E adesso ci assicuriamo da solidi Oreste Parise Mezzoeuro Anno XI num. 11 del 17/03/2012 |
Rende, 15/03/2012
RCA Auto e non solo
La difficile vita al Sud. Non si lavora, si guadagna meno, e paghiamo tutto di più. Un esempio eclatante sono le assicurazioni danni, che costituiscono un vero e proprio salasso per le famiglie meridionali. Ora c'è qualcuno che si ribella e vorrebbe costituire una società mutualistica per risparmiare e offrire servixi più efficienti. Forse una utopia o l'inizio di un cammino virtuoso, ma la strada è lastricata di chiodi a quattro punte, come nei film di James Bond.
Ogni volta il rinnova della polizza RC Auto è un piccolo dramma. Il premio, come graziosamente si chiama il salasso che siamo costretti pagare, aumenta sempre inesorabile e non vi sono espedienti per frenarne la corsa. Le compagnie assicurative si lamentano persino per il numero eccessivo di automobilisti virtuosi che non denunciano nemmeno un piccolo incidente l'anno per giustificare l'applicazione di una maggiorazione. Del "bonus malus" si è persa traccia e si vuole applicare e si applica solo il secondo. Noi ci prendiamo solo 'o malamente. A prescindere, come direbbe l'indimenticabile Totò.
Ogni tanto le associzioni dei consumatori lanciano l'allarme per il caro polizza che strozza il Sud, una delle tante esternelità negative che appesantiscono la nostra economia. Per dare un dimensione al problema, basta considerare che la Calabria paga annualmente circa due miliardi di euro di premi assicurativi, dei quali le sole RC Auto rappresentano circa un terzo del totale. Le regioni meridionali complessivamente ne pagano 22, una cifra enorme. Quante solo le compagnie assicurative del Sud? In un quiz a premi sarebbe fin troppo semplice rispondere: nessuna. Un situazione assurda che supera in negatività persino il mercato bancario, dove almeno operano ancora le banche popolarie le BCC - autentiche espressioni del territorio - che occupano uno spazio significativo anche se minoritario del mercato del credito.
Le assicurazioni, al contrario, costituiscono uno dei principali veicoli del salasso finanziario del Sud: miliardi di euro vanno a rimpienguare il sistema finanziario e industriale del settentrione. E non vi è fino al momento alcun seppur minimo correttivo.
Delle banche e del credito se ne discute, ma sulle assicurazioni vi è una sorta di congiura del silenzio. Forse perché il settore non si considera determinante nel sistema, ma l'assenza di una politica assicurativa moderna e funzionale assume un valore strategico nello sviluppo economico. Sicuramente è l'RCA a destare la maggiore attenzione, poiché è obbligatoria e costituisce una preoccupazione periodica per ogni famiglia. Ma il sistema assicurativo interviene in quasi tutti i settori, come nel commercio estero che stenta a decollare nel Sud anche per la mancanza di una adeguata assistenza tecnica da parte delle banche e delle assicurazioni.
Le pure lodevoli iniziative intraprese, come la creazione del marchio "Cosenza" sponsorizzato dalla Camera di Commercio rischiano di infrangersi contro gli scogli dell'inefficienza sistemica che vanifica tutti gli sforzi. La piccola rivoluzione efficientistica impressa dal suo presidente Pino Gaglioti trova unaa miriadi di ostacoli disseminati sul suo cammino.
Vi è un paradosso reale o apparente. Secondo quanto pubblicato da una rivista del settore, le principali compagnie nazionali di assicurazione starebbero pensando di abbandonare il Sud, nei settori ritenuti più rischiosi e meno remunerativi che richiedono una gestione attenta e controlli severi per evitare abusi, com'è il caso dell'RCA. Le compagnie denunciano, insomma, che le regioni meridionali hanno un numero di incidenti percentualmente molto più elevato, che nascondono vere e proprie truffe e giustificano la maggiorazione dei premi, in una misura ritenuta insufficiente a coprire il maggio rischio. Il sospetto è che il pianto greco delle compagnie nasconde il desiderio di operare in piena libertà ed autonomia con aumenti arbitrari ed indiscriminati dei premi.
Questo potrebbe provocare però un effetto boomerang. Il mercato è drogato e assume compartamenti isterici poiché l'eccessivo costo provoca la ricerca di espedienti e sotterfugi per recuperare in qualche modo il prezzo pagato, con la simulazione di sinistri.
Le regioni più colpite dal caro polizze sono Calabria, Campania e Puglia e, qualora si devesse realmente verificare il minacciato abbandono dl mercato da parte delle società maggiori, la minore concorrenza potrebbe provocare un ulteriore rincaro delle polizze. A questo proposito è opportuno ricordare che proprio la Calabria detiene il poco invidiabile primato della maggiore densità automobilistica fra tutte le regioni italiane. Una palese contraddizione considerato che contemporaneamente ha il reddito pro-capite più basso: questo è il risultato di un trasporto pubblico assolutamente inadeguato. Soprattutto il trasporto locale è insufficiente ed inefficiente tanto da costringere all'uso generalizzato dell'auto privata negli spostamenti urbani che extra-urbani. In queste condizioni è evidente che il caro polizze incide in misura molto più rilevante nella nostra regione che altrove.
Il comportamento delle compagnie di assicurazione vìola il principio della territorialità sancito dalla Unione Europea, in base al quale è vietata qualsiasi discriminazione ai danni del consumatore derivante escusivamente dalla sua residenza. I fattori di rischio dovrebbero essere commisurati a parametri diversi di quella della semplice distribuzione geografica, in particolare la sua quando la sottoscrizione del contratto risponde ad un obbligo imposto dalla legge. Finora, però, nessuno ha fatto ricorso alla Corte di Giustizia dell'Unione per veder sancito questo sacrosanto diritto e chiesto l'applicazione delle sanzioni a carico delle compagnie per comportamento illegale. Si deve, inoltre, sottolineare che un'attenta analisi del mercato potrebbe far emergere che il loro comportamento risponde ad una logica di cartello, un patto di non concorrenza non formalizzato, ma applicato rigidamente.
L'Adiconsum, una associazione di consumatori molto agguerrita, si è rivolta tanto all'Antitrust, affinché verifichi l'esistenza di questo accordo di fatto, ed all'Isvap, l'organo di Vigilanza sulle assicurazioni, che ha promosso l'istituzione di una banca dati anti frode per combattere le truffe assicurative, una misura troppo blanda e burocratica che non sarà certamente in grado di dare una risposta adeguata a un fenomeno di malcostume moto diffuso.
Non si può nascondere che le compagnie pescano nel torbido e sollevano questioni dubbie, con comportamenti molto simili a quelle delle società petrolifere, pronte a cogliere qualsiasi segnale di lievitazione del prezzo del petrolio, ma sorde e cieche nel vedere i movimenti al ribasso.
Nel 2010 (ultimo dato disponibile al momento), ad esempio, i sinistri nel Sud sono crollati del 50% e per tutta risposta i costi delle polizze con aumentati di circa il 20%. Com'è ovvio, la causa va ricercata nell'inflazione, nell'aumento del costo del personale, e nelle miriadi di altre scuse che un bilancio complesso può fornire.
La Federconsumatori dal canto suo ha iniziato una "class action" contro l'Ina-Assitalia" presso il Tribunale di Roma. Una eventuale sentenza favorevole ai consumatori potrebbe rappresentare una vera e propria rivoluzione.
Come uscire da questa situazione, nelle more di una decisione che si preannuncia molto lunga e sofferta?
Non vi è dubbio che non si può solo aspettare che la risposta venga calata dall'alto, ma deve eesere lo stesso mercato a indicare una via di uscita, proprio perché gli operatori locali conoscono bene dinamiche e comportamenti degli assicurati e possono individuare sistemi di selezione che consentano alle categorie più "virtuose" di ottenere condizioni più vantaggiose. Le tecniche di valutazione del merito sono già ampiamente diffuse nel settore bancario e potrebbero essere utilimente utilizzate anche nel settore assicurativo con qualche piccolo adattamento. In luogo di stabilire tariffe uniche per tutti, una soluzione potrebbe essere quella di commisurare il premio al grado di rischisità individuale calcolato con procedure simili al "credit scoring", ad esempio.
Un'altra strada è quella mutualistica con la costituzione di una società di assicurazione rivolta ai soci selezionati in maniera da minimizzare il rischio non di sinistri, poiché questi assumono un carattere necessariamente aleatorio, ma delle frodi e degli espedienti truffaldini che provocano un ingiustificato aumento degli indennizzi.
Qualche giorno fa da Cosenza è partita una iniziativa che vorrebbe porvi rimedio con la costituzione di una cooperativa assicurativa, una forma prevista dal nostro codice civile, che finora non ha trovato alcuna applicazione in Italia.
Si tratta di costituire una cooperativa con un capitale di cinque milioni di euro nella quale si diventa soci assicurandosi con la società, e si perde pa qualità di socio con l'estinguersi dell'assicurazione. È anche prevista la figura dei soci sovventori che forniscono il capitale, ma non è certo quella la figura più interessante che caratterizza la società. I soci sono quindi anche assicurati e devono versare i contributi in misura fissa o variabile, come stabilito annualmente dagli stessi organi della cooperativa.
La qualifica di assicurato è connaturata alla qualità di socio secondo le modalità di iscrizione stabilite dallo statuto. Questo consente una selezione preventiva degli assicurati, e dà la possibilità di limitare il rischio ricorrendo ai metodi statistico-matematici accennati in precedenza.
Il sistema cooperativo consente una sopportazione collettiva dei rischi, una comunione dei danni, e l'eliminazione dell'intermediario assicurativo e del profitto d'impresa. Un triplice vantaggio che potrebbe determinare un sostanziale abbattimento dei premi assicurativi. Sicuramente l'utilizzo maggiore riguarderebbe proprio l'RCA, ma la limitazione all'operatività del nuovo organismo è limitato soltanto dalla concessione dell'Isvap.
La costituenda società si denomina CDS, un acronimo che sta per Compagnia del Sud, ed è stato già costituito il comitato promotore presieduto da Franco Ferro, un professionista con una lunga esperienza assicurativa alle spalle in qualità di agente generale della Unica Previdente. A partire dall'inizioo di marzo è iniziata la sottoscrizione delle quote.
È troppo presto per azzardare qualsiasi giudizio sulle possibilità che il progetto vada in porto. Il target di capitale è impegnativo e il frazionamento delle quote (da un minimo di 500 a un massimo di 100mila per i soci sovventori) richiede una organizzazione capillare e il coinvolgimento delle banche locali. La partenza dell'iter costitutivo, e non a caso, è avvenuta nella sala congressi della BCC Mediocrati nel centro direzionale di Rende. Il presidente Nicola Paldino si mostra sempre molto attento a quanto di nuovo si muove sul territorio e ha voluto dare un concreto atto di simpatia nei confronti di una iniziativa molto innovativa.
La realtà cosentina si è mostrata sempre molto vivace nel proporre novità e molto attiva nel cercare soluzioni "in house", prima alle problematiche bancarie e oggi anche a quelle assicurative, una vivacità che non trova riscontro nella altre provincie calabresi.
Solo qualche anno fa è stata costituita la Banca Brutia, una bcc miracolosa sorta nel bel mezzo di una crisi, dopo una istruttoria di alcuni anni. Le difficili condizioni dell'abbrivio si riflettono nelle pieghe del bilancio che mostra qualche screpolatura provocata dalla esigenza di dover crescere in un mercato in affanno. Il tasso di intemediazione non ha raggiunto i livelli sperati, frenato dalle difficoltà in cui si dibattono famiglie e imprese, il risultato di esercizio non è stato molto brillante e incagli e sofferenze si sono attestati troppo presto a livelli di guadia, che richiedono una attenta analisi del portafoglio crediti. Una prima ispezione della Vigilanza ha solo evidenziato qualche fattore di criticità, ma la dimesione stessa della banca costituisce un fattore di intrinseca debolezza.
Non si è ancora concluso l'iter per la costituzione della Banca di Garanzia voluta dal duo Gaglioti-Oliverio, rispettivamente presidenti delal Camera di Commercio e dell'Amministrazione Provinciale per le difficoltà di carattere amministrativo richieste nell'istruttoria per il rilascio della licenza bancaria. Nonostante il peso dei promoter, non si preannuncia affatto immediata. I due istituti sono una chiara evidenza delle difficoltà che incontra qualsiasi iniziativa innovativa in Calabria.
La Compagnia del Sud, CDS Scpa, nasce da una serie di incontri promossi dall'Associazione Nazionale Intemediari Assicurativi, e dalla volontà, l'impegno e la professionalità dei soci promotori, con l'obiettivo di dotare le famiglie, il mondo economico e produttivo meridionale di una compagnia di assicurativa in grado di coniugare imprenditorialità ed etica e creare uno stretto legame di solidarietà tra la compagnia e i suoi soci.
Le operazioni di raccolta si chiuderanno il 31 dicembre prossimo. Tale data è prorogabile per altri sei mesi. Il processo è ancora lungo, mentre le esigenze di un contenimento dei costi assicurativi dovrebbe avvenire in tempi molto rapidi per dare un significativo contributo alla ripresa.
Non resta che augurare una rapida conclusione dell'iter costitutivo per dare alla Calabria uno strumento di cui avrebbe urgente bisogno.
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