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Mezzoeuro

Un caso di malasanità all'Annunziata di Cosenza

di Oreste Parise

Mezzoeuro Anno XI num. 22 del 9/06/2012


Rende, 7/06/2012


Rinviati a Giudizi il chirurgo Francesco Intrieri e il suo aiuto Francesco Morrone

Sono accusati di omicidio colposo per aver provocato la morte di Guido Filice per un intervento di chirurgia vascolare. I parenti del defunto, costituiti parte civile nel procedimento, sono difesi dall'avv. Giovanni Carlo Tenuta

L'avv. Giovanni Carlo Tenuta si è sempre distinto per l'impegno profuso a difesa dei diritti dei cittadini tanto nella sua attività professionale che nella sua breve, ma intensa esperienza politica. È stato promotore e coordinatore di comitati cittadini, come il RoMoRe che si è battuto contro l'inceneritore di Contrada Lecco, accusato di inquinare l'ambiente.

È di qualche giorno la notizia del rinvio a giudizio di due chirurghi dell'Annunziata di Cosenza per negligenza e imperizia in un intervento chirurgico provocando la morte Guido Filice.

Il pubblico ministero Donatella Donato, sulla base della perizia giudiziaria del Dott. Berardo Silvio Cavalcanti, specialista in Medicina legale e delle assicurazioni, ha richiesto il rinvio a giudizio dei due professionisti per omicidio colposo. Il gup ha accettato la richiesta e il prossimo 20 novembre si terrà la prima udienza.

La perizia medico-legale affidata al dott. Berardo Silvio Cavalcanti, specialista in medicina legale e delle assicurazioni, dopo aver esaminato dettagliatamente il complesso quadro clinico del pazienze, prosegue.

In tale contesto clinico il chirurgo avrebbe dovuto porre a se stesso alcune domande: perché il cliente presente scariche diarroiche ripetute? Quali patologie inducono, in un paziente digiuno, scariche diarroiche ripetute, anemia e leucocitosi? Perché in settima giornata post operatoria è presente un marcato meteorismo? Possono i sintomi ed i segni ed i dati di laboratorio e radiologici riscontrati essere insorti nel paziente in ragione dell'intervento cui era sottoposto? È opportuno riesaminare la vascolarizzazione del colon?

Le domande non vennero poste e ad esse non fu data risposta. La dottrina medica ha conferito alla negligenza, alla imprudenza, alla imperizia, una esatta interpretazione. Negligenza è l'agire privo di quella cura e quella attenzione che consentono di evitare mancanze. L'accezione implica un comportamento di natura passiva, di deficit attentivo e di superficialità che si traduce in una omissione di necessarie precauzioni diagnostiche che emergono nel caso oggetto di considerazioni. L'imprudenza ha invece un significato attivo, di comportamento avventato, inconscio dei possibili pericoli cui viene esposto il paziente, verificabili alla luce di una ragionevole probabilità ed inattivo nell'evitarli nonostante la previsione o la prevedibilità dell'evento. L'imperizia configura l'esercizio di una attività, connessa alla professione medica, non adeguatamente attuata. Nella operatività medico legale non basta accertare quale sia l'errore, ma occorre chiedersi se il corretto comportamento medico avrebbe evitato l'evento dannoso. L'errore per definirsi inescusabile deve consistere nella previsione di quanto il più delle volte si verifica in caso di analogo andamento e di analoghe caratteristiche nosologiche. Il principio generale per classificare come “errato” un determinato atto medico-chirurgico in tale ambito e di graduarne l'entità, consiste nell'assumere come parametro la condotta che la media degli specialisti avrebbe adottato nelle circostanze di tempo, di luogo e del caso clinico in esame. In ragione di ciò i testi consultati dal CT indicano, in tema di diagnostica differenziale, le reiterate scariche fecali, in specifici contesti, quale iniziale segno di ischemia intestinale. È pertanto acclarato che, in presenza di tale segno lungamente reiteratosi anche in forma di 15-20 scariche, e di tutti i segni e sintomi correlati, in paziente con menomazione del flusso mesenterico, fosse obbligatorio porre in essere un iter diagnostico differenziale tempestivo che escludesse o acclarasse la natura ischemica dell'insorgenza della diarrea della distensione gassose e della modificazione loboratoristiche.

Ad ischemia insorta, se eliminassimo dal novero dei fatti accaduti la omessa diagnosi e la sostituissimo con la tempestiva diagnosi di ischemia intestinale con tempestiva emicolectomia sinistra, la evoluzione in peritonite stercoracea ed in shock settico, non si sarebbe verificato, Conclude il perito; pertanto, la causa della morte di Filice Guido da ricondurre a shock settico.

La richiesta del PM è la seguente. Per il Dott. Francesco Intrieri, ”perché, in qualità di chirurgo primo operatore, colposamente cagionava la morte di Filice Guido, paziente sottoposto ad aneurismectonia in data 12/1/2010, avvenuta per shock settico da peritonite stercoracea ascessualizzata conseguente ad ischemia intestinale, in particolare dava causa, per negligenza e/o imperizia nell'esecuzione dell'intervento chirurgico, all'evento emorragico intraoperatorio determinante l'ischemia intestinale, rivelatasi fatale nel successo decorso causale; non si avvedeva tempestivamente, per imprudenza negligenza, e imperizia, dei sintomi di esordio, durante il decorso postoperatorio, dell'ischemia intestinale, evento altamente prevedibile alla luce del contesto sintomatico, riconducibile deterministicamente all'evento emorragico verificatosi durante l'intervento di aneurismectomia per effetto e a causa della cattiva esecuzione del medesimo.

Il dott. Morrone Francesco è, invece, accusato perché, in qualità di aiuto chirurgo, colposamente cagionava la morte di Filice Guido, paziente sottoposto ad aneurismectomia in data 12/11/2010, avvenuta per shock settico da peritonite stercoracea ascessualizzata conseguente ad ischemia intestinale, omettendo di vigilare, in ottemperanza agli obblighi professionali di diligenza, sull'esecuzione dell'intervento chirurgico, così contribuendo alla realizzazione dell'evento emorragico intraoperatorio determinante la suddetta ischemia intestinale, rivelatasi fatale nel successivo decorso causale.

Nel rappresentare un grave caso di malasanità della nosocomio cosentino, è opportuno segnalare che la maggior parte degli addetti sanitari svolge il proprio lavoro lodevolmente e con grande sacrificio personale. Nella perizia legale si evidenzia anche il comportamento corretto e professionale dell'equipe medica. Si legge, infatti, quanto segue.

“Non si ravvisano profili di responsabilità nell'operato dell'anestesista dott. Guerra, la cui condotta, nel primo intervento, tanto nell'assistenza al paziente in fase critica che nella descrizione dello svolgersi degli accadimenti, e, per contro, meritevole di lode.

Non si ravvisano profili di responsabilità nella condotta dell'anestesista dott. De Pasquale nella assistenza al paziente nel corso del secondo intervento.

Non si ravvisano profili di responsabilità nella condotta professionale degli operatori sanitari in servizio di rianimazione”.

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