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Mezzoeuro

Disastri annunciati

di Oreste Parise

Mezzoeuro Anno XII num. 47 del 23/11/2013


Rende, 20/10/2013


La vendetta della natura

Le tragedie che colpiscono con frequenza sempre maggiore il nostro paese non sono del tutto casuali. L'abbandono delle campagne, la mancata attenzione alla cura e manutenzione del paesaggio rurale contribuiscono in maniera determinante a provocarle. Intervista al dott. Giovanni Perri, già presidente regionale degli agronomi e forestali della Calabria.

Dott. Perri, cosa ci può dire in merito alla cura e alla manutenzione del paesaggio, per migliorare ed arricchire sempre di più le aree naturalistiche della Calabria?

Il territorio agro-forestale dei Comuni calabresi necessita di molta attenzione per la tutela e valorizzazione delle risorse naturali e paesaggistiche, affinché l’intera Regione acquisti un rilievo ambientale notevole, non trascurando ovviamente la cura degli elementi naturali, quali siepi, alberate, boschetti, zone umide ecc.

Cosa bisogna fare più specificatamente per abbellire ulteriormente l’aspetto paesaggistico della Calabria?

Per abbellire sempre di più il contesto agro-forestale, gli interventi riguardanti la cura e la manutenzione del paesaggio rurale diventano incisivi atteso che in dette aree esiste una diffusa naturalità, per cui è auspicabile una sempre maggiore attenzione da coniugare con l’adozione di tecniche gestionali sostenibile per contribuire significativamente al mantenimento e alla salvaguardia del paesaggio agrario tradizionale, aspetti peraltro contemplati nelle politiche ambientali dell’Ue.

Detti interventi possono anche contribuire alla conservazione della biodiversità, degli Habitat naturali e delle specie animale e vegetale ?

Tutti gli interventi manutentori ordinari e straordinari virtuosi, nell’ambito della gestione e della sostenibilità ambientale, sono destinati ad agire positivamente per quanto attiene gli obiettivi di conservazione della biodiversità e nel contempo di perseguire l’obiettivo di conservare, tutelare e salvaguardare l’attività agricola e forestale sotto l’ottica della naturalità, del paesaggio e dell’ambiente.

Le politiche portate avanti dall’Ue e più specificatamente le misure e le azioni della programmazione del PSR (Piano sviluppo rurale) 2007-2013, danno un contributo in tale direzione ?

In merito a queste problematiche va sottolineato il fatto che gli obiettivi specifici del PSR, si intrecciano e sono strettamente collegati con i bisogni e le necessità di tutela delle risorse complessive del territorio e, nel contempo, di fronteggiare il dissesto idrogeologico, non solo ma anche di svolgere complessivamente azioni positive per l’ulteriore valorizzazione dell’ambiente, del paesaggio e dei sistemi agricoli e forestali calabresi.

In che modo l’attuazione della legge. sull’urbanistica n. 19/02 “governo ed uso del territorio” può influire ed agire su tali interventi?

È abbastanza evidente che l’attuazione della LR n.19/2 sul “governo ed uso del territorio”, soprattutto quando è attuata in modo virtuoso, innesca politiche attive della difesa del suolo, finalizzate alla conservazione e preservazione delle caratteristiche del paesaggio agro-forestale mediante la salvaguardia, la protezione e valorizzazione dei sistemi a forte naturalità ecologica, quali siepi, alberate, boschetti, zone umide ecc., unitamente ad altri fattori naturali, alle sistemazioni dei terreni e dei corsi d’acqua che modellano e configurano la complessità biologica del territorio calabrese.

È possibile limitare e frenare il consumo di suolo, atteso che in Italia ed anche in Calabria, è diventata ormai una priorità della pianificazione territoriale e ambientale?

È indubitabile che la riduzione delle aree agro-forestali, così pure la perdita della biodiversità, che diversi esperti, economisti ecologici e studiosi di tutto il mondo, valutano come il vero motore che innesca ed attiva problemi complessi territoriali di non facili soluzioni sulle ricadute negative e sugli impatti altrettanto negativi sull’assetto fisico e idrogeologico del territorio.

Con il consumo generalizzato della risorsa suolo, si dà l’avvio all’apertura di porte che danneggiano spesso la qualità dei servizi naturali, soprattutto alla penuria, carenza dei beni di prima necessità come l’acqua potabile, la vivibilità dei luoghi con l’aria pulita, le frane e i dissesti idrogeologici, l’indebolimento della sicurezza fisica del territorio che si riflette in primis sulla qualità della vita dell’uomo e degli animali. In definitiva l’uso indiscriminato del suolo porta spesso a sconvolgimenti e sconquassi territoriali, all’attività edilizia non sempre sostenibile e necessaria, alla distruzione di luoghi belli, puri e incontaminati, all’uso irrazionale delle risorse naturalistiche, ambientali e del paesaggio.

È possibile limitare attenuare i rischi delle alluvioni ed i dissesti idro-geologici, come quelli di questi giorni verificatosi in Sardegna, in Calabria e in Liguria ?

Ancora una volta in Italia siamo costretti a fare la conta dei danni cagionati da piogge (non sempre) particolarmente eccezionali che innescano sconvolgimenti superficiale del terreno, in alcuni casi con notevoli danni alle strutture abitative e produttive, con relativi sgomberi e chiusure delle strade di collegamento ai centri abitati. Gli eventi catastrofici di questi giorni hanno cagionato diversi danni e perdite di vite umane e cancellato anche anni di duro e paziente lavoro, sacrifici sopportati da diverse generazioni. Le principali cause che innescano e favoriscono i movimenti franosi riguardano la non razionale gestione del territorio, la carenza manutentoria delle opere sistematorie dei terreni idraulico-agrarie e idraulico-forestali, l’irrazionale regimazione delle acque di scorrimento superficiali e sottosuperficiali, la funzionalità e l’efficienza del reticolo idrografico e dei corsi d’acqua, soprattutto quelli a carattere torrentizio. Si tratta di eventi legati al clima, all’ambiente, al territorio, all’uso irrazionale del suolo, i cui intrecci e le interdipendenze, ben gestiti e programmati, possono significativamente fronteggiare e prevenire buona parte dei fenomeni erosivi, gran parte dei movimenti franosi, evitare dissesti idro-geologici, con conseguenti ingenti danni e alluvioni che spesso causano perdite di vite umane, come a Soverato in Calabria nel 9 Settembre del 2000, il 13 Ottobre del 2000 in Piemonte ed il 4 Novembre a Genova del 2011 in Liguria.


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