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Mezzoeuro

La responsabilità sociale delle BCC

di Oreste Parise

Mezzoeuro Anno XII num. 38 del 21/9/2013


Rende, 20/7/2013


Nicola Paldino eletto Presidente

Cambio di guardia alla Federazione Calabrese conseguenza del grande processo evolutivo che sta attraversando l'intero sistema. Nella grave crisi economica che ha colpito la regione, il credito è uno strumento essenziale e delicato per superarla.

Uno scarno comunicato informa che Nicola Paldino è il nuovo presidente della Federazione Calabrese delle BCC. Si precisa che l’elezione è avvenuta all’unanimità, nel corso della riunione dell’Assemblea svoltasi nella sede di Contrada Cutura in Rende. La nomina non avviene per scadenza naturale del mandato del “past President” Michele Aurelio, ma per la profonda trasformazione che sta attraversando il sistema del credito cooperativo, tanto nel bene che nel male.

Nel maggio scorso è stata decisa la fusione per incorporazione dell’ex BCC Banca dello Jonio-Albidona con la consorella Mediocrati e Michele Aurelio, commercialista molto apprezzato, è stato nominato vice-presidente del nuovo e più importante istituto, perdendo così il requisito richiesto per poter guidare l'organismo federativo riservato ai presidenti di una delle banche socie.

L'operazione costituisce uno degli elementi positivi del movimento cooperativo. Piuttosto che aspettare l'evolversi degli eventi, i responsabili delle due banche hanno preferito unire le loro forze per poter affrontare le tempeste in arrivo. L'andamento congiunturale delle regioni meno sviluppate è caratterizzato da un lag temporale che posticipa il momento iniziale e quello finale delle fasi. Ciò vuol dire che la crisi è arrivata con molti mesi di ritardo, ma il suo superamento sarà molto più lento e faticoso rispetto alle regioni più sviluppate del Nord.

In una Calabria caratterizzata da un individualismo sfrenato va segnalato il comportamento esemplare di Michele Aurelio, il quale ha rinunciato alle due prestigiose poltrone di Presidente della sua Banca e della Federazione regionale per inseguire un progetto di ristrutturazione e porre la sua creatura al riparo delle bufere economiche che potrebbero arrivare. La fusione tra le due banche ha ampliato il territorio di competenza della Mediocrati fino a ricomprendere i comuni dell’alto Jonio cosentino (Albidona, Amendolara e Rocca Imperiale) per sconfinare nel comune di Nova Siri in provincia di Matera.

Con questa operazione si è creata la più grande BCC della regione, e la nomina di Nicola Paldino a presidente della Federazione costituisce il riconoscimento della leadership di fatto che si è venuta a creare. Anche questo è un elemento molto significativo e per nulla scontato. Nel passato si è preferito eleggere presidenti “deboli” poiché espressione di piccole realtà locali cui mancava la forza dei numeri per poter esprimere una politica innovativa. È la prima volta che a guidare la Federazione calabrese viene nominato il presidente della più importante BCC regionale.

Il documento diffuso riporta la prima dichiarazione del neo presidente. “Il Movimento, in Calabria, è nato oltre cento anni fa oggi le BCC sono l’ultimo forziere calabrese rimasto per le famiglie e le imprese di questa regione; abbiamo il dovere di salvaguardarle insieme alla nostra identità di banchieri cooperativi. Noi siamo quelli che, nei periodi di crisi, si mettono in testa al carro per trainarlo. Per continuare a farlo dobbiamo essere consapevoli dei rischi e riuscire a gestirli nel miglior modo possibile”.

Nicola Paldino è un capitano di lungo corso, presidente della Cassa Rurale ed Artigiana di Bisignano fin dal 1990. Ha assunto la presidenza della BCC Mediocrati fin dalla sua nascita con la fusione del 1999 che ha unito le tre Casse Rurali di Bisignano, Luzzi e Rota Greca. Ha traghettato l'istituto in questa lunga e travagliata traversata, con risultati brillanti e bilanci sempre in attivo. Nei primi mesi del 2011, è intervenuta nel salvataggio della BCC della Sibaritide, garantendo il posto di lavoro dei dipendenti, la operatività degli sportelli, aumentando efficienza, redditività e i propri volumi, con un significativo allargamento del territorio di competenza alla zona della Sibaritide e del Pollino. È riuscita a ingoiare un rospo senza grandi disturbi gastrici, riuscendo a costruire un istituto patrimonializzato e con un grande capitale umano in grado di porsi come interlocutore privilegiato sul territorio.

In questi lunghi anni alla presidenza Nicola Paldino ha maturato una grande competenza, riuscendo a coniugare la professionalità con le doti umane che deve possedere chi si trova a diretto contatto con le difficoltà attraversate dalle famiglie e dalle imprese in questa difficile congiuntura. Come si legge nella nota richiamata è anche Amministratore unico del consorzio In.Cra, fornitore di servizi per il back-office delle BCC, e membro del consiglio di Amministrazione di ICCREA Banca, l’istituto di secondo livello delle BCC italiane. La sua gestione della Mediocrati si è caratterizzata per le numerose iniziative culturali, le innovazioni introdotte nel rapporto con il territorio alla ricerca di un azionariato diffuso e il coinvolgimento dei giovani con il Club Giovani Soci, l'introduzione della pratica del microcredito e la sensibilità verso il mondo delle imprese con una attenzione particolare all'evoluzione dell'economia locale. Dal 2005 la BCC presenta annualmente il Rapporto sullo stato dell'economia della provincia di Cosenza, predisposto inizialmente dalla società Eurispes e poi alla Demoskopika. L'appuntamento costituisce un utile confronto con gli operatori, il mondo bancario, gli studiosi e i policy maker del territorio.

La sua nomina non può essere considerata né casuale, né frutto di un compromesso al ribasso, come nel passato, ma costituisce un segnale di presa di coscienza del movimento cooperativo che ha preso coscienza della gravità della crisi che l'ha investito direttamente.

Non va dimenticato che stiamo vivendo in diretta la rovinosa fine di tante altre BCC, pur con uno storico radicamento sul territorio, sicuramente ferite in maniera grave dalla crisi, ma che hanno trovato nelle loro governance l'incapacità di cogliere la delicatezza del momento e cercare soluzioni sinergiche e condivise.

La grande tradizione della cooperazione bancaria in Calabria, in controtendenza rispetto alla scarsa diffusione che ha avuto negli altri settori economici, ha prodotto nel secolo scorso una proliferazione di istituti, che hanno mostrato un andamento altamente positivo, a volte spettacolare, poiché la loro creazione rispondeva alle esigenze del territorio, dava una risposta all'eterna ed irrisolta questione del credito, che qui si trasforma spesso in usura con tutte le gravi conseguenze sociali che comporta, e il rallentamento dell'economia “sana”.

Nella totalità delle crisi che hanno colpito questi istituti, l'elemento determinante è stata proprio l'inadeguatezza della classe dirigente, scelta in maniera clientelare e senza le necessarie qualità tecniche, morali e professionali che sono necessarie per svolgere un compito così delicato.

Le numerose noti ispettive della Vigilanza si sono sempre soffermate su questo aspetto, ma hanno trovato un muro di gomma, pronto a seguire le prescrizioni purché non si mettesse in dubbio l'indispensabilità delle loro figure (e spesso si trattava di figuri che intendevano perseguire unicamente i loro interessi politico-clientelari ...).

“Forti perché uniti, liberi perché forti!”. Questo è lo slogan di Don Carlo De Cardona, l'apostolo delle Casse Rurali calabresi, riportato nel suo profilo in Wikipedia. Ieri egli si rivolgeva ai lavoratori, ai contadini, agli artigiani per mettere insieme i loro sforzi e dare una risposta ai loro problemi con un aiuto reciproco. Oggi ritorna di grande attualità in riferimento alle banche, che nella grande trasformazione finanziaria degli ultimi decenni si sono trovate a recitare la parte di nani in un mondo di giganti. Per dimensione e capacità operativa non possono competere con i colossi internazionali, ma devono trovare una dimensione idonea ad assicurare le economie di scale e la possibilità di offrire servizi avanzati a una clientela affamata di un rapporto diretto, di un coinvolgimento nella programmazione e nelle scelte.

Il sistema delle BCC è ancora troppo inefficiente e frammentato. È necessaria una politica proattiva, che individui le criticità e predisponga una ristrutturazione dell'intero assetto regionale restringendo il numero degli istituti a poche unità che abbiano le dimensioni idonee a offrire una adeguata assistenza creditizia al territorio.

L'elezione di Nicola Paldino alla presidenza della Federazione Regionale può essere l'occasione per l'inaugurazione di una politica bancaria territoriale più consapevole dei limiti e delle esigenze degli istituiti e la necessità di procedere a una profonda rivisitazione dell'intero assetto e la possibilità di un dialogo più proficuo con gli organismi nazionali e delle istituzioni locali.

Il sostanziale fallimento della Banca di Garanzia che aveva acceso un barlume di speranza per una ottimizzazione delle condizioni del credito impone una necessaria riflessione sulla possibilità di riprendere questo progetto. L'iniziativa si è arenata per la mancanza di liquidità dei due principali attori, la Camera di Commercio e la Provincia di Cosenza, che non sono riusciti a tradurre in liquidità le loro buone intenzioni facendo mancare il requisito essenziale per il rilascio dell'autorizzazione bancaria costituito proprio dal capitale versato. Altrove iniziative simili sono state coronate dal successo. In Calabria una banca di secondo livello, quale forma di mutualità interbancaria, in grado di fornire garanzie a famiglie e imprese per l'accesso al credito sarebbe altamente auspicabile.

L'esempio di Michele Aurelio ricordato all'inizio può essere un buon viatico per un nuovo clima all'interno del mondo cooperativo in grado di superare i localismi ed operare in funzione dell'obiettivo comune di dare un assetto ottimale al sistema e migliori condizioni di credito ai calabresi, di cui hanno assoluto bisogno per uscire


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