Cavallerizzo: vola la colomba della pacedi Oreste Parise Mezzoeuro Anno XI num. 19 del 12/05/2012 |
Rende, 8/05/2012
La contesa di San Giorgio
Dopo il malumore provocato dai festeggiamenti del Santo Patrono, gesto distensivo della Curia per riportare serenità nella comunità
San Giorgio per Cavallerizzo non è solo il santo protettore, ma un simbolo, una e vera e propria icona attorno alla quale la comunità si identifica e si riconosce. Per secoli ogni anno tutti coloro che per origine o per un qualsiasi motivo era legati affettivamente a quel piccolo borgo, si univano in un abbraccio ideale attorno alla statua del santo. Essa rappresentava un totem dotato di virtù ieratiche in grado di fornire alla comunità il collante, il senso di appartenenza. In essa si depositava simbolicamente il patrimonio culturale, l’identità etnica, la specificità linguistica, la mistica comunitaria che scioglieva ogni anno il cuore e la borsa consentendo di organizzare manifestazioni superbe, ben al di sopra delle sue teoriche possibilità.
Quest’anno l’avvenimento era atteso con grande trepidazione poiché si trattava del trasferimento dell'anima comunitaria nel nuovo corpo, una vera e propria resurrezione attorno al simbolo più amato. La comunità lasciava il corpo esangue del vecchio centro abitato per riprendere il cammino della propria storia, riallacciare i fili interrotti raccogliendosi attorno al proprio simbolo, depositario della memoria, della cultura e della tradizione.
L'invitto guerriero non c'era prigioniero di una carcassa senza vita per un equivoco creatosi con l'autorità religiosa, che, nell'intento di conservare il patrimonio sacro, aveva creato una separatezza tra la nuova parrocchia, per gestire il presente e l'intera comunità, e la sua storia con la creazione di una rettoria, per gestire il passato e una sparuta frangia che tuttora si ostinano a negare l'evidenza della nuova realtà, della direzione presa dalla storia. Un conflitto tra due autorità che attraversava l'intero corpo sociale creando disagio e incomprensione, alimentando un conflitto che non ha più alcuna ragione di esistere.
La Curia di San Marco Argentano per la sensibilità del suo Vescovo, Monsignor Leonardo Bonanno, ha inviato il suo vicario, Don Carmelo Terranova da Sant’Agata, per discutere insieme alla comunità, e trovare una pacifica soluzione a un problema, la cui apparente difficoltà nasce solo da un equivoco e da una incomprensione, ma non ha alcun fondamento civile o religioso.
Nella riunione che si è tenuta nel locale della Nuova Cavallerizzo utilizzata per le funzioni religiose, in assenza di un tempio idoneo, vi è stato un vivace scambio di idee tra i numerosi partecipanti e il rappresentante della Curia.
Don Carmelo ha ascoltato pazientemente le lamentele e le rimostranze espresse dai cittadini presenti, che hanno lamentato la distanza fin qui dimostrata dalle autorità religiose, che non hanno inteso procedere alla benedizione del nuovo centro abitato, non hanno organizzato alcuna cerimonia ufficiale per celebrare ufficialmente la nascita della nuova parrocchia, provocando un profondo disagio per l'incomprensibile negazione della statua per la processione. In più interventi si è sottolineato la difficoltà di poter fruire dei beni dell'ex parrocchia per la difficoltà di accesso, che richiedono un permesso individuale da parte del sindaco, responsabile della sicurezza del luogo, il cui degrado è continuato nel corso degli anni e non si è ancora arrestato. Questa condizione di precarietà rende indispensabile ricercare una soluzione che assicuri l'incolumità delle persone che per qualsiasi ragione frequentano la chiesa e dello stesso patrimonio sacro, considerato lo stato di abbandono del luogo e del progressivo degrado cui è soggetto.
Don Carmelo ha affermato che la sua stessa presenza è una concreta dimostrazione dell'interesse e e dell'attenzione che la Curia ha nei confronti dei fedeli di Cavallerizzo. Il Vescovo, per suo tramite, ha inteso manifestare il suo impegno a superare questo momento di incomprensione, assicurando che sarà fatto ogni sforzo per dotare il nuovo paese di una chiesa.
Per superare questo momento di incomprensione, sono state fatte tre proposte:
la nomina del parroco quale rettore, in modo che i beni appartenenti all'ex parrocchia siano utilizzati dalla nuova secondo le esigenze delle cerimonie religiose;
l'organizzazione di una visita pastorale del Vescovo con una cerimonia ufficiale di benedizione del nuovo centro abitato nel più breve tempo possibile compatibilmente con gli impegni dell'alto prelato;
l'utilizzo della statua della Madonna del Carmine, custodita nella Chiesa di San Giorgio Martire nel vecchio centro abitato, da utilizzare per la cerimonia religiosa e la processione.
Il vicario ha preso l'impegno di sottoporre le richieste al Vescovo, mostrando la sua più ampia disponibilità a favorire una ipotesi di soluzione di questa frattura all'interno della comunità. La riunione si è conclusa in un clima di serenità che lascia ben sperare sulla possibilità di arrivare ad una soluzione a breve termine.
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