|
Ripartire dal Territorio
di Oreste Parise
Mezzoeuro Anno XI num. 27 del 7/07/2012
|
Rende, 5/07/2012
L'MPA
a congresso
Orlandino
Greco Vice Segretario Nazionale è stato l'assoluto matador del Congresso
regionale tenutosi il 4 luglio presso l’Hotel 501 di Vibo Valentia. Con una
gran voglia di partire, da protagonista
Intervista
con Orlandino Greco, vice presidente nazionale MPA
- In questo momento di antipolitica, cosa può rappresentare un partito come
l'MPA?
- Non vi è dubbio che vi è una grande disaffezione della gente nei confronti
della politica. Si è diventati insofferenti nei confronti dei suoi riti,
dell'arroganza e dell'incapacità di rappresentare i problemi reali della gente.
Per questo c'è bisogno di far emergere una nuova classe dirigente dal
territorio, in grado di stare tra la gente. Il primo tema all’ordine del giorno
era l’elezione dei 24 delegati calabresi che prenderanno parte al congresso
nazionale del Movimento, che si svolgerà il 7 e l’8 luglio a Roma. Abbiamo
puntato sui giovani, su un rinnovamento della rappresentanza.
- In che modo l'MPA può rinnovare la politica in Calabria?
- La politica deve aprirsi alla società civile. Vi è la necessità di aprire un
dibattito interno su quei temi chiave tramite i quali il Movimento dovrà
rapportarsi ai territori, senza temere alcun tipo di contrasto. Vogliamo
riscoprire Voltaire, il primo cittadino di Castrolibero e l’importanza del
confronto e dello scambio di idee». E' fondamentale oggi trovare una sintesi,
cercare dei momenti di confronto che possano coagulare le forze e chiamare a
uno sforzo comune. Abbiamo scelto i nostri delegati dopo un serrato dibattivo
che ha consentito di giungere ad un accordo sui 24 nomi che avranno l’onore e
l’onere di rappresentare questa meravigliosa regione. Vogliamo trovare una
sintesi tra le varie posizioni poiché i vuto unanimismo cova in sé i germi che
potrebbero condurre alla morte del movimento.
- Quali sono i punti di forza del movimento, quali le idee guida?
- Uno dei principi cardine del Movimento per l’Autonomia è il suo essere
partito post – ideologico e, soprattutto, territoriale. Si tratta di un
movimento che non mira a fini secessionisti, anzi, ritiene che l’unità d’Italia
è un valore da difendere, senza farlo diventare un dogma. Noi vogliamo una
parità effettiva, reale tra i territori.
- Sono decenni che manca una qualsiasi politica meridionalistica nel nostro
governo.
- Questa è la ragione che sta alla base della sua nascita. Se il Meridione
d’Italia è stato massacrato occorre trarne le conclusioni. Infatti, laddove non
si invoca una secessione, è innegabile far fronte ad una divisione effettiva di
questo Paese con azioni politiche adeguate. È sufficiente dare uno sguardo alla
cartina geografica dell’Italia per rendersi conto dove arrivano i treni; delle
condizioni in cui versa il porto di Gioia Tauro; di come allarmanti siano le
statistiche sulla situazione giovanile; dei tagli alle province (18 ml di tagli
alla provincia di Cosenza contro il milione di quella di Milano); della
situazione infrastrutturale della ss 106, e così continuando il lungo elenco
delle lamentele e delle occasioni mancate del nostro territorio.
- Anche il Meridione ha le sue colpe, con la scarsa capacità di
programmazione, una classe dirigente molto approssimativa ...
- Le colpe non devono essere ricercate in un parte politica, bensì in una
cultura politica e pertanto occorre essere consequenziali. Separarsi senza
dividere, essere di parte senza essere parziali. Occorre restare sul piano
unitario in forza della propria differenza, con un proprio sviluppo autonomo.
Dobbiamo dire con grande decisione a chi ha l’arroganza di difendere il
progetto di un Paese a due velocità, dove evidentemente i più lenti siamo noi
che abitiamo a sud di Roma, che il Meridione d’Italia non è più disposto ad
accontentarsi di qualche impiegato pubblico in più, di qualche ente inutile, di
ospedali insani e saturi, di tribunali senza giustizia, di porti dove non si
deve approdare, di autostrade mai complete, di treni che vanno ad una velocità
diversamente alta, di incarichi di prestigio per uomini poco prestigiosi, di
commissariamenti a tempo indeterminato e di emergenze ordinarie».
- Quale il programma, o meglio il progetto dell'MPA per ricucire il tessuto
territoriale?
- Al di là degli uomini sono le idee che rimangono, ed è sull’idea di un
meridionalismo diverso, non più piagnone e pronto a rivendicare un posto al
sole, ma capace di mettere in moto quelle enormi virtù e quelle doti in grado
di far aumentare il proprio Prodotto Interno Lordo e generare, così, un
benessere diffuso. Noi dobbiamo rispondere con la ricchezza delle industrie,
del turismo, dell’agricoltura e non certamente con l’assistenzialismo. Dobbiamo
dare battaglia, dobbiamo dire, ad esempio, al caro imprenditore del nord che
facendo lo sdoganamento al porto di Gioia Tauro, e non a quello di Genova, è in
Calabria che dovrà pagherà le tasse e non in Liguria. Dovremo essere decisi nel
dire agli imprenditori settentrionali che i prodotti del nord arriveranno nei
nostri supermercati dopo quelli della nostra terra, ecc. ecc. Occorre essere
pragmatici, concreti, dicendo basta al tempo della filosofia e della
mediazione. L'MPA propone la creazione di una unione tra le regioni del Sud,
una sorta di lega meridionale che riesca, in modo forte, a difendere gli
interessi di questa macroarea all’interno del contesto nazionale.
- Quale atteggiamento assume il movimento nei confronti della politica
nazionale?
- Siamo molto critici nei confronti del governo Monti, un esecutivo che pur
mascherandosi da tecnico, non è riuscito a nascondere le sue reali fattezze
politiche, poiché, non bisogna dimenticare che chi vota in parlamento sono quei
deputati e senatori eletti dal popolo. Vogliamo ripartire dai giovani, ai quali
chiediamo una partecipazione politica attiva poiché devono imparare ad
assumersi le proprie responsabilitità. Dobbiamo offrire loro un modello di
correttezza e onestà. Essere onesti è una precondizione ma non è la condizione,
la condizione è essere uomo con idee, capace di battersi per le proprie idee.
Questo modo di fare e di intendere politica può avvicinare le giovani
generazioni al nostro mondo e quindi alla nostra terra.
Articolo in
pdf
Inizio pagina
C O P Y R I G H T
You may copy it, give it away or re-use it under the terms of the ©opyright rules included at my home page, citing
the author's name and that the text is taken from the site www.oresteparise.it.
Il copyright degli articoli è libero. Chiunque può riprodurli secondo le @ondizioni elencate nella home page, citando il
nome dell'autore e mettendo in evidenza che che il testo riprodotto è tratto da
http://www.oresteparise.it/.