Avvocato sarà leidi Oreste Parise Mezzoeuro Anno XII num. 14 del 6/4/2013 |
Rende, 3/4/2013
Il caso di Domenico De Rosa, il capogruppo PDL al Comune di Paola, fedelissmo del Governatore Scopelliti
Nominato consulente giudirico plurincaricato dalla Regione con un particolare che si porta dietro.
Non ha ancora superato gli esami per l'abilitazione alla professione ...
Non mancano certo argomenti per spettegolare sulla Regione Calabria. Rimasta in ombra nei mesi scorsi, oscurata dalle eroiche vicende della regione Lazio e Lombardia, è ritornata in auge in questi giorni, con le prime indiscrezioni sull'inchiesta condotta dai magistrati Ottavio Sferlazza e Matteo Centini. Sembrava proprio strano che la Regione Calabria fosse l'isola felice del buon governo e del pedissequo rispetto della legge.
Ora scopriamo che più che un assenza di comportamenti allegri, l'oscuramento mediatico era derivato dalla mancanza di una efficace attività investigativa. Basta rimuovere un sottile velo per mascherare comportamenti che per non trascendere nel volgare potremmo definire disdicevoli, usando un linguaggio un po' demodé.
I nostri solerti e bravi amministratori non hanno dovuto fare alcuno sforzo di fantasia per portarsi a casa un gruzzoletto, hanno addossato alla regione ogni più minuta spesa che hanno dovuto sostenere per il nostro benessere collettivo.
Dal gratta e vinci, utilizzato in funzione politica, poiché è considerato uno strumento per superare i vincoli dei bilanci degli enti e dare fiato all'economia, fino al pagamento delle tasse per venire in soccorso di Equitalia, che in questi magri momenti rischia anch'essa di essere travolta dai venti della crisi. In mancanza di idee più brillanti, un colpo di c. potrebbe provocare la svolta nella disastrata economia calabrese. C'è qualche maligno che sostiene che i nostri consiglieri regionali sono affetti da uno sdoppiamento di personalità, che vede pubbliche tutte le spese, e private tutte le entrate. Insomma le vincite, fanno parte del patrimonio familiare.
E poi anche i viaggi, le ricariche telefoniche, i lauti pranzi, erano finalizzati al rilancio dei consumi, anticipando la politica espansiva che tutti predicano, ma che alla fine criticano quando viene attuata nel concreto. Ci sarebbe pure un ammanco di mezzo milione di euro, ma si tratta di un abbaglio, perché la guardia di finanza si sarebbe dimenticata di controllare gli scontrini della carta igienica, che i nostri consiglieri usano in abbondanza. Picchi su chini i … Ma questo lo dicono solo i malpensanti.
Certo le misure keynesiane potrebbero essere guidata da una scelta più consona alla funzione, ma alla fine funzionano comunque. Insomma, viva lo spreco che ci porta via dallo spauracchio della crisi. Lo stesso John Maynard sosteneva che era sempre meglio che lo Stato, inteso in senso lato come settore pubblico, assumesse operai per scavare delle buche la mattina e ricoprirle nel pomeriggio. Questo per mettere in moto il meccanismo del moltiplicatore che genera una ricaduta positiva sul sistema economico. Si tratta di una bufala, una citazione apocrifa, ma rende bene il concetto.
Secondo quanto noto fin qui si tratta di otto consiglieri di maggioranza e due di minoranza che sono sotto il mirino magistrati, una composizione che riflette la composizione numerica dell'assemblea regionale e non è indicativo affatto del tasso criminogeno dei gruppi politici.
Quelle denunciate dai magistrati sono devianze, di comportamenti censurabili almeno sotto il profilo morale, poiché la legislazione è alquanto permissiva al riguardo. Come era solito sostenere l'Eccellentissimo capo della Lega, dei soldi avuti legittimamente poteva farne quello che cazzo voleva, poiché una volta entrati nella disponibilità del partito perdevano il loro carattere pubblico e diventavano in libera disponibilità dei beneficiari e beneficiati. L'assurdo è che in punta di diritto rischia pure di avere ragione, poiché a nessuno è saltato in mente di dare una qualche forma di regolamentazione alla spesa della politica: legittimità, pertinenza, controllo, rendicontazione e cose del genere sono del tutto sconosciute in questo mare.
Per dirla in termini chiari, il vero problema della spesa politica non sono i comportamenti illegittimi di alcuni suoi ineffabili attori, ma l'uso legittimo dei denari pubblici consentito da una straordinaria autonomia attribuita a partiti, enti locali, ma soprattutto alle Regioni, che costituiscono il vero tumore, che sta allargandosi in tutto il Paesi con una metastasi inarrestabile. Nessuno fin qui si è preso la briga di calcolare seriamente quanto costano le regioni e qual'è la loro utilità.
Appare certo a una analisi nasometrica che siamo di fronte a un immane disastro finanziario tra spese inutili, blocco degli investimenti, legislazioni caotiche, contratti derivati dagli effetti sconosciuti. Un guazzabuglio da cui non si riesce proprio a uscirne.
La famigerata riforma del Titolo V della Costituzione approvata in limine mortis dall'ultimo governo Amato è stata il più grande disastro che si è abbattuto sull'Italia. E ancora qualcuno ha il coraggio di parlare di federalismo!
Qualche piccolo esempio di cattivo utilizzo delle risorse pubbliche è sempre utile per chiarire il concetto. Chiariamo subito che si tratta di comportamenti del tutto legittimi, di atti ben dotati di tutti i crismi della perfezione burocratica, con pareri, decreti, determine, delibere che fanno di un atto amministrativo un capolavoro di ipocrisia.
Se c'è qualcosa di censurabile appartiene all'etereo mondo dell'etica, della morale, della correttezza. Tutti aspetti guardati con sufficienza e disprezzo dalla politique politicienne, e costituiscono il brodo di coltura in cui è nato e si è sviluppato il fenomeno del grillismo.
Prendiamo il caso dell'avv. Domenico De Rosa, Capogruppo PDL nel Consiglio Comunale di Paola.
Avvocato? Beh! Quasi. Intanto è una laurea in giurisprudenza e poi è al suo terzo tentativo agli esami di procuratore e primo o poi gli giungerà la buona nuova.
Nel frattempo si è industriato e non è rimasto disoccupato come i tanti bamboccioni di cui è ricca la Calabria. Con il contratto rep n. 1869 sottoscritto in data 10/11/2011 e registrato all'Agenzia delle Entrate di Catanzaro il 22/11/2011 al n. 5325, serie 3º, l’Avv. De Rosa Domenico ha assunto l’obbligo di fornire, a richiesta del Presidente della Giunta Regionale la sua collaborazione professionale. Così si legge negli atti con i quali sono state liquidate le sue competenze.
Il contratto in questione non è una bazzecola. Stiamo parlando di un consulente del Governatore, una persona molto influente che ha il nostro destino sulle sue spalle e deve valutare questioni molto delicate, come l'influenza delle eclissi solari sulla criminalità minorili, o gli effetti giuridici dello scioglimento dei ghiacci nel Polo Nord. Un consulente forse dovrebbe avere competenza e comprovata esperienza? Per questo è sufficiente una comprovata e solida amicizia con il Governatore che crea quel sottile ma fortissimo legame che supera qualche defaillance del nostro nella conoscenza dello scibile giuridico. Certo un avvocato con studio accorsato va bene, ma un amico vale proprio un tesoro.
Non bisogna pensare che l'incarico non preveda un pesante carico di lavoro. Infatti, l’art 2 del citato contratto, testualmente recita: “il Consulente presenterà al Presidente della G.R. una relazione sull’attività svolta e sulle prestazioni rese attraverso pareri, proposte ed ogni altra attività. Il Presidente della G.R., formulerà una valutazione
in ordine alle suddette prestazioni rese dal consulente e la trasmetterà, al Dirigente Generale del Dipartimento Presidenza. La valutazione di cui sopra, è propedeutica alla liquidazione dei compensi”. Questo è quanto meticolosamente disciplinato, e di tanto si è tenuto rigorosamente conto negli atti di liquidazione.
Ecco il loro puntiglioso elenco, per non perdere il gusto della esattezza della citazione:
Decreto n. 3771 del 23 marzo 2012 del dirigente Dott. Giuseppe A. Bianco, con il quale si è liquidata la somma di 2.725,89 euro per il quale compenso per il periodo 10 novembre - 31 dicembre 2011;
Decreto n. 6907 del 17 maggio 2012 dello stesso dirigente, per il periodo gennaio-febbraio 2012 la somma di euro 3.954,62;
Decreto n. 16514 del 20 novembre 2012, liquidazione dei compensi per il periodo Marzo-agosto 2012 per un importo di euro 9.812,40 al lordo delle ritenute erariali e previdenziali a carico dell’ente e tenuto conto di quanto disposto dall’art. 23, comma 3, della L.R. n. 19/2009, secondo quanto precisato dal meticoloso estensore del documento.
In fondo, considerato il panorama politico, si tratta di pochi spiccioli per compensare chi si occupa di problematiche complesse come i requisiti formali richiesti per il rimborso dei danni provocati dalle cavallette africane. Neanche ventimila euro, via molti di meno di quanto sono stati devoluti alla tutrice degli uccelli calabresi! Quello che è deprecabile è che non si rendano pubblici questi preziosi studi e restino chiusi nei faldoni di qualche scaffale regionale.
Tutte queste edificanti vicende mostrano chiaramente l'assurdità di uno Stato ridotto in brandelli, con spazi di autonomia che sono diventati arbitrio e dissoluzione di qualsiasi principio logico e razionale. Le regioni devono diventare delle entità amministrative, soggette a limitazioni, controlli e atti di indirizzo da parte del governo nazionale. Lo spezzatino legislativo è un assurdo e indigesto principio introdotto sotto la pressione della Lega che ha enormemente appesantito ogni decisione, in particolare per la realizzazione delle grandi opere che richiedono organi super partes per assumere le decisioni necessarie superando i veti locali.
E poi la vicenda dell'Avv. Mimmo De Rosa non ha certo raggiunto la sublimità del caso Mafrici.
Il sedicente Avv. Bruno Mafrici, anch'egli nostro conterraneo, non aveva al suo attivo neanche un tentativo non riuscito al concorso per procuratore. Eppure è riuscito a farsi nominare consulente legale del Ministero della Semplificazione normativa, retto all'epoca dall'ineffabile odontocostituizionalista Roberto Calderoli. Le leggi non riusciva ancora a padroneggiarle bene, ma a distruggerle ci riusciva benissimo, in questo era maestro. Era arrivato a quel posto per i buoni auspici del sottosegretario Francesco Belsito, famoso tesoriere della Lega Nord specializzato in investimenti diamantiferi.
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