OP

Mezzoeuro

Aiuto datemi un Co.Co.Co …

di Oreste Parise

Mezzoeuro Anno XI num. 29 del 21/07/2012


Rende, 18/07/2012


Dirigenti alla regione Calabria

La Regione è paralizzata per mancanza di truppa. Tutti i dirigenti sono ormai diventati generali e non si possono sporcare le mani con faldoni e cartucce. Niente paura però. Quaranta nuovi giovani e valorosi esperti in tuttologia comparata sono già ai nastri di partenza in attesa del fatidico sparo. Avranno il loro bravo Co.Co.Co, in attesa della meritata stabilizzazione e inquadramento nei ranghi degli apparatniki.

Ma come si fa a far funzionare la macchina regionale? Finora alla Regione Calabria nessuno lo ha scoperto. Ci sono 123 dirigenti che poveretti si lambiccano il cervello ogni giorno e non riescono mai a decidere chi deve tirare la carretta e chi invece deve salirvi sopra per essere comodamente trainato. Ovviamente i ruoli sono decisi dal rapporto di prossimità con il Dio Governatore. Con il suo caloroso abbraccio benedice gli eletti. Forse sarebbe meglio dire gli unti, perché non hanno nulla a che fare con il consenso elettorale. Tutti gli altri restano in adorazione, in attesa di essere trafitti dal raggio del potere. In questa diuturna preoccupazione di ottenere la giusta collocazione nell’organigramma dell’investitura ieratica, sapientemente dosata sulla base di una attenta caratura del grado di fedeltà, esauriscono le loro energie, impegnano la carica erotica connessa all’esercizio delle loro funzioni. Cummannari è migliu ca futturi, diceva il vecchio saggio. Ma qui più che l’esercizio del potere, conta l’esibizione del potere, lo splendore del proprio grado, il posto occupato a corte.

Si può ben capire perché in questo disperato erotico stomp, non si trovi il tempo per occuparsi dei quotidiani fastidi di una burocrazia elefantiaca che è un compito lasciato ai valvassini, per acquistare il diritto di diventare valvassori, per poi essere promossi a vassalli e finalmente dignitari di corte, con relativo privilegio di codazzo.

Giunge nuova che a furia di avanzamenti non vi sia rimasto più neanche un valvassino e urge rinnovare il pollaio. Un banditore libero del Dipartimento del personale assicura però che la grave carenza sarà risolta a breve con una straordinaria celerità ed efficienza, come ci ha abituato il nostro solerte sovrano. Sono in dirittura di arrivo 40 nuovi contratti Co.Co.Co, che non è il grido di dolore della gallina che ha appena deposto il suo uovo, ma una nuova covata di geni solitari che verranno utilizzati per risollevare le sorti burocratiche di questa sgangherata regione. Noi riponiamo tutta la nostra fiducia nella capacità dei nuovi pulcini di trasformarsi immantimente in superbi galli cedrone e galline faraone e siamo sicuri che sapranno certamente guadagnarsi il lauto stipendio con le loro indubbie e indiscusse capacità inespresse per mancanza di opportunità.

Un’altra nuova viene strombazzata nei corridoi dell’Ente Sovrano. Udite, udite. L’Abusiva, così come viene affettuosamente chiamata seguendo un modello manzoniano, pare che abbia presentato domanda di volersi benevolmente licenziare dall’ingrata ente regione che non ha saputo valorizzare appieno le sue qualità professionali. Avrebbe, infatti, presentato domanda di esodo volontaria per poter usufruire dei piccoli vantaggi assicurati dalla legge regionale n. 34 del 2010, che gratifica con una misera buonauscita il dirigente che a vario titolo e ragione deve abbandonare l’arca di Pepè.

A detta del funzionario la sua misera bustarella dovrebbe contenere il piccolo incentivo ammontante a oltre 250.000 euro. Un po’ di argent de poche in attesa di qualche altra opportunità dove poter compiutamente esprimere le sue indubbie doti professionali. Vi è però qualche aculeo che ostacolo l’incedere verso l’agognato traguardo, perché la tapina ha trovato sulla sua strada imprevisti ostacoli dovuti al malanimo di qualche infido sindacalista che riempie l’etere di dubbi e sospetti.

Dice l’anonimo banditore che la legge in questione prevede che chi ne fa richiesta deve avere 5 anni di ruolo nell'Ente, requisito che l’Abusiva non avrebbe ancora maturato. Inoltre, come denuncia l’epiteto con il quale è stata etichettata, la sua nomina è stata dichiarata illegittima dalla Consulta, che non si fa mai i cazzi suoi, anzi ha detto chiaro e tondo che deve essere allontanata a scudisciate. Sembra che ci sia stata un po’ di confusione, perché qualche supremo magistrato fresco di letture coraniche, aveva confuso la Costituzione con la Sharia. Infatti, nel testo a stampa della sentenza, le scudisciate sono scomparse.

Per fortuna non hanno neanche aggiunto la di-lapidazione, perché questo avrebbe potuto gettare discredito sull’intera regione (o Regione?).

L’allegra dirigenza bruzia

La Regione Calabria rincorre il modello Lombardo

Una regione ferma al palo, prigioniera di una pletora di dirigenti che ogni mattina “fann’ammuina” per giustificare la loro ingombrante ed inutile presenza, con il rischio di sprofondare in un pozzo senza fondo …

Nella mia qualità di Coordinatore regionale della CONFEDIR-MIT-PA (Confederazione del Sindacato Nazionale della Dirigenza e dei Quadri della Pubblica Amministrazione e del Terzo Settore del Privato) e di Segretario regionale della DIRER (Sindacato dei Dirigenti e quadri direttivi della regione Calabria, aderente alla CONFEDIR), devo puntualizzare sulla inesattezza delle affermazioni del governatore e respingere ogni accusa, in ordine alla mancanza di professionalità e all’inerzia, rivolta nei riguardi dei dirigenti di ruolo della regione Calabria, poiché, a onor del vero, la maggior parte di essi sono stati “dirottati” ad occupare posti di livello dirigenziale di scarso rilievo ed incisività per lo sviluppo economico della regione e, soprattutto, per l’attuazione delle iniziative ed egli investimenti previsti della programmazione del POR 2007-2013, senza considerare quei dirigenti di ruolo che, con una nuova collocazione “ad hoc”, sono stati addirittura privati di fatto di funzioni e obiettivi, e delle relative risorse.

Tuttavia, convengo che l’attacco degli imprenditori sia da ritenersi fondato e giusto se lo si circoscrive alla sfera del Presidente della regione Calabria ed a quella della gran parte dei Dirigenti generali e di Settore dallo stesso scelti, incaricati e collocati sui posti chiave della burocrazia regionale (in ragione di contratti esterni, ovvero comandati o distaccati da altre amministrazioni, ancorché in molti casi privi dei requisiti di legge e/o della professionalità specifica per il posto da ricoprire), senza regole e criteri oggettivi.

Le spiegazioni del governatore, dunque, appaiono fuorvianti e tendenziose, fornite al solo scopo di darsi un alibi e glissare sulla responsabilità delle scelte fin qui operate e sugli impegni assunti verso la comunità calabrese tutta, alla quale dovrà rendere conto tra due anni e mezzo.

Il perché non funzioni la macchina regionale, il governatore, piuttosto, dovrebbe chiederlo a se stesso, agli assessori ed ai dirigenti generali che egli stesso ha scelto e nominato con rapporto fiduciario, al di là, per quest’ultimi, della verifica sul possesso dei requisiti minimi di legge per ricoprire gli incarichi conferiti, ed a molti dei quali continua ad erogare trattamenti economici maggiorati (dal 50% fino al doppio del normale trattamento economico), sul presupposto che si tratterebbe di «soggetti ad alto contenuto professionale non facilmente reperibili sul mercato». Probabilmente, è proprio a questo che si potrebbe ricondurre il risultato dell’analisi dei dati sulla congiuntura calabrese, aspramente contestato dagli imprenditori cosentini.

Una classe politica regionale è valida quando dimostra di ben conoscere la realtà nella quale ha scelto di svolgere il delicato ruolo, quando si confronta con la gente, gli imprenditori e le forze sociali, per affrontare con serietà ed impegno i problemi sociali, culturali, infrastrutturali, economici, imprenditoriali, ecc., ponendo in essere le giuste azioni, gli strumenti legislativi e regolamentari adeguati, fissando gli obiettivi strategici ed operativi con l’emanazione di valide direttive alle quali i dirigenti si attengono, rispondendo del loro operato, fino al licenziamento in caso di inerzia. Scaricare in modo semplicistico sulla dirigenza il fallimento di una scelta politica è cosa poco seria e fine a se stessa, se il dirigente non vale o non risponde agli obblighi contrattuali va rimosso senza se e senza ma.

Se non viene definita e pubblicata la graduatoria dei progetti per l’area del Turismo, il governatore potrebbe avere una spiegazione dal proprio delfino, Dirigente generale del dipartimento competente; se non vengono erogati i finanziamenti (ovviamente quelli dei fondi comunitari) una spiegazione la può ottenere dalla Dirigente generale del dipartimento addetto alla Programmazione dei fondi comunitari ed dal direttore della ragioneria generale, entrambi voluti dallo stesso presidente e dall’assessore al ramo.

Inoltre, non è affatto vero che il “burocrate” (quello appartenente ai ruoli della regione), è lì da quarant’anni. Se il Presidente Scopelliti, prima di parlare a sproposito, si facesse documentare dai bravi “burocrati” da lui scelti e a lui fedeli, potrebbe scoprire, con viva sorpresa, che i dirigenti di ruolo che oggi operano nella regione Calabria sono 123 (centoventitre), di questi circa 25 (venticinque), residuali su un totale di sessantuno, sono stati assunti con il concorso interno concluso all’epoca della Giunta Chiaravalloti (1/2/2002), nel periodo in cui Scopelliti era Assessore alla Formazione Professionale e Lavoro; circa 55 (cinquantacinque) sono stati assunti a seguito di concorso-corso, indetto dalla stessa Giunta Chiaravalloti e concluso nel periodo del Presidente Loiero, altri 45 (quarantacinque) sono stati trasferiti, utilizzati o comandati e poi stabilizzati, nel periodo che va dall’anno 2000 a tutt’oggi, e la cui parte predominante appartiene all’operato della Giunta Scopelliti; infine, solo 8 (otto) appartengono a quei dirigenti che, secondo quanto affermato da Scopelliti, «sono sul posto da quaranta anni…», uno dei quali, peraltro, è Direttore Generale dell’ASP di Reggio Calabria per volontà del governatore calabrese. Ma non è proprio il governatore che ha mantenuto in servizio due dirigenti esterni rispettivamente di 66 e 69 anni di età? Non è vero che su 36 dirigenti esterni, presenti in regione a vario titolo, ben 26 sono ultra cinquantenni?

Ma, per meglio rappresentare il quadro sopra dipinto, occorre aggiungere un ultimo tassello, quello dei 96 (novantasei) tra esperti e incaricati a progetto (tutti “esterni”), che quotidianamente ed a vario titolo bivaccano nel Palazzo per dare man forte al governatore ed alla squadra del Presidente, e una pletora di consulenti (sempre “esterni”, ovviamente), che attendono al quotidiano consulto per il da farsi.

Sarà che Scopelliti voglia esportare in regione il …Modello Reggio?...

Gli imprenditori cosentini e della Calabria intera, ma non solo, anche i cittadini utenti, sono avvisati.

Dott. Giovanni Battista Manduca, Coordinatore regionale CONFEDIR-MIT-PA, Segretario regionale DIRER Calabria


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