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Mezzoeuro

Tanto tuonò che piovve

di Oreste Parise

Mezzoeuro Anno XI num. 43 del 27/10/2012


Rende, 25/10/2012


Grande paura nel Pollino

Una scossa del 5 grado provoca una ondata di panico nella popolazione che da mesi vive in uno stato di preoccupata attesa per uno sciame sismico che sembra infinito

Un terremoto arrivato al momento giusto per alimentare polemiche. Come nei migliori film gialli vi sono tutti gli elementi di un delitto perfetto. Mesi e mesi di avvertimenti con scosse che si sono susseguite incessantemente alle quale ci si era fatta l'abitudine. Poi arriva la sentenza sulla Commissione Grandi Rischi dell'Aquila. Condannati tutti per non aver avvertito la popolazione del pericolo. Qualche giorno prima del big bang, infatti, la Commissione si era riunita per valutare la situazione ed avevano stabilito che non vi erano segnali o premonizioni sufficienti per stabilire che tra qualche giorno si sarebbe verificato un terremoto.

C'è un antefatto che bisogna conoscere per valutare tutta questa storia. Prima della riunione della commissione vi era stato uno “scienziato” gufo triste che aveva “previsto” che ci sarebbe stato un terremoto e serpeggiava un po' di paura e di irrequietezza. La comunità scientifica, per la verità, aveva sempre rifiutato i metodi e le previsioni ritenendole frutto di una pura fantasia dilettantistica senza alcun fondamento né teorico, né tecnico. Incredibile a dirsi, poi quell'evento si è realmente verificato con il terribile corredo di distruzioni e di morti. Una tragedia che si è tradotta in una patente di credibilità per il Tiresia aquilano. Non è escluso che questo non abbia avuto una influenza sulla decisione dei giudici.

Come avverte il prof. Ignazio Guerra, meglio non dilungarsi in illazioni prima di leggere le motivazioni della sentenza. Resta però accertato che non vi sono metodi scientifici che consentano di fare delle previsioni sul verificarsi dei terremoti che abbiano un accettabile grado di attendibilità. Sono stati provati e testati i metodi più svariati con risultati sempre molto discutibili. Il metodo del radon sembra aver dato qualche risultato, ma poi in molti casi si è verificato esattamente l'opposto di quanto sarebbe stato ragionevole attendersi. Un po' come azzeccare un terno secco sulla ruota di Napoli giocandosi un sogno e dare una patente di scientificità alla Smorfia.

In secondo luogo giocando in un territorio tettonicamente instabile e con una intensa storia sismica, è evidente che prima o poi qualche scossa si possa verificare. Il modo, il quando e il quanto nessuno è in grado di stabilirlo, ma se qualcuno si prende la briga di ripetere ossessivamente l'avvertenza “memento mori”, arriverà certamente un momento in cui questa sua avvertenza si verifica, che lui lo sappia o meno.

Il caso del Pollino appartiene ad uno dei casi singolari che rendono così incerto la possibilità di pervenire ad un modello scientifico di comportamento della crosta terrestre. Tutti i laboratori scientifici hanno registrato le migliaia di microscosse che si verificavano in Pollino cercando un modello che riuscisse a spiegarne il comportamento non pervenendo ad alcuna conclusione significativa. Si ritorna ancora una volta all'interrogativo se questo lungo sciame sismico consentiva di prevedere l'inizio di un fenomeno tellurico di rilevante entità. La risposta del Professore Guerra è tranchant e non lascia alcun dubbio. Vi sono sciami che si esauriscono senza lasciare tracce significate, altre che si concludono con movimenti significati, terremoti spaventosi che si presentano senza alcun preavviso e segnali che sembrerebbero premonitori che si esauriscono spontaneamente.

Vi è qualche elemento per stabilire cosa sta succedendo nel Pollino? Anche qui la risposta non può che essere negativa. Sarebbe ragionevole escludere l'esplosione di fenomeno tellurico disastroso, poiché l'esame speleologico lascia intendere che sono migliaia di anni che questo non si verifica, come dimostrano stalattiti e stalagmiti che sono ancora in piedi.

Tuttavia bisogna ammettere che gli studi in materia sono ancora molto carenti e lascia ampie zone d'ombra. L'unico comportamento razionale è la prevenzione che deve uscire dall'equivoco di poter valutare puntualmente il rischio sismico.

L'intera penisola presenta una situazione molto precaria, per cui si dovrebbero utilizzare tutte le tecniche di prevenzione disponibile all'attuale livello di conoscenza, perché l'aggravio dei costi è sempre inferiore ai danni che si producono al verificarsi di un terremoto.

Il terremoto dell'Emilia può essere qualificato come un evento raro, perché per trovare un precedente storico bisogna risalire indietro di qualche secolo. Ma se si fossero utilizzati le tecniche antisismiche nella costruzione dei capannoni industriali, molte morti avrebbero potuto essere evitate. Le carte sismiche devono servire agli studiosi per le loro ricerche, ma dovrebbero essere completamente abolite come strumenti utilizzati dalla pubblica amministrazione per graduare il rischio sismico. Almeno fino a quando la scienza non giudicherà di avere gli strumenti tecnici e scientifici per pervenire a conclusioni attendibili in termini di sicurezza e di capacità previsiva.


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