Rosa Porzio Gesualdo (La Gazzetta del Sud del 20 dicembre 2005)
SAN MARCO ARGENTANO - Hanno sofferto e pianto, nei giorni della disperazione, quando un destino chiamato dissesto idrogeologico li ha strappati all'improvviso dalle loro case. Per loro, gli abitanti di Cavallerizzo di Cerzeto, frazione di 329 anime distrutta dalla spaventosa frana del 7 marzo scorso, il 2005 è stato l'anno nero dello sconforto prima e della rabbia poi, perché quei muri delle loro abitazioni, intrisi di sacrifici, sudore e sofferenza, forse si potevano salvare.
Se solo i "santi in paradiso" fossero intervenuti prima: era da mesi, forse da anni, già prima dell'alba di marzo maledetta, che Cavallerizzo stava venendo giù. Invece anceh San Giorgio, quel giorno, è dovuto correre via, la sua statuta portata a spalla, di corsa, dai tanti, volenterosi ma atterriti fedeli, che hanno fatto appena in tempo a correre in chiesa per salvare l'effigie del loro santo protettore.
A oltre nove mesi dalla tragedia, Cavallerizzo è ormai un paese fantasma ed i suoi abitanti sono sparsi qua e la, in attesa che la loro comunità, piccola ma orgogliosa minoranza linguistica di Calabria, possa tornare a riunirsi, finalmente sotto un tetto che possa chiamarsi tale, in poche migliaia di metri quadrati nella zona di ricostruzione, a Pianette. Presto questa popolazione avrà anche la sua scuola di minoranza linguistica. Nei grioni scorsi infatti si è svolto, negli uffici della Dirigenza scolastica regionale, un incontro, richiesto dall'Amministrazione provinciale di Cosenza e dal Comune di Cerzeto, per illustrare la proposta sulla scuola di minoranza, già discussa ed approvata in più sefute del Coordinamento provincilae delle minoranze presieduto dalla Provincia di Cosenza.
All'incontro erano presenti l'assessore privinciale alle Minoranze, Donatella Laudadio, il sindaco di Cerzeto Gildo Lata ed il dirigente Cartella. "È un passo avanti - commentano a Cerzeto - per il mantenimento dell'identità di un popolo ferito nei suoi affetti più cari". È stato l'assessore Laudadio ad illustrare la proposta di dimensionamento, riferita alal scula di minoranza: "Le minoranze linguistiche della privincia cosentina sono le più numerose d'Italia: per questo c'è la necessità di tutelare in ogni Comune di minoranza la presenza dell'istituzione scolastica di base, anche nella forma della sezione staccata, a prescindere dai numeri degli alunnni iscritti".
Le scuole di minoranza situate per lo più in Comuni interni, corrono il rischio di trasformarsi in paesi fantasma, se non si conserva il presidio democratico della scuola, che funge da polmone di iniziative culturali anche per la popolazione adulta: un contrasto al degrado sociale ed all'abbandono istituzionale, incentivo per la cultura di mafia. "Per di più, costringere i bambini di un Comune di minoranza a frequentare una scuola italofona, significa - da detto la Laudadio - rendere tecnicamente impossibile l'insegnamento a scuola della lingua di minoranza, violando al legge 482, e portando all'oblio della lingua madre ed alla cancellazione d'identità minoritaria".
La Provincia ha chiesto, tra l'altro, il mantenimento delle scuole di base nei Comuni di minoranza, l'istituzione, all'interno dei distretti scolastici, di tre sub-aree che abbraccino i Comuni arberëshe di Pollino e Ionio, e l'introduzione dell'insegnamento di lingua madre nelle ore curriculari del mattino. Per al scuola di Cerzeto, il sindaco Lata e l'assessore Laudadio chiedono che venga ripristinata con effetto immediato la classe prima media per i bambini di Cerzeto costretti a frequentare la scuola di Torano, in considerazione del fatto che Cerzeto è considerata anche comune in stato di emergenza da un decreto del Consiglio dei Ministri, che anche la conservazione della scuola è un simbolo reale della volontà di far rivivere questo comune, che non vuole arrendersi e vuole continuare ad esistere per i suoi figli".