La nostra Costituzione ha visto la luce il 22 dicembre 1947 dopo 170 sedute
dell'Assemblea Costituente, 1090 interventi da parte di 215 oratori, 44 votazioni per
appello nominale, 109 a scrutinio segreto, 1633 emendamenti. Tutto questo lavoro produsse
una Costituzione molto avanzata sul piano sociale, che racchiude la sintesi della cultura
liberale, cattolica e socialista del nostro Paese.
Il "complesso del tiranno", si disse, fu preponderante nei lavori dell'Assemblea.
Pertanto, fu edificata una repubblica di tipo rigidamente parlamentare con un sistema
elettorale fondato sulla proporzionale, la quale garantisce al cittadino la libertà di
voto e la più larga partecipazione politica.
Il 22 dicembre 1947 Meuccio Ruini, che aveva guidato con grande saggezza i lavori della
Costituente, nel consegnare il testo con i 139 articoli della Costituzione, disse:
«Quando tra poco voteremo, il largo suffragio che daremo alla nostra Costituzione
attesterà che... è scaturita, dalle viscere profonde della nostra storia, la convergenza
di tutti in una comune certezza: il sicuro avvenire della repubblica italiana».
Il grande lavoro politico e la forte tensione morale e culturale dei padri costituenti,
preoccupati di rendere sicuro l'avvenire della repubblica italiana, vengono picconati,
prima da un quartetto di oscuri escursionisti della maggioranza, riunitisi, qualche anno
fa, in un località montana, per accordarsi sulla manomissione del testo costituzionale,
di recente, dalle votazioni della maggioranza parlamentare, decisa a stravolgere oltre 40
articoli della nostra Carta.
L'attuale maggioranza, che ha usato e sta usando il Parlamento per produrre leggi ad
personam, ha approvato il 15 ottobre 2004 alla Camera una nuova Costituzione incentrata l)
sull'autoritarismo di un regime personale del Primo Ministro - proprio la
degenerazione istituzionale temuta e scongiurata dai padri costituenti -, 2) sul
declassamento del Parlamento, ridotto a un salotto di Arcore, 3) sulla esautorazione del
Presidente della Repubblica, che dovrebbe limitarsi a firmare le leggi senza neppure
leggerle, soprattutto 4) sulla esclusione dei cittadini dalla gestione della cosa
pubblica, i quali, di conseguenza, sarebbero abilitati soltanto a eleggere un Primo
Ministro/sovrano, dotato, con l'eliminazione di ogni contrappeso istituzionale, di tutti i
poteri a cominciare da quello di sciogliere il Parlamento a suo piacimento.
Per far saltare col voto questo disegno eversivo, nasce anche a Castrovillari il Comitato
per la difesa della Costituzione repubblicana, democratica e antifascista. Esso
raccoglie le adesioni dei cittadini, delle Associazioni culturali, sociali,
ambientalistiche, di categoria, delle forze politiche e sindacali ecc.
Tra le prime iniziative che il Comitato organizzerà all'inizio dell'anno' 2005, un'assemblea/dibattito, introdotta da relazioni di costituzionalisti e forze politiche, segnerà la prima occasione di mobilitazione a difesa dei diritti di tutti e della democrazia.
Comitato per la difesa della Costituzione
Castrovillari