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Mezzoeuro

Sulle macerie non si costruisce niente

di Oreste Parise

Mezzoeuro Anno XII num. 18 del 4/5/2013


Rende, 3/5/2013


Stefania Craxi chiede da tempo la creazione di una Costituente per le Riforme. Ora il governo Letta propone una Convenzione con obiettivi simili. Una battaglia vinta? Vi è più di una perplessità per un metodo che esalta l'inciucio e gli interventi di corto respiro, di sapore marcatamente elettorale ...

Intervista a Nicola Carnovale, Responsabile Nazionale Organizzazione Riformisti Italiani

Un quadro politico confuso e tutto in divenire… i Riformisti cosa ne pensano.

Siano agli albori di una nuova ed inedita fase politica. L’eccezionalità del periodo che viviamo non è data solo dalla nascita di un governo sorretto da una maggioranza eterogenea quanto anomala, ma dall’implosione annunciata di un sistema politico – istituzionale fallimentare e gattopardesco nato sulle macerie della prima repubblica. Non lo dico io, ma il Presidente Napolitano nel suo discorso alle Parlamento in cui boccia senza appello il bipolarismo maggioritario ed i capestri meccanismi elettorali che l’hanno imposto causando – cito alla lettera –“l’imbarbarimento della vita democratica” segnando “una regressione” e lo “smarrimento dell’idea stessa di convivenza civile”. Bisogna, quindi, prendere atto che sulle macerie non si costruisce nulla di stabile e duraturo. Bisogna sgombrale ed avere la forza, la pazienza e la volontà di costruire un percorso. Esattamente l’opposto di quello che si è fatto nell’ultimo ventennio.

Da dove partire?

Innanzitutto dalla speranza che la lezione sia stata recepita. Ma su questo, sinceramente, non sono pronto a scommetterci visto il teatrino cui abbiamo assistito nel dopo voto. Quanto al percorso bisogna dare vita ad un serio cammino di riforme istituzionale. Ma non sarà facile imboccare la retta via. Troppi tatticismi e troppe convenienze.

Un vostro vecchio mantra dei socialisti riformisti….

Gli eventi danno ragione alle analisi ed alle proposte che dal lungo tempo inascoltati, se non talvolta bistrattati, andiamo riproponendo. Lo ripeteremo fino alla noia. Serve una nuova fase costituente. Credo che di questo almeno si sia preso atto. Spero però che si abbia la forza e la voglia di perseguire queste strade senza perdersi in complicate alchimie.

Teme che le proposte ed i discorsi di questi giorni sulle Riforme costituzionali e sulla nascita di una “Convenzione per le Riforme” faccia la fine dei precedenti illustri?

Io evidenzio un rischio che non è poi così remoto. Quello che si crei una pericolosa sinergia tra la l’azione di governo ed un necessario e non più demandabile processo di riforme istituzionale che sono indispensabili per dare governabilità, crescita e credibilità al Paese. Non si possono legare due aspetti così diversi tra loro altrimenti, aggiungendoci anche l’incognita della stabilità di una maggioranza di governo così eterogenea che di per sé è destinata ad avere fibrillazioni, il rischio che tutto vada gambe per aria per l’ennesima volta è troppo elevato. Basta vedere cosa è successo nei primi tre giorni sull’IMU e sulla riforma del lavoro.

Suggerisce di separarne i destini quindi…

Esatto. Inoltre, l'azione di governo deve essere immediata, dare delle risposte alle necessità ed alle ansie del paese, concentrarsi sui temi caldi del momento. Per inverso, la costruzione di un rinnovato assetto istituzionale deve necessariamente avere un arco progettuale di lungo respiro e deve uscire dagli opportunismi e dalle contingenze del momento.

Mi sembra una vera e propria bocciatura della Convenzione?

Non si può bocciare o promuovere un qualcosa di cui allo stato si disconosce il ruolo, il funzionamento, la composizione e gli obiettivi. Io ragiono per criteri. Penso che un’assemblea composta di soli parlamentari diverrebbe inevitabilmente un organo concorrenziale con il Parlamento mentre un consesso ibrido, frutto di un mix tra professori, nominati, parlamentari, a prescindere dal criterio di composizione, diverrebbe un organo avulso dalla politica, dalle istituzioni e privo di legittimazione. E poi, ripeto, legherebbe i suoi destini a quelli della legislatura vista la presenza di parlamentari. E se poi si dovesse andare ad un voto anticipato sa cosa accadrebbe?

Cosa?

Nella migliore delle ipotesi un tutti a casa ed un nulla di fatto. Avremo l’ennesimo finale della commissione Bozzi dell’83, la Jotti-De Mita del ’92, della Bicamerale D’Alema del ’97, della riforma del 2005….

E nella peggiore?

Un aborto. Per far finta di aver raggiunto un risultato si approverebbe in maniera raffazzonata la qualunque, anche a maggioranza! Avremo una riforma sullo stile di quella del Titolo V del 2001, nata sull’onda degli umori del momento e delle convenienze elettorali, senza una seria analisi su che cosa avessero rappresentato trent’anni di regionalismo e senza predisporre controlli, sanzioni e contrappesi ragioni che sono alla base di una finanza fuori controllo.

La proposta alternativa qual è?

Un processo alto e democratico che parta dal basso. Da tempo abbiamo proposto, come anche più volte discusso dalle colonne di questo giornale, l’elezione di una Assemblea costituente come via maestra per le riforme. La si chiami pure “Convenzione” o “Filippo” ma quella è. Un organo dal carattere “originario” istituito con legge dello stato che abbia la legittimazione di scrivere un nuovo patto tra cittadini e governanti ed abbia altresì l’autorevolezza del mandato e della rappresentanza popolare. Quando iniziammo a porre con forza la questione oltre due anni fa qualcuno disse che era il libro dei sogni. Oggi sono costretti a sbatterci la testa su quel libro se vogliono porre un argine all’inarrestabile disaffezione verso la politica ed allo sfascio del paese.

Cosa intendo fare per questo i Riformisti Italiani?

Noi intendiamo impegnarci per costringere il parlamento ad approvare il progetto costituente con quanti, ed ad oggi sono trasversalmente in tanti, credono in questo percorso in quanto l’unico in grado per uscire dalla situazione di stallo. A breve presenteremo un Comitato promotore con alte personalità per chiedere Assemblea costituente e presidenzialismo.

Un percorso ambizioso. Pensa che l’Italia sia pronta per un sistema di questo tipo?

La storia degli ultimi decenni ed ancor di più la cronaca di questi giorni ci portano verso un sistema di questo tipo. Il fronte dei reticenti, anche in una certa sinistra, si va pian piano assottigliando. Abbiamo un presidenzialismo che definiamo di “risulta”, a costituzione invariata, senza una distinzione di ruoli ed i contrappesi necessari adeguati ad una moderna democrazia. Ora è giunto il momento di adattare la costituzione “formale” a quella “materiale” costituzionalizzando ciò che nei fatti e nella realtà già esistete. Su questo, segnalo un’impostazione contenuta nel documento prodotto dai saggi in materia istituzionale di retrospettiva che non coglie il sentire diffuso e ben presente nel Paese, di un Presidente sempre più in rapporto con i cittadini e pertanto espressione diretta della volontà popolare. In ogni modo, se le riforme si decifrano nell’impostazione minimalista e di retroguardia della bozza Chiti, implicitamente citata dallo stesso Enrico Letta nel suo discorso di fiducia alla Camera, mi sento di dire che non sarà un bene.

Per l’appunto cita Enrico Letta. Cosa pensate del neonato governo?

C'è voluta un’impasse istituzionale senza precedenti perché si prendesse atto di un esito elettorale che dava un solo scenario possibile, se si esclude il ritorno alle urne che rappresentava un triplo salto mortale nel vuoto e si sarebbe altresì rivelato un vicolo cieco. Certamente è un governo con una forte dose di novità nella rappresentanza, ma è più il frutto di una debolezza dei partiti più che di una scelta di fondo a cui si è aggiunto un gioco di veti incrociato. La verità e che Pd e PdL di fatto, non hanno stilato un patto di governo, ma si trovano costretti loro malgrado a vivere una convivenza forzata. Sono come marito e moglie che dormono separati sotto lo stesso tetto in attesa che i bambini crescano e poter dividere le loro strade…

I provvedimenti annunciati da Letta? Un libro dei sogni anche quello?

Il tema della copertura dei provvedimenti annunciati rappresenta una questione non marginale e rappresenterà un banco arduo per l’affidabilità e la credibilità sociale ed internazionale dell’esecutivo. Personalmente giudico negativamente l’assenza di un serio impegno al taglio della spesa pubblica che va perpetuato senza propaganda ma con decisione. Quanto agli intendimenti in materia economica considero estremamente positiva l’inversione di tendenza rispetto alle mitologiche politiche di austerity del Governo Monti che non ho mai condiviso. Lo stesso non si può certo dire di una parte degli entusiasti battitori di mani parlamentari di Letta….

Il "federalismo" è da rilanciare o da cancellare? Quale giudizio si può dare dell'esperienza autonomistica? Sembra aver prodotto solo disastri ...

Quello che bisogna evitare è governare inseguendo degli slogan. È arrivato il momento di riflessioni serie e ponderate. Il sistema ha bisogno di stabilità e certezze per produrre effetti positivi e questo si può ottenere soltanto con un intervento complessivo che solo una Costituente può dare. Reputo però estremamente positivo l’introduzione delle sanzioni politiche ed amministrative per gli amministratori allegri e disinvolti per non dire altro… E’ un buon modo per fare pulizia se applicato senza doppiopesismi e con serietà. In Calabria potremmo avere un bel ricambio indotto…

I Riformisti Italiani cosa sono oggi? Un movimento, un partito, una lobby istituzionale, un gruppo di opinione, una associazione culturale …

Noi Riformisti Italiani restiamo un movimento politico. Sposiamo l’endiade mazziniana “pensiero – azione”. Il problema in merito è però più complesso. Bisogna capire che non esiste vera democrazia senza partecipazione e non vi è partecipazione senza partiti sani e rigenerati che assolvano le loro funzioni. Non è un caso che da quando è entrato in crisi il modello “partito” si è registrato un crescente scollamento tra istituzioni, politica e cittadini. I modelli ‘900 non sono più riproponibili ed attualizzabili ma le nuove forme sperimentare nel corso di questi anni non hanno dato frutto. Ma ciò non ci deve indurre a cadere nel mito della democrazia diretta. Serve una sapiente miscela costituzionalmente regolamentata e socialmente accettata. E’ una ricerca che bisogna velocemente avviare…

Un’auspicio…

Nessun auspicio. Homo faber ipsius fortunae. E’ lo stesso concetto che applico alla nostra Regione…

Ah, la Regione Calabria…

E’ un discorso assai lungo e complesso che credo meriti un capitolo a parte…


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