Canto Primo

CANTO SECONDO

Uscia col disco suo, di mille miglia
E largo e lungo e diecimila ancora
Per ogni direzion, grave nel corso,
Altero nell'aspetto, abbarbagliante
La ria pupilla che affisarlo ardisse;
Venia desiato a sgomberar di notte
Il bruno velo, incomparabil, solo
Il sole a grandeggiar co' raggi suoi.

Da giù gli sorridea la terra come
Vergine rosa a stilla di rugiada
Che cade presta a rinnovarle il caro
Color di foglia, a cui gelosa vive.
Il ciel da su fissava immoto il guardo
Schiudendo forte un desiderio eccelso;
E il viso illanguidito di natura
Rinnovavasi tutto a poco a poco,
Al giglio il bel candore, alla viola
Il pallor maliante; il porporino
E gli altri tutti, che di lusso ingorda
Contesti in se la digital conserva
Ricchi n'andar di nova simpatia.

Un zeffiretto con lievissima ala
Le foglie, e i rami leggermenti scossi
Degli arbor varî, un gemito formava
Da ridestar la sonnacchiosa e morta
Vita animale: e mista al mormorio
Dell'Essare vicin che sinuoso
E lucido traeasi innanti innanti,
Innamorava ogni sensibil core.
Sul pioppo il fringuellin scosse le penne
Rigorgheggiando un canto appassionato
La luce salutava, e il nuovo giorno.
Cogli archi suoi gia misurando il suolo
Il serpe, e il lacerto sbadigliando
Scoteasi dalla brina, e vigilante
Il ragno percorrea delle sue tele
Il lavorio: e tutto in moto avea
Posto la luce e il comparir del giorno.

Marin soletto intanto sulla vetta
Della rupe si nota, assiderato
Assorto da profondo aspro pensiero
Moveva a grandi passi e fea ritorno
Al punto stesso donde si partia.
Infine dalla spalla il lucidissimo
Schioppo sfibbiando, sulla bugia canna
Con ambe mani ripoggiato, sopra
Il mento si posò. L'impugnatura
Supposta a terra innanti il piede, giacque
Così buon tempo. E poi riscosso, il guardo
Nel ciel fissato alquanto indi proruppe
Ad espression di sentimento, e l'alma
Scopriva in tal indigeni concenti.


Continua - Kënga e katertè

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