Rifiuti a Cinque Stelledi Oreste Parise Mezzoeuro Anno XII num. 24 del 15/6/2013 |
Rende, 12/6/2013
Sacchetti sempre in emergenza
È finita l'emergenza rifiuti in Calabria? Nessuno ci crede, e l'evidenza che sta a dimostrare che tutto è rimasto come prima se non peggio di prima.
Si è forse chiusa per sempre e senza rimpianti la fase commissariale, dalla quale era lecito aspettarsi grandi risultati, poiché la logica di una gestione straordinaria è quella di superare l'impasse burocratico e introdurre metodi snelli di decisione.
La storia del Commissario Straordinario ai Rifiuti è ancora tutta da scrivere, e gli unici che avrebbero titolo sarebbero i magistrati, poiché non vi è dubbio alcuno che tutta la gestione sia stata caratterizzata da sprechi, inefficienze, assenza di programmazione, ma soprattutto stravolgimento di qualsiasi regola di buon senso e di qualsiasi prudenza giuridica.
Fa un po' senso leggere la strana emergenza dei paesi del Nord Europa in crisi per una insufficiente produzione di rifiuti. Se non fosse per la eccessiva distanza, insomma, avremmo una soluzione semplice ed economica per risolvere il nostro annoso problema, vendendoli ai virtuosi riciclatori scandinavi.
Quello che non si riesce a chiudere è la lunga fase dell'emergenza, ma soprattutto la filosofia di fondo che ha fin qui dominato l'intero settore. Senza essere degli esperti, risulta evidente che l'impostazione data al problema è del tutto errata. Viene invece puntualmente riconfermata dalla rimodulazione del Piano regionale, che altro non è che la ripresentazione dello stesso piano precedente, nobilitato da qualche ricca parcella degli esperti di turni che si sono messi all'ombra del nuovo potere.
C'è da chiedersi perché non si riesce ad uscire da questa logica, e discutere sulla base di un documento predisposto dal Movimento Cinque Stelle, che oggi sta sulla graticola, ma che pur gode di un ampio consenso nell'elettorato ed esprime poco meno di un terzo della rappresentanza parlamentare.
Ecco cosa scrivono nel loro documento, pregevole per la semplicità di scrittura, il rigore delle analisi, e il ribaltamento culturale che lo ispira. Fosse pure tutto sbagliato meriterebbe una grande attenzione, perché si tratta di un percorso finalmente nuovo, che viene nobilitato dal sicuro fallimento di quanto fatto finora. Riportiamo l'introduzione.
"Il Piano attualmente in vigore in Calabria, predisposto nell’anno 2007, è fondato sulla suddivisione del territorio in 3 Macro Aree: Calabria Nord, Calabria Centro e Calabria Sud. Queste a loro volta dovevano essere amministrativamente suddivise in n. 5 A.T.O. (Ambiti Territoriali Ottimali che ricalcano i territori provinciali e a loro volta suddivisi in sub-ambiti), che in realtà però “. .non hanno mai iniziato ad operare” e le cui funzioni sono state commissariate facendo dunque confluire le loro risorse finanziarie nella contabilità speciale gestita dall'Ufficio del Commissario.
All’interno dei suddetti ATO (tra l’altro ritenuti non omogenei e con seri problemi di viabilità), sono presenti n. 7 Impianti di Trattamento Meccanico-Biologico o tmb; n. 8 impianti di compostaggio di frazioni organiche selezionate, n. 11 Discariche e n. 1 Inceneritore.
La filosofia a cui si ispira il Piano, anche nella più recente versione, è, per l'appunto, raccogliere per "valorizzare", dove la c.d. valorizzazione non è altro che la parte conclusiva del ciclo e si traduce nel conferimento in discariche e/o inceneritore dove bruciare i rifiuti!
Infatti, è enunciato nell'ultimo Piano del 2007 a pagina 131 che: " In conclusione, nell’ambito del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti si dovrà prevedere in relazione al pretrattamento del rifiuto indifferenziato:
- la necessità di sottoporre il rifiuto indifferenziato a pretrattamenti di tipo meccanico/biologici preliminari al successivo smaltimento in discarica o all’eventuale valorizzazione energetica;
- la necessità di prevedere la qualificazione della componente secca del rifiuto trattato a cdr così come per altro già avviene;
- la necessità di valorizzare adeguatamente l’impiantistica di trattamento già esistente sul territorio regionale;
- la necessità di sviluppare un’impiantistica aggiuntiva sul territorio in grado di assicurare il fabbisogno di pretrattamento del rifiuto indifferenziato, per quanto non soddisfatto dagli impianti di cui al punto precedente;
- la necessità in relazione alla nuova impiantistica di riferirsi a processi di selezione/stabilizzazione e di digestione anaerobica, al fine di consentire il trattamento della frazione umida raccolta in forma differenziata e conseguire importanti recuperi in termini energetici"
Questa filosofia ha prodotto la stipula di convenzioni tra l'Ufficio del Commissario e le ditte aggiudicatrici sotto forma di contratti del tipo "porta o paga" per cui, in pratica, invece di favorire la riduzione della quantità di rifiuti prodotti (che comporterebbe, se incoraggiata, come la stessa legislazione europea auspica quale primo approccio nella gestione dei rifiuti, una minore quantità di rifiuti prodotti e, quindi, minor combustibile da “recuperare” nell’inceneritore e/o discariche), inducono le amministrazioni locali conferitrici a non ridurne la produzione sotto una certa soglia per non incorrere in aumenti di spesa.
In altre parti d'Italia, invece, sono molto diverse le filosofie d’intervento.
Per esempio nella regione Veneto le strategie principali si sono orientate a prevenire la formazione dei rifiuti, definire le responsabilità del produttore che non finalizza la sua produzione a ridurre gli imballaggi e a non produrre materiale riciclabile, nonché a favorire la massimizzazione del recupero e il riutilizzo, migliorare le condizioni di smaltimento, ridurre il conferimento a discarica, individuare bacini di utenza autosufficienti."
STRATEGIA RIFIUTI ZERO E IL METODO DELLE 5 R
Per uscire definitivamente dallo stato di emergenza perenne in cui ci troviamo occorre adottare un metodo nuovo in grado di risolvere definitivamente il problema endemico della gestione dei rifiuti.
Il metodo della “Strategia Rifiuti Zero” delle 5 R, ovvero:
1- Rieducazione
2- Riduzione rifiuti
3- Riutilizzo dell’utilizzabile
4- Raccolta differenziata
5- Riciclo,
prendendo a modello realtà come Capannori e Vedelago, anche per l’adozione di protocolli immediatamente applicabili che coinvolgano direttamente i cittadini anche nelle scelte di gestione.
Momento essenziale, quello del coinvolgimento diretto dei cittadini calabresi, perché solo attraverso una assunzione di responsabilità diretta da parte della popolazione calabrese che influenzi i suoi rappresentanti, si potrà realizzare la c.d. strategia “Rifiuti Zero” che è il fine ultimo di questo piano.
I VARI MOMENTI - STEP - PER LA SUA REALIZZAZIONE
La proposta del Coordinamento Calabria del Movimento 5 Stelle è rivoluzionaria: chiediamo la semplice applicazione della normativa vigente.
L’Unione Europea infatti, persegue da tempo l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale della produzione e dello smaltimento dei rifiuti come viene anche suggerito dalle Organizzazioni Mondiali attente alla salute dell’uomo e dell’ambiente (ricordiamo tra tutte la conferenza sullo sviluppo sostenibile: Ambiente Umano, voluta dall’ONU) e finalmente grazie all'ultimo T.U. Ambientale legge anche in Italia.
L’Unione legifera e consiglia di ricorrere alle fonti rinnovabili, al riciclaggio e ad una gestione razionale dei residui.
Ovvero la strategia proposta è di dare spazio ad opere di prevenzione quindi educare a produrre meno rifiuti durante tutto il ciclo di vita di un certo prodotto e predisporre gli strumenti per correggere i danni causati all’ambiente, attivando il riuso e il riciclo, introducendo anche le contribuzioni in denaro per chi inquina a favore di chi invece è attento alla salubrità dell’ambiente (chi inquina paga e chi non inquina riceve benefici).
Il Coordinamento Calabria del Movimento 5 Stelle, tramite l'analisi sulle tante valutazioni, proposte e realizzazioni prodotte dall'intelligenza collettiva in rete degli esperti di settore, dai Cittadini, dai comitati e delle associazioni e dagli Enti Locali virtuosi, si vuole costituire come portavoce di una corretta e concreta soluzione con chi ci sta, senza alcuna barriera ideologica.
Noi vogliamo importare anche in Calabria un progetto già altrove realizzato che è diametralmente alternativo a quello fino ad oggi perpetrato da questa classe politica: la " Strategia Rifiuti Zero per la Calabria"; strategia articolata e su cui, fortunatamente, non dobbiamo inventarci nulla, perché incentrata su due delle migliori esperienze realizzate in Italia: “Centro Riciclo di Vedelago” e “Sistema Rifiuti Zero di Capannori” che sono diventate anche punto di riferimento per l'Europa.
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