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Mezzoeuro

E le stelle stanno a guardare

di Oreste Parise

Mezzoeuro Anno XII num. 3 del 19/1/2013


Rende, 18/1/2013


"Non siamo professionisti della politica, ma offriamo il nostro contributo per il rinnovamento della società" dice Molinari il più che probabile futuro senatore. Una sorte di "servizio pubblico", che potrebbe essere proposto in sostituzione del "servizio civile". Dopo due mandati, anche interrotti o parziali per altra causa, si va a casa. Queste e altre novità di preannunciano per il Movimento 5 Stelle.

"Ma voi chi siete?". C'è mezza rappresentante parlamentare seduta dietro una scrivania a Via Tancredi a Cosenza, la sede del movimento grillino. "Una sede provvisoria", assicurano uno di loro. È inutile specificare chi, perché all'unisono assicurano che finito la spoglio la sede verrà chiusa., e tutto si svolgerà nella piazza virtuale, lì in rete. Non vi sono gerarchie, segretari o dirigenti tutto si gioca sulle relazioni e sul sistema di comunicazione on line dove sono stati organizzati siti per tutte le bisogne. L'informazione sui candidati è sempre affidato alla rete, questa regala trasparenza e assicura militanza attraverso le matrioske elettroniche, computer, smartphone, ipad e le altre diavolerie che assicurano una partecipazione politica "liquida", alla Sygmunt Baumann.

Altrimenti chi pagherebbe il fitto? E le bollette, e il condominio e la Tares (la nuova tassa spauracchio che sostituisce la Tarsu e dovrebbe finanziare i servizi comunali) prossima ventura?

La sventura di un movimento che cresce, ma ha un po' di preoccupazione a diventare adulto. Non si dovrebbe avere paura dei soldi, i finanziamenti pubblici per intenderci, ma della loro gestione. Secondo una previsione nasometrica potrebbero entrare in parlamento un senatore (Francesco Molinari da Montalto Uffugo) e tre o quattro deputati (Dalila Nesci, una pubblicista di Tropea, Sebastiano Barbanti, funzionario della Federazione Calabrese delle BCC, Federica Dieni di Campo Calabro, Ivan Pastore, un impiegato di Cosenza già candidato a sindaco nelle scorse elezioni comunali). Ma potrebbero anche essere di più, perché i sondaggi sono molto volatili e dopo i primi entusiasmi per un voto quasi plebiscitari, c'è un po' di cautela in più. Sicuramente però saranno presenti e dovranno porsi il problema di trasformare il loro entusiasmo in proposte e disegni di legge. E anche garantire un collegamento con l'elettorato, che non è fatto solo di militanti o di web surfer.

Le parlamentarie del PD dimostrano che vi è una fetta importante della società ancora saldamente legata alla fisicità del rapporto, che predilige un contatto diretto con il proprio rappresentante, e la presenza fisica del politico (o della “politica”) sul territorio, in conformità al modello costituzionale che attribuisce ai partiti il ruolo di strumenti di partecipazione dei cittadini alla formazione della politica nazionale.

Nelle loro intenzioni, subito dopo il loro ingresso in Parlamento si transustanzieranno in ologrammi per continuare on line la loro battaglia virtuale. La loro presenza fisica viene garantita nelle manifestazioni, i meeting up, nei banchetti agli angoli delle piazze per raccogliere firme sulle proposte più significative.

È certo, tuttavia, che rappresentano il nuovo in questo scenario calabrese dove il nuovo sembra sempre drammaticamente una diversa rappresentazione del vecchio, in una continuità ben espressa da Tomasi di Lampedusa. In tutti i partiti vi è una forte pressione nepotistica, nascosta dietro le quote rosa come nel caso del PD e delle sue Parlamentarie affette da un sospetto di taroccamento, una componente di continuità clientelare, uno spirito castale che aleggia in tutti gli schieramenti. E su tutti gli equilibristi del potere che volano sullo scenario politico per individuare la posizione più vantaggiosa per atterrare, afferrare la preda e assicurarsi la propria sopravvivenza politica. Gli intramontabili indifferenti alle ideologie e al senso di appartenenza, disponibili per qualsiasi soluzione purché sia vantaggiosa per sé stessi.

"Non siamo professionisti della politica, ma offriamo il nostro contributo per il rinnovamento della società" dice Molinari. Una sorte di "servizio pubblico", che potrebbe essere proposto in sostituzione del "servizio civile". Dopo due mandati, anche interrotti o parziali per altra causa, si va a casa. Una norma coraggiosa introdotta per impedire la formazione di professionisti della politica e assicurare un ricambio continuo. Questo contrasta in maniera violenta con il marchio del capo presente in tutta evidenza sul simbolo. Il Beppe Nazionale è naturalmente fuori quota, al di sopra delle parti perché non è candidato e mantiene per sé solo la "golden share" del movimento. “La regola, calata dall’alto nella forma, sui due mandati che senso ha se la linea politica è insindacabile e di proprietà di due persone per sempre?", si chiede ad esempio un militante con chiaro riferimento a Beppe Grillo e al suo guru informatico

Il pericolo è che questo si trasformi nella formazione di una classe politica "usa e getta", che impedisce la nascita del senso di appartenenza, la creazione di una cultura unificante, la stratificazione di esperienze.

Su tratta di una fase di emergenza, di un momento delicato in cui le istituzioni sono minacciate proprio dall'abbarbicamento di una classe di rappresentanti famelici e privi di scrupoli che interpretano la politica come uno strumento di arricchimento personale, come un mondo a parte, un'area del privilegio dove non vigono le regole comuni. Per distruggere questo Olimpo non bisogna andare troppo per il sottile.

Ma la democrazia è fatta di regole. "Noi le abbiamo e le applichiamo in maniera pedissequa, forse in maniera che può essere considerata troppo rigida e questo la si interpreta all'esterno del movimento come una assenza di democrazia", risponde il "parlamentino" a cinque stelle".

Le nostre parlamentarie le abbiamo fatto alla luce del sole, con tutti i controlli che sono consentiti dalla trasparenza e dalla immediata pubblicità di tutto il processo".

Ma si è trattato di un numero esiguo di partecipanti, per scegliere quelli che dovrebbero rappresentare l'intera collettività calabrese. "È quanto di meglio abbia saputo esprimere il movimento in questa fase. Non bisogna dimenticare che nasce solo da qualche anno, e sono pochi i militanti iscritti che hanno realmente partecipati attivamente al movimento. Non si poteva consentire che tutto il processo finisse in mani dei professionisti della manipolazione del consenso, che avrebbero potuto facilmente stravolgere tutto il movimento".

“Si può dire che in così poco tempo, una partecipazione di migliaia di persone può definirsi un miracolo, e soprattutto costituisce un modello che noi vogliamo replicare in qualsiasi sede”, dice Molinari.

“Potevano dare a tutti la possibilità di partecipare, ma oggi non era tanto importante il numero, ma la qualità dei rappresentanti, perché manca il meccanismo correttivo del voto di preferenza per cui era strettamente necessario un controllo rigoroso del meccanismo. Nel futuro con la maggiore esperienza acquista e una organizzazione più efficiente potremo senz'alcun dubbio modificare il metodo adottato”.

“La nostra è una società malata, in cui sono saltati tutti i meccanismi di partecipazione democratica e i rappresentanti si sono trasformati in una casta di privilegiati. Abbiamo bisogno, quindi, di un nuovo sistema normativo per superare questa emergenza”.

“In tutti i partiti vi è un forte elemento di continuità con una politica che ha portato il paese nelle condizioni che tutti conosciamo. Non è necessario fare ricorso a molte cifre per misurare il disastro provocato da una classe dirigente inetta e famelica. In tutte le formazioni vi sono “affinità” familiari, clientelare, di militanza, di intersezioni di interesse, di intrecci di natura inconfessata. Siamo l'unico movimento autenticamente rivoluzionario, perché la nostra è una rappresentanza completamente rinnovata, che nasce nel bacino sociale della gente “comune”, fatta di impiegati, dirigenti, professionisti, disoccupati e soprattutto giovani e donne, e “donne giovani” interessati al proprio futuro.”

“Siamo il volto del popolo degli esclusi, dei bamboccioni per forza, della generazione che non ha avuto l'opportunità di gestire il nostro presente, assumersi la responsabilità, rappresentiamo il più grande investimento a perdere per un meccanismo che ci stritola. Abbiamo idee e programmi che si autogenerano in rete, progetti “open source” che nascono con il contributo di tutti i militanti. Il nostro compito sarà quello di trasformare in progetti politici i sogni della nostra generazione”.

Candidati al Senato

1. Francesco Molinari, Sant'Eramo in Colle 2/10/64

2. Nicola Morra, Genova 5/63

3. Vincenzo Frustaci, Crotone 5/9/55

4. Giuseppe Auddino, Polistena 26/4/71

5. Giorgio Raso, Messina 13/8/61

6. Raffaella Greco, Cosenza 12/8/62

7. Maria Pia De Rango, Cosenza 13/3/66

8. Peppino Accoti, Villapiana 4/7/68

9. Aloe Massimiliano, Cosenza 7/1/71

10. Giovanni Luca Monaco, Paola 8/12/66

11. Luigi Vaccaro, Cosenza 28/10/65

12. Nicola Conocchiella, Briatico 26/12/50

13. Aldo Albanese, Locri 3/10/71

14. Giberto Gnisci, Locri 10/5/54

15. Michele Nadile, Pizzo 4/1/60

16. Carmine Domenico Ventre, Rizziconi 19/2/68

17. Vincenzo Reda, Cosenza 20/1/64

18. Andrea Cassano, S. Lucido 1/12/69

19. Salvatore Bellanza, Belvedere Marittimo 15/6/67

Candidati alla Camera

1. Dalia Nesci, Tropea 23/9/86

2. Sebastiano Barbanti, Cosenza 30/1/76

3. Federica Dieni, Reggio Calabria 6/3/86

4. Paolo Parentela, Catanzaro 1/10/83

5. Ivan Pastore, Cosenza 4/2/73

6. Melania Di Bella, Locri 28/3/75

7. Isabella Cimino, Cosenza 1/10/84

8. Salvatore Salvaguardia, Reggio Calabria 21/2/83

9. Dario Elia, Torino 17/12/85

10. Roberto Gatto, Cosenza 18/7/87

11. Massimo Belsito, Cosenza 11/5/76

12. Lauro Ferrara, Napoli 11/9/83

13. Antonio Vivacqua, Cosenza 14/4/73

14. Luigi Palermo, Cosenza 9/7/74

15. Giovanni Caccavo, Crotone 12/5/72

16. Domenico Scarpino, Savelli 29/11/75

17. Marco Nisida, Reggio Calabria 22/9/81

18. Enzo Orlando, Cosenza 10/11/57

19. Bachisio Canu, Cagliari 10/8/59

20. Massimo Cugnetto, Lametia Terme 25/5/70

21. Gianpaolo Garofalo, Cosenza 20/9/66

22. Marco Antonio Mastratisi, Crotone 26/10/71


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