La fabbrica delle illusionidi Oreste Parise Mezzoeuro Anno XII num. 27 del 6/7/2013 |
Rende, 5/7/2013
I voucher dell'eccellenza
Il Governatore Scopelliti aveva fatto grandi promesse che oggi si traducono in cocenti delusioni per i giovani laureati che si sono impegnati in stage formativi negli enti pubblici della regione. Oggi rischiano di finire tutti sul lastrico. Intanto, sono diventati gli ennesimi precari ...
Ne manca solo uno per coprire tutti i giorni dell'anno. Sono, infatti, 364 i giovani laureati calabresi che rischiano di unirsi al folto stuolo dei disoccupati intellettuali in Calabria, residuati dei 500 che avevano ricevuto i voucher.
Una storia iniziata da qualche anno, con l'approvazione di una legge regionale (n. 26 del 12.11.2004) con la quale, servendosi dei fondi messi a disposizione dall'Unione Europea, veniva bandito un concorso per l'attribuzione di voucher personali ai giovani laureati della regione.
Ciascuno dei vincitori del concorso ha ricevuto una dote di 24 mila euro, da corrispondere in rate mensili di € 1.000,00 per 24 mensilità, che potevano utilizzare per un periodo di formazione professionale in un ente pubblico della regione. I voucher erano riservati ai laureati calabresi con una votazione di 110/110 e miravano a trattenere le eccellenze sul territorio per rafforzare la pubbliche amministrazioni.
L'aver tentato di trattenere i suoi giovani talenti è certamente un merito, ma oggi gli stessi lamentano che in tal modo si è loro preclusa la possibilità di trovare altre soluzioni, e nella grave crisi in cui si ritrova la regione, questo significa una sicura condanna a una condizione di cronica disoccupazione. Tutto il progetto si è dimostrato un boomerang e gli effetti benefici che si sperava di realizzare non solo non si sono verificati, ma si rischia di peggiorare la loro condizione.
Con deliberazione n. 83 del 17.09.2008, l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale della Calabria ha proceduto all'approvazione delle graduatorie definitive di assegnazione dei 500 voucher formativi.
La vicenda ha infatti avuto uno svolgimento singolare.
Alla conclusione del periodo di stage, al fine di non disperdere il patrimonio di conoscenza già acquisito dai giovani impegnati nel "Programma stages", l'articolo l0 comma I della legge regionale n. 23 dell’11.08.2010, in sostituzione dell'articolo 14 della legge regionale n. 8 del 26.02.2010, ha disposto l´erogazione da parte della Regione di "un contributo annuo di euro 10.000,00 a favore degli Enti che si impegnano a stipulare, con ogni stagista che abbia concluso con esito positivo tutte le attività di formazione previste dal regolamento di cui alla deliberazione dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale n. 49, tipologie contrattuali previste dalla normativa vigente per una durata non inferiore a 12 mesi di lavoro, concertate attraverso uno specifico protocollo d'intesa stipulato tra la Giunta regionale, il Consiglio regionale e gli enti fruitori"; La legge regionale n. 32 del 22.11.2010 ha modificato l´art. 10 delle legge regionale n. 23 dell’11.08.2010, eliminando la necessità del protocollo d´intesa tra Giunta, Consiglio ed Enti fruitori, e confermando l´erogazione da parte della Regione di un contributo annuo di € 10.000,00 alle suddette condizioni;
In seguito a ciò le PA calabresi hanno sottoscritto con i giovani impegnati nel Programma Stages dei contratti di lavoro (co.co.pro e contratti a tempo determinato) per un periodo di mesi 12 con una retribuzione di circa €.600,00 mensili.
Successivamente, nel mese di agosto 2012 il Consiglio regionale ha prorogato l’esperienza dei non più giovani stagisti per ulteriori mesi 6 con un contributo complessivo di €. 5.000,00 pro-capite in attesa che la Giunta trovasse una soluzione definitiva alla questione.
Come è spesso avvenuto, tutto si è risolto in un processo di precarizzazione senza che nessuno sappia esattamente cosa fare di questi giovani laureati, che hanno persino perso la possibilità di riciclarsi all'estero, poiché per molti il processo formativo si è risolto in una delusione.
Ora la maggior parte di questi contratti sono scaduti e molti altri stanno per scadere.
Moltissime amministrazioni pubbliche hanno chiesto al Consiglio regionale di consentire la prosecuzione dell’esperienza lavorativa degli ex stagisti attesa l’impossibilità, al momento, per i numerosi vincoli, di poter procedere ad indire concorsi pubblici.
La situazione è grave, il Consiglio regionale non intende più farsi carico della problematica, la Giunta ha indetto una conferenza stampa nella quale ha anticipato che verrà emanato un bando che prevede del “voucher” di mesi sei presso le PA o la possibilità di ottenere una dote per l’autoimpiego.
Il Consiglio il 24 giugno aveva impegnato la Giunta a trovare una soluzione per garantire il rifinanziamento o comunque l’effettiva vigenza della legge con cui erano stati selezionati i migliori giovani laureati della Regione. La soluzione trovata dalla Giunta è stata esposta alla conferenza stampa tenuta dal Presidente Scopelliti e dall’Assessore Salerno lo scorso primo luglio.
Uscirà un avviso pubblico per attingere a fondi comunitari. La nuova soluzione è vecchia. Ed è anche peggiore di quella già risultata fallimentare.
Il bando proposto dall’ex Assessore al Lavoro, Francescantonio Stllitani, aveva già annunciato una soluzione per gli ex stagisti ma di fatto li ha esclusi. L’attuale, inoltre, come si legge nelle linee guida pubblicamente diffuse, consentirebbe agli ex stagisti di continuare il percorso intrapreso solo interrompendolo. Oggi, infatti, dopo l’investimento della Regione nella formazione, gli ex stagisti avevano contratti di lavoro con le pubbliche amministrazioni. Con l’avviso, invece, potrebbero al più beneficiare di un nuovo voucher formativo. Tornerebbero ad essere stagisti mentre ora sono diventati, a stento, lavoratori precari. Un percorso al contrario, dunque. Col passo del gambero, non avranno più un contratto di lavoro. E col voucher si spenderanno ulteriori fondi, questa volta comunitari, non per avviare all’occupazione ma per la formazione di giovani laureati con 110 e già impegnati nelle pubbliche amministrazioni da tre anni.
I Consiglieri del PD Guccione, Adamo, De Gaetano e Giamborino avevano presentato al Consiglio del 28 giugno un emendamento che avrebbe consentito la proroga dell’attività lavorativa presso gli enti pubblici. Ma i Consiglieri del PDL, chiamati a esprimersi con voto nominale, hanno detto no. Troppo misera, per il Consiglio, una proroga di tre mesi.
E la Giunta ha confermato quel no proponendo l’ennesimo periodo di formazione, a fronte di un’attività lavorativa già iniziata. La formazione, questa volta, dovrebbe essere finanziata mediante i fondi comunitari. La Regione Calabria chiede all’Unione Europea fondi per formare con uno stage semestrale lavoratori precari che hanno già fatto uno stage biennale e tre anni di lavoro. Peccato che dopo avere lottato per non essere chiamati ancora stagisti, questi giovani debbano avviare una nuova battaglia per essere chiamati ancora lavoratori precari.
Dalla lettura delle linee guida del bando si evince che sono tante le perplessità e i dubbi sull’applicabilità dello stesso agli ex stagisti atteso che il nuovo bando è una mera riedizione (aggiornata e integrata) del bando fallimentare dell’assessore Stillitani.
La domanda che ci poniamo è come mai la Regione Calabria che ha speso milioni per formare gli stagisti affinché potessero migliorare l’efficienza della P.A. calabrese, adesso ritiene di dire “basta” e di sprecare il patrimonio umano e di conoscenze ormai consolidatosi.
Come mai noi che ormai abbiamo dei contratti di lavoro seppure mortificanti, un’età per la quale non possiamo più essere considerati “stagisti”, una condizione familiare che non ci consente di rimanere privi di occupazione, non possiamo essere considerati “lavoratori precari”.
Come mai nonostante siano trascorsi ormai cinque anni non si considera la nostra questione come un’emergenza sociale che deve essere risolta in modo serio e definitivo? Se lo chiedono costernati i giovani stagisti.
La soluzione è anche ostacolati dalla stessa Unione Europea con i vincoli che impone all'utilizzo dei fondi comunitari. Regole note fin dall'inizio, ma di cui spesso si vuole dimenticare la loro esistenza, con le complicazioni che ne conseguono.
Egregio Presidente,
Teniamo a precisare che presso gli enti ospitanti, dove abbiamo svolto proficuamente lo stage di 24 mesi e 18 mesi quali collaboratori a progetto,” non abbiamo MAI fatto fotocopie, né ci è stata mai fatta tale richiesta.
E’ superfluo rammentarLe che solo per mera comodità, e per non riconoscere la nostra condizione lavorativa, si continua a chiamarci “Stagisti”, nonostante lo stage si sia ormai concluso da tempo, lasciando spazio a veri e propri contratti di lavoro.
Quanto a Lei riferito e riportato nel corso della conferenza stampa del 01.07.2013, non descrive effettivamente l’attività da noi svolta e non tiene conto del fatto che l’aver accettato gli esigui importi da Lei riferiti nasce dall’esigenza di far fronte all’assenza di effettive opportunità lavorative nella nostra Regione.
D’altro canto le parti politiche ci hanno indotto, anche a mezzo recenti pubbliche dichiarazioni, a ritenere che una strada migliore si sarebbe individuata.
Eppure, allo stato dei fatti e degli atti i contratti di lavoro sono scaduti e non ci pare che una soluzione inclusiva ed idonea sia stata individuata nel senso di valorizzare le competenze acquisite nella Pubblica Amministrazione.
Confidiamo, pertanto, nella Giunta e nel Consiglio Regionale affinché operino di concerto per realizzare una soluzione perseguibile e che non disconosca la meritocrazia di cui è frutto questo percorso, che ci ha condotto nel bacino dei precari a seguito di una pubblica selezione per titoli. Cordialmente.
Gli Ex Lavoratori del Programma stage
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