APPENDICE XIV

ANNOTAZIONI

1

Antomo Bellusci è nato nella comunità di origine albanese di Frascineto, in Provincia di Cosenza, il 15 settembre 1934, da una famiglia di modeste condizioni economiche. La madre era una tessitrice molto impegnata ed il padre faceva il pastore trascorrendo le sue gironate della sua esitenza alquanto breve, sulle balze del Pollino, seguendo le orme dei suoi antenati. Spesso accompagnò il padre anche il Nostro che, da giovanetto, forse, come tutti i giovani di quel tempo, era stato destinato a seguire le la tradizione della famiglia. Ma da allora incominciava a sentirsi l'esigenza di rompere i modelli di una vita statica e contemplativa e naturalmente incominciavano a delinearsi nuovi sistemi di vita, che spingevvano tutti verso atteggiamenti culturali progressisti, più consoni alla civiltà contemporanea. Il desiderio di far crescere i figli in maniera diversa, l'ansia di proiettarli verso mete più avanzate, costituiva l'orgoglio di tanti genitori, sempre pronti a qualsiasi sacrificio pur di poter vedere realizzato, magari in parte, il sogno del riscatto sociale nella propria famiglia.

Il padre di Antonio Bellusci non fu ultimo in questo atteggiamento.

Fu, infatti, egli avviato alla carriera ecclesiastica nel Pontificio Seminario di Grottaferrata, dove ferquentò il ginnasio e il liceo.

Cosneguì nella Ponteficia Università Gregoriana di Roma, il Baccalaureato in Filosofia nel 1958, e presso la stessa Università, nel 1963 la licenza in Sacra Teologia.

Come si può notare, la sua vita ha uno sviluppo costante che lo porta dal mondo della pastorizia a qella del sacerdozio. Pastore, si! ma di anime!

Inizia la vita della sua missione sacerdotale facendo una prima esperienza nel 1962 in Francia nella Chiesa bizantina di Saint Julien Le Pauvre a Parigi. Rientra, nello stesso anno, in Italia e va a insegnare nel Pontificio Seminario di San Basile per poi passare a S. Sofia d'Epiro, in qualità di vice-parroco, dove inziò il nostro sodalizio che dura ormai da diversi anni. omissis.
Carmelo Candreva


2

Antonio Bellusci, Il telaio nei testi originali Arbërëshe, Cosenza 1977, tip. D'Aiello, nota Bio-Bibliografica di Carmelo Candreva, p. 9

Una storia critica delle colonie albanesi d'Italia è, da qualche tempo, nel desiderio degli studiosi e delgi eruditi.

Nulla si è fatto finora per migliorarne l conoscenze, frugando sistematicamente e con metodo razionale, negli Archivi di Napoli e Venezia o, per lo meno, preparare ad altri, più volenterosi e competenti, il lavoro, raccogliendo gli appunti disordinati e sparsi, nelle opere di cultura generale e nelle particolari monografie, che illustrano le singole regioni, in cui le colonie furono accolte, si svilupparono, fiorirono, godendo dei benefici d'una civiltà avanzata.

Per un lavoro così fatto, bisognerebbe tener conto, non solo di tutto ciò che riguarda l'etnografia del paese di origine, l'epoca della loro immigrazione e del loro definitivo stanziamento in Italia, senza perdere di mira quei riferimenti opportuni, che vanno dal sistema feudale alle capitolazioni di ognuna di esse; dalla lingua e dalla fioritura letteraria, allo svolgimento delle lingue e delle letterature greca, slava, rumena; dagli usi e dai costumi, che danno speciale risalto all'individuo, alla famiglia, alla società medioevale, ai rapporti con la religione e con lo Stato.

Nel nostro no tutti i problemi, che alle colonie albanesi d'Italia, e più particolarmente a quelle di Calabria si riferiscono, trovano la loro soluzione.

Anche se il lungo studio e il grande amore non ci sono mai venuti meno, le difficoltà del tempo e della ricerca, a misura che ci siamo inoltrati nel lavoro, aumentavano, e, buon per noi, se abbiamo potuto rispondere al quesito che ci veniva proposta dal prof. Corrado Gini, della R. Università di Roma.


3

D. Zangari, Le colonie Albanesi di Calabria. Storia e demografia secoli XV e XIX, Editore Caselli - Napoli 1941 - XIX - Prefazione.

Nel febbraio dell'anno seguente, muore anch'essa la regina e, chiamato alla successione Renato d'Angiò, dura e asprissima lotta s'impegna tra il suo e il partito di Alfonso, il quale finisce per trionfare nel 1442.

La Calabria di tutte queste rappresaglie dei partiti avversi sente il gran disagio, e, quantunque ferma a mostrare, questa volta, fedeltà all'Angioino, cede tuttavia alle pressioni di Alfonso Cardona, a cui l'Aragonese aveva commesso la cura di ritogliere la regione che, ridotta in suo potere,viene divisa nelle due province di Valle di Crati o Calabria Citeriore o Calbria Ulteriore.

Un lampo di rivolta, ancora, è acceso dal Marchese di Crotone, Antonio Centeglia o Centelles, nel 1444, ma, vinta la sua resistenza nel castello di Catanzaro, fu costretto egli a chiedere perdono al Magnanimo.


5

Ferrara, 21 febbraio 1991

Carissimo Patitucci,

ringrazio vivamente per il tuo cordiale interessamento e invio, in allegato, un breve scritto riguardo alla mia origine di albanese in Italia.

Ringrazio molto vivamente per il compito meritorio che ti sei assunto per la valorizzazione e il ricordo dei cognomi albanesi d'Italia.

Se desideri ragguagli dettagliati puoi interpellare i miei carissimi e generosi cugini Antonio Genovese e Rosa Cuccia Genovese, coniugi residenti a Contessa Entellina (Palermo), cap. 90030, Vi Morea n. 37, telef. 091/8355058: sono persone meravigliose e hanno un'esatta considerazione per le proprie origini di oriundi albanesi.

Cari e grati saluti, Vincenzo Pizzo

All.: uno.

P.S. Mentre rileggo le brevi annotazioni qui allegate, desidero precisare che l'estinzione del cognome FOTO (da greco, evidentemente, Luce) deve essere esattamente riferita al cognome Foto di cui al mio avo, segretario comunale (colto e battagliero) Giovanni, poichè, invero, a Contessa Entellina, tuttora anche altre persone hanno questo cognome: si tratta, evidentemente, di oriundi albanesi.

Molti là hanno il cognme Schirò (tra i quali il fratello di mia nonna materna, Antonio Schirò, medico bravo e solerte il quale alla morte ha lascitato in tutti eccellente ricordo) che in greco corrisponde a "forte". Le Chiese a Contessa seguono, ad eccezione della chiesa "latina", il rito greco-albanese, ricco di canti liturgici, pieni di significati altamente religiosi.


5

Sono nato a Canaro (Rovigo) il 26 aprile 1927 da Paolo Pizzo (insegnante elementare nelle scuole, allora comunali di Canaro) e da TEODORA FOTO (maestra elementare, la quale ha avuto - per una certa malintesa concezione allora diffusa che voleva la donna prevalentemente dedita alle cure domestiche anzichè impegnate in attività esterne - un solo allievo, il sottoscritto. Un vero peccato, poichè era donna di buona cultura e di solida saggezza, dote quest'ultma di cui il mondo è in genere avaro).

Il padre di mia mamma, GIOVANNI FOTO, segretario comunale di Contessa Entellina,  è deceduto là nel 1939.

La famiglia FOTO da Contessa Entellina (Palermo) si è trasferita alla fine del 1800, nella Lousiana (nel Sud degli Stati Uniti) e ha prosperato bene nella capitale di questo Stato, New Orleans. Al contrario mio nonno, Giovanni, il quale era minore dei fratelli Foto è rimasto in Sicilia e ha sposato Grazia Schirò, ragazza del luogo, parimenti di origine albanese.

Da  matrimonio sono nati molti figli e figlie: mentre la sorte della ragazza è stata, tutto sommato, abbastanza prospera, i figli sono stati tutti assai perseguitati da traversie inenarrabili.

Uno dei figli, Ignazio, dottore in Giurisprudenza, ha partecipato alla prima guerra mondiale con il grado di ufficiale ed è stato ferito in modo abbastanza grave dagli austriaci. Tornato a Palermo nel dopoguerrra, è deceduto per incidente stradale mentre rientrava, con la moglie, (in autovettura scoperta di sua proprietà e condotta da un suo conoscente) da una gita: ritengo sia stato uno dei primi incidenti di circolazione stradale avvenuti a Palermo con conseguenze mortali. Il figlio, GIuseppe Foto, studente, è "scomparso" nella funesta campagna di Russia, nel secondo conflitto mondiale, mentre era là con la Divisione Alpina Sforzesca, corpo militare nel quale era stato chiamato alle armi. La "scomparsa" di Giuseppe Foto coincide, purtroppo, con la estinzione del cognome albanese Foto (Vincenzo Pizzo).


6)

P. Daniele Refrontolotto o.f.m. conv.

Il Padre Daniele nacque a Colfosco di Susegana (TV) il 20.X.1916. Fu battezzato due giorni dopo. Entrò quattordicenne nel Seminario di Camposampiero (1931-1934). Continuò gli studi a Cherso (1934-1936). Fece il noviziato a Padova dal 2.8.1936 al 3.8.1937 quando emise la professione semplice; la solenne emise a Brescia il 4.X.1940. Frequentò i primi due anni di teologia a Padova - S. Massimo (1940-1942) e,  per prepararsi alla missione in Albania, frequentò gli altri due anni (1942-1944) a Roma presso il Collegio Greco e il S. Atanasio, dove fu ordinato Sacerdote il 6.6.1943, da Mons. Evreinoff.

In attesa di andare in missione, esercitò il suo ministero pastorale a Sabaudia in qualità di vice parroco dall'agosto del 1944 al dicembre dello stesso anno. Visto che la Missione in Albania era nella tormenta bellica, le autorità dell'Ordine lo inviarono nell'Eparchia di Lungro, con destinazione San Giorgio Albanese (CS). Qui rimase, in qualità di parroco bizantino dal 17.1.1945 al 14.8.1971. Dopo una parentesi patavina di pochi mesi, venne richiamato nella già ricostituita Custodia Provinciale di Calabria e collocato nel Protoconvento di Castrovillari, dove rimase fino al 1986.

 


Raffaele Patitucci D'Alifera Patitario, Casati albanesi in Calabria e Sicilia, estratto da "Rivista Storica Calabrese" N.S. X-XI (1989-1990) NN 1-4

INDICE

  1. La ricerca
  2. Appendice I - Casati di San Benedetto Ullano 
  3. Appendice II - Casati di Falconara Albanese Ullano 
  4. Appendice III - Casati di San San Giacomo
  5. Appendice IV - Casati di Cavallerizzo
  6. Appendice V - Casati di Spezzano Albanese.
  7. Appendice VI - Cognomi albanesi o italianizzati del cosentino dal 1468 in poi.
  8. Appendice VII - Cognomi albanesi o italianizzati dei paesi albanesi del catanzarese e della Sicilia
  9. Appendice VIII - Cognomi coronei o albano-greci.
  10. Appendice IX - Cognomi caratteristici dell'Albania salentina cioè della Provincia di Taranto
  11. Appendice X - Cognomi albanesi italinizzati delle Province di Foggia e Campobasso.
  12. Appendice XI - Cognomi o casate di famiglie albanesi d'Albania del secolo XV-XVI
  13. Appendice XII - Cognomi delle famiglie albanesi
  14. Appendice XIII - Casati Albanesi
  15. Appendice XIV - Annotazioni