di Rosa Porzio Gesualdo, da La Gazzetta del Sud del 19 marzo 2005
S. MARCO ARGENTANO - Il disastro di Cavallerizzo, anche se annunciato, era inevitabile. Nessun intervento avrebbe potuto essere appropriato - per salvare un paese i cui abitanti, sistematicamente, nei corso dei secoli, avevano già provato il terrore di sentire il terreno franare sotto i piedi. Ora, bisogna guardare avanti, e pensare alla ricostruzione di Cavallerizzo dove e quando, quale aria ridare alla gente che da tredici giorni ha perso casa, memorie, radici. Queste, in sintesi le conclusioni di Guido Bertolaso, Capo del Dipartimento nazionale di Protezione Civile, giunto a Cerzeto per una prima, specifica valutazione dei danni causati al piccolo centro abitato del Cosentino dal movimento franoso che ne ha sconvolto la vita.
Una visita che lo stesso Bertolaso ha definito tardiva ma il ritardo è stato dovuto, ha chiarito, ai contatti ed alle valutazioni fatte con prefetto, amministratori e tecnici di Protezione civile e Vigili del fuoco. Ha anche garantito alla popolazione che provvederà personalmente a vigilare su Cerzeto, ad evitare speculazioni sui consistenti finanziamenti che potrebbero fare gola a individui senza scrupoli.
Giunto a Cerzeto intorno alle 15,30 su un elicottero della Protezione civile, Bertolaso ha tenuto un summit con l'unità di crisi riunita al Centro Operativo Comunale, una riunione che, dopo il sopralluogo aereo effettuato su Cavallerizzo dallo stesso Bertolaso, è servita a fare il punto sulla situazione di evento franoso e sfollati.
Il Capo della Protezione civile ha poi incontrato, oltre al sindaco Amedeo Stamile di Cerzeto, anche i sindaci di San Martino di Finita, Rota Greca e Mongrassano, paesi interessati in queste ore da alcuni movimenti franosi che potrebbero mettere a rischio la stessa incolumità delle popolazioni. Poi Bertolaso è andato tra la gente, nella scuola media di Cerzeto, dove ha incontrato le centinaia di sfollati di Cavallerizzo: a loro, Bertolaso ha ridato la speranza di un futuro che non frantumi le radici di comunità albanofona, i sacrifici di una vita, le speranze dei giovani, le memorie degli anziani. A loro, che lo hanno ascoltato in religioso silenzio dopo i ringraziamenti fatti, a nome di tutta la comunità di Cerzeto, dal sindaco Amedeo Stamile e dal parroco della Chiesa di San Giorgio di Cavallerizzo don Antonio Fasano, Bertolaso (che ha lodato la popolazione di Cavallerizzo "per non essersi seduti - ha detto vicino alle macerie a piangersi addosso") ha illustrato, punto per punto, quello che si farà nei prossimi giorni: "Non faccio mai promesse - ha esordito - che non riesco poi a mantenere. Intendiamo ora darvi un minimo di tranquillità dopo il dramma", una tragedia che non era possibile evitare -ha aggiunto perché periodicamente, nel corso di centinaia di anni, questa zona è stata soggetta a dissesto idrogeologico. La storia di questa terra è una storia lontana nel tempo, che parla di frane, di voragini, di distruzioni".
Bertolaso ha poi messo alcuni "paletti": «Ci saranno ha ribadito -degli interventi a breve ed a medio termine, e un traguardo finale che sarà la ricostruzione.»
Nessuna palla di vetro per sapere se si potrà, nel tempo, ricostruire Cavallerizzo dov'era o pensare ad un nuovo sito per ricostruire le abitazioni distrutte. Che fino ad oggi sono una settantina, tutte buttate giù dalla frana. «Saranno i tecnici a stabilire il da farsi dopo le opportune valutazioni» - ha continuato Bertolaso. Nel frattempo, documenti di riferimento saranno le ordinanze di Protezione civile, che serviranno a specificare l'entità delle prime indennità di autonoma sistemazione (circa 400 euro al mese) per il pagamento dell'affitto agli sfollati che troveranno abitazioni.
Passo successivo, la sospensione di qualsiasi tributo da pagare per gli sfollati; e poi l'indennizzo per le attività che in questo momento non si possono svolgere, quali quelle economiche, artigianali, agricole, aziendali, Il primo consistente stanziamento, ha informato Bertolaso, sarà pari circa a 2/3 milioni di euro che serviranno a coprire i costi degli aiuti materiali già erogati e per i primi indennizzi per le attività economiche e sociali.