- La congestione del traffico in una realtà che si pone all'avanguardia
nella pianificazione urbanistica denota una carenza del servizio di trasporto
pubblico e una inefficiente organizzazione del tessuto stradale. Non sarebbe
opportuno una razionalizzazione del tessuto viario?
- Mi sembra la tipica domanda che contiene già la risposta.- A me sembra
eccessivo, quasi irreale, parlare di città congestionata. Certo, le città
attraenti, che hanno grande vitalità, un tessuto commerciale ed un'area
industriale attivi portano certamente a tenere sotto costante controllo
il problema della mobilità. In questo è indubbio che la città paga il
prezzo di politiche regionali che hanno distribuito la contribuzione del
trasporto pubblico locale in modo assolutamente inadeguato e la città di
Rende non ha un solo euro dalla Regione per il trasporto pubblico locale.
E non basta certo una razionalizzazione del tessuto viario, anche perchè
questo elemento è fortemente presente nel territorio. Occorre anche in
questo caso una pianificazione ed una gestione oculata. Per questo,
continuiamo a "scommettere" sulla metropolitana di superficie o leggera,
perchè solo intorno a questa opera strategica potrà elevarsi la mobilità
a sistema. Sapendo che, anche in questo caso, soltanto politiche di
"area" potranno dare risultati apprezzabili.
- La metropolitana costituisce uno degli oggetti misteriosi di natura
carsica, che appare per un breve periodo per poi assumere una dimensione
onirica. Possiamo tentare di dare qualche informazione concreta? Qual'è il
suo percorso e la logica che ha condotto a quella scelta, quali risorse sono
necessarie e in che tempi è prevedibile un suo completamento?
- Sulla metropolitana si sconta una cultura che è tutta dei nostri
territori: fino a quando era solo un progetto politico amministrativo,
quasi una sorta di visione, tutti erano a favore ed anzi, protestavano
per il ritardo nella approvazione.- Da quando è divenuta progetto
"cantierabile", apriti cielo! tutti a metterne in discussione
funzionalità ed utilità.- Evidentemente coerenza e rispetto delle scelte
che si sono definite nel tempo non sono patrimonio di tutti. La
metropolitana è stata ritenuta dalla Banca Europea per gli Investimenti
(che non è un ente di beneficienza) opera strategica e finanziabile; i
fondi, anche - occorre dirlo - grazie alla volontà ed al lavoro del
Presidente Scopelliti, sono tutti disponibili; la gara per
l'aggiudicazione dei lavori (ed io auspico e lavorerò perchè possa
esservi un appalto di lavori e di gestione) potrà espletarsi in pochi
mesi; i lavori dovranno terminare entro il 31.12.2015. Il percorso inizia
da Piazza Giacomo Mancini di Cosenza, prosegue sul viale parco, raggiunge
Rende per la vecchia statale 19, arriva al capolinea dell'UNICAL e
ritorna sulla ex 19 bis per collegarsi nuovamente sul viale parco Giacomo
Mancini, con una diramazione significativa verso l'Ospedale
dell'Annunziata. Cambierà sicuramente le abitudini dei cittadini
dell'intera area urbana, razionalizzerà l'intero sistema del traffico,
perchè sarà collegata con delle grandi aree in cui tutti i cittadini
provenienti da altri territori con i mezzi pubblici dovranno cambiare
mezzo e salire sulla metrò leggera; consentirà, per dirne una, di
limitare in modo decisivo il traffico automobilistico nell'area
universitaria. Ce n'è abbastanza per sostenerla e considerarla il più
importante investimento dei prossimi anni, trattandosi, in periodi di
crisi, di attivare opere per circa 200 milioni di euro. Scusate se è
poco.
- Ogni comune dell'area urbana - a Cosenza e Rende bisogna aggiungere
Castrolibero e Montalto Uffugo - rivendica un modello e una soluzione spesso
molto diversa. È possibile trovare una sintesi?
- La sintesi la fanno, anzi l'hanno già fatta i cittadini, che hanno
ormai da tempo acquisito, anche sul piano culturale, di vivere in un
territorio che considerano unico. La mia stessa elezione, che ha avuto
come slogan "un cosentino a Rende", dimostra la maturità di un territorio
e la voglia di supportare il percorso che porterà ad un comune unico. Noi
amministratori dobbiamo lavorare per questo obiettivo, con la
consapevolezza che programmi comuni devono presupporre la volontà di
rinunciare alle proprie quote di sovranità. Io dico solo che i cittadini
non ci perdonerebbero passi indietro od alchimie, o, peggio, ancora, il
ritorno a campanilismi d'altri tempi. Sedersi intorno ad un tavolo con
questa predisposizione, sapendo che occorre lavorare prima di tutto sui
grandi servizi (mobilità, rifiuti, politiche culturali ed altro ancora)
sarebbe il più bel regalo che i sindaci potranno fare ai propri
cittadini.
- Una delle favole metropolitane è che l'amministrazione rendese sia
ostaggio dei palazzinari che intralciano qualsiasi razionalizzazione del
trasporto urbano, poiché questo avrebbe conseguenze disastrose sul business
delle residenze universitarie, stravolgendo il valore degli immobili. È
possibile pensare nel prossimo futuro a una società unica di trasporto
pubblico in tutta l'area urbana comunque definita?
- Ho già risposto, auspicando che quello della mobilità diventi "Sistema"
dell'intera area urbana, a partire dalla metrò leggera ed, ovviamente,
con un gestore unico o, comunque, con una gestione fortemente integrata.-
Pensare, perciò, che vi siano logiche d'ostacolo per favorire i
palazzinari, come dice qualcuno che è poco pratico di queste zone, mi
sembra una riflessione priva di senso, anche perchè un sistema di
mobilità adeguato porta ricchezza a tutti i territori e magari rende
maggiormente attraenti gli stessi proprio in funzione della possibilità
di spostarsi. Ha pensato quanto farebbe comodo a chi abita ad Arcavacata
avere un mezzo pubblico che in dieci minuti porti a Palazzo Arnoni? La
mobilità avvicina i territori e di rende osmoticamente fruibili. Altro
che recinto daziario: Rende vuole,semmai, mettere a disposizione il
proprio territorio, la propria storia, la propria tradizione, per una
nuova stagione di crescita e di sviluppo, guardando anche al tema
dell'area urbana come una delle grandi opportunità, perchè sa bene che
un'area metropolitana ben organizzata costituirebbe una delle realtà più
importanti dell'intero mezzogiorno. Pensi, ad esempio, al tema della
logistica ed al fatto che la nostra area si pone al vertice di un ideale
percorso che da Gioia Tauro e Lamezia Terme, porta da un lato al
"corridoio” tirrenico e dall'altro a quello dell'adriatico. E che dire di
come in tale contesto, la nostra area possa guardare con grande
attenzione a quel che sta succedendo dall'altra parte del mediterraneo ed
all'evoluzione dei percorsi democratici ed economici della sponda
africana del mediterraneo? Su questi temi chi governa i nostri territori
deve interrogarsi e pensare a risposte alte e non alla difesa assurda di
una postazione.
- Rende costituisce da sempre un unicum nella politica locale e regionale.
Quali potranno essere le evoluzioni alla luce della nuova esperienza del
Governo Monti? Si va verso la creazione di una sinistra credibile, o è in
atto una corsa al magma centrista?
- Rende ha rappresentato nel tempo un punto di riferimento per il
socialismo italiano e per il centro sinistra.- Nelle ultime elezioni, è
stato l'unico comune importante della Calabria in cui il centro sinistra
ha vinto al primo turno. E, tuttavia, io credo che questo tratto della
storia politica italiana, caratterizzato da un governo che è il frutto di
un grande atto di responsabilità della politica (che ha fatto un passo
avanti e non un passo indietro creando le condizioni di contesto per un
governo solo nominalmente tecnico che possa fare riforme impossibili
nello scontro delle principali forze politiche) disegnerà prospettive in
cui gli schemi classici di centro destra e centro sinistra cederanno il
passo a scenari forse stravolta per davvero nuovi. Dipenderà dalla
capacità della politica ma anche dalla forza dei cittadini di ritornare
autenticamente protagonisti. Una nuova legge elettorale, insieme ad una
architettura costituzionale rivisitata in funzione di un equilibrio tra
democrazia rappresentativa e poteri decisionali, la capacità di dare
all'Europa quel ruolo di soggetto politico che oggi manca, saranno gli
elementi sui quali si creerà un nuovo assetto dei partiti e delle forze
politiche. Quel che è certo, è che dopo l'esperienza Monti l'Italia sarà
meglio di come è stata in questi venti anni e, forse, si creeranno le
condizioni perchè l'Italia ritorni ad essere attrice principale nella
formazione degli Stati Uniti d'Europa. Rende, da sempre attenta e
protagonista, nella sua classe dirigente, alle evoluzioni della politica,
traccerà un nuovo capitolo della sua storia: e sarà ancora una volta,
come spero, una storia degna di essere raccontata.
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