Ma nonostante tutto pregano e ringraziano: "Almeno nessuno ci ha rimesso la vita"
Le famiglie rimaste senza casa disperano per il loro futuro
(Il Quotidiano dell'8 marzo 2005)
CERZETO -Un forte dolore, un acuto ed intenso sentimento di emozione si sprigiona nell'animo di chi guarda con le lacrime la fine del proprio paese. È quello che è successo ieri a Cerzeto, dove una frana ha inghiottito un'intera frazione (per i particolari si rimanda ai servizi delle pagine regionali, ndr).
La commozione non è dei soli anziani che hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni e tutto i loro averi, ma anche i giovani che in questa terra ci sono nati e ci vogliono restare, scongiurando lo spopolamento che, purtroppo, è iniziato sin dai tempi più intensi dell'emigrazione. Un dramma annunciato, un forte ed intenso grido di disperato aiuto, che nei giorni passati è stato lanciato dagli abitanti e c'è chi l'ha confuso, pensando ad una esagerazione. Oggi la situazione è quella che è, sotto gli occhi di tutti ci sono le macerie, c'è una frazione intera che diventa la "Craco" del 2005, cioè un paese lucano divenuto celebre perché non è più abitato da nessuno. Disperazione e pianto, imprecazioni e sgomento, non c'è, comunque, rassegnazione pur consapevoli che il danno è enorme. Ciò che più colpisce è vedere la gente così composta, ma così disperata, che sente nel suo cuore un immenso tormento, perché ha vissuto il momento più drammatico senza il conforto di nessuno, aiutandosi l'un l'altro come fa da secoli e che nemmeno i tempi moderni hanno cambiato questo tenore di vita agreste, la più pura e la più invidiata. Sui volti della gente comune tanta dignità, non sono momenti di parlare di ricostruzione, questa è gente abituata a partire da molto lontano per trovare un po' di pace e serenità, capace anche di superare questo momento così straziante, ma vedere conoscenti, amici, che in poche ore sono passati dalla tranquillità alla disperazione di non avere più un tetto, è qualcosa che lascia un vuoto dentro. È rimasto senza dimora il vicesindaco e presidente del Gal Valle Crati, Antonello Della Motta, che abitava nella vicina frazione, con lui i parenti che hanno investito soldi e tempo nella costruzione della propria casa; ha dovuto sfollare in fretta e furia il presidente di Legambiente e Solidarietà Carmine Bruno con la sua famiglia, ma anche Sabrina Caparelli, miss Valle Crati e presidente dell'associazione sociale "Noi con Voi" che ha lanciato per primo il grido d'allarme. Non sono che alcuni dei personaggi che di questi luoghi sono stati sempre paladini della difesa delle proprie tradizioni, della salvaguardia dell'ambiente e della natura che questa volta si ripercuote contro gli uomini. Giovani in lacrime a stento riescono a contenere il proprio tormento e nonostante ciò cercano di alleviare il dolore degli anziani. C'è chi racconta di aver perduto tutto, il proprio esercizio commerciale che gli assicurava il lavoro ed il guadagno per sopravvivere, chi non vuole distaccarsi da ciò che ha sempre amato più d'ogni cosa, preferendo il proprio paese a quelli che possono offrire molto di più.
Tanta disperazione, mentre il tempo minaccia ancora pioggia . E chissà che tipo di futuro ci sarà per chi ora non ha più nulla, ma che comunque ringrazia che in questa situazione così drammatica siano state risparmiate le vite umane.
Ermanno Arcuri