San Zaccaria, l'ultimo papa grecodi Oreste Parise Mezzoeuro Anno XI num. 47 del 24/11/2012 |
Rende, 23/11/2012
Originario di Santa Severina
Dedicò tutta la sua attività pastorale al rafforzamento della Chiesa romana e all'espansione del cristianesimo nei popoli pagani del Nord Europa per contrastare la diffusione dei musulmani.
“Dentro il paese mediterraneo per alquanta distanza dal fiume Neto,lontano dal mare per ispatio di tredeci o quattordeci miglia in circa, occorre una città antichissima per nome Siberina, ma hoggi volgarmente è chiamata S. Severina, la quale (dice Stefano Bisantio) essere stata edificata dagl'enotrj; sta in luogo alto, sovra un sasso, circondata intorno da profondi precipitij, per lo ch'è stata quasi fortezza inespugnabile. E sede arcivescovile nobilissima, e nella Chiesa catedrale si riserba con grandissima riverenza 'l braccio di S. Anastasia. Delle cose antiche di questa città insino ad hoggi, altra memoria non habbiamo solo ch'essendo ella nobilissima, niente minore all'altre città di Calabria, in essa si stampavano diverse monete.” …
“In tutte queste monete stava scolpita intorno questa scrittura greca: Σιβερηνη. Appresso S. Severina occorre il Monte Clibano così chiamato da Plinio, ma dagli abitatori è chiamato Visardo. In quelle campagne di Siberina, nasce spontaneamente ' terebinto, si fa abbondanza d'oglio, e di bambaggio, si fa la sesama, e i vini sono lodatissimi, de' quali ragionando Plinio nel quarto decimo libro annovera quelli tra gli altri vini nobili della Calabria: ad ausonio mari non carent gloria vina Severiniana & Consentiae genita. Devo anchora avanti ch'io passi altrove, scrivere ch'ornò di singolare splendore questa città S. Zacharia Papa quivi nato figliuolo di Policramio. È stato Zacharia pontefice di sì santa vita, che mai di lui si legge havere fatto offesa, a chi offese lui. Per la sua santità furono restituite molte terre alla Chiesa, già da trenta anni dianzi occupate da re de' Longobardi. Sotto questo pontefice Carlo re d'Austria e di Svevia fratello carnale di Pipino rinontiato 'l regno vestì l'habito monacale di S. Benedetto in monte Cassino: e Pipino dall'istesso papa è stato coronato re di Francia. Questo ordinò sotto pena di scomunica a Venetiani, che non vendessero Christiani a' Turchi, come solevano fare negl'anni dianzi. Visse nel Ponteficato dieci anni, e tre mesi, e morto è stato collocato in S. Pietro. Passò da questa vita alli 15 marzo di Marzo, e la sede vacò dodici giorni”.
Questo è il passo dedicato da Girolamo Marafioti (Croniche et antichità di Calabria) a Santa Severina, che considera senza dubbio alcuno l'antica Siberene, ed è anche l'unica citazione di San Zaccaria, il novantunesimo Papa della Chiesa Romana. Egli avrebbe meritato ben altra considerazione poiché si tratta di un personaggio di grande rilievo per la sua epoca.
Secondo quanto riportato da Gaetano Moroni (in Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da San Pietro sino a nostri giorni, vol. CIII Venezia, 1861) egli era nato in Siria intorno all'anno 679. Della sua vita prima di salire al soglio di Pietro non si sa quasi nulla, solamente che il nome di suo padre, Policronio. Lo stesso Moroni precisa però che “alcuni vogliono che nascesse dalla famiglia Pontina in Santa Severina nella Calabria ossia Magna Grecia”, che nel VII secolo era uno dei possedimenti più importanti dell'impero bizantino, terreno di scontro con gli arabi e i longobardi. La Calabria aveva già dato due papi, entrambi di origine greca e Zaccaria fu l'ultimo della serie. Fu solo dopo due giorni la morte di Gregorio III, che lo aveva già indicato come suo successore.
“Le sue rare virtù, e tra le altre la clemenza, la mansuetudine e la compassione verso i miserabili, la meravigliosa soavità nel trattare, la facilità in perdonare le ingiurie e rendere bene per male, e il grande amore ch'ebbe pel clero e popolo romano, determinarono S. Gregorio III a crearlo carnale prete di S. Romana Chiesa”, scrive di lui il Moroni. Fu eletto e immediatamente consacrato la domenica 30 novembre del 741, senza aspettare la conferma dell'esarca di Ravenna. Fino allora, infatti, l'imperatore d'Oriente come erede e continuatore dell'Impero romano, si era arrogato il diritto di concedere il beneplacito per poter salire al soglio pontificio.
“In tal modo scosse il giogo che da' soverchianti imperatori d'oriente era stato tirannicamente imposto alla Chiesa di Dio, che così ricuperò l'intera sua libertà. Il mirabile consenso della pronta elezione, devesi attribuire al di lui insigne merito, e all'urgenza della cosa pubblica, la quale voleva quanto prima un capo che la governasse in que' duri frangenti, per le deplorabili condizioni di Roma e d'Italia, minacciate da' longobardi”, prosegue il Moroni.
“Questo Papa, amatissimo dal clero e dal popolo di Roma, governò la Chiesa universale 10 anni, 3 mesi e 14 giorni, ne' quali con sagge regole riformò gli abusi, mantenne la disciplina, e soffocò i semi della divisione che turbavano molte chiese. In 3 ordinazioni creò 85 vescovi, 30 preti e 5 diaconi. Morì a Roma il 14 marzo 752, all'età di 73 anni e fu tra il compianto universale sepolto nella basilica Vaticana nel dì seguente in cui si celebra la sua festa, venerandosi il suo corpo in detta chiesa”. Questo è il giudizio sintetico sul suo operato.
Egli continuò la politica del suo predecessore confermando Bonifacio, nell'arcivescovato di Magonza, e lo incoraggiò nella sua opera di evangelizzazione della Germania.
Bonifacio, soprannominato “apostolo della Germania”, era un anglosassone di nome Wynfrid. Convertito al cristianesimo e dotato di un forte spirito organizzativo, divenne un fervente missionario dedicando tutta la sua vita alla conversione dei germani e degli anglosassoni.
Era nato nel Wessex circa il 680, quasi coevo di San Zaccaria, ma gli sopravvisse tre anni circa, poiché morì il 5 giugno del 755 all'età di settantacinque anni trucidato da una cinquantina di compagni frisoni, che si opponevano accanitamente al cristianesimo per il timore di perdere la propria identità culturale ed etnica.
San Zaccaria rappresentava l'altro pilastro della resistenza dell'Occidente all'avanzata degli arabi, nel momento più drammatico, quando la Spagna e la Sicilia erano cadute nelle mani dei musulmani, che minacciavano di invadere anche la Gallia. Furono fermati da Carlo Martello nella celebre battaglia di Poitiers combattuta il 10 ottobre 732.
Si reputa che San Zaccaria si fosse formato alla grande scuola di San Basilio. Vestì prima l'abito de' canonici regolari, e poi si fece monaco benedettino, e contribuì in misura determinante alla diffusione del monachesimo basiliano in Calabria, che divenne uno dei centri culturali più importanti di tutto l'Occidente. L'opera di evangelizzazione non aveva quindi uno scopo puramente religioso, ma acquistava un importante fattore politico. L'Occidente e l'oriente bizantino avevano un interesse comune di difesa della civiltà romana, anche se erano divisi da interessi spesso in conflitto tra di loro. Bonifacio e Zaccaria si erano certamente conosciuti quando questi era uno tra i collaboratori di papa Gregorio III, e in questa funzione fece fu mandato in missione liturgica in Germania parecchie volte.
La diffusione del cristianesimo presso i popoli del nord iniziò molto presto. Furono i missionari irlandesi e anglosassoni che fecero lo sforzo maggiore e rafforzare così il fronte cristiano, che rischiava di crollare sotto i colpi dei maomettani.
La religione cristiana aveva, infatti, messo profonde radici tra i celti d'Irlanda e di Inghilterra fin dal III secolo. Soprattutto l'Irlanda fu coperta da una vasta rete di conventi che divennero dei veri centri culturali per la conservazione della cultura classica. Un notevole regresso si registrò con l'invasione dell'Inghilterra da parte degli anglosassoni che erano molto legati alla loro religione pagana. San Gregorio Magno, papa dal 590, diede un decisivo impulso alla loro cristianizzazione e a quella dei longobardi ed avviò il processo di affrancazione della Chiesa di Roma da Costantinopoli, che doveva concludersi con San Zaccaria.
“Si deve appunto ai monaci irlandesi l'evangelizzazione dei Franchi, fino ad allora rimasti pagani. Verso l'anno 700 gli irlandesi e i loro discepoli avevano steso una vasta rete di missioni dalla bocche del Reno e della Mosa fino al Rodano, nonché oltre le Alpi e oltre gli Appennini”, scrive Carl Grimberg. Il più celebre convento irlandese in terra di lingua tedesca era quello di San Gallo, fondato all'inizio del VII secolo e per quattro secoli venne considerato il più importante centro religioso e culturale di tutta la Germania centrale e meridionale.
L'invasione degli anglosassoni rischiava di mettere in pericolo questo equilibrio e Wynfrid costituiva un elemento importante per consolidare ed estendere il cristianesimo nel Nord Europa. Per la sua opera di evangelizzazione chiese ed ottenne il concreto appoggio del Papa. Si recò a Roma a chiedere la benedizione papale. Tanto Gregorio II quanto il suo successore Gregorio III gli diedero un sostegno e lo ribattezzarono col nome di Bonifacio. Fu nominato vescovo, e questi in cambio fece un atto di sottomissione con il giuramento di fedeltà.
All'età di sessant'anni, venne consacrato arcivescovo di Magonza. Egli propugnava grande riforme scagliandosi contro i vizi dei religiosi, le superstizioni popolari e le usurpazioni ecclesiastiche da parte dei laici.
I due apostoli della fede agivano in perfetta simbiosi. Vi è una ampia corrispondenza tra i due che dimostra quanto influenza ebbero negli eventi contemporanei.
Zaccaria con un suo deciso intervento pose fine alla dinastia dei merovingi in Francia, favorendo la deposizione dell'ultimo ed incapace re Childerico III, e autorizzò il vescovo Bonifacio ad incoronare come re dei Franchi Pipino il Breve, a Soissons nel 752. Il regno dei Franchi divenne uno dei maggiori difensori della civiltà cattolica, tanto che un cinquantennio dopo con Carlo Magno (incoronato a Natale dell'anno 800) si instaurò il Sacro Romano impero. Pipino era stato adottato nel 737 da Liutprando ed in tal modo era formalmente legittimato ad assumere formalmente il trono a danno della dinastia Merovingia.
San Zaccaria si dedicò al rafforzamento del prestigio e della funzione egemonica della Chiesa di Roma, sostenendone l'autonomia e l'indipendenza sia contro le pretese dell'imperatore di Costantinopoli che contro i longobardi che volevano estendere il loro potere in tutta la penisola.
“Il suo gran zelo e come quello che coglieva tutte le occasioni di far piacere, espose anche con faticosi viaggi la sua vita per salvare il clero e popolo romano, a quelli di Ravenna e della Pentapoli, in mezzo alle turbolenze eccitate ne' sconvolgimenti di Spoleto e di Benevento contro Liutprando re de' Longobardi; il quale ammirandone la dolcezza e l'esimia santità, mosso dalle sue preghiere, rimandò senza riscatto i prigionieri della Chiesa romana che aveva fatto durante la guerra”.
Fu anche un fine diplomatico e un importante politico, che ebbe un ruolo importante nella formazione dello Stato Pontificio. Già nel 728 Liutprando aveva concesso al Papa Gregorio II le fortificazioni di Sutri, sottratte ai bizantini, che costituì il primo nucleo del potere territoriale della Chiesa cattolica (donazione di Sutri). San Zaccaria riuscì ad estendere il territorio papale.
Per la sua difesa dell'esarcato contro le pretese di longobardi, per la grande influenza personale di Zaccaria su Liutprando e sul suo successore Rachis, ebbe in dono dall'imperatore di Bisanzio i territori di Ninfa e Norma (attuale Cisterna di Latina); acquisto la benevolenza della Pentapoli marchigiana.
“Il papa per amore verso que' popoli abbandonati dagl'imperatori greci, li prese o confermò sotto la protezione e difesa della Sede apostolica; ovvero come altri vogliono i popoli dell'esarcato e della Pentapoli spontaneamente da loro si posero sotto il protettorato temporale della Chiesa romana”, scrive il Moroni.
In vari concili combatté le eresie più diffuse, ma volle che si conservassero nell'Archivio della S. Sede le tesi condannate “ad reprobationem, et ad perpetuam confusionem”, costituendo un primo nucleo degli Archivi Vaticani che dovevano diventare la più importante fonte documentale del pianeta.
Zaccaria fu anche un abile amministratore e fine politico. Organizzò la milizia papale e riformò l'amministrazione della città di Roma, sviluppando il sistema delle domus cultae per la messa in coltura delle terre incolte e abbandonate di proprietà della Chiesa, assegnandoli a fittavoli con canoni molto bassi. La gestione diretta delle terre ne aumentò la produttività assicurando l'approvvigionamento della città e l'autonomia economica del clero non più costretto a onerose importazioni di derrate alimentari per il proprio sostentamento. I raccolti e il bestiame prodotti nelle aziende erano utilizzati direttamente dalla casa papale, oppure destinati ai consumi di determinati uffici ecclesiastici o di istituzioni dedite all'assistenza dei bisognosi (diaconie, ospedali). Oltre al vettovagliamento diretto, probabilmente divenuto necessario per la difficoltà di importare derrate alimentari da lontano, l'istituto delle domus cultae consentiva il controllo del territorio e della popolazione rurale.
Fu un grande mecenate e un fine erudito. Fece abbellire molte chiese romane e portò la residenza papale nel Palazzo del Laterano, completamente restaurato e tradusse i Dialoghi di san Gregorio Magno per i monasteri greci di Roma e d'Italia.
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