Sanità senza un pianodi Oreste Parise Mezzoeuro Anno XII num. 48 del 30/11/2013 |
Rende, 13/11/2013
Conferenza stampa dei consiglieri regionali Carlo Guccione e Demetrio Naccari Carlizzi per parlare del buio profondo nei conti, inefficienze amministrative e programmatiche Un sistema che garantisce solo un salasso ai contribuenti calabresi Quale soluzione per un simile disastro?
Una persona competente finalmente in grado di dare un minimo di dignità gestionale alla sanità calabrese. I due consiglieri del Pd hanno poi sottolineato che le cause delle disfunzioni non sono da attribuire al tavolo Massicci, la verità è che tutto questo è causato dal mancato rispetto di quel famoso accordo...
I consiglieri regionali del Pd Carlo Guccione e Demetrio Naccari Carlizzi hanno indetto una conferenza stampa per ribadire il loro totale dissenso nei confronti della gestione della sanità in Calabria.
Nei mesi scorsi non hanno lesinato critiche tanto al governatore, nella sua qualità di commissario, quanto ai manager cui è stato affidato l’incarico di gestire quel che resta della sanità calabrese.
Un quadro allarmante, se, come affermato anche i centri considerati di eccellenza non danno più alcun affidamento ai calabresi. Neanche agli stessi consiglieri regionali, che corrono altrove per garantisti prestazioni accettabili e non correre il rischio di essere vittime di qualche errore o disfunzione dei sanitari. Non mancano certo i professionisti seri e di grande esperienza, ma le condizioni dei nosocomi non garantiscono il livello di efficienza, di dotazioni tecniche e organizzazione che possono assicurare prestazioni di alto livello.
Vi è inoltre il rischio che nel prossimo biennio si verifichi una vera e propria emergenza, poiché la gran parte dei primari e del personale sanitario di lunga esperienza raggiungono l’età pensionistica e saranno costretti a lasciare i loro incarichi. In condizioni normali si tratterebbe di un turn-over che non crea particolari apprensioni considerato che vi è ancora la disponibilità di un numero sufficiente di professionisti che potrebbero sostituirli degnamente.
Ma vi sono difficoltà,intanto per la concentrazione dei pensionamenti per effetto dei baby boomer del dopoguerra che crea importanti vuoti in settori delicati. Il blocco del turn-over, conseguenza del piano di rientro sanitario non consente le sostituzioni, con la conseguenze che le disfunzioni odierne sono una condizione di alta efficienza rispetto a quanto si potrebbe verificare fra qualche mese.
I due consiglieri del Pd hanno sottolineatocon forza e ripetute volte che le cause delle disfunzioni non sono da attribuire al tavolo Massicci, che ilgovernatore e i manager accusano di essere responsabile di tutto e del contrario di tutto. La verità è che tutto quanto si sta verificando nella Regione è causato proprio dal mancato rispetto di quel piano, che se attuato con rigore e gradualità avrebbe potuto consentire di ripristinare le condizioni di normalità nella sanità calabrese.
Per tale ragione, Carlo Guccione e Demetrio Naccari Carlizzi individuano proprio nel governatore Scopelliti il principale responsabile dello sfascio nella sanità.
Per dimostrare la loro tesiraccontano le molteplici disfunzioni, che interessano il settore. Nonostante la chiusura di molti ospedali, gli unici risparmi realmente accertati sono la conseguenza della riduzione delle spese del personale per effetto del blocco del turn-over, che ha già portato a una consistente diminuzione del numero degli addetti, dai sanitari al personale paramedico. La conferma di questa linea sciagurata, portare alla completa paralisi e un drammatico abbassamento della qualità degli interventi in tutti i settori.
Le maggiori disfunzioni si registrano a Cosenza, dove il principale ospedale, l’Annunziata di Cosenza, è al collasso. La più estesa e popolosa delle province della regione è completamente priva della cardiochirurgia, e ha subito un drastico ridimensionamento dei posti letto, ridotti quasi alla metà. In più nel frattempo sono stati chiusi o ridotti nei reparti molti altri ospedali della stessa provincia.
Possiamo considerarci una regioneda Terzo mondo, dove non vengono garantiti i Lea (Livelli essenziali di assistenza) che costituiscono un diritto costituzionalmente garantito che mette a repentaglio la salute dei cittadini e fa regredire la regione di molti decenni rispetto ai progressi registrati negli anni precedenti. Una recente indagine ministeriale Il consigliere regionale del Pd di fronte ai dati del ministero che pongono la Calabria all’ultimo posto per i livelli essenziali di assistenza chiede le dimissioni del governatore.
Scopelliti sconfessato
I due consiglieri individuano nella inefficienza e incapacità della governance del nosocomio cosentino i responsabili di questo sfascio, frutto dell’inerzia e dell’incapacità di programmazione degli interventi.
La conseguenza di questa drammatica situazione è l’aggravamento della congiuntura sfavorevole, poiché la sanità costituisce un pezzo importante dell’economia e incide in maniera molto pesante sui bilanci delle famiglie. In maniera diretta, poiché offre servizi scadenti a prezzi maggiorati rispetto alle altre regioni d’Italia, in secondo luogo sullo stato di salute dei calabresi, e in terzo luogo per effetto delle maggiorazioni di tutte le imposte (addizionali devolute agli enti locale) alle accise, l’Imu e tutte le altre fragranti imposte introdotte di recente che nella regione sono tutte tarate al massimo.
La politica del governatore Scopelliti ha distrutto la sanità cosentina senza neanche riuscire a realizzare quei risparmi che avrebbero consentito di migliorare i servizi. Nel tavolo Massicci, per l’incapacità della delegazione che ha trattato le condizioni, non si è posto nessun accenno alla necessità di effettuare investimenti per portare la sanità calabrese al livello delle altre regioni italiane ed evitare il terzo e non secondario effetto del pellegrinaggio sanitario che incide per qualche centinaio di milioni di euro nel bilancio della regione,
«È come mettere in pista una bicicletta e pretendere che sia competitiva contro una Ferrari», ha detto Naccari Carlizzi senza neanche porsi il problema di dotarsi di una macchina competitiva per sostenere il confronto.
La soluzione prospettata è l’immediata revoca dell’incarico di commissario della sanità affidato al governatore per manifesta incapacità di svolgere adeguatamente il suo ruolo e il reperimento di una figura idonea competente ed autorevole per effettuare gli interventi necessari a dare una sanità decente alla regione.
Né si può affermare, proseguono all’unisono i due, che si tratta di una pura questione politica. Chiedono la nomina di un commissario autorevole e competente, ma soprattutto slegato dalle logiche dalle logiche locali che tanti guasti hanno prodotto nella sanità locale.
La nomina è di competenza del ministro Beatrice Lorenzin, che appartiene alla stessa cordata del governatore, per cui nessuno può pensare che si tratta di mettere il Pd voglia mettere le mani sulla sanità. Il nostro obiettivo è di dare ai calabresi l’opportunità di fruire di un servizio sanitario in grado di dare risposte concrete ai loro bisogni, garantendo i Lea, e anche servizi di eccellenza.
I calabresi non possono essere cittadini di serie B.
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