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Testo arbrėsh Zėmė njė valle njė rrotjelė Pėr kapurej vėmė dy gjela Nisu nuse se na vemi Se na vemi hollė e hollė E kėtje mbi gjėimė njė mollė E pėr sa fjeta ka ajo mollė Kaq vjet me kunzollė E pė sa fjeta ka Gorrici Kaq vjet me kundundizė! |
Traduzione italiana Cominciamo un canto ed un ballo Per chiunque lo comanda un gallo Affrettati sposa che noi andiamo Lentamente ci incamminiamo Vedi lassł c'č un melo E per ogni foglia ed ogni stelo Tanti anni di allegrezza E per tutte le foglie di Gorriza Tanti anni di contentezza! |
Vedi anche il canto nuziale raccolto nel 1959 dal Papas Giuseppe Ferrari a Lungro.
L'illustrazione č tratta da "Ilario Principe, Costumi popolari di Calabria nella raccolta Zerbi, Edizioni Mapograf, Vibo Valentia 1990". Č la riproduzione di un acquarello del 1811 conservato al Museo di San Martino a Napoli (n. 3551/b), con il titolo di Andata a matrimonio che si costuma in Falconara. Provincia di Calabria Citra, ed č opera di Luigi del Giudice. Sotto il titolo vengono elencati i paesi degli altri costumi rappresentati e si legge - da sinistra a destra: S. Giacomo, Parenti, Ioggi, Corigliano, Falconara, Corigliano, Falconara, Cavallerizzo, Falconara, Corigliano, S. Cosmo, Mongrassano, Sancineto.
Commenta Ilario Principe (pag. 19): Il Del Giudice, nella piena pulizia del segno grafico, ci presenta il matrimonio fra una donna di Falconara e un uomo di Corigliano, e fra queste due localitą albanesi si dividono sia i testimoni sia i paggetti che agitano serti di fiori d'arancio, quelli stessi che adornano il capo di lei mentre lui li porta invece a tracolla. La cerimonia dello sposalizio nei paesi di etnia albanese era uno degli avvenimenti pił sentiti e stiricamente sedimentati; non sembra, invece, che i disegnatori dei costumi siano mai rimasti in qualche modo intrigati dalle danze popolari. " Corigliano non č mai stato un paese albanese. Ve ne sono molti nel suo circondario, ed i contatti sono stati sempre molto intensi.
Testo arbrėsh Molle, molle ime molle (tre volte) |
Traduzione italiana
Mela, mia mela |
Dola njė mbrėma nat
dola ertė e mė pe drit
po ndė mestė rrugėzit
mu pėrpoq e bukurėna
mė ngrėita baketėzėnė
ja ngava kėshetėthin
ajo kalli njė zeguil tė madh
doli e jėma nga finestra:
«Ndė ēė qe gjapri ēė tė zuri
spexarit kan jatrin
ndė ēė qe trimi ēė tė ngau
jam paj edhe stoli.»
«Paj edhe stoli nėng dua
vashėnė ēė desha mora.»
Kur leu Krishti mbi dhe
njė nat mbrėma ndė shėn Ndre
Bij borė e bėjė brim
bėj tė ngrit edhe tė tim.
Kur e xun ata furizė
shtun mandjelin mbi njė hu
karramunxat mi zu
karramunxat e fishkaronjė
tolloret e rrishinjoj.
Cavallerizzo, 7 dicembre 1976
Kėto di kėnka mė qen thon nga Capparelli Olimpia, nxenė e kllas tė katėr e nga e nanla Olimpia Della Motta