Corda al centro a Catanzaro, parla Saverio Zavettieri

di Oreste Parise

Mezzoeuro Anno XI num. 17 del 28/03/2012


Rende, 24/04/2012


Il voto di Catanzaro costituisce un test importante per gli equilibri della Regione

I partiti sperimentato alleanze e programmi, ma sono in gioco anche importanti interessi economici e la definizione dell'assetto urbanistico del territorio. Saverio Zavettieri, da navigato politico, gioca una carta e si pone al centro dello schieramento a fianco di Pino Celi, il candidato dell'UDC, ma con uno sguardo al futuro ...


Intervista a Saverio Zavettieri

Il voto di Catanzaro rappresenta uno snodo politico importante. Crede che qui si sta prefigurando il futuro quadro delle alleanze regionali?
Certamente il voto per l’elezione del Sindaco di Catanzaro è importante per la città Capoluogo e per l’intera Regione oltre che come prima verifica dello stato di salute del PDL in Calabria, dopo i successi alle Regionali 2010 e alle amministrative 2011, incrinati dalle dimissioni di Traversa a soli 7 mesi dalla sua investitura e che restano tuttora inspiegate e misteriose. Andrei più cauto sul quadro delle alleanze regionali centrato sull’ asse PDL-UDC che può subire qualche incrinatura ma non tale da mandare in fumo una maggioranza di ferro che regge sulla gestione ed il controllo rigido degli strumenti di potere e conferisce ai diversi attori e comparse un senso di sicurezza e inattaccabilità piacevole, a prescindere dall’azione politica-amministrativa e dai risultati ottenuti. L’alternativa sarebbe una maggioranza raccogliticcia sul tipo del governo Berlusconi “ultima versione” che non farebbe meglio di quello attuale. E poi sono in vista le elezioni politiche del 2013 che possono riservare sorprese spiacevoli per tutti a partire dai potenti di turno.
Il governatore è stato oggetto di una serie di indagini e ha ricevuto un avviso di garanzia per il caso Fallara, pensa che questa abbia influito sul posizionamento politico nella partita catanzarese?
Non mi appassiono per natura e per cultura alle vicende giudiziarie, agli avvisi di garanzia, alle azioni della magistratura nei confronti di chi governa le istituzioni pubbliche e non solo per essere stato più volte vittima di attenzioni sconsiderate, rivelatesi strumentali e sbagliate che mi hanno temprato e reso giustizia, anche perché ogni volta si registra una sconfitta o della politica, con la degenerazione e l’abdicazione, o della magistratura, con l’invadenza e l’egemonia, che mette a rischio l’equilibrio e la separazione dei poteri fondamentali dello Stato democratico. Le vere rivoluzioni e i cambiamenti non vengono mai da azioni per quanto incisive di ordine giudiziario al di fuori della maturazione della coscienza popolare, della partecipazione consapevole e non emotiva della società e dei cittadini come il fallimento clamoroso dell’operazione “Mani Pulite” dimostra in modo inconfutabile. Altre sono le ragioni per cui il PDL ha perso per strada alcuni alleati e cannibalizzato altri. Certo non hanno influito sulla scelta dei Socialisti Uniti per Catanzaro le indagini della Procura di Reggio nei confronti di chi ha menato vanto del cosiddetto “Modello Reggio”, viste sempre con distacco in pieno spirito garantista pur con le riserve sempre espresse verso quel modello e cultura o sub-cultura che lo aveva partorito. Se poi si riferisce allo sganciamento più vistoso dell’UDC credo che le ragioni di ordine politico generale si sommino ai postumi del 2006 quando la coalizione della Casa della Libertà guidata dal massimo esponente dell’ UDC non è andata neppure al ballottaggio a causa della profonda divisione della stessa e dei franchi tiratori oggi in posizione di forza nel PDL e nel potere regionale. La fuga di un alleato dalla barca che fa acqua e rischia di affondare dovrebbe invece indurre alle riflessione sulla natura degli accordi elettorali e sul cemento che viene impiegato per costruire una coalizione. Ma ciò non sembra sfiorare la testa di chi oggi assume su di se le maggiori responsabilità della politica e del governo regionale.
Quali sono stati i motivi dell’abbandono del sindaco Traversa che aveva ricevuto una investitura plebiscitaria? Si è trattato di una scelta personale o sulla decisione ha pesato l’ingovernabilità della città, oppure vi sono stati condizionamenti che hanno impedito un sereno svolgimento dell’attività amministrativa?
Noi Socialisti li abbiamo chiesti prima, durante e dopo e non abbiamo avuto la fortuna di avere una risposta che fosse non dico convincente ma decente . E’ la ragione principale del nostro sganciamento dal rapporto col PDL non potendo affrontare al buio una situazione densa di incognite e lati oscuri noti solo a chi ha le mani in pasta. In questo clima tutti i sospetti ed i timori sono legittimi specie se si crea una forte commistione tra cosa pubblica e interessi privati come la situazione di Catanzaro lascia facilmente immaginare. E poi Traversa, persona che stimo e rispetto, invece di ispirarsi a “Riccardo cuor di leone”, ha preferito ispirarsi a Celestino V°.
La città sembra imbrigliata nella logica dei “cavalieri del lavoro” che fingono di combattersi in occasione delle elezioni per poi finire nella logica spartitoria. Quella attuale un vera “guerra”, o una finzione?
Non conosco a fondo le dinamiche di Catanzaro pur essendo per me la città di adozione da molti decenni. In superficie tutto si presenta calmo e tranquillo ma nella parte sottostante la concorrenza e contrapposizione tra interessi forti e sommersi diventa dura e incontenibile specie in una città priva di sbocchi e di spazi e dove i maggiori interessi ruotano attorno agli assetti urbanistici, ai cambi di destinazione all’acquisizione dei palazzi del potere ed alle residue opportunità di espansione. Tutto sotto gli occhi di apparati pubblici, organi di controllo e magistratura distratti o compiacenti. Catanzaro ha bisogno di una forte scossa e di una spinta al rinnovamento capace di creare un clima nuovo, di confronto che ne’ il centro sinistra ne’ il centro destra, pur messi alla prova hanno saputo realizzare. Non mi intendo di guerre economiche ma certo queste diventano più dure e cruenti quando la coperta tende a restringersi
La costruzione della sede regionale era uno dei successi vantati dalla precedente giunta, finita nel dimenticatoio o negli esercizi dilatori delle locazioni assistenziali. Quando la Calabria potrà realmente vedere coniugati efficienza logistica e risparmio? In che modo questo potrà influire sullo sviluppo socio-economico della città?
La Sede Regionale è una scelta della giunta Chiaravalloti che quella successiva ha solo avuto il merito, positivo, di ubicare a Germaneto. Quanto alle procedure, adottate in tutti questi anni, i dubbi sono legittimi anche perché la sede è ancora lungi dall’ essere completata e agibile. Sorprende che nel corso della campagna elettorale non emerga con la dovuta forza il confronto sulle funzioni che la città Capoluogo di Regione è chiamata a svolgere a partire dalla Cittadella come unico polo amministrativo regionale (in cui concentrare uffici e funzioni diverse) , da conquistare con un vasto piano di mobilità interna ed esterna di cui non c’è traccia nei programmi elettorali dei 2 maggiori schieramenti. Per non parlare di un grande polo sanitario regionale di alta specializzazione e ricerca che avrebbe la sua collocazione naturale nella parte centrale della Calabria e potrebbe assicurare un futuro all‘università di Germaneto. Invece con leggerezza di tanto in tanto si parla di concentrare a Lamezia la sede della giunta e del Consiglio Regionale, cosa non fattibile ne‘ ipotizzabile stante la situazione consolidata da oltre 40 anni, per lasciare le cose come stanno, mantenendo in vita costosi doppioni, sovrapposizioni e proliferazioni di ogni genere ( enti, aziende, uffici, comitati, commissioni etc … ) . Stranamente nessuno pensa all’accorpamento del bilancio del Consiglio Regionale con quello della Giunta (unico caso ancora esistente in Italia) che da solo permetterebbe di dimezzare i costi di funzionamento dell’Istituto Regionale. Con le nuove tecnologie dell’informazione e comunicazione, internet e diavolerie varie, la distanza fisica non ha più senso. Non ci sono più muri invalicabili. Si può stare a distanza di mille miglia e comunicare immediatamente come si può abitare in palazzi dirimpettai e restare isolati e incomunicabili.
L’università, la costruenda sede regionale lasciano intendere che il futuro urbanistico della città si chiama Germaneto. Quali sono le opere previste per dare una dignità urbana a un’area così importante?
Le denominazioni altisonanti specie se declinate in lingua straniera “ campus universitari e quant‘altro” suonano bene, ma una cosa sono i contenitori, altra cosa sono i contenuti. Una cosa i centri vivi di cultura, formazione e alta formazione, ricerca di eccellenza animati da studenti e professori residenti, senza la valigia in mano e tanti incarichi da inseguire, un’altra le strutture e le infrastrutture da costruire che non finiscono mai e che sono la vera ragione di opere fine a se stesse se non si fanno vivere e crescere puntando sulle ide, le competenze e i meriti e non sul nepotismo. Un conto è la vita degli studenti nell’ambiente universitario altro è la vita separata dalla città, dalla società reale, con tutti i suoi problemi e rapporti con rischio estraniazione , di tanta parte di nuova generazione che priva la vita democratica di una risorsa insostituibile per la crescita e il cambiamento.
Qual è l’elemento qualificante del candidato di Centro, la sua funzione e la sua vocazione?
In primo luogo per servire la sua città da cittadino, professionista ed operatore economico e nel ruolo pubblico che l‘elettorato gli vorrà assegnare (Sindaco - Consigliere). Se poi non dovesse avere altri meriti il candidato di centro ne possiede uno che da solo basta ed avanza. Quello cioè di avere costretto tutte le altre forze in campo ad un confronto, bene o male, sui problemi reali e sul futuro della città di Catanzaro impedendo che l’elezione del sindaco si trasformasse in un referendum privo di idee tra centro destra e centro sinistra pro o contro Abramo - Scalzo e battendo così la cultura dell’autosufficienza e dell’arroganza del bipolarismo malato che sta all’origine dello scadimento e dell’uso privato delle cosa pubblica e delle istituzioni. Il turno di ballottaggio avrà il merito di far venire fuori le potenzialità, le vere attitudini, i programmi e le squadre dei candidati a Sindaco offrendo agli elettori un ulteriore occasione di scelta oculata.

Articolo in pdf


Inizio pagina


C O P Y R I G H T

You may copy it, give it away or re-use it under the terms of the ©opyright rules included at my home page, citing the author's name and that the text is taken from the site www.oresteparise.it.

Il copyright degli articoli è libero. Chiunque può riprodurli secondo le @ondizioni elencate nella home page, citando il nome dell'autore e mettendo in evidenza che che il testo riprodotto è tratto da http://www.oresteparise.it/.